Congedo di maternità – No alla proposta del Parlamento Ue

Il braccio di ferro tra Parlamento e Consiglio UE

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I governi dell’Ue hanno respinto la proposta del Parlamento europeo per un congedo di maternità di 20 settimane al 100% della paga, giudicata troppo onerosa per i loro bilanci in tempi di austerità. “La grande maggioranza degli Stati membri ritiene che il Parlamento sia andato troppo in là, lasciandoci senza una base per negoziare”, ha spiegato Joelle Miquet, ministro per l’Occupazione e rappresentante della presidenza di turno belga, al termine della riunione del Consiglio dell’Unione europea nella formazione Affari sociali.

Si apre ora una delicata fase di negoziazioni che si estenderà probabilmente per tutto il 2011, per arrivare presumibilmente a un congedo di 18 settimane, ma con ampia discrezionalità sull’effettiva applicazione delle misure finanziarie in ogni Stato membro. La base della discussione tra governi non sarà quindi la proposta approvata dal Parlamento europeo, ma quella della Commissione, che si basa appunto su congedo di 18 settimane. La decisione del Consiglio non giunge però come una sorpresa, in quanto – in seguito all’approvazione delle 20 settimane da parte del Pe – sia la Commissione europea che alcuni governi (a cominciare da quello britannico) avevano espresso scetticismo sulla sopravvivenza della proposta di fronte alle esigenze di austerità dei governi.

Piccata la reazione della portoghese Edite Estrella, responsabile del rapporto approvato dal Pe con le 20 settimane, e del gruppo socialista dei cui lei fa parte: “il Consiglio non ha ben capito qual è il ruolo del Parlamento con il Trattato di Lisbona”. Una dichiarazione che suona come una sfida a braccio di ferro tra le due istituzioni, e lascia presagire un acceso scontro interistituzionale Parlamento-Consiglio.

Anche se con Lisbona le due istituzioni sono co-legislatori alla pari, la pratica mostra che alla fine è il Consiglio a negoziare in posizione dominate, soprattutto perché in questo caso la Commissione  europea sembra appoggiarlo.
Estrela ha quindi affermato che continuerà a lavorare con il Consiglio e con la futura presidenza ungherese dell’Unione (che prenderà il via a gennaio) per “raggiungere il miglior accordo possibile”.

Rimane comunque l’amarezza all’interno del gruppo socialista per vedere respinta una delle proposte di direttiva su cui aveva lottato con più intensità: “il Consiglio, usando la crisi come scusa, chiude un occhio di fronte alla grande crisi demografica che l’Europa sta affrontando, e si dimostra di corte vedute”. Per Britta Thomsen, portavoce dei socialisti per le politiche di genere, “il Parlamento ha riposto fede in una proposta grazie alla quale uomini e donne avrebbero potuto conciliare le loro aspirazioni professionali con una vita famigliare piena. Il Consiglio si dimostra miope respingendo una proposta che avrebbe avuto benefici positivi sull’economia nel medio e nel lungo termine”.

Congedo di maternità – No alla proposta del Parlamento Ueultima modifica: 2010-12-09T13:00:30+01:00da vitegabry
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