Archivi giornalieri: 29 marzo 2011

Fillea e Flai – Caporalato: il reato che non c’è

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Stop al caporalato

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La campagna lanciata da Fillea e Flai contro l’illegalità nei settori edile e agricolo si arricchisce ogni giorno di nuove iniziative.

Il 1° marzo, giornata di sciopero dei lavoratori migranti,è partita la raccolta di firme e video adesioni on line sul sito www.stopcaporalato.it. Ad aprile e maggio sono previsti due mesi d’intensa attività sui territori – da Padova a Brindisi, dalla Calabria al Bresciano – con il camper dei diritti in giro a dare e a raccogliere informazioni, somministrare questionari e organizzare conferenze stampa di presentazione della campagna.

L’obiettivo è far passare una proposta di legge che renda reato penale il fenomeno del caporalato, che consiste in una vera e propria riduzione in schiavitù del lavoratore, privato di ogni diritto fondamentale.

Le stime prudenziali  della Flai e della Fillea indicano in 550.000 i lavoratori nelle mani dei caporali e oltre 800.000 quelli in nero. Un fenomeno, fino a qualche anno fa endemico solo in alcune zone del Mezzogiorno, oggi è una realtà radicata e strutturata su tutto il territorio nazionale. Occorre intervenire, secondo i due sindacati, a partire dalla definizione giuridica di questo reato, non ancora definito nella sua pericolosità sociale: esso viene infatti punito con una sanzione amministrativa di 50 euro per ogni lavoratore reclutato, mentre solo in presenza di aggravanti, quali violenza, riduzione in schiavitù e sfruttamento di minori, scattano l’arresto e le adeguate sanzioni penali.

Ma oltre al “danno” umano, incalcolabile, anche quello economico è enorme. Perché se è vero che la piaga del lavoro nero riguarda soprattutto i migranti, è l’intera macchina statale che perde ogni anno milioni di euro di tasse non versate.  Per la Fillea, un punto essenziale per combattere la piaga del caporalato è la previsione del permesso di soggiorno per l’emersione, cioè il riconoscimento del permesso di lavoro per tutti coloro che denunciano la loro situazione di sfruttamento, senza contare che permettere al lavoratore di denunciare, senza il rischio di essere espulso, comporterebbe un evidente vantaggio per l’economia italiana.

In questo momento di crisi, sarebbe necessario rafforzare le tutele dei lavoratori, in quanto molti stanno perdendo il permesso di soggiorno per mancanza di lavoro e rientrando nella clandestinità vanno ad aumentare il mercato del lavoro nero. Un mercato che a Roma porta ogni giorno centinaia di lavoratori, soprattutto albanesi e rumeni, negli “smorzi” (vendita all’ingrosso di materiali edili), alla ricerca di un caporale che li porti a lavorare per un giorno almeno.  Fino a pochi anni fa, gli “smorzi” a Roma si contavano sulle dita di una mano ed era molto raro che intorno a questi luoghi si muovessero gli interessi dei caporali. Oggi sono una quarantina e all’alba vi passano le imprese, i caporali, gli artigiani, per reclutare operai da portare nei cantieri.

Fiat, a Mirafiori si rischia la salute

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Organizzazione del lavoro sotto accusa

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Possibili peggioramenti per la salute dei lavoratori alla Fiat. A lanciare l’allarme è la Snop, Società nazionale degli operatori della prevenzione negli ambienti di lavoro, secondo la quale diverse clausole dell’accordo di Mirafiori del 23 dicembre 2010 andrebbero attentamente valutate al fine di evitare rischi per gli operai. Sotto accusa gli aspetti concernenti l’organizzazione del lavoro, nel cui ambito è prevista la ridefinizione dei ritmi e dei profili ergonomici.

L’accordo sancisce l’applicazione a tutte le lavorazioni del sistema Ergo-Uas, finalizzato sia alla misurazione dei tempi e dei metodi di lavoro, sia alla valutazione del sovraccarico biomeccanico relativo a tutto il corpo, prendendo in considerazione il carico statico e dinamico, le applicazioni di forza, le vibrazioni e la movimentazione manuale dei carichi e, conseguentemente, le condizioni in cui si svolgono le operazioni, i cicli di lavoro e le posture degli addetti.

