Archivi giornalieri: 6 dicembre 2020

Terracini

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Pensioni

Come aumentare l’importo della pensione gratuitamente con il riscatto del servizio militare

Il riscatto del servizio militare può essere richiesto anche dopo il pensionamento e comporta un ricalcolo della pensione.

 

riscatto servizio militare

Almeno per quanto riguarda gli uomini vi è una possibilità di poter aumentare l’importo della pensione percepita.

Non sempre in fatto, in sede della richiesta di pensione viene chiesto il riscatto dei contributi figurativi derivanti da servizio militare, ma non tutti sanno che il riscatto dell’anno di servizio di leva può essere riscattato anche dopo l’accesso alla pensione.

 

Riscatto servizio di leva dopo la pensione

Può capitare che al momento dell’accesso alla pensione il pensionato non sia stato informato della possibilità di richiedere i contributi figurativi per il periodo di servizio militare e si accorga solo dopo la pensione di non aver utilizzato questo beneficio.

Che fare? L’occasione è stata perduta? Assolutamente no perchè il riscatto del servizio militare non ha una scadenza e, così come riportato sul sito dell’INPS, può essere richiesto in qualsiasi momento, anche successivo al pensionamento.

 

Se il riscatto del servizio militare viene riscattato dopo il pensionamento non solo porta ad un ricalcolo della pensione spettante considerando anche i contributi figurativi derivanti, ma comporta anche il riconoscimento degli arretrati visto che era un beneficio che sarebbe spettato alla decorrenza della pensione.

In taluni casi, poi, visto che quasi sicuramente il servizio militare si colloca prima del 1996, il riscatto potrebbe portare a raggiungere anche i 18 anni di contributi versati prima della fine del 1995: in tal caso la ricostruzione della pensione è anche più corposa visto che spetta il calcolo con il sistema retributivo fino alla fine del 2011.

 

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San Nicola di Bari

 

San Nicola di Bari


Nome: San Nicola di Bari
Titolo: Vescovo
Nascita: III secolo , Pàtara, Turchia
Morte: IV secolo, Licia, Turchia
Ricorrenza: 6 dicembre
Tipologia: Memoria liturgica

San Nicola fu uno dei più illustri santi che fiorirono nella Chiesa orientale nel secolo IV. Nativo di Pataro nella Licia, dimostrò fin da bambino di essere predestinato a grandi cose. Prestissimo si innamorò della vita religiosa, e si ritirò in un monastero nelle vicinanze di Mira.

Mirabili furono quivi i suoi slanci d’amore al Signore ed il progresso quotidiano nella virtù. Praticava la carità materiale e spirituale verso il prossimo, e di lui rimase celebre il seguente fatto.

Morte e ascensione di san Nicola

autore Gentile da Fabriano anno 1425 circa titolo San Nicola lancia tre palline d’oro nella stanza di tre povere ragazze

Trovandosi tre giovanette in grave pericolo di perdere l’innocenza, non potendo a causa della loro povertà trovare un onesto collocamento, per tre notti consecutive Nicola si portò vicino a quella casa, ed ogni volta vi gettò dalla finestra una borsa contenente il necessario per la dote di una figlia.

La sua grande devozione lo spinse a visitare la Terra Santa. Durante il viaggio, quando la nave su cui era montato si trovava in alto mare, si scatenò una tempesta tale che i marinai disperavano della salvezza.

Ma Nicola, rassicuratili, si mise in ginocchio: ed il mare divenne calmo e si arrivò felicemente in porto. Ritornato dal pellegrinaggio, trovò vacante la sede episcopale di Mira, capitale della Licia. Nicola, già celebre per i suoi miracoli e per la sua vita esemplare, fu eletto ad occupare quella sede, e la resse sapientemente per molti anni. Fu grande benefattore dei poveri, padre degli orfani, sostegno delle vedove.

