Archivi giornalieri: 11 giugno 2016

Cassazione: per pubblico impiego articolo 18 e niente Fornero

Cassazione: per pubblico impiego articolo 18 e niente Fornero 1

di in 10 giugno 2016 Cassazione
Palazzaccio - Corte di Cassazione

Palazzaccio – Corte di Cassazione

Per la Cassazione ai licenziamenti nel pubblico impiego, si applica l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori e non la Legge Fornero
 

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La Cassazione, sezione lavoro, con la sentenza nr. 11868 del 9 giugno 2016, ha affermato che ai licenziamenti nel pubblico impiego,  si applica la normativa prevista dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori ( L. 300/70) e non dalla Legge Fornero.

Con questa pronuncia, la Suprema Corte torna a trattare l’annoso problema della disciplina giuridica da applicare ai licenziamenti degli statali anche e soprattutto in seguito alle riforme della Fornero prima e del jobs act di Renzi poi.

Il caso è giunto in Cassazione a seguito del ricorso presentato dal ministero dei Trasporti contro la sentenza d’appello riguardante un funzionario licenziato perchè svolgeva il doppio lavoro al quale, la Corte d’appello di Roma aveva riconosciuto 6 mesi di indennità risarcitoria, come previsto la legge Fornero nel caso di licenziamenti ‘legittimi’ ma effettuati in violazione delle procedure di contestazione disciplinare.

Una sentenza questa, di effetto contrario a  quella di fine 2015 dove la Cassazione affermava l’esatto contrario, ossia che, anche ai licenziamenti dei pubblici dipendenti doveva essere applicata la riforma Fornero. Una divergenza di interpretazione che dovrà portare necessariamente ad un’intervento delle Sezioni Unite o, all’emanazione da parte del legislatore di una norma di interpretazione autentica.

Gli Ermellini affermano chiaramente che: “Ai rapporti di lavoro del pubblico impiego disciplinati dal d. lgs n.165/2001, non si applicano le modifiche apportate dalla legge Fornero  – L. 92/2012 – all’articolo 18 della dello Statuto dei lavoratori, per cui la tutela del dipendente pubblico in caso di licenziamento illegittimo intimato in data successiva all’entrata in vigore della richiamata legge n. 92 del 2012 resta quella prevista dall’articolo 18 della legge n. 300 del 1970 nel testo antecedente alla riforma“. Questo, prosegue la Corte, fino ad un intervento di armonizzazione.

La Suprema Corte quindi, con la sentenza n. 11868/2016 conferma quanto sempre sostenuto dal Ministro Madia ossia che l’articolo 18 per il pubblico impiego non è cambiato con le riforme di questi anni.

In pratica, per i pubblici dipendenti, in caso di licenziamento valgono ancora le vecchie regole previste dallo Statuto dei lavoratori prima della riforma Fornero, successivamente modificata dal Job Act del Governo Renzi e così, in caso di licenziamento senza giusta causa, è ammessa, per il pubblico impiegato, la reintegra nel posto di lavoro anzichè la sola tutela risarcitoria prevista per il lavoratore privato.

Si viene a creare un “doppio disciplina” parallela tra licenziamento del lavoratore privato, assoggettato alle modifiche introdotte dalla legge Fornero e dal Jobs Act e, il licenziamento del pubblico dipendente che continua ad essere disciplinato dall’originario art. 18 dello Statuto dei lavoratori.

 

 

Una diverso trattamento dovuto  proprio alla particolare natura del datore di lavoro pubblico. Il principio è quello previsto dall’Art. 97 Cost di “buon andamento e imparzialità della Pubblica Amministra” che implica, come affermano i giudici che, “un’eventuale modulazione delle tutele nel pubblico impiego richiede da parte del legislatore una ponderazione di interessi diversa da quella compiuta per l’impiego privato” poiché, come stabilito dalla Consulta, nel settore pubblico ci sono “garanzie e limiti che sono posti non solo e non tanto nell’interesse del soggetto da rimuovere, ma anche e soprattutto a protezione di più generali interessi collettivi“.

