Archivi giornalieri: 12 marzo 2011

Lavoro: Cgil, politiche conciliazione per la crescita

Per un accordo sulle politiche di conciliazione

“Le politiche per la conciliazione tra cura della famiglia e vita professionale sono politiche di benessere e di crescita sociale”. Lo ha dichiarato ai microfoni di RadioArticolo1 Serena Sorrentino, segretaria confederale della Cgil, ospite della trasmissione Italiaparla.

“La novità che abbiamo affermato riguarda il ruolo del governo e degli enti locali nelle politiche di conciliazione. Devono investire risorse. Devono, inoltre, favorire, attraverso reti di servizi pubblici, politiche di conciliazione che permettano alle donne di godere della vita e del lavoro, grazie a una gestione corretta dei tempi della città. Con esplicito riferimento al rifinanziamento del piano nidi per il 2011 che era stato azzerato”.

“Potenziamento della rete dei servizi alla persona: sia quelli per l’infanzia, sia quelli per assistenza e cura della famiglia. Potenziamento dei servizi di trasporto pubblico per i lavoratori. Occorre infine un’azione mirata di contrattazione collettiva e decentrata, combinata con una corretta gestione di orari e turni di lavoro, per conciliare la produttività delle aziende con le esigenze delle persone”.

“Per questi obiettivi – ha concluso Sorrentino -, la Cgil ha sottoscritto l’intesa del 7 marzo scorso. Lo scopo è quello di definire un accordo quadro sui principi che devono governare le politiche della conciliazione. Dopo una dura battaglia con il governo, siamo riusciti ad ottenere un documento che contenga principi con la piena convergenza di tutte le parti in causa e un rimando ad un tavolo tecnico per definire quali sono gli effettivi strumenti della conciliazione”.

Lavori usuranti, commissione Camera approva decreto

Riconosciuto il principio che i lavori non sono tutti uguali

La Commissione lavoro della Camera ha approvato oggi il decreto sui lavori usuranti.

“Con questo atto – sostiene Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil – si riconosce un principio per il quale da sempre ci battiamo: i lavori non sono tutti uguali, ci sono attività lavorative gravose che incidono sullo stato di salute e sulle aspettative di vita dei lavoratori”.

“Proprio per questo devono essere previsti benefici che garantiscano a chi svolge attività particolarmente usuranti l’anticipo dell’età di pensionamento. Il decreto, quindi, è un atto dovuto che attendiamo da anni. Nel 2008, infatti, con il precedente governo, si definì un provvedimento sul quale fu raggiunto un difficile punto di equilibrio. Oltre quanto già previsto nel decreto Salvi del maggio ’99, rientrano tra le attività usuranti il lavoro alla catena di montaggio, la guida di veicoli adibiti a servizi di trasporto collettivo di persone (con capienza non inferiore a 9 posti), il lavoro notturno.

Proprio per ciò che riguarda il lavoro notturno, ci siamo battuti affinchè il numero di notti annue non superasse le 64 notti. E, infatti, nel decreto è previsto che chi svolge un numero di notti annue da 64 a 71 potrà andare in pensione un anno prima, da 72 a 77 notti due anni prima, da 78 in poi sono previsti tre anni di anticipo. Sembra essere questo un punto acquisito visto che sono state forti le pressioni per andare molto oltre le 64 notti”.

“Rimangono naturalmente alcuni problemi aperti – conclude Lamonica – Il decreto, infatti, arriva con tre anni di ritardo e ciò ha fatto risparmiare a Tremonti risorse consistenti. Quelle risorse devono rimanere nel fondo per i lavori usuranti. Consideriamo questo decreto un primo passo per il pieno riconoscimento delle attività usuranti che riguarda anche lavoratrici e lavoratori che ad oggi non rientrano nei criteri previsti dal decreto”.