Il Paese immobile …. che non investe sui giovani

 

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Il nostro è un Paese che invecchia

Secondo il presidente dell’Istat Giovannini, intervistato da Rassegna.it “se l’Italia facesse un vero investimento di medio periodo sui ragazzi, allora potremmo fare un salto maggiore rispetto agli altri paesi. Ma abbiamo difficoltà a ragionare in questo modo” – e ancora – “Il nostro è un Paese che invecchia. E questa non è necessariamente una cattiva notizia, soprattutto per chi è destinato a entrare nelle classi di età più anziane. Purtroppo è anche un paese che investe poco nei giovani e per questo è, almeno in una certa misura, fermo. Noi non investiamo abbastanza nel capitale umano che è uno dei maggiori fattori di crescita economica. In un’economia della conoscenza, in cui la capacità di sviluppare nuove idee e di metterle in pratica fa da motore dell’economia, è chiaro che avere una generazione di giovani che non studia e non lavora è uno spreco enorme di capitale umano e per questo ci sono almeno tre spiegazioni possibili. La prima è che la generazione che ci ha preceduto ha accumulato una ricchezza molto consistente, che ha consentito un’elevata diffusione del benessere e forse reso meno necessario continuare la corsa.

Il paese si è “seduto”, grazie al fatto che era  possibile avere livelli di reddito elevati anche senza una crescita forte. Non a caso, il tasso di risparmio in Italia è sceso molto nel corso degli anni. Pur essendo un fenomeno fisiologico in tutti i paesi sviluppati, da noi è stato particolarmente accentuato. Di fatto ci stiamo “mangiando”, almeno in parte, il capitale disponibile. Seconda possibile motivazione è la scarsa pressione che hanno avuto le imprese ad innovare a causa del contenimento delle spinte salariali, dovuta alla prosecuzione della politica  dei redditi anche una volta sconfitta l’inflazione.

Ciò ha creato un vero e proprio circolo vizioso: scarsa innovazione, salari relativamente bassi, scarso incentivo a studiare e a formarsi, scarsa utilizzazione del capitale umano, scarsa innovazione e così via. La terza ragione è che grazie all’apertura dei mercati molte persone possono andare fuori a cercare opportunità. E vista la poca attrattività di investimenti esteri in Italia, una parte del sistema economico orientato al mercato interno non subisce la pressione che deriva dall’arrivo di nuovi soggetti e questo vale soprattutto per il terziario.

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Il Paese immobile …. che non investe sui giovaniultima modifica: 2011-03-26T08:45:23+01:00da vitegabry
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