Elezioni

Elezioni: campagna ‘Io riattivo il lavoro’, lettera a candidati su aziende sequestrate e confiscate

Ad un mese dal lancio della Campagna “Io riattivo il lavoro” per la raccolta di firme a sostegno della legge di iniziativa popolare sulle aziende sequestrate e confiscate, i promotori (Cgil, Arci, Acli, Avviso Pubblico, Centro Studi Pio La Torre, Legacoop, Libera, Sos Impresa) scrivono ai candidati alla presidenza del Consiglio e a tutti gli schieramenti politici affinché nella prossima legislatura venga assunto ”l’impegno a portare in parlamento la discussione sulla legge di iniziativa popolare, per favorire l’emersione dalla illegalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata, che sono un bene di tutti”.

”Nel corso di questi anni – si legge – è cresciuta nel paese la consapevolezza che la presenza della criminalità organizzata e delle mafie nell’organizzazione sociale, in quella produttiva e finanziaria e nelle istituzioni, rappresenti un vero e proprio cappio al collo che strangola il paese. L’illegalità economica condiziona negativamente le nostre prospettive di sviluppo sul piano economico, civile e democratico”. La Banca d’Italia, prosegue la lettera, ”la Direzione Nazionale Antimafia e la Corte dei Conti, nei loro studi più recenti, stimano in oltre 200 mld di ero l’anno gli affari delle mfie, con oltre 80 miliardi di utili al netto degli investimenti, e in 60 mld annui il peso che la corruzione esercita sui costi della Pubblica Amministrazione. Questo fenomeno, oltre a rappresentare una quantità di risorse che se recuperate potrebbero garantire un utile e consistente processo di investimenti produttivi e nuove opportunità di lavoro, incide pesantemente nella vita democratica e spinge le imprese sane verso un processo di emarginazione a vantaggio di un sistema illegale che mortifica le prospettive di crescita”.

”Il fenomeno – si legge ancora – riguarda 1663 aziende e 80.000 lavoratori, coinvolti da processi che determinano sostanzialmente due situazioni: prima del sequestro una condizione di sfruttamento e negazione dei diritti; dopo il sequestro e la confisca la perdita del posto di lavoro senza che possano essere utilizzati i necessari ammortizzatori sociali. Su questo ultimo punto cogliamo l’occasione per sottolineare che la recente Legge Fornero sul Mercato del Lavoro ha abrogato la norma che disciplinava l’accesso agli ammortizzatori sociali per lavoratori esposti a problemi di ordine pubblico. Sottolineiamo, inoltre, che dall’inizio della crisi, cioè dal 2008, questo fenomeno è cresciuto del 65% e che riguarda tutte le regioni italiane. Con questa lettera – concludono – vi chiediamo di esprimere condivisione di questi propositi e di assumere nella prossima legislatura l’impegno a portare in parlamento la discussione sulla Legge di Iniziativa Popolare che alleghiamo a questa nostra lettera”.

Elezioniultima modifica: 2013-01-21T18:18:07+01:00da vitegabry
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