Archivi giornalieri: 14 giugno 2012

Fondata sul lavoro

14-06-2012

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Iniziativa del Diario del lavoro

Tre giorni di dibattito a Milano a fine mese per discutere di lavoro e sviluppo organizzato da Il Diario del lavoro, un evento nel corso del quale saranno approfonditi i temi del lavoro e dello sviluppo; un’occasione per mettere a confronto le diverse teorie, per esaminare le varie esperienze, per capire come la grande crisi, prima finanziaria, poi produttiva, stia modificando radicalmente il mondo del lavoro.

L’iniziativa che è stata chiamata “Fondata sul lavoro”, per ricordare a tutti che l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, come recita il primo articolo della nostra costituzione, si svolgerà dal 27 al 29 giugno a Palazzo Reale. Tre giorni, tre argomenti di discussione: lavoro e legalità, lavoro e precarietà, lavoro e sviluppo.

Il primo giorno si discuterà prima del costo economico delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel mondo della produzione e della vastità del triste fenomeno del lavoro nero, poi delle altre due piaghe che opprimono il nostro Paese, gli incidenti sul lavoro e l’evasione fiscale e contributiva.

Il secondo giorno sarà il turno del lavoro dei giovani, per capirne le problematicità, per verificare i momenti di maggiore difficoltà, ma anche le opportunità di nuovi lavori offerte da alcuni segmenti del mercato, dalla conoscenza, dalla cultura, dall’agricoltura, dal mondo digitale, tanto per fare degli esempi.

Il terzo giorno saranno i modelli di sviluppo a essere al centro del dibattito. Prima degli economisti, poi degli uomini d’azienda saranno chiamati a offrire il loro contributo per capire dove e come è possibile portare la nostra economia fuori dalla crisi che ormai da quattro anni la sta massacrando.

Tantissime le persone coinvolte nell’inziativa. I ministri Elsa Fornero e Fabrizio Barca, i presidenti di Confindustria Giorgio Squinzi, di Confcommercio Carlo Sangalli, di Confartigianato Giorgio Guerrini, della Lega Giuliano Poletti. Gli industriali Giovanni Castellucci, Alberto Bombassei, Brunello Cucinelli, Alberto Meomartini, Giuseppe Sala, i segretari generali di Cgil Susanna Camusso, Cisl Raffaele Bonanni, Uil Luigi Angeletti.

E tanti altri ancora tra studiosi, esperti, manager, operatori, operai, giornalisti, scrittori. Perché tutto il mondo del lavoro e della produzione abbia modo di far sentire la sua voce, la possibilità di dare l’immagine delle proprie fatiche e delle proprie speranze.

 

Eternit e lo scandalo dei risarcimenti bloccati

14-06-2012

NEWS

 

“Gentile ministro Balduzzi, a seguito della sentenza del 13 febbraio scorso sono stati ritenuti colpevoli dei reati loro ascritti Louis de Cartier de Marchienne e Stephan Schmidheiny e condannati alla pena di anni 16 di reclusione ciascuno. Il collegio giudicante ha altresì disposto relativamente ai danni derivanti dal reato, il pagamento delle provvisionali immediatamente esecutive a favore di centinaia di parti civili. A oggi, gli imputati non hanno provveduto a liquidare alle parti lese quanto previsto dal dispositivo di cui sopra”.

Inizia con queste parole la lettera che l’Afeva – l’Associazione famigliari vittime amianto – e Cgil, Cisl e Uil di Casale Monferrato hanno inviato al titolare del dicastero della Salute per denunciare i ritardi, a ormai quattro mesi dalla sentenza, nell’esecuzione del dispositivo emesso dal tribunale di Torino.

Disastro ambientale doloso e omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche. Queste, come si ricoderà, le motivazioni della storica sentenza, che – con la sola nota stonata rappresentata dalla prescrizione per gli stabilimenti di Rubiera e Bagnoli – hanno reso giustizia – per quanto si possa rendere giustizia al numero impressionante di morti per infermità terribili (in particolare mesotelioma pleurico, carcinoma polmonare, asbestosi) causate da un minerale assassino – alle vittime per amianto in tutto il paese (3.000, 1.700 nella sola Casale, il vero epicentro della tragedia).

Sono 423 le parti civili in attesa dell’esecutività della provvisionale, solo prendendo in esame l’imputato belga e la sua Etex Group (diverso è il discorso per Schmidheiny, per il quale la cittadinanza svizzera non consente la medesima procedibilità): 421 individuali per una somma complessiva di circa 13 milioni di euro, una – l’Inail nazionale – per una somma di circa 15 milioni di euro e un’altra – Medicina Democratica – per una somma di circa 70 mila euro.

