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Archivi giornalieri: 18 maggio 2011
Uomini e donne di Sardegna
Ogliastra
Attivo Rls Cgil Roma e Lazio
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Il 24 maggio p.v. alle ore 9.00 a Roma presso il Nuovo Teatro Colosseo, Via Capo d’Africa 29a, si terrà il consueto incontro con i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza della Cgil di Roma e del Lazio.
Nel corso dell’incontro che ha lo scopo di informare e formare gli Rls per aiutare a far crescere una nuova cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, sarà presentata la ricerca dell’Ires Cgil “Infortuni e malattie professionali nel Lazio”.
Parteciperà all’iniziativa oltre all’Assessore alla Provincia, Smeriglio e l’Assessore al Comune, Bordoni anche l’on. Boccuzzi del Pd e Franca Gasparri della Presidenza dell’Inca.
Concluderà i lavori Claudio Di Berardino, segretario generale delal Cgil di Roma e del Lazio.
Le donne guadagnano fino al 30% in meno degli uomini
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La crisi economica e finanziaria, che si è tradotta in una grave crisi occupazionale, ha portato “ad un aumento dei rischi di discriminazione contro determinate categorie di persone”, tra cui le donne e i lavoratori migranti. E’ quanto emerge dal terzo Rapporto globale dell’Ilo (International Labour Organization) sulla discriminazione, ‘Uguaglianza nel lavoro: una sfida continua’.
Il rapporto sottolinea in particolare come le donne guadagnino dal 10% al 30% in meno rispetto agli uomini e come queste continuino a subire discriminazioni in termini di tipologia di impiego a cui possono accedere, remunerazione, condizioni di lavoro e opportunità di accesso a posizioni di responsabilità.
L’Ilo sottolinea poi come periodi di difficoltà economica costituiscano un terreno fertile per la discriminazione nel lavoro e, più in generale, per le società stesse. Questo si può constatare con l’insorgere di soluzioni populiste”, dichiara il direttore generale dell’Ilo, Juan Somavia, che aggiunge: “Il rischio che si corre è che gli importanti risultati ottenuti nel corso dei decenni vengano compromessi”.
La discriminazione continua ad essere “un fenomeno costante e multiforme”, sottolinea lo studio, e “per diversi motivi è diventata la regola piuttosto che l’eccezione”. Persistono “ostacoli rilevanti’ per l’uguaglianza sul lavoro: ad esempio, “se da un lato sono state introdotte progressivamente misure sulla flessibilità degli orari di lavoro come esempio di politiche a favore delle famiglie, dall’altro lato la discriminazione legata alla gravidanza e alla maternità rimane ancora un problema diffuso”.
Dati recenti, peraltro, mostrano – si evidenzia – che 829 milioni di donne nel mondo vivono in povertà, mentre la cifra equivalente per gli uomini è di 522 milioni.
Anche i lavoratori migranti “sono spesso discriminati nell’accesso all’impiego e nel lavoro e in molti paesi sono esclusi dai sistemi di protezione sociale”. Così come “le discriminazioni per motivi di lavoro continuano ad esistere per larga parte dei 650 milioni di persone con disabilità, come è dimostrato dal basso tasso di occupazione di questa categoria di persone”.
rassegna.it
LEA – Livelli di assistenza sanitaria
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I livelli di assistenza sanitaria sono le prestazioni e i servizi che devono essere garantiti a tutti i cittadini. Ma nei fatti sono solo 8 le Regioni – Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Marche, Piemonte, Umbria, Veneto e Liguria – che hanno adempiuto al loro compito di erogare i Lea in modo efficiente. Basilicata, Sardegna e Puglia se la sono cavata, anche se devono migliorare. Ma per il Lazio e le Regioni del Sud la situazione è “critica” .
A rilevarlo è il monitoraggio sui Lea del ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/pubblicazioni/ppRisultato.jsp?id=1534), relativo al 2009 e riguardante 17 Regioni , con un set di 21 indicatori selezionati appositamente dal Comitato Lea sulle macroaree di assistenza (6 indicatori per la prevenzione, 9 per l’assistenza distrettuale, 6 per l’ospedaliera).
L’inadempienza del Sud e Isole non deriva solo dalla carenza di prestazioni in termini quantitativi, ma inferiore è anche la qualità delle prestazioni erogate.
Significative anche le differenze per il tasso di ricoveri attribuibili ad alto rischio di inappropriatezza. I risultati migliori sono quelli del Piemonte e della Toscana.
Forte gap anche per l’assistenza domiciliare integrata. I più assistiti sono gli over 75 enni del Veneto, seguiti da quelli dell’Emilia Romagna e della Lombardia. Dello stesso servizio usufruiscono invece solo l’1,3% dei calabresi over 75enni e l’1,79% degli anziani campani e pugliesi. Altre 6 Regioni non superano il 6% di anziani assistiti.
Altrettanto bassa è la percentuale di anziani trattati in strutture residenziali. In Campania avviene solo per lo 0,02% degli over 75enni, in Puglia per lo 0,36%. Punta invece su queste strutture il Veneto, dove ben il 74,58% degli anziani viene trattato in una struttura residenziale. Per tutte le altre Regioni, la quota registra valori molto bassi.
Si fa ampio ricorso all’ospedale nel Sud d’Italia. È infatti lì che si registra il più alto tasso di ospedalizzazione, che tocca il massimo in Campania, seguito dalla Sicilia e dal Molise. Il valore minimo se lo aggiudica invece la Toscana, poi il Veneto e il Piemonte. Più alto al Sud rispetto al Nord anche il ricorso ai farmaci.
La percentuale di spesa farmaceutica territoriale invece supera il tetto del 13%, andando oltre il 15%, in Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia, Abruzzo e anche Lazio.
cittadinanzattiva.it