Archivi giornalieri: 20 gennaio 2011

Ue, oltre il 60% degli immigrati proviene da uno stato membro

NEWS

Il ruolo delle migrazioni internazionali

immigrati6.jpg

Le migrazioni internazionali hanno un ruolo importante nel configurare dimensione e struttura della popolazione nella maggior parte degli Stati europei. L’aumento della popolazione totale negli ultimi anni è stato infatti principalmente causato dagli elevati tassi di migrazione netta (numero totale di persone immigrate meno il numero totale di persone emigrate).

Negli ultimi 4 anni la popolazione degli Stati Ue è cresciuta, in media, di 1,7 milioni l’anno, solo per effetto dei flussi migratori. Anche se, globalmente, l’immigrazione verso gli Stati membri dell’Ue è in diminuizione e l’emigrazione in aumento, il saldo migratorio è ancora positivo e spiega, da solo, il 71% dell’aumento totale della popolazione. Le stime Eurostat indicano che la tendenza alla diminuizione dei flussi migratori verso gli Stati membri dell’Ue, iniziata nel 2008, continua anche nel 2009. Una tendenza analoga è stata osservata nella maggior parte degli Stati membri anche sulla base delle statistiche sui permessi di soggiorno e di lavoro rilasciati a cittadini extracomunitari.

In molti Stati membri dell’Ue l’immigrazione non vuol dire soltanto aumento della popolazione totale, ma anche una popolazione molto più giovane. Se la struttura per età della  popolazione totale degli Stati membri dell’UE somiglia infatti al profilo di un “cipresso”, (vedi figura) dove tronco, chioma e punta sono più o meno equivalenti, quella della popolazione immigrata – molto più giovane – è ben rappresentata dal profilo di un “albero di natale”: tronco stretto e corto (pochi bambini), chioma larghissima verso il basso (moltissimi giovani), punta esile (pochissimi anziani).

Il paese Ue dove si registra il più grande numero di immigrati in un anno è la Spagna (726 000). Germania, Regno Unito e Italia hanno anche loro ricevuto più di mezzo milione di immigrati. Complessivamente, questi quattro paesi rappresentano più dei due terzi  (67%) di tutti gli immigrati dell’Ue. È ovvio però che a ricevere più immigrati siano i paesi più grandi e con una popolazione maggiore. Comparando infatti il numero di immigrati con la popolazione totale di ciascun paese (immigrati per 100 abitanti), le cifre appaiono ben diverse. Il paese con il più alto tasso d’immigrazione in rapporto alla popolazione è infatti il Lussemburgo (3,8%), seguito da Malta e Cipro. Al quarto posto la Spagna (1,7%), che è quindi il primo tra i “grandi paesi”. Il regno Unito è al 11° posto (0,9%), l’Italia al 12° (0,8%), la Germania al 14° (0,7%).

La Germania ha registrato il numero più alto di emigranti (738000, con conseguente saldo migratorio negativo), seguita dal Regno Unito con 427000 e dalla Spagna con 266000. È ovvio che in questi casi si tratta soprattutto di nuove migrazioni, ossia di cittadini stranieri, o di origine straniera, che tornano nel loro paese d’origine o che migrano verso altri Stati. L’emigrazione vera e propria è invece un fenomeno importante per Romania la Polonia. Ma ad emigrare in uno Stato membro non sono solo i cittadini stranieri. L’immigrazione  comprende infatti sia cittadini stranieri, sia i migranti nazionali che ritornano. Più di mezzo milione di immigrati, ovvero il 15% del totale, sono cittadini del paese in cui sono andati a vivere.

www.osservatorioinca.org

UE facilita le cure sanitarie all’estero

I diritti dei pazienti

malattia2.jpgIl cittadino europeo che decide di recarsi in un altro Paese dell’UE, per viaggio, lavoro o altro, non dovrà più avere preoccupazioni in materia sanitaria. Il Parlamento Europeo, in Plenaria a Strasburgo, ha approvato una nuova normativa che regola il diritto dei pazienti alle cure mediche in un altro paese dell’UE, chiarendo anche le modalità di rimborso e i casi che richiedono un’autorizzazione preventiva.

