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Quota 100

Riforma pensioni/ Galloni e il rischio del Piano Colao

Pubblicazione: 13.06.2020 Ultimo aggiornamento: 18:05 – Lorenzo Torrisi

Riforma pensioni, le parole di Nino Galloni riguardanti il Recovery fund e le condizionalità previste dall’Europa e il Piano Colao

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LaPresse
 

I RISCHI DEL PIANO COLAO

Nino Galloni ha pochi dubbi. Nei giorni scorsi è stato chiarito che le risorse del Recovery fund per l’Italia arriveranno “non prima di un anno, spalmati su ulteriori 4 anni, a fondo perduto, per un ammontare inferiore a quanto l’Italia stessa versa all’Ue e, per il resto, la parte più consistente, a debito; ma il tutto è condizionato ad una politica di ‘riforme’. Quest’ultimo è dunque l’aspetto più importante: leggasi condizionalità”. L’economista, intervistato da affaritaliani.it, commenta anche il Piano Colao, evidenziando che dal suo punto di vista mostra che ci sono tre zuppe che bollono in pentola, di cui una “è un misto di aumento delle tasse, patrimoniali più o meno feroci, sforbiciata ai depositi sopra i 100.000 euro, riduzione delle pensioni e degli stipendi pubblici, escluse le forze dell’ordine, sempre più necessarie a difendere il sistema dai cittadini”. Dunque anche misure di riforma pensioni non piacevoli e che potrebbero quindi portare a scegliere di privatizzare quel poco che resta in mano allo Stato per evitarle.

RIFORMA PENSIONI, I DATI SU QUOTA 100

In un articolo su ilpuntopensionielavoro.it, Giovanni Gazzoli e Mara Guarino riportano alcuni dei dati emersi dall’ultimo Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali “Quo vadis Quota 100?”. In particolare, quello relativo al “costo totale delle misure di pensionamento anticipato per il 2019”, stimabile in 6 miliardi di euro, “cifra superiore ai 3,968 miliardi previsti dal cosiddetto ‘decretone’: aumento tuttavia non imputabile a Quota 100 che, come numero di richieste, è stata in linea con le previsioni, ma piuttosto al forte afflusso di anticipate, Ape sociale (il costo maggiore) e precoci. Come rileva lo studio, le domande di accesso a Quota 100 si sono infatti progressivamente ridotte nel corso dell’anno”.

LE PREVISIONI SUL 2020

La situazione potrebbe però cambiare nel 2020. Infatti, “secondo le previsioni Itinerari Previdenziali, nello scenario economico e occupazionale compromesso da SARS-CoV-2, molti tra coloro che matureranno i requisiti per Quota 100 (e altre forme di pensionamento anticipato nel prossimo biennio) preferiranno una rendita decurtata all’eventualità di restare senza occupazione, trasformando la stessa Quota 100 in una sorta di ‘ammortizzatore sociale’ una volta esaurita la cassa integrazione o altri sussidi di disoccupazione”. Considerando che oltre a Quota 100, le misure di riforma pensioni hanno prorogato Ape sociale e Opzione donna, se nel 2019 il saldo tra pensioni cancellate e nuove liquidate è stato positivo per 265mila unità, si prevede “un ulteriore incremento di circa 200mila pensionati” nel 2020.

Sant’ Antonio di Padova

 

Sant’ Antonio di Padova


Nome: Sant’ Antonio di Padova
Titolo: Sacerdote e dottore della Chiesa
Nascita: 1195, Lisbona, Portogallo
Morte: 13 luglio 1231, Arcella, Padova
Ricorrenza: 13 giugno
Tipologia: Commemorazione
Sito ufficiale: www.santantonio.org

Sant’Antonio nacque a Lisbona nel 1195 da genitori favoriti da Dio di ricchezze spirituali e di un certo benessere. Dopo la prima educazione ricevuta nella casa paterna da uno zio canonico, continuò la sua istruzione nella scuola vescovile annessa alla Curia. Con l’età cresceva pure nell’umiltà, unita al disprezzo per le glorie mondane; virtù che, unitamente alla fama di taumaturgo, lo distingueranno sempre.

Sentendosi portato alla solitudine, il Santo pensò presto di ritirarsi in un convento e scelse i Canonici Regolari di S. Agostino. Quivi si diede con tale fervore alla mortificazione della carne, alla ritiratezza e ad un silenzio operoso, da divenire uno specchio per i suoi confratelli.

Ma le sue brame non erano ancora pienamente appagate: il Santo desiderava di ricevere il martirio, se cosi fosse piaciuto al Signore; e a questo scopo, abbandonato il convento di S. Croce, si ritirò tra i Frati Minori ai quali erano permesse le Missioni.

Ma chi può scrutare i disegni altissimi dell’Onnipotente? Antonio, appena giunto in terra di Missione, è assalito da una malattia tale che lo costringe alla più assoluta inazione, e lo inchioda inesorabilmente in un letto, tanto che è costretto al ritorno. Si imbarca allora per ritornare in Portogallo, ma la nave, sbattuta da violenta tempesta, dopo una fortunosa navigazione, viene a sfasciarsi contro il litorale della Sicilia.

Soccorso da alcuni pescatori, viene trasportato a braccia al più vicino convento. Antonio adora la volontà di Dio, ed appena è in grado di camminare si reca ad Assisi. Quivi ebbe la grazia di vedere il suo caro padre S. Francesco, e di assistere al capitolo delle stuoie. Ma in questa circostanza il nostro Santo non parlò, nè fu notato. Dopo l’umiliazione però la Provvidenza, in modo inaspettato, gli apriva la via della predicazione.

Fu una rivelazione: in poco tempo divenne celebre e dovette passare a Montpellier, a Tolosa, a Bologna, a Rimini e a Padova. Nella quaresima che tenne in quest’ultima città, i frutti della grazia divina furono copiosissimi: riconciliò nemici, ridusse i dissoluti a vita migliore, persuase gli usurai alla restituzione. La sua parola era come un dardo che trapassava i cuori e li infiammava d’amore alla virtù.

Il Signore confermava la santità del Santo con numerosissimi miracoli.

Conoscendo per rivelazione che suo padre era accusato ingiustamente della morte di un nobile, pregò Dio e si trovò miracolosamente a Lisbona accanto al padre. Quivi richiamò a vita l’ucciso che indicò l’omicida: suo padre fu salvo.

Sentendosi vicino al termine della vita ottenne il permesso di ritirarsi nel romitorio di Camposampiero; ,qui passò i suoi ultimi giorni nella contemplazione e nell’esercizio sempre più puro dell’amor di Dio. Morì ad Arcella, presso Padova, il 13 giugno del 1231 a 36 anni di età.

Dopo la sua morte i fanciulli di Padova e dei dintorni andavano gridando: «È morto il Santo, è morto il Santo ». Ed era veramente morto un santo ed un grande santo, che lasciò tracce indelebili di ogni virtù.

PRATICA. Mentre ammiriamo il Santo, cerchiamo di imitarlo nella corrispondenza alla. divina grazia e nel disprezzo delle cose terrene e nell’amore delle celesti.

PREGHIERA. L’annua solennità del tuo beato confessore Antonio allieti, o Dio, la tua Chiesa, affinchè munita sempre e di aiuti spirituali, meriti di godere le • gioie eterne.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Pàdova sant’Antonio Portoghése, Sacerdote dell’Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi.