Archivi giornalieri: 13 dicembre 2020

La strage di Piazza Fontana

 

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La strage di Piazza Fontana

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Il 12 dicembre 1969 avviene l’attentato terroristico di neofascista noto come strage di Piazza Fontana, nel centro di Milano nella filiale della Banca Nazionale dell’Agricoltura. Causò 17 morti e 88 feriti.

Il giorno dell’attentato la sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana, a Milano, era piena di clienti venuti soprattutto dalla provincia; alle 16,30, mentre gli altri istituti di credito chiudevano, all’interno della filiale c’erano ancora molte persone. L’esplosione avvenne alle 16,37, quando nel grande salone dal tetto a cupola scoppiò un ordigno contenente 7 chili di tritolo, uccidendo 17 persone delle quali 13 sul colpo, e ferendone altre 87; la diciassettesima vittima morì un anno dopo per problemi di salute legati all’esplosione. Una seconda bomba fu rinvenuta inesplosa nella sede milanese della Banca Commerciale Italiana, in piazza della Scala. La borsa fu recuperata ma l’ordigno, che poteva fornire preziosi elementi per l’indagine, fu fatto brillare dagli artificieri la sera stessa. Una terza bomba esplose a Roma alle 16,55 nel passaggio sotterraneo che collegava l’entrata di via Veneto della Banca Nazionale del Lavoro con quella di via di San Basilio; altre due esplosero a Roma tra le 17,20 e le 17,30, una davanti all’Altare della Patria e l’altra all’ingresso del Museo centrale del Risorgimento, in piazza Venezia. I feriti a Roma furono 16.

Le prime indagini vennero orientate nei confronti di tutti i gruppi in cui potevano esserci possibili estremisti; furono fermate per accertamenti circa 80 persone, in particolare alcuni anarchici del Circolo 22 marzo di Roma (tra i quali figurava Pietro Valpreda) e del Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa di Milano (tra i quali figurava Giuseppe Pinelli). Secondo quanto dichiarato da Antonino Allegra, ai tempi responsabile dell’ufficio politico della questura, alla Commissione Stragi, gli arresti erano stati particolarmente numerosi e avevano interessato anche esponenti della destra estrema, con lo scopo di evitare che nei giorni seguenti questi individui, ritenuti a rischio, potessero dare vita a manifestazioni o altre azioni pericolose per l’ordine pubblico.

Il processo iniziò a Roma il 23 febbraio 1972; dopo essere stato trasferito a Milano per incompetenza territoriale fu spostato a Catanzaro per motivi di ordine pubblico e legittimo sospetto. Dopo una serie di rinvii dovuti al coinvolgimento di nuovi imputati (Franco Freda e Giovanni Ventura nel 1974, Guido Giannettini nel 1975) la Corte d’assise condannò all’ergastolo i neofascisti Freda e Ventura e il militante di estrema destra Giannettini, ritenuti gli organizzatori della strage. Gli altri imputati, l’anarchico Valpreda e il militante di estrema destra Merlino, furono assolti per insufficienza di prove ma condannati a 4 anni e 6 mesi per associazione a delinquere. La Corte d’appello assolse tutti gli imputati dall’accusa principale, confermando le condanne di Valpreda e Merlino, e condannò i due neofascisti a 15 anni per gli attentati di Milano e Padova, compiuti tra l’aprile e l’agosto del 1969: la Cassazione confermò l’assoluzione per Giannettini e ordinò un nuovo processo per gli altri quattro imputati. Il nuovo dibattimento cominciò il 13 dicembre 1984 presso la Corte d’appello di Bari e si concluse il 1º agosto 1985 con l’assoluzione di tutti gli imputati per insufficienza di prove: il 27 gennaio 1987 la Cassazione rese definitive le assoluzioni per strage, condannando soltanto alcuni esponenti dei servizi segreti italiani (il generale Gianadelio Maletti e il capitano Antonio Labruna) per aver depistato le indagini. Una nuova istruttoria, aperta a Catanzaro, portò a processo i neofascisti Stefano Delle Chiaie e Massimiliano Fachini, accusati di essere rispettivamente l’organizzatore e l’esecutore della strage: il 20 febbraio 1989 entrambi gli imputati furono assolti per non aver commesso il fatto (l’accusa aveva chiesto l’ergastolo per Delle Chiaie e l’assoluzione per insufficienza di prove per Fachini). Il 5 luglio 1991, al termine del processo d’appello, fu confermata l’assoluzione di Delle Chiaie.