Secondo le nuove norme i cittadini dell’UE possono essere rimborsati per l’assistenza medica che ricevono in un altro Stato membro, a condizione che il trattamento e i costi sarebbero stati normalmente coperti nel loro paese. Le autorità possono esigere che i pazienti richiedano un'”autorizzazione preventiva” per i trattamenti che necessitano di un ricovero ospedaliero o di cure sanitarie specializzate. Ogni rifiuto dovrà essere giustificato secondo un elenco ristretto di motivi.

Ogni Stato membro deve designare un “punto di contatto” per fornire informazioni ai pazienti interessati alla ricerca di cure all’estero e per fornire assistenza in caso di problemi. La ricerca di cure sanitarie all’estero potrebbe avvantaggiare soprattutto i pazienti inseriti in lunghe liste d’attesa, o quelli che non sono in grado di trovare cure specialistiche. Attualmente, l’1% dei bilanci sanitari degli Stati membri viene impiegato in cure sanitarie transfrontaliere. Le norme riguardano solo coloro i quali scelgono di farsi curare all’estero. La tessera europea di assicurazione malattia continuerà a restare valida per i cittadini che necessitano di trattamento urgente quando si recano in visita un altro paese dell’UE. I deputati hanno anche rafforzato le disposizioni per la cooperazione in materia di malattie rare.

La relazione legislativa è stata preparata dalla deputata popolare francese Françoise Grossetête, che ha commentato: “I pazienti non saranno più lasciati soli quando cercano cure sanitarie all’estero e l’ottenimento del loro rimborso. Questa direttiva, finalmente, farà luce sui diritti dei pazienti, fino ad ora molto aleatori”. Il testo approvato è il risultato di un accordo raggiunto con il Consiglio, che deve ancora dare la sua approvazione formale; dopo di che, gli Stati membri avranno 30 mesi di tempo per apportare le necessarie modifiche alla loro legislazione nazionale.

Il Commissario europeo alla salute e protezione dei consumatori, John Dalli, ha detto che “il voto odierno segna un importante passo avanti per quanto concerne i diritti dei pazienti in Europa. La direttiva – ha aggiunto Dalli – fa chiarezza sul diritto dei cittadini di accedere a cure sicure di buona qualità in tutti i paesi dell’UE e di esserne rimborsati. I cittadini europei preferiscono ricevere un’assistenza sanitaria vicino a casa propria: nessuno, quando è malato, vuole spostarsi più lontano del necessario. A volte però i cittadini hanno bisogno di recarsi all’estero poiché le cure specializzate o l’assistenza di cui hanno bisogno non sono disponibili entro le frontiere nazionali. O semplicemente perché l’ospedale più vicino si trova oltre frontiera. Questa direttiva aiuterà i pazienti che hanno bisogno di cure specializzate, ad esempio quelli che cercano una diagnosi o una cura per una malattia rara. La direttiva – ha concluso il Commissario – porrà in atto una più stretta cooperazione tra gli Stati membri in tema di salute, ad esempio per quanto concerne il riconoscimento reciproco delle prescrizioni. Gli esperti della sanità di tutta Europa potranno scambiarsi buone pratiche e avvantaggiarsi delle innovazioni nel campo della valutazione delle tecnologie per la salute e dell’assistenza sanitaria on line (eHealth). Incoraggio gli Stati membri ad attuare celermente questa direttiva.”

