CAGLIARI. Nel 238 a.c. Roma conquista la Sardegna, nel 1297 Bonifacio VIII crea il regno di Sardegna e Sicilia. L’isola riappare nei libri di storia col regno sardo-piemontese, con un po’ di fortuna si può trovare a margine la Brigata Sassari, e forse due trafiletti su Emilio Lussu e Antonio Gramsci. La storia la scrivono i vincitori e la nuova fatica di Francesco Casula, «Uomini e Donne di Sardegna», presentata martedì nella Biblioteca Regionale di Cagliari, è la risposta che lo studioso intende dare agli storici italiani, che hanno sempre tralasciato di documentare la storia sarda. Il sottotitolo del libro, pubblicato dalla Alfa Editrice, è appunto «le Controstorie» e tra le sue pagine si trovano le 15 biografie dei personaggi che hanno fatto grande questa terra. Quattro donne e undici uomini che hanno saputo eccellere nelle loro arti e scienze, come l’unica donna italiana vincitrice del nobel per la letteratura, Grazia Deledda, paragonata ai prosatori russi, o come Sigismondo Arquer, intellettuale di livello europeo, che cooperò alla stesura della Cosmografia di Sebastian Münster. Fino agli intellettuali contemporanei
Eliseo Spiga e Francesco Masala, i quali hanno collaborato col professor Casula sui temi della sardità e della lingua. Francesco Casula intende smuovere le colonne portanti della metodologia storica italiana, infatti afferma: «Dopo storici come Braudel, Marc Bloch e Lefebvre, i quali ci hanno insegnato che la storia è come il maiale, non si butta via niente, gli studiosi italiani ancora si ostinano a snobbare la storia locale».
Il professor Casula spiega di aver esaminato 400 libri storici, trovandovi sempre identiche pecche. Durante la conferenza, per buona parte tenuta in limba, Frantziscu Casula ha inoltre sottolineato l’importanza dell’insegnamento della cultura e della lingua sarda alle nuove generazioni, per eliminare quel «senso di straniamento che coglie gli studenti di questa scuola nazionale» a detta dello studioso «nordista, metropolitana e maschilista». Una condizione indispensabile per ricostruire una «statualità» sarda.
– Pierluigi Carta
Da La Nuova Sardegna del 27 gennaio 2011 — pagina 02 sezione: Cagliari