COSE DI SARDEGNA

 

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29 maggio 2012

SE LA CENERE
È ANCORA VIVA
SOTTO LA BRACE

di FRANCESCO CASULA

Due giugno: abolite la
parata. La proposta,
lanciata su Twitter da
Vendola, leader di Sel,
è stata subito accolta,
oltre che, massicciamente, dalla
comunità del web, dalla Lega Nord
e dall’Idv, che con Di Pietro ha
giustamente sostenuto: «Follia
sperperare tanti soldi per la parata
del 2 giugno. Opportuno utilizzare
quei fondi per fini sociali e di
solidarietà». Sulla stessa linea
molte associazioni cattoliche, ad
iniziare da Pax Christi che con don
Sacco scrive: «Per Patria
intendiamo una somma di interessi
e di confini da difendere armi in
pugno o una comunità che deve
farsi carico specialmente di chi
soffre, piange, ha perso tutto? ». Di
contro, seraficamente, il presidente
Napolitano risponde che la parata
si farà, ma sarà sobria: ovvero,
come preciserà il ministero della
Difesa – retto da un generale! – che
costerà solo 2,9 milioni di euro
contro i 4,4 milioni spesi per le
celebrazioni dello scorso anno. Ma
questi sono i dati ufficiali. Secondo
il parlamentare Antonio Borghesi
infatti i costi sarebbero ben più alti:
fra i 10 e 15 milioni di euro. Sia
come sia, sarebbe un vero e proprio
insulto, una beffa indecorosa nei
confronti delle vittime del
terremoto e del loro dolore. Nel
sostenere la necessità della parata
e della “Festa”, Napolitano ritiene
che con essa «la Repubblica deve
dare conferma della sua vitalità,
forza democratica e fermezza». Ma
di cosa parla? Ma non si avvede
che l’Italia è un paese al collasso?
Avviato inesorabilmente al
tramonto? Con le sue istituzioni a
pezzi? Con i partiti a credibilità
vicino allo zero? Con una
corruzione immane che colpisce
politici, amministratori e banchieri,
imprenditoria e sport? Di grazia,
ma cosa vogliono festeggiare? Le
magnifiche e progressive sorti della
Repubblica, una e indivisibile, in
quanto a occupazione e lavoro,
reddito, servizi e sicurezza, specie
nel Mezzogiorno? Possibile che
non abbiano imparato niente dalle
proteste, dai fermenti, dai sussulti
e dissensi popolari, soprattutto
giovanili, che si sono espressi nelle
piazze, nel referendum
antinucleare, nelle elezioni
amministrative che hanno espresso
con chiarezza e nettezza una
condanna dei vecchi partiti, del
governo e di istituzioni non solo
lontane dai bisogni della gente, ma
estranee ed ostili? Possibile che
non capiscano che molte brace,
potenzialmente incendiarie,
covano ancora sotto la cenere?

COSE DI SARDEGNAultima modifica: 2012-06-01T11:55:00+02:00da vitegabry
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