Agricoltura: tutele a rischio per 900 mila lavoratori

11-05-2012

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La denuncia di Cgil, Cisl e Uil

 

La riforma del lavoro all’esame del Parlamento rischia di smantellare tutto il sistema del lavoro agricolo degli ultimi cinquant’anni.  La norma incriminata è quella che estende il pagamento in voucher a tutta l’attività agricola stagionale. Una modifica che sta passando in silenzio, anche se contro questa disposizione migliaia di braccianti agricoli hanno scioperato e sono scesi in piazza in tutta Italia negli ultimi giorni.
 
Le raccolte del made in Italy agroalimentare, dall’uva ai pomodori, dalle arance alle olive, alle angurie si potranno fare senza assumere i lavoratori con l’ingaggio, ma semplicemente pagandoli dopo il lavoro con dei voucher da 10 euro lordi (7 euro e 50 centesimi netti).

Si perdono così tutte le tutele contrattuali e previdenziali perché non esiste più un rapporto di lavoro che lega l’azienda agricola e il bracciante. Teoricamente, il contratto non scompare, il voucher non lo sostituisce ma lo affianca. Di fatto però, se la norma passerà senza modifiche, il lavoro nei campi assolati e nelle serre, uno dei più faticosi e che spesso viene svolto da migranti sfruttati in nero, rientrerà nella categoria del lavoro “accessorio”.

Il rischio è anche quello di vedere definitivamente scomparire dalle campagne i lavoratori italiani senza più tutele e indennità, sostituiti dagli stranieri, visto che il reddito accumulato in voucher sarà calcolato ai fini del rilascio e del rinnovo del permesso di soggiorno.

Secondo i sindacati confederali, ci saranno conseguenze molto più pesanti della riforma dell’articolo 18, visto che in questo caso a essere coinvolto è il 90% dei lavoratori agricoli. Su un milione di occupati nel settore, solo il 10% lavora a tempo indeterminato, tutti gli altri sono stagionali e quindi in totale si parla di 900 mila persone potenzialmente interessate. 

Agricoltura: tutele a rischio per 900 mila lavoratoriultima modifica: 2012-05-11T19:55:37+02:00da vitegabry
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