Osservatorio Inca Cgil per le politiche sociali in Europa


 


Sanità, la riduzione delle spese genera disuguaglianza

La crisi ha coinciso in molti paesi con una riduzione della spesa per la sanità pubblica. Oltre ad un calo generalizzato della qualità delle prestazioni, il risultato è un aumento delle disuguaglianze. Il rapporto Euro Health Consumer Index 2013 vede i Paesi Bassi in testa alla classifica , seguiti da Svizzera, Islanda, Danimarca e Norvegia. L’Italia è al ventesimo posto, dietro la Croazia

 

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Welfare, i cittadini stranieri sono contribuenti netti

I cittadini europei che risiedono in un paese diverso da quello di cui hanno la cittadinanza vivono principalmente del proprio lavoro. I destinatari di prestazioni sociali rappresentano meno del 5% del totale. In parole povere, gli stranieri sono “contribuenti netti”, mentre contrariamente a quanto spesso si crede, sono i cittadini nazionali ad essere nel loro insieme “beneficiari netti”. Un esempio, per questo tipo di categoria, è la spesa sanitaria per i cittadini stranieri, che in Italia e Spagna si aggira intorno allo 0,5-0,8% del bilancio sanitario totale.


Diminuiscono le concessioni della nazionalità agli stranieri

Dopo oltre un decennio di lenta ma costante crescita, l’UE registra per la prima volta un calo (-4%) della propria capacità d’inclusione dei cittadini d’origine straniera. La diminuzione è imputabile soprattutto a Francia (-20%), Italia (-15%), Regno Unito (-9%) e Spagna (-7%) . Registrano invece un aumento Germania, Svezia, Paesi Bassi e Portogallo. Con appena 12 concessioni di nazionalità ogni 1000 stranieri residenti, l’Italia si posiziona al 20° posto. Dopo di noi soltanto Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Austria e Slovacchia (dati non disponibili per Croazia e Romania).


Ocse, le pensioni saranno un problema per future generazioni

Il rapporto Ocse 2013 esamina l’impatto delle riforme pensionistiche e analizza come l’abitazione, il patrimonio finanziario e i servizi pubblici incidono sul tenore di vita degli anziani. Per l’Italia, l’Ocse tesse le lodi della la riforma del 2011, ma sottolinea come l’adeguatezza delle pensioni sarà un problema per le future generazioni, per i lavoratori con carriere intermittenti, precari e mal retribuiti. Il rapporto mostra anche come l’Italia abbia contributi previdenziali più alti e salari al di sotto della media.


Libera circolazione delle persone, l’UE si preoccupa degli abusi

La Commissione europea cerca di mediare tra le preoccupazioni di alcuni Stati membri in relazione a paventati “casi di abuso del diritto alla libera circolazione” e il diritto dei cittadini dell’UE a fruire delle prestazioni sociali cui si ha normalmente diritto nel quadro delle stesse regole UE sulla libera circolazione. La mediazione appare però poco riuscita, e le misure proposte quanto meno squilibrate.


Spesa sociale, Italia sempre agli ultimi posti

I paesi dell’Unione europea investono nelle politiche sociali, in media, il 29% del loro PIL. Il confronto tra Italia e resto dell’Europa continua ad essere desolante: siamo al 23° posto (insieme all’Estonia) per le spese a sostegno della disoccupazione, al 26° per quelle riguardanti malattia e invalidità, e siamo gli ultimi d’Europa (28° posto) per la famiglia, l’infanzia, l’edilizia sociale e la lotta all’esclusione.


L’Osservatorio per le politiche sociali in Europa è un’iniziativa di Inca Cgil e Inca Belgio

Carlo Caldarini

Osservatorio Inca Cgil per le politiche sociali in Europa

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Osservatorio Inca Cgil per le politiche sociali in Europaultima modifica: 2013-12-03T15:46:21+01:00da vitegabry
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