 

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San Barnaba


San Barnaba

Nome: San Barnaba
Titolo: Apostolo
Ricorrenza: 11 giugno

S. Barnaba nacque da Giudei della tribù di Levi, rifugiatisi a Cipro allorchè Pompeo il Grande invase la Palestina. A 12 anni fu mandato a Gerusalemme ove frequentò la scuola di Gamaliele e strinse cordiale amicizia con due condiscepoli: Stefano e Saulo. Erano tutti e tre della stessa età e dovevano un giorno tutti e tre versare il loro sangue per Gesù Cristo e per la sua Chiesa nascente.

Il Salvatore intanto incominciava a riempire la Giudea dei suoi prodigi, ed una folla grandissima lo seguiva entusiasta. In una delle tante volte che Gesù si recò a Gerusalemme, andò alla piscina probatica, e quivi trovò un uomo da trentotto anni ammalato, e gli domandò: « Vuoi essere guarito? ». Quello rispose: « Signore, non ho nessuno che mi metta nell’acqua quando essa è agitata ». Allora il Signore, mosso a compassione, gli comandò: « Alzati, prendi il tuo letto e cammina ». E quegli si alzò e fu sano sull’istante. Barnaba presente a questo prodigio, credette in Gesù e ne divenne fedele discepolo.

Dopo la Pentecoste, quando gli Apostoli iniziarono la loro predicazione fra i pagani, Barnaba fu mandato ad Antiochia. Avendo ottenuto in questa città un numero considerevole di conversioni, e volendo ampliare il campo del suo apostolato, Barnaba pensò a Saulo, che dopo la sua conversione si era ritirato a Tarso. Vi andò, e trovatolo lo condusse ad Antiochia.

Dopo avere dimorato più di un anno in questa città, avvenne che lo Spirito Santo fece segregare i due apostoli Barnaba e Saulo per la missione alla quale li aveva assunti. Ricevettero allora la pienezza del sacerdozio, l’episcopato, dopodichè abbandonarono Antiochia e conducendo seco Giovanni Marco si recarono a Cipro, poi a Salamina e a Pafo ove il proconsole Sergio Paolo si convertì. Quivi Saulo mutò il suo nome in Paolo. Partiti poi da Pafo andarono a Perge in Panfilia mentre Giovanni Marco ritornava a Gerusalemme. Cacciati di là, raggiunsero Iconio; quivi il Signore diede loro una grande consolazione: la conversione della vergine Tecla. In seguito si recarono a Listri ed in molte altre città nelle quali operarono numerose conversioni.

Dopo il Concilio di Gerusalemme, essendosi Giovanni Marco riunito a Barnaba, Paolo si separò da essi, e preso Sila con sé, partì per l’Asia Minore, mentre Barnaba e Giovanni Marco fecero vela per Cipro. La tradizione ci dice che Barnaba percorse anche l’Egitto e l’Italia.

Ritornato a Cipro si stabilì a Salamina e convertì moltissimi isolani. Ma i Giudei, adirati per il bene che faceva, s’impadronirono dell’Apostolo, e dopo averlo fatto molto soffrire Io lapidarono (11 giugno del 53). Giovanni Marco ne seppellì le preziose reliquie in una caverna.

Nel 485 il santo Martire apparve ad Antemio vescovo di Salamina rivelandogli il luogo della sua sepoltura. Sul suo petto fu trovato un esemplare del Vangelo di S. Matteo, scritto in ebraico di sua propria mano.

PRATICA. Imitiamo S. Barnaba nell’amore al S. Vangelo, facendo oggi un piccolo sacrificio per la sua propagazione.

PREGHIERA. O Dio che ci allieti per i meriti e l’intercessione del tuo beato apostolo Barnaba, concedici propizio di conseguire per i suoi meriti la felicità eterna.