Negli anni novanta l’inchiesta del giudice Guido Salvini affacciò anche un’ipotesi di connessione col fallito golpe Borghese del 1970 e raccolse le dichiarazioni di Martino Siciliano e Carlo Digilio, ex neofascisti di Ordine Nuovo, che confessarono il proprio ruolo nella preparazione dell’attentato, ribadendo le responsabilità di Freda e Ventura; in particolare Digilio sostenne di aver ricevuto una confidenza in cui Delfo Zorzi gli raccontava di aver piazzato personalmente la bomba nella banca. Zorzi, trasferitosi in Giappone nel 1974, divenne un imprenditore di successo. Ottenne la cittadinanza giapponese che gli garantì poi l’immunità all’estradizione.

Un nuovo e ultimo processo cominciò il 24 febbraio 2000 a Milano. Il 30 giugno 2001 furono condannati all’ergastolo Delfo Zorzi (come esecutore della strage), Carlo Maria Maggi (come organizzatore, già assolto per la strage della questura ma condannato in seguito all’ergastolo in via definitiva per la strage di piazza della Loggia) e Giancarlo Rognoni (come basista). Carlo Digilio ottenne la prescrizione del reato per il prevalere delle attenuanti riconosciutegli per il suo contributo alle indagini, mentre Stefano Tringali fu condannato a tre anni per favoreggiamento. Il 12 marzo 2004 furono cancellati i tre ergastoli (e ridotta la condanna di Tringali da tre anni a uno) e il 3 maggio 2005 la Cassazione ha confermato la sentenza (dichiarando prescritto il reato di Tringali). Al termine il processo nel maggio 2005 ai parenti delle vittime sono state addebitate le spese processuali. La Cassazione, assolvendo i tre imputati, ha tuttavia affermato che la strage di piazza Fontana fu realizzata dalla cellula eversiva dell’ organizzazione neofascista Ordine Nuovo capitanata da Franco Freda e Giovanni Ventura, non più processabili in quanto assolti con sentenza definitiva nel 1987. Sebbene gli ordinovisti indicati siano quindi considerati gli ispiratori ideologici, non è mai stato mai individuato a livello giudiziario l’esecutore materiale, ossia l’uomo che pose personalmente la valigia con la bomba.

Ecco tutte le novità dei decreti ristori

Ecco tutte le novità dei decreti ristori

 
 

 

Un’ora fa

Dai debiti di famiglie e imprese agli affitti, dai compensi dei consulenti per il superbonus all’organizzazione della giustizia: sono molte le novità sui decreti ristori contenute negli oltre 60 emendamenti approvati nella votazione notturna tra venerdì e sabato in commissione Bilancio e finanze del Senato.

© Fornito da Il Sole 24 Ore

Per sostenere famiglie e imprese indebitate, vengono anticipate alcune misure nella normativa sul fallimento e la crisi d’azienda. E un anno di tempo in più sarà concesso alle famiglie in difficoltà nel pagamento dei mutui per accedere al Fondo Gasparrini. Per gli affitti nelle grandi città lo Stato rimborserà il 50% dello scontro praticato dal proprietario sul canone di locazione.

Per le imprese e tutti i professionisti si precisa che contributi, indennità e bonus ricevuti come aiuti contro la crisi Covid non subiranno prelievo fiscale. Arrivano gli sconti sulla bolletta elettrica. Scatta l’equo compenso sulle parcelle dei professionisti per i lavori di riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici sostenuti dal Superbonus del 110%.

Per i ragazzi rimasti indietro negli studi a causa della didattica a distanza arriva un fondo per colmare il gap formativo. Un pacchetto di modifiche riguarda infine la giustizia, e in particolare processi a distanza, misure detentive, impugnazioni e confische da codice antimafia.

Previste liste di genere per il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti. Per i Comuni, altri tre mesi di stop a Cosap e Tosap.

Tutte le misure approvate, con schede e approfondimenti, sono illustrate sul Sole 24 Ore di domenica 13 dicembre.