Ergo-Uas è una metodica di analisi del lavoro già introdotta nell’accordo di Pomigliano del 15 giugno scorso. Viene utilizzata in Germania da alcune case automobilistiche dal 2000. A partire dal luglio 2008 ne è stata avviata la sperimentazione dalla Fiat anche in Italia, in particolare sulle linee di produzione dell’Alfa Mito. Il sistema di analisi Ergo-Uas si avvale di una metodologia mista, che unisce uno strumento specifico di “metrica” del lavoro (metodica Uas, della serie Mtm, Misurazione tempi e metodi), basato sulle comuni valutazioni tempi e metodi, con uno più prettamente ergonomico (una lista di controllo, per la valutazione del rischio muscolo-scheletrico, denominata Eaws, European assembly worksheet), che fornice un indice di rischio secondo una classificazione semaforica (verde: basso; giallo: medio; rosso: elevato).

In Germania, per le postazioni di lavoro risultanti in codice rosso si pone l’indicazione della loro revisione, mentre è previsto un salario accessorio nel caso di codice giallo. In Italia, con l’accordo Mirafiori, denuncia la Snop, ci si orienta verso il salario accessorio anche in caso di codice rosso, invece di procedere alla riduzione del rischio.

I metodi per l’analisi dei rischi muscolo-scheletrici sono basati sui risultati delle ricerche della scienza medica – come il metodo Ocra, raccomandato dalle norme tecniche internazionali e a cui fa riferimento la stessa legge in Italia per la movimentazione manuale dei carichi – e finalizzati a individuare numero e durata delle azioni tecniche allo scopo di analizzarne la frequenza nell’unità di tempo. L’analisi Mtm è volta invece a individuare il metodo di lavoro e i relativi movimenti elementari al fine di determinare il tempo necessario per compiere un’azione.

La Snop mette in rilievo gli aspetti critici che potrebbero portare a un diverso esito della valutazione dei rischi in Fiat applicando Eaws rispetto al metodo Ocra, con particolare riferimento al lavoro ripetitivo degli arti superiori. Nel complesso, sembrerebbe che con Eaws il rischio verrebbe sottostimato fino al 40-50 per cento rispetto a quello reale (misurato con Ocra). Non solo. L’accordo per Mirafiori, annullando esplicitamente l’intesa del 5 agosto 1971 (parte III, punto 1) relativamente alle pause, elimina la soglia minima di riposo precedentemente prevista, aumentando così la velocità delle linee di montaggio di circa il 4-7 per cento. Per tutte queste ragioni, conlcudono gli esperti della Società nazionale degli operatori della prevenzione, è prevedibile che l’accordo dello scorso 23 dicembre possa determinare condizioni di maggior fatica e di stress e anche un incremento del rischio di infortuni, poiché lunghezza dei turni, fatica e straordinario ne sono fattori facilitanti.

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Inps – Prestazioni assistenziali erogate dai Comuni

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Assegno più alto alle famiglie numerose

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Rivalutate le prestazioni assistenziali dei Comuni a favore delle famiglie in condizioni economiche disagiate.

Per l’anno 2011 l’assegno mensile di maternità sarà di euro 316.25, quello per il nucleo familiare, sempre su base mensile e in misura intera, sarà di 131,87 euro.

I limiti ISE per il diritto alle prestazioni sono fissati, rispettivamente, in euro 32,967,39 (per l’assegno di maternità) e in euro 23.736,50 (per l’assegno al nucleo familiare). L’aggiornamento dei dati è indicato dall’Inps nella circolare n. 56/2011.

Parlamento europeo approva direttiva su permesso unico di soggiorno e lavoro

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Permesso unico

 

La direttiva sul “permesso unico”, approvata con 311 voti a favore, 216 contrari e 81 astensioni, una volta in vigore permetterebbe agli immigranti legali provenienti da paesi esterni all’Unione europea di ottenere i documenti necessari al soggiorno e al lavoro con un’unica procedura per tutto il territorio dell’Ue.

Come informa una nota, “tale legislazione garantirebbe inoltre agli immigrati una serie di diritti sociali, paragonabili a quelli dei cittadini comunitari, su questioni quali gli orari di lavoro, le ferie, la sicurezza sul posto di lavoro e l’accesso alla sicurezza sociale. La decisione di ammettere i lavoratori extracomunitari sul territorio nazionale, cosi come il numero d’immigrati autorizzato, resta prerogativa dei governi degli Stati membri, – precisa l’Europarlamento – i quali dovranno indicare nei permessi di residenza anche le informazioni relative al permesso di lavoro, con il divieto esplicito di esigere ulteriore documentazione alla persona che richiede il permesso”.

La prossima tappa del progetto prevede che gli emendamenti adottati dai deputati siano vagliati dai ministri di giustizia dei paesi Ue. Secondo il Trattato di Lisbona, il Parlamento e il Consiglio hanno pari poteri legislativi sui temi legati all’immigrazione. La Gran Bretagna, la Danimarca e l’Irlanda non prenderanno parte all’adozione della direttiva sul permesso unico.

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