Eternit e lo scandalo dei risarcimenti bloccati

14-06-2012

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“Gentile ministro Balduzzi, a seguito della sentenza del 13 febbraio scorso sono stati ritenuti colpevoli dei reati loro ascritti Louis de Cartier de Marchienne e Stephan Schmidheiny e condannati alla pena di anni 16 di reclusione ciascuno. Il collegio giudicante ha altresì disposto relativamente ai danni derivanti dal reato, il pagamento delle provvisionali immediatamente esecutive a favore di centinaia di parti civili. A oggi, gli imputati non hanno provveduto a liquidare alle parti lese quanto previsto dal dispositivo di cui sopra”.

Inizia con queste parole la lettera che l’Afeva – l’Associazione famigliari vittime amianto – e Cgil, Cisl e Uil di Casale Monferrato hanno inviato al titolare del dicastero della Salute per denunciare i ritardi, a ormai quattro mesi dalla sentenza, nell’esecuzione del dispositivo emesso dal tribunale di Torino.

Disastro ambientale doloso e omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche. Queste, come si ricoderà, le motivazioni della storica sentenza, che – con la sola nota stonata rappresentata dalla prescrizione per gli stabilimenti di Rubiera e Bagnoli – hanno reso giustizia – per quanto si possa rendere giustizia al numero impressionante di morti per infermità terribili (in particolare mesotelioma pleurico, carcinoma polmonare, asbestosi) causate da un minerale assassino – alle vittime per amianto in tutto il paese (3.000, 1.700 nella sola Casale, il vero epicentro della tragedia).

Sono 423 le parti civili in attesa dell’esecutività della provvisionale, solo prendendo in esame l’imputato belga e la sua Etex Group (diverso è il discorso per Schmidheiny, per il quale la cittadinanza svizzera non consente la medesima procedibilità): 421 individuali per una somma complessiva di circa 13 milioni di euro, una – l’Inail nazionale – per una somma di circa 15 milioni di euro e un’altra – Medicina Democratica – per una somma di circa 70 mila euro.

“Urge pertanto – proseguono gli autori della missiva – in base a quanto sopra esposto, procedere a un precetto esecutivo internazionale di sequestro dei beni”. Una procedura che tuttavia implica costi molto elevati, sia per la traduzione giurata della sentenza (in tedesco e in fiammingo) che per la parcella relativa. Senza contare i costi “vivi” a carico di ogni parte civile (per attivare la procedura in Belgio), che ammonterebbero a circa 2.500 euro, per un totale che supererebbe abbondantemente il costo di un milione di euro. Una cifra enorme, e “i nostri patrocinati – si legge ancora nella lettera di Afeva e Cgil, Cisl e Uil – non sono assolutamente in grado di affrontare queste enormi spese”.

Al fine di costruire la possibilità di tutelare le parti civili di questo processo storico, per i numeri della strage che si è consumata e si sta consumando (stiamo parlando di un fenomeno che gli epidemiologi prevedono non si esaurirà prima del 2025, potendo durare l’incubazione di una malattia come il mesotelioma anche 30 anni), unico nel panorama internazionale anche per la sua rilevanza sociale, “siamo a richiederle di produrre con l’aiuto dello Stato il superamento di questi ostacoli procedurali ed economici. Si è anche pensato quindi alla necessità di un reale coinvolgimento dei ministeri di Grazia e giustizia e del Lavoro per le competenze di merito. Ci permettiamo altresì di ribadire un’ipotesi di lavoro che veda un ruolo attivo dell’Inail, in quanto parte civile istituzionale”.

rassegna.it

 

Eternit e lo scandalo dei risarcimenti bloccatiultima modifica: 2012-06-14T16:36:21+02:00da vitegabry
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