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Pubblico impiego – Permessi e disabilità
Sì ai permessi retribuiti anche se il disabile è lontano
Il dipendente pubblico ha diritto ai permessi mensili retribuiti anche se il familiare disabile cui bisogna prestare assistenza non solo non è convivente, ma risiede in una città lontana da quella in cui opera l’impiegato dell’amministrazione. E la situazione non cambia laddove il lavoratore afferisca a una categoria comunque legata ad una sede di servizio stabile come accade agli appartenenti alle forze di polizia. Lo precisa la sentenza n. 63/2011 del Tar Puglia, sezione terza.
Il requisito per la concessione del beneficio è che il dipendente si occupi del congiunto disabile con “continuità”. Il che, tuttavia, non significa che l’assistenza debba essere per forza quotidiana. E’ invece sufficiente che l’opera di supporto al familiare sia prestata dal pubblico impiegato in modo sistemativo: non risulta dunque di ostacolo la distanza chilometrica, pure rilevante, tra la casa del portatore di handicap e la sede di servizio del lavoratore tenuto a prendersi cura del congiunto.
Secondo il comando generale della Guardia di finanza, l’interpretazione del presupposto della continuità che esclude il requisito della quotidianità dell’impegno di assistenza non varrebbe per i pubblici dipendenti appartenenti alle forze di polizia che sono comunque legati a una sede di servizio stabile. Così facendo, tuttavia, prevarrebbe una lettura delle norme discriminatoria nei confronti di questa categoria di lavoratori.
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