Veneto – Aumenta il lavoro a chiamata

Veneto – Aumenta il lavoro a chiamata

La nuova frontiera della precarietà

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Lavoro a chiamata: “la nuova frontiera della precarietà”. È questa la definizione data dalla Cgil Veneto, che denuncia l’aumento esponenziale di questa soluzione occupazionale, dietro cui si celerebbe “lavoro nero mascherato”. Secondo i dati resi noti oggi dal sindacato, nel Veneto un quinto dei lavoratori intermittenti occupati in Italia è inquadrato in questo modo. Per dire no all’estremizzazione del precariato è indetta per il 9 dicembre, assieme alla Filcams (sindacato del commercio e del turismo), un’iniziativa regionale cui sono stati a chiamati a partecipare rappresentanti del ministero del Lavoro e delle associazioni imprenditoriali (ore 9,30, sede Cgil regionale, via peschiera 5, Mestre).

Dai dati risulta che nel 2010 il ricorso al lavoro a chiamata è raddoppiato rispetto al 2009, con quasi 70 mila ingaggi previsti entro la fine di dicembre. A metà dell’anno è arrivato a rappresentare il 17,5% del totale delle assunzioni nel Veneto, con una crescita esponenziale rispetto all’analogo periodo del 2008 (quando era a quota 1,1%).  Nella seconda parte del 2010, inoltre, si è registrato un ulteriore balzo in avanti. È una soluzione che piace soprattutto ad alberghi e ristoranti (più del 60% del totale dei lavori a chiamata), ma ci sono sempre più casi anche nei negozi (10%) che lo utilizzano soprattutto sotto le feste, “tanto che dicembre è il mese boom, quello in cui si registra il picco massimo (25% sopra la media annua) anche se con meno ore lavorative dichiarate” si spiega dal sindacato, che si rifà in questa analisi ai dati Istat: “Le ore di lavoro medie dichiarate sono pari a 5,7 settimanali per ogni lavoratore – osserva Fabrizio Maritan, responsabile del dipartimento politiche del lavoro della Cgil veneta -, corrispondenti a una retribuzione lorda totale di 62 euro. Il che è ridicolo. Del resto, basti pensare che il minimo di lavoro previsto per un part time è pari a 15 ore settimanali nel turismo e 18 ore nel commercio”.

Il timore è per gli eventuali abusi insiti nel lavoro a chiamata: “Non sono nuovi in Veneto i casi di lavoratori assunti a tempo parziale con il minimo delle ore e poi impiegati anche oltre le 40 ore settimanali, ma ora la paura è che ora tutto ciò si amplifichi – spiega il segretario regionale della Filcams, Adriano Filice – perché è possibile assumere un lavoratore solo per garantirsi un’apparenza di legalità per poi farlo lavorare abbondantemente in nero senza troppo timore di controlli”.

da Redattore sociale

Veneto – Aumenta il lavoro a chiamataultima modifica: 2010-12-09T13:02:29+01:00da vitegabry
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