Durante la persecuzione di Diocleziano, fu deportato e confinato. Restituita la libertà alla Chiesa, il santo vescovo ritornò tra il suo popolo. Partecipò al Concilio Ecumenico di Nicea ed ebbe parte assai attiva nella confutazione di Ario.

Morte e ascensione di san Nicola

autore Beato Angelico anno 1437 titolo Morte e ascensione di san Nicola

Il Signore lo preavvisò della prossima sua morte ed il Santo, raccomandatosi alle preci del suo buon popolo, radunò il clero, e prese a recitare il salmo: In te Domine, speravi, fino al versetto: In manus tuas, commendo spiritum meum, e col sorriso sulle labbra, spirò. Era l’anno 342.

Il suo corpo si conserva a Bari, nella Basilica del suo nome.

PRATICA. Perdoniamo le offese e preghiamo per coloro che ci fanno soffrire.

PREGHIERA. O Signore, che hai voluto onorare il tuo vescovo Nicola con insigni miracoli, fa’ che per la sua intercessione siamo liberati dalle pene del fuoco eterno.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Nicola, vescovo di Mira in Licia nell’odierna Turchia, celebre per la sua santità e la sua intercessione presso il trono della grazia divina.

Approfondimento

I protestanti, come si sa, non ammettono il culto dei santi. Tuttavia, c’è un santo che è popolare anche e soprattutto nei paesi protestanti, benché non tutti sian capaci di riconoscere, sotto le fattezze e l’abbigliamento del bonario Babbo Natale, uno dei santi più celebri della Chiesa cattolica: San Nicola.

San Francesco

Ma non c’è dubbio. Il cappuccio foderato di pelliccia del nordico Babbo Natale, non è altro che la mitria del barbuto vescovo orientale. Infatti, in Germania e in Svizzera, Babbo Natale si chiama Nikolaus, e il 6 dicembre è festa grande per i ragazzi. Nikolaus, con la gerla colma di doni, ha varcato l’Oceano sulle navi dei coloni olandesi, e in America è diventato ” Santa Claus”, re della tradizione natalizia, e anche pubblicitaria del Nuovo Mondo.

E dall’America, Santa Claus è rimbalzato con nuova fortuna in Europa; ma pochi l’hanno riconosciuto per San Nicola. San Nicola da Bari, il secolare amico degli scolaretti e di tutti i bambini.

Questo non è l’unico segno della popolarità di San Nicola, uno dei santi più venerati in Oriente e in Occidente. Per tutto l’alto medioevo, egli è stato, per la sua delicata carità, qualcosa di simile a ciò che San Francesco è stato ed è ancora per l’evo moderno. E spesso appare vicino a San Francesco nelle pitture delle chiese francescane.

Per la storia, San Nicola fu vescovo di Mira, nella Licia, ai tempi di Costantino. A Mira le sue reliquie furono venerate finché non sopraggiunse l’invasione turca. Allora vennero poste in salvo da 62 soldati, devoti corsari della città di Bari. E il 9 maggio del 1087, con immensi onori, furono poste nella celebre, vetusta cattedrale del grande porto pugliese, e Bari, dopo una vivace contesa con Benevento, divenne il centro del culto di San Nicola, patrono, tra l’altro, della Russia.

Numerose leggende narrano i particolari della sua vita: “Niccolaio trasse il suo nascimento da ricche e sante persone. Il primo die che fue bagnato, stette per se medesimo ritto nel bacino, e due dì della settimana, cioè il mercoledì e il venerdì, solamente una volta per die prendeva il latte. E. fatto giovane, schifava le dissoluzioni e le vanità e usava la chiesa maggiormente”. Non seguì però la carriera ecclesiastica. Salì alla cattedra vescovile per soprannaturale ispirazione dei vescovi riuniti in Concilio, che decisero di eleggere il primo che entrasse in chiesa e avesse il nome di Nicola. Fu presto noto per i suoi prodigi: “Uno die, alquanti marinai pericolavano nel mare. Feciono questa orazione con lacrime: `Niccolaio, servo di Dio, se vere sono le cose le quali udiamo di te, piacciati che noi ora le proviamo’. Incontanente apparve e disse: ‘Ecco, io sono presente’, e cessò la tempesta”.