Helpconsumatori

Cassazione – Lavoratori dello spettacolo e l’indennità ordinaria di disoccupazione

NEWS

No al trattamento di disoccupazione per i lavoratori dello spettacolo

cassazione.jpg

Con la sentenza 12355 del 20 maggio 2010, citata nel messaggio Inps numero 33014 del 31 dicembre 2010, si conclude in maniera negativa una querelle che da anni poneva in contrapposizione la legge, le circolari della Direzione Centrale Inps e i comportamenti delle singole sedi dell’Istituto.
Ci riferiamo alla possibilità di percepire l’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti per i lavoratori dello spettacolo esclusi dall’obbligo contributivo contro la disoccupazione, ovvero il personale artistico, tecnico e culturale delle aziende dello spettacolo.

Nel 1988, anno in cui è stata istituita la disoccupazione con requisiti ridotti, l’Inps aveva sostenuto (circ. 139/88) che poiché il dettato della legge recitava “settantotto giornate…. nell’assicurazione obbligatoria”, tale contribuzione fosse da intendersi come riferita a quella IVS versata all’Inps o nei fondi sostitutivi, esonerativi o esclusivi.

Non tutte le sedi Inps applicavano questa circolare.Spesso, notando l’assenza di contribuzione contro la disoccupazione involontaria, alcune sedi Inps inizialmente respingevano le nostre domande, per poi liquidare l’indennità dopo che, tramite ricorso, le portavamo a conoscenza della suddetta circolare, peraltro presente solo in parte nel sito www.inps.it.
Ciononostante, alcuni direttori non erano persuasi neanche dalla circolare 139/88 ed opponevano ulteriore resistenza.
In tali casi, dalla sede nazionale abbiamo sconsigliato di proseguire per le vie legali, anche perchè il nostro stesso collegio legale considerava abbastanza debole, rispetto al dettato di legge, l’argomento sostenuto dalla circolare Inps.
Perdendo una causa, temevamo, avremmo fatto cambiare l’orientamento ufficiale, per quanto spesso disatteso, dell’Inps.

La sentenza di cassazione n. 12355 del 20 maggio 2010 riassume tutte le argomentazioni che i nostri legali ci avevano paventato.
Quella più importante, in particolare, riguarda la sostanziale identità tra disoccupazione con requisiti normali e con requisiti ridotti, non a caso entrambe chiamate “ordinaria”.
Posto come pacifico che coloro i quali non sono tenuti al versamento della contribuzione contro il rischio disoccupazione involontaria non abbiano diritto alla prestazione con requisiti normali, la Suprema Corte indica che non può essere il numero inferiore di giornate necessarie o la diversità nella modalità del pagamento a differenziare le due prestazioni per ciò che concerne l’individuazione dei soggetti tutelati.
Altro principio, marginale ai fini della decisione – ma comunque citato nel ricorso in cassazione nel caso di specie, e comunque da tenere presente nell’ambito di una valutazione dei ricorsi giudiziari – ribadito dalla Suprema Corte, è che il fatto che la modulistica Inps preveda la possibilità di dichiarare tra le attività svolte quella di lavoratore dello spettacolo non è atto creatore di diritto, in quanto “in nessun caso la modulistica predisposta dall’Inps per la formulazione delle domande di accesso alla prestazione previdenziale potrebbe estendere la platea degli assicurati oltre l’ambito previsto dalle leggi che la disciplinano”.

Per maggiori e ulteriori informazioni ci si può rivolgere alle sedi dell’Inca presenti su tutto il territorio nazionale.

Indennità congedo straordinario per assistenza lavoratori dipendenti privati

NEWS

Ripristinata la possibilità di conguaglio

inps3.jpg

In  un messaggio di fine anno (n. 31250/10), l’Inps ha sciolto il nodo relativo alla propria competenza a erogare l’indennità sostitutiva della retribuzione durante il periodo di fruizione del congedo straordinario da parte di lavoratori dipendenti di un datore di lavoro che versa all’Inps la contribuzione di malattia e maternità a norma dell’articolo 20 della legge 133/08. 

L’Inps, infatti, sentito il Ministero del Lavoro, afferma che, “indipendentemente dall’Ente pensionistico a cui il datore di lavoro versa la contribuzione per IVS, é ripristinata la possibilità di conguaglio degli importi erogati a titolo di indennità per congedo straordinario”.

