del 18 giugno 2012
COSE DI SARDEGNA
SOLO DA NOI
LE SPESE FOLLI
PER I POLITICI
di FRANCESCO CASULA
Monta la protesta
contro la casta
politica regionale.
Nella piazza reale
come in quella
virtuale. A Cagliari con la grande
manifestazione di sabato 16, davanti
al Consiglio regionale ma ancor più
sul web. Il giudizio dell’opinione
pubblica, unanime e netto, a fronte
del comportamento dei consiglieri –
ben 60, del centro sinistra come del
centro destra – è stato: «Vergogna!»
Abrogate con il referendum
popolare del 6 maggio scorso, il
Consiglio regionale reintroduce
infatti le principesche indennità.
Facendo strame della volontà
popolare di più di 500 mila sardi. In
modo indecoroso e insultante. Ma,
forse, offende ancor più il modo con
cui sono state reintrodotte. I
“nostri ” si riuniscono di notte.
Come i ladri di Pisa che, dopo aver
fatto finta di litigare tutto il giorno,
insieme e d’accordo, si spartiscono il
malloppo. Di notte e alla chetichella.
Senza preavviso. Inserendo,
surrettiziamente l’emendamento
nel contesto del Dl 327/A su
«Integrazione alla legge regionale 4
agosto 2011, n.16 (Norme in materia
di organizzazione e personale),
relativa ai contratti di collaborazioni
coordinate e continuative», quindi
riguardante la stabilizzazione di
lavoratori precari! Un vero e proprio
colpo di mano o, meglio, una truffa!
Si continua a obiettare e sostenere
che la politica ha i suoi costi:
altrimenti solo i ricchi potrebbero
farla. Bene. Ma, a parte
l’immiserimento della stessa, ridotta
a mestiere di pochi e non militanza,
impegno e partecipazione di molti,
veramente pensiamo che sia ridurre
alla fame i nostri consiglieri,
dimezzando per esempio i loro
emolumenti, come prevede la
proposta di legge di iniziativa
popolare, avanzata dal Comitato Lu
Puntulgiu o la proposta di legge (la
n. 206) della consigliera Claudia
Zuncheddu, ambedue giacenti in
qualche cassetto polveroso e mai
discusse? E comunque c’è da
chiedersi: perché i costi della
politica, anche uscendo dalla
Sardegna, sono così alti e
sproporzionati rispetto a quelli
europei? Perché i tre grandi Palazzi
del potere italiota (Quirinale,
Palazzo Madama e Montecitorio)
costano 2 miliardi di euro mentre gli
omologhi della Francia 900 milioni
e quelli degli altri paesi europei
molto meno? Di grazia, perché il
Quirinale costa molto di più
dell’Eliseo – eppure in Francia c’è
una repubblica presidenziale! – e
quattro volte rispetto a allo stesso
Buckingham Palace?