Perciò i marinai lo considerano loro protettore, ma soprattutto è patrono degli scolari. Tra le molte leggende è infatti celebre quella dei tre scolaretti che un feroce macellaio di Mira aveva sgozzato e messo in salamoia, come porcellotti. Il Santo compì la strepitosa resurrezione dei tre fanciulli, convertendo, per giunta, anche il macellaio.

L’episodio ha dato origine a canti popolari, poco noti ma spesso suggestivi, dei quali citiamo quello raccolto e riportato da Gerard de Nerval nelle Figlie del fuoco

I tre bambini resuscitati

San Francesco
C’erano una volta tre bambini
che andavano a spigolare in un campo.

Arrivano una sera da un macellaio
“Macellaio, potresti ospitarci?”
“Entrate, entrate, piccoli,
c’è posto senz’altro.”

Erano appena entrati,
che il macellaio li ha ammazzati,
li ha fatti a pezzettini,
li ha messi a salare come maialini.

San Nicola dopo sette anni,
San Nicola arrivò in quel campo.
Se ne andò dal macellaio
“Macellaio, potresti ospitarmi?”

“Entrate, entrate, San Nicola,
posto ce n’è, non ne manca davvero”
Era appena entrato,
che chiese da cena.

San Francesco


“Volete un pezzo di prosciutto?”
“Non ne voglio, mi sembra brutto”
“Volete un pezzo di vitello?”
Non ne voglio, non è bello!

Voglio proprio il salamino,
che sta a salare da sette anni!
Quando il macellaio lo senti,
fuori dalla porta se ne fuggi.

“Macellaio, macellaio, non fuggire,
pentiti, Dio ti perdonerà.”
San Nicola posò tre dita
sull’orlo del salatoio.

Il primo disse: “Ho dormito bene!”
Il secondo disse: “lo pure!”
Rispose il terzo: “Credevo d’esser già in paradiso!”

san Nicola

Ancor più suggestivi sono gli innumerevoli episodi di carità del Santo. “Un suo vicino” narra la Legenda Aurea “pervenuto a grandissima povertà, tre sue figliole vergini ordinò di mettere al peccato, acciò che di quella vituperosa mercatantia potesse nutricare sé e le sue figliuole. Per la qual cosa, sentendo il Santo Niccolaio così scellerata intenzione, mosso da zelo di pietade, tolse una massa d’oro, e così legata in un panno, di notte tempo gittolla segretamente per la finestra, e partissi di celato”.

L’uomo poté così maritare la prima figlia, e il misterioso dono si ripete finché tutte e tre le ragazze furono onestamente accasate. Solo allora, il padre, appostatosi, poté riconoscere in San Nicola lo sconosciuto benefattore. In tempo di carestia, ottiene dai marinai delle navi frumentarie dell’imperatore una parte del carico, e distribuisce il grano ai bisognosi, senza che poi gli esattori possano riscontrare nessuna mancanza. Appare in sogno a Costantino e impedisce l’esecuzione di tre ufficiali ingiustamente condannati. Ma più spesso, San Nicola è il protettore dei bambini, sempre pronto ad esaudire le preghiere dei genitori a lui devoti.

Doni preziosi; episodi di carità: fanciulli beneficiati. Ecco ciò che spiega l’universale popolarità di San Nicola, e perché lo si ritrovi oggi con le sembianze di Babbo Natale: per ricordare, oltre tutte le apparenze superficiali, il dovere delle carità e il comandamento dell’amore, quell’Amore che nel Natale la sua espressione più alta.

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Quota 100

Colpo di scena e ultimissime sulle pensioni con un addio a quota 100 non scontato. Chi andrà in pensione nel 2021 e 2022?

