Stress

Stress, in Europa ne soffre un lavoratore su quattro

Lo stress, le molestie, la violenza sul luogo di lavoro sono sempre di più temi centrali delle strategie per la salute e la sicurezza. In Europa, un lavoratore su quattro soffre di stress legato all’attività lavorativa per tutto o per la maggior parte dell’orario di lavoro, per altrettanti il lavoro ha un impatto negativo sulla propria salute. A dirlo è l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha), con sede a Bilbao, presentando la relazione “Rischi psicosociali in Europa: diffusione del fenomeno e strategie di prevenzione” (scarica il pdf), realizzata assieme alla Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound), di cui ora una sintesi è disponibile anche in italiano (scarica il pdf). Il documento indaga il fenomeno dei rischi psicosociali tra i lavoratori, indicando anche le possibili strategie di intervento attuabili dalle imprese e dai vari governi nazionali.

A impensierire maggiormente gli esperti dell’Agenzia sono le mansioni monotone o complesse, gli orari prolungati e l’alta intensità del lavoro. Preoccupano ovviamente anche violenze e molestie, pur essendo segnalate con minore frequenza. A peggiorare le cose sono intervenuti negli ultimi anni “l’aumento della precarietà del lavoro e della pressione del lavoro, generalmente associate a cambiamenti sul luogo di lavoro riconducibili alla crisi economica”. Esistono, poi, anche caratteristiche di genere: la relazione segnala che “gli uomini lavorano più a lungo e che le donne incontrano maggiori ostacoli nella loro carriera lavorativa”.

I rischi psicosociali rappresentano una fonte di apprensione per la maggior parte delle imprese: quasi l’80 per cento dei dirigenti si dichiara allarmato per lo stress legato all’attività lavorativa, mentre uno su cinque considera la violenza e le molestie sul lavoro la maggiore preoccupazione. Se si considerano singolarmente i vari rischi, il principale problema riferito dai dirigenti riguarda i ritmi di lavoro pressanti e la gestione di clienti, pazienti e studenti difficili. Nonostante tali preoccupazioni, meno di un terzo delle imprese dispone di procedure adatte a gestire questo genere di rischi.

Ma come intervenire? Secondo l’Agenzia, nelle aziende questi rischi si possono aggredire soltanto con un processo strutturato, a diverse fasi, che comprenda cambiamenti nell’ambiente di lavoro e il coinvolgimento attivo dei lavoratori. A livello politico generale, servono iniziative legislative ad hoc, un rafforzamento delle ispezioni e il coinvolgimento delle parti sociali. Si insiste, in particolare, sull’adozione del “dialogo sociale a vari livelli, dall’Unione Europea al luogo di lavoro”, perché contribuisce “alla sensibilizzazione sui rischi psicosociali e favorisce lo sviluppo di politiche e interventi a livello aziendale”

Stressultima modifica: 2015-02-06T12:50:09+01:00da vitegabry
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