“Urge pertanto – proseguono gli autori della missiva – in base a quanto sopra esposto, procedere a un precetto esecutivo internazionale di sequestro dei beni”. Una procedura che tuttavia implica costi molto elevati, sia per la traduzione giurata della sentenza (in tedesco e in fiammingo) che per la parcella relativa. Senza contare i costi “vivi” a carico di ogni parte civile (per attivare la procedura in Belgio), che ammonterebbero a circa 2.500 euro, per un totale che supererebbe abbondantemente il costo di un milione di euro. Una cifra enorme, e “i nostri patrocinati – si legge ancora nella lettera di Afeva e Cgil, Cisl e Uil – non sono assolutamente in grado di affrontare queste enormi spese”.

Al fine di costruire la possibilità di tutelare le parti civili di questo processo storico, per i numeri della strage che si è consumata e si sta consumando (stiamo parlando di un fenomeno che gli epidemiologi prevedono non si esaurirà prima del 2025, potendo durare l’incubazione di una malattia come il mesotelioma anche 30 anni), unico nel panorama internazionale anche per la sua rilevanza sociale, “siamo a richiederle di produrre con l’aiuto dello Stato il superamento di questi ostacoli procedurali ed economici. Si è anche pensato quindi alla necessità di un reale coinvolgimento dei ministeri di Grazia e giustizia e del Lavoro per le competenze di merito. Ci permettiamo altresì di ribadire un’ipotesi di lavoro che veda un ruolo attivo dell’Inail, in quanto parte civile istituzionale”.

rassegna.it

 

Invalidità civile – Audizione del Cepa (Inas, Inca, Ital e Acli)

13-06-2012

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Ieri, i rappresentanti dei patronati aderenti al Cepa (inas, Inca, Ital e Acli) sono stati auditi dalla Commissione lavoro, previdenza sociale del Senato, in merito alle nuove procedure telematiche per il riconoscimento dell’invalidità civile, introdotte con la legge n. 102/2009.

Nella relazione i Patronati hanno sottolineato come, a distanza di due anni dall’entrata in vigore della legge, che avrebbe dovuto garantire rapidità e trasparenza nelle modalità di riconoscimento dello stato di invalidità civile, handicap e disabilità, sono stati più volte costretti a denunciare i disagi  a cui i disabili e/o i loro familiari sono stati sottoposti  per difficoltà riconducibili esclusivamente a ingiustificate e persistenti lacune operative alle quali non si è ancora data soluzione.

Sono state altresì evidenziate tutte quelle criticità che anziché combattere il fenomeno dei falsi invalidi hanno solo contribuito con procedure rigide e farraginose a creare pesanti disagi ai veri disabili  rallentando e in alcuni casi negando il diritto alle prestazioni assistenziali, come:

• la partecipazione dei medici dell’Inps nelle commissioni mediche delle Asl che, secondo l’impianto legislativo avrebbero dovuto garantire una maggiore celerità nella fase di accertamento sanitario, non ha dato i risultati sperati perché  dai  dati forniti dal Civ dell’Istituto previdenziale, le presenze dei medici Inps  sono state  assicurate solo nel 51% dei casi e, nelle cause giudiziarie, questa presenza è addirittura scesa al 37%;

• l’inefficienza organizzativa nelle modalità di trasmissione dei verbali sanitari trasmessi dalle Commissioni  all’istanza medica superiore nazionale ha prodotto un blocco delle notifiche degli esiti sanitari anche nei casi di malattie oncologiche rischiando di vanificare i diritti di quei cittadini affetti da tali patologie.

A tali difficoltà, secondo i patronati del Cepa, contribuisce in maniera preponderante la mancata cooperazione telematica tra l’Inps e le Asl che blocca di fatto tutte le procedure amministrative a partire dalla comunicazione di convocazione a visita che sarebbe dovuta essere contestuale all’invio della domanda, così come nella redazione e registrazione del verbale sanitario. Difficoltà che, peraltro, si ripercuotono anche nell’attività dei Patronati che riescono con estrema difficoltà a seguire lo stato di avanzamento delle pratiche dei loro assistiti.

A ciò si aggiunge che il moltiplicarsi delle verifiche sia sugli esiti degli accertamenti sanitari sia sulle prestazioni incidono sui costi della pubblica amministrazione.

I patronati del Cepa hanno sottolineato l’urgenza di intervenire nella maniera più sollecita possibile per risolvere i problemi di natura politica, organizzativa e tecnologica fra Inps e Asl;  per definire, così come prevede la legge, la presenza del medico Inps nelle commissioni sanitarie; per reintrodurre il ricorso amministrativo contro il diniego dell’Inps; per un riordino complessivo delle norme in materia di riconoscimento dell’invalidità civile; per il ripristino di tutte le fasi del contenzioso giudiziario; per l’adeguamento delle tabelle di valutazione.

L’audizione si è conclusa con l’impegno della Commissione di andare ad un ulteriore approfondimento e di convocare nuovamente i patronati nella prossima settimana.