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Nel Terzo Rapporto Renam (Registro nazionale mesoteliomi), sono state indicate le categorie che sulla base delle elaborazioni del Registro sono state o sono ancora a rischio amianto e i vigili del fuoco sono stati inclusi nelle categorie a rischio.
Secondo il Renam sono 58 i pompieri deceduti per mesotelioma pleurico o peritoneale, provocati dall’inalazione dell’amianto.
Le patologie sarebbero state originate nel corso delle operazioni di spegnimento degli incendi che hanno interessato baracche ed edifici vecchi e fatiscenti, là dove le fiamme – bruciando materiali come cappe fumarie, onduline, sottotetti e, in generale, strutture coibentate con l’asbesto – hanno liberato la sostanza tossica.
Una contaminazione “fulminea” con modalità diverse da quelle più tradizionali in cui l’inalazione di amianto è stata quotidiana e “spalmata” lungo otto ore e nell’intera giornata di lavoro, in un periodo temporale lungo decine di anni, per i vigili del fuoco l’assunzione è stata concentrata e devastante, in quanto relegata, per l’appunto, alle operazioni di estinzione delle fiamme.