Questa precisazione dell’istituto previdenziale interessa particolarmente le lavoratrici ed i lavoratori occupati presso le imprese dello Stato, degli Enti pubblici e degli enti locali privatizzati o a capitale misto, ed anche gli iscritti all’ Inpgi, all’ Enpals e all’ Ipost.

Ricordiamo anche le indicazioni già emanate dall’Inps nel 2009 relative alla presentazione delle domande :

1. qualora il lavoratore richiedente la prestazione sia dipendente di un’azienda di non immediata classificabilità, dovrà richiedere al proprio datore di lavoro una dichiarazione di responsabilità attestante che la propria azienda appartiene ad una delle tipologie delle imprese destinatarie dell’obbligo contributivo. Tale dichiarazione deve essere presentata dal lavoratore interessato all’Inps;

2. qualora l’azienda non rilasci la dichiarazione di responsabilità (o altra documentazione idonea) l’Inps accetta la domanda, ma il riconoscimento dell’indennità sarà possibile solo dopo la verifica, col datore di lavoro, della sussistenza dell’obbligo contributivo di cui all’art. 20 della legge 133/2008. Il datore di lavoro comunque anticipa l’indennità al lavoratore e poi successivamente conguaglia con l’INPS.

Per maggiori ed ulteriori informazioni ci si può rivolgere alle sedi del patronato Inca presenti su tutto il territorio nazionale.

Decreto flussi immigrazione: l’Inca chiede la sospensione dei click day

NEWS

Dichiarazione di Morena Piccinini, presidente Inca

INCA.jpg

Il Patronato Inca Cgil denuncia i continui blocchi del sistema informatico delle domande di nulla osta al lavoro per il decreto flussi 2010.  A tre giorni dall’avvio della procedura telematica, gli uffici del Patronato si trovano nella impossibilità di supportare quei datori di lavoro che, pur in un momento così difficile sul piano occupazionale, fanno richiesta di assunzione di manodopera straniera.

“Questa situazione inaccettabile – spiega Morena Piccinini, presidente Inca – sta creando gravi disagi agli utenti, all’organizzazione del lavoro degli uffici e alla stessa immagine del Patronato”.

“Peraltro – aggiunge il Presidente – il ministero degli interni -, nonostante le preoccupazioni espresse più volte dopo le esperienze passate nelle scorse edizioni, il Patronato non è mai stato coinvolto in nessun confronto che aiutasse l’avvio regolare dell’inoltro telematico delle richieste. 

Nell’unico incontro, che si è tenuto il 12 gennaio, a 5 giorni dall’avvio della procedura, il ministero degli interni si è limitato a illustrare le modalità tecniche del sistema informatico, senza dare la possibilità ai Patronati di intervenire nel merito”.

“Ancora una volta – sottolinea Piccinini -, questo Governo mentre pretende il rispetto delle regole da parte degli immigrati, agisce senza alcun riguardo verso gli immigrati stessi e  i patronati, che si sono impegnati ad agevolare e ad aiutare i datori di lavoro nell’inoltro delle domande”.

“Per questa ragione – continua il Presidente -, visti i pochi giorni mancanti per il primo click day (31 gennaio) e il perdurare del disservizio, denunciamo come venga a mancare il tempo indispensabile per poter istruire adeguatamente le domande di gestione dei flussi”.

“Pertanto, diventa indispensabile che il Ministero si faccia carico di questa situazione, sospendendo l’intera procedura, prorogando i termini per i click day, fino a quando non sarà in grado di garantire la ripresa dell’operatività senza alcun blocco”.