 
 

Colpo di scena e ultimissime sulle pensioni con un addio a quota 100 non scontato. Quale sarebbe il colpo di scena? Ovverosia quello di salvare la misura attuale di pensionamento anticipato che andrà a scadenza il 31 dicembre del 2021. Quota 100 non è infatti una misura di pensionamento anticipato strutturale, ma sperimentale con una durata pari a tre anni. E con l’introduzione di quota 100 che risale al Governo giallo-verde tra il M5S e la Lega. Nel dettaglio, al tavolo dei negoziati, tra il Governo ed i sindacati, potrebbe arrivare pure la proposta di mantenere quota 100 anche dal 2022. Ma con l’introduzione di penalizzazioni.

Colpo di scena e ultimissime sulle pensioni con un addio a quota 100 non scontato, le proposte sul tavolo dal 2022

Sulla quota 100 ultimissime pensioni, addio non scontato: questo il colpo di scena, infatti, si partirebbe dallo scalone della riforma Fornero. E da questo la nuova quota 100 potrebbe prevedere una penalizzazione pari al 3% dell’assegno per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni.

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Se così fosse, un lavoratore di 62 anni che nel 2022 si ritirerà dal lavoro potrebbe avvalersi del pensionamento anticipato. Ma il taglio sull’assegno, rispetto alla pensione che prenderebbe arrivando a 67 anni, potrebbe essere pari al 15% circa.

Dalla nuova quota 100 alla quota 41 per tutte le categorie di lavoratori

La nuova quota 100 ultimissime pensioni, proprio per effetto dell’introduzione delle penalizzazioni, sarebbe più sostenibile per le casse dello Stato. E quindi per la tenuta del sistema previdenziale. Ma resta da vedere poi quanti lavoratori sarebbero davvero disposti all’uscita anticipata dal lavoro accettando una riduzione dell’assegno comunque rilevante.

Al riguardo si stima che, rispetto alla misura attualmente in vigore, la nuova quota 100 costerebbe la metà rispetto ad un’altra proposta che è al tavolo delle trattative tra i sindacati ed il Governo. La proposta è quella relativa all’introduzione sulle pensioni della quota 41 senza restrizioni. Ovverosia per tutte le categorie di lavoratori. Attualmente riservata ai lavoratori precoci, la quota 41 estesa permetterebbe a tutti di andare in pensione con 41 anni di contributi versati. Ed il tutto senza alcun limite di età da rispettare.

Buonuscita statali, bisogna attendere fino a 4 mesi di tempo per i pensionati con Quota 100

I dipendenti statali percepiscono la buonuscita dopo molto tempo dall’accesso alla pensione. Ed è per questo motivo che nel Decreto Legge n. 4/2019 è stato previsto l’anticipo TFS o TFR. Tra le varie problematiche è possibile fare domanda da pochi giorni. Ma sembra che i problemi non siano ancora finiti. Infatti, per la buonuscita statale, bisogna attendere fino a 4 mesi di tempo per i pensionati con Quota 100. Analizziamo perché in base alle disposizioni INPS.

Anticipo TFS o TFR: circolare INPS

La circolare INPS n. 130 del 17 novembre 2020, ha fornito tutte le spiegazioni inerenti al flusso operativo per accedere all’anticipo finanziario del trattamento di fine servizio o fine rapporto. L’anticipo è in favore dei neopensionati con Quota 100.

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La circolare ha precisato che tra la domanda di certificazione del diritto del TFS o TFR, chiamata anche “buonuscita”, possono passare fino a quattro mesi. Questo fattore temporale nasce dall’atto propedeutico dalla domanda del prestito all’erogazione del prestito da parte della banca.

Inoltre, ci sono d’aggiungere i tempi di presentazione della domanda da parte del pensionato e i tempi di istruttoria interna della banca. Insomma, passerà ancora del tempo.