Santa Lucia

 

Santa Lucia


Nome: Santa Lucia
Titolo: Vergine e martire
Nascita: 281, Siracusa
Morte: 13 dicembre 304, Siracusa
Ricorrenza: 13 dicembre
Tipologia: Memoria liturgica

Lucia nacque a Siracusa nell’anno 281 da nobilissima e ricchissima famiglia. Rimasta orfana di padre all’età di cinque anni venne educata nella religione cristiana dalla pia e saggia Eutichia, sua madre.

Fatta grandicella e accesa di puro amore di Dio, decise all’insaputa della madre di mantenere perpetua verginità. Ignorando questo segreto la buona Eutichia, come allora usavasi universalmente, non tardò d’interessarsi per trovare alla figliuola uno sposo che convenisse. Era questi un giovane nobile, ricco e di buone qualità, però non cristiano. Lucia si turbò: ma non volendo manifestare il suo segreto alla madre, cercò pretesti per tramandare le nozze; ed intanto confidava nella preghiera e nella grazia.

Ed ecco quanto avvenne: Eutichia fu presa da una grave malattia, per cui non bastando né medici nè medicine, per consiglio di Lucia, mamma e figlia decisero di portarsi in pellegrinaggio a Catania, alla tomba di S. Agata, per ottenere la guarigione.

Elemosina di Santa Lucia

autore Giovanni di Bartolomeo Cristiani anno 1370-1380 titolo Santa Lucia e sua madre al santuario di Sant’Agata

Giunte a Catania, e prostratesi in preghiera presso quelle sacre reliquie, Agata fece intendere a Lucia di rimanere fedele al voto fatto e di contenere, se necessario, anche il martirio per amor di Gesù. La madre ottenne la guarigione, ma una grazia maggiore ebbe Lucia: il suo avvenire era irrevocabilmente deciso.

Tornate a Siracusa, Lucia si confidò con la madre ed ottenne che la lasciasse libera nella scelta del suo stato. Così lucia con una lampada fissata sul capo, percorse gli angusti cunicoli delle catacombe per distribuire ai bisognosi il denaro ricavato dalla vendita della sue ricchezze.

Elemosina di Santa Lucia

autore Pasqualino Rossi anno XVII secolo titolo Elemosina di Santa Lucia

Il pretendente deluso, montò subito sulle furie e giurò vendetta, appena seppe che il rifiuto di Lucia proveniva dal fatto di essere cristiana. Si presentò quindi al proconsole romano Pascasio e accusò la giovane come seguace della religione cristiana e perciò ribelle agli dèi ed a Cesare.

Santa Lucia davanti al giudice

autore Lorenzo Lotti anno 1532 titolo Santa Lucia davanti al giudice

Tradotta davanti al proconsole, si svolse un dialogo drammatico, nel quale rifulsero la fermezza e costanza della martire. Neppur la forza valse a smuoverla, poiché Gesù rese impotenti i suoi nemici.

Santa Lucia trainata dai buoi

autore Leandro Bassano anno 1596 titolo Santa Lucia trainata dai buoi

Fu martirizzata il 13 dicembre del 304. La festa cade in prossimità del solstizio d’inverno (da cui il detto “santa Lucia il giorno più corto che ci sia”).

Martirio di Santa Lucia

autore Mario Minniti anno XVII sec titolo Martirio di Santa Lucia

La salma fu posta nelle Catacombe, dove sei anni dopo sorse un maestoso tempio a lei dedicato.

Sepoltura di Santa Lucia

autore Caravaggio anno 1608 titolo Sepoltura di Santa Lucia

Si dice che a S. Lucia venissero cavati gli occhi poiché “portatrice di luce”, ossia di speranza, di spirituale visibilità e cambiamento e che le fossero immediatamente restituiti dal Signore. Per questa ragione e per lo stesso suo nome che significa Luce, essa è invocata come protettrice degli occhi.

PRATICA. Recitiamo un atto di dolore per i nostri peccati.

PREGHIERA. Esaudiscici, o Dio, nostro Salvatore, affinchè, come ci rallegriamo per la festa della tua beata Lucia vergine e martire, così siamo ammaestrati nel’affetto della pia devozione.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di santa Lucia, vergine e martire, che custodì, finché visse, la lampada accesa per andare incontro allo Sposo e, a Siracusa in Sicilia condotta alla morte per Cristo, meritò di accedere con lui alle nozze del cielo e di possedere la luce che non conosce tramonto.

PROVERBIO Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia

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