All’atto della domanda i pensionati devono indicare la banca tra quelle che hanno sottoscritto l’accordo quadro in base a questo preciso elenco.

Buonuscita statali, bisogna attendere fino a 4 mesi di tempo per i pensionati con quota 100

La lunga attesa per l’anticipo TFS o TFR degli statali sembra non aver fine. Ricordiamo che il limite massimo richiedibile è di 45mila euro.

Al fine di individuare l’importo cedibile è necessario che il pensionato richieda all’INPS la quantificazione del TFS o TFR, che consiste in una certificazione del credito cedibile.

La certificazione può essere richiesta esclusivamente online, direttamente dal pensionato o tramite un patronato.

Per accedere al sito INPS il pensionato deve avere le credenziali di accesso PIN INPS dispositivo o SPID.

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Legge 11 ottobre 1990, n. 289

“Modifiche alla disciplina delle indennità di accompagnamento di cui alla L. 21 novembre 1988, n. 508, recante norme integrative in materia di assistenza economica agli invalidi civili, ai ciechi civili ed ai sordomuti e istituzione di un’indennità di frequenza per i minori invalidi”

(Pubblicata in G.U. 17 ottobre 1990, n. 243)

1. Beneficiari. – 1. Ai mutilati ed invalidi civili minori di anni 18, cui siano state riconosciute dalle commissioni mediche periferiche per le pensioni di guerra e di invalidità civile difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni della propria età, nonché ai minori ipoacusici che presentino una perdita uditiva superiore ai 60 decibel nell’orecchio migliore nelle frequenze di 500, 1.000, 2.000 hertz, è concessa, per il ricorso continuo o anche periodico a trattamenti riabilitativi o terapeutici a seguito della loro minorazione, una indennità mensile di frequenza di importo pari all’assegno di cui all’articolo 13 della legge 30 marzo 1971, n. 118, e successive modificazioni, a decorrere dal 1° settembre 1990.
2. La concessione dell’indennità di cui al comma 1 è subordinata alla frequenza continua o anche periodica di centri ambulatoriali o di centri diurni, anche di tipo semiresidenziale, pubblici o privati, purché operanti in regime convenzionale, specializzati nel trattamento terapeutico o nella riabilitazione e nel recupero di persone portatrici di handicap.
3. L’indennità mensile di frequenza è altresì concessa ai mutilati ed invalidi civili minori di anni 18 che frequentano scuole, pubbliche o private, di ogni ordine e grado, a partire dalla scuola materna, nonché centri di formazione o di addestramento professionale finalizzati al reinserimento sociale dei soggetti stessi. (1)
4. Il requisito della frequenza continua o anche periodica, nonché la condizione di cui al comma 1, sono richiesti anche per i minori che si trovino nelle condizioni indicate al comma 3.
5. L’indennità mensile di frequenza è erogata alle medesime condizioni reddituali dell’assegno di cui al comma 1 e ad essa si applica il medesmo sistema di perequazione automatica.

(1) La Sentenza della Corte Costituzionale 20 – 22 novembre 2002, n. 467 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1 comma 3 nella parte in cui non prevede che l’indennità mensile di frequenza sia concessa anche ai minori che frequentano l’asilo nido.

2. Modalità di concessione. – 1. La domanda per ottenere l’indennità mensile di frequenza è presentata dal legale rappresentante del minore alla commissione medica periferica per le pensioni di guerra e di invalidità civile di cui all’articolo 3 del decreto-legge 30 maggio 1988, n. 173, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 luglio 1988, n. 291, competente per territorio, secondo le modalità previste dal decreto del Ministro del tesoro 20 luglio 1989, n. 292, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 193 del 1° agosto 1989, allegando altresì apposita documentazione che attesti l’iscrizione o l’eventuale frequenza del minore a trattamenti terapeutici o riabilitativi, a corsi scolastici o a centri di formazione o di addestramento professionale.
2. L’indennità mensile di frequenza è concessa dal comitato provinciale di assistenza e beneficenza pubblica, previa acquisizione di ulteriore idonea certificazione di frequenza che contenga la precisa indicazione della durata del trattamento terapeutico o riabilitativo o del corso scolastico o di quello di formazione o di addestramento professionale.
3. La concessione dell’indennità mensile di frequenza è limitata alla reale durata del trattamento o del corso e decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di effettivo inizio della frequenza al corso o al trattamento stesso ed ha termine con il mese successivo a quello di cessazione della frequenza.
4. L’indennità mensile di frequenza può, in ogni momento, essere revocata con effetto dal primo giorno del mese successivo alla data del relativo provvedimento, qualora da accertamenti esperti non risulti soddisfatto il requisito della frequenza.

3. Incompatibilità. – 1. L’indennità mensile di frequenza è incompatibile con qualsiasi forma di ricovero e non è concessa ai minori che hanno titolo o che già beneficiano dell’indennità di accompagnamento di cui alle leggi 28 marzo 1968, n. 406, 11 febbraio 1980, n. 18, e 21 novembre 1988, n. 508, nonché ai minori beneficiari della speciale indennità in favore dei ciechi civili parziali o della indennità di comunicazione in favore dei sordi prelinguali, di cui agli articoli 3 e 4 della legge 21 novembre 1988, n. 508. Resta salva la facoltà dell’interessato di optare per il trattamento più favorevole.

4. Adeguamento di indennità. – 1. A decorrere dal 1° gennaio 1990 le indennità previste dalla legge 21 novembre 1988, n. 508, sono aumentate dei seguenti importi.
a) lire 30.000 mensili per l’indennità di accompagnamento erogata ai ciechi civili assoluti di cui all’articolo 2, commi 1 e 2, della citata legge n. 508 del 1988;
b) lire 15.000 mensili per l’indennità di accompagnamento all’articolo 2, erogata agli invalidi civili di cui all’art. 2, commi 3 e 4 della citata legge n. 508 del 1988;
c) lire 15.000 mensili per la speciale indennità concessa ai cittadini riconosciuti ciechi, con residuo visivo non superiore ad un ventesimo in entrambi gli occhi con eventuale correzione, di cui all’articolo 3 della citata legge n. 508 del 1988;
d) lire 15.000 mensili per l’indennità di comunicazione in favore dei sordi prelinguali, di cui all’articolo 4 della citata legge n. 508 del 1988.

5. Minori ciechi assoluti pluriminorati. – 1. (2)

(2) Aggiunge l’art. 5-bis alla L. 21 novembre 1988, n. 508 che, quindi, recita:

“5-bis. Indennità di accompagnamento per i minori ciechi assoluti pluriminorati. – 1. Per i minori ciechi assoluti pluriminorati l’indennità di accompagnamento di cui all’art. 1 è aumentata del 45 per cento.”

6. Potenziamento della rete di trasmissione dati del Ministero dell’interno. – 1. Per finalità connesse alla gestione del servizio di concessione delle provvidenze economiche ai minorati civili, a decorrere dall’anno 1991, è autorizzata, nell’ambito dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 7, la spesa di lire 4 miliardi annui quale partecipazione in quota alle spese per l’adeguamento delle convenzioni e dei contratti concernenti la rete di trasmissione dati a commutazione di pacchetto gestita dal Ministero dell’interno.

7. Copertura finanziaria. – 1. All’onere derivante dall’applicazione della presente legge, valutato in lire 200 miliardi per l’anno 1990 e in lire 400 miliardi per ciascuno degli anni 1991 e 1992, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto ai fini del bilancio triennale 1990-1992 al capitolo 6856 dello stato di revisione del Ministero del tesoro per l’anno 1990 con utilizzo dell’accantonamento “Provvidenze per i ciechi civili e per gli invalidi civili”.
2. Il Ministro del tesoro è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.