Indennizzo per i soggetti danneggiati dal vaccino antinfluenzale

NEWS

 

 Parità di trattamento con l’identico interesse collettivo
raffreddore.jpg

Ci sono stati segnalati casi di persone che hanno contratto, dopo aver effettuato il vaccino antinfluenzale, la sindrome di Parsonage-Turner. Per questo motivo ricordiamo che una
sentenza del giudice di Ravenna del 2007 ha riconosciuto il diritto all’indennizzo ex legge 210 ad un cittadino che, a seguito di vaccino antinfluenzale, aveva contratto, in quel caso, la sindrome di Guillaume-Barré (poliradicolonevrite acuta).

Il motivo principale della positiva decisione del giudice di Ravenna fu che il diritto all’indennizzo spetta anche in caso di vaccinazione non obbligatoria purché consigliata in base alle campagne di sensibilizzazione.

Il giudice aveva radicato la propria decisione in due sentenze della Corte Costituzionale (nn. 27/98 e 423/00) che sostengono come “lo stesso diritto all’indennizzo va esteso sempre in via interpretativa anche a quei trattamenti sanitari che fossero comunque consigliati attraverso campagne di sensibilizzazione promosse dall’autorità amministrativa sulla base della legge”.

Ambedue le sentenze dell’Alta Corte poggiano su due considerazioni:
1. non è lecito richiedere che il singolo esponga a rischio la propria salute per un interesse collettivo senza che la stessa collettività sia disposta a condividere, come possibile, il peso delle eventuali conseguenze negative;
2. “non vi è ragione di differenziare il caso in cui il trattamento sanitario sia imposto per legge da quello in cui esso sia, in base ad una legge, promosso dalla pubblica autorità in vista della sua diffusione capillare nella società”.

Forte di queste considerazioni, il giudice di Ravenna sostiene che la ratio costituzionale del diritto all’indennizzo “si poggia sull’esistenza di  un interesse pubblico alla promozione della salute collettiva tramite il trattamento sanitario, il quale, viene dalla legge assunto ad oggetto di un obbligo legale o di una politica pubblica di diffusione tra la popolazione”.

Da questo consegue l’esigenza di parità di trattamento delle diverse ipotesi di vaccinazione poiché portano in sé un identico interesse collettivo alla promozione alla salute.

Indagine della Comunità di S.Egidio sui non autosufficienti

Come curarsi a casa

anziani.jpg

A Napoli aumenta il numero di anziani che vivono in condizioni di povertà e non autosufficienza, ma diminuiscono i servizi. Lo dimostra un’indagine elaborata dalla Comunità di Sant’Egidio che promuove dal 2006 a Napoli, dopo le città di Novara, Messina, Savona, Livorno, Roma e Catania, il programma “A casa è meglio” finanziato dal comune (e da Enelcuore fino al 2009).

Dai dati emerge che in Campania – dove si registra la più bassa aspettativa di vita del territorio nazionale – l’assistenza domiciliare copre un fabbisogno minino, raggiungendo appena lo 0,5 % degli ultrasessantacinquenni e collocando la regione all’ultimo posto per numero di anziani utenti di servizi e strutture. Nato per rispondere alle loro esigenze e, al contempo, proporre un modello di cure domiciliari, il progetto prevede una serie di interventi di prevenzione, protezione, assistenza e sostegno (rivolti agli anziani e alle loro famiglie) nel rione Sanità, zona di Napoli caratterizzata da una presenza significativa di anziani poveri e, spesso, isolati dal resto del quartiere.
 
Nell’ambito del programma è stata realizzata anche la guida “Come curarsi a casa”, un vademecum che raccoglie indirizzi e informazioni utili per gli anziani e per le loro famiglie su tutti i servizi disponibili, dai sussidi che si possono ottenere, al dischetto H per disabili, dalle richieste per l’assistenza domiciliare integrata, la carta d’identità a domicilio e gli altri iter praticabili, alle associazioni presenti sul territorio.
 
I risultati del progetto sono stati presentati nel corso di un incontro organizzato nel capoluogo campano dalla Comunità di Sant’Egidio venerdì scorso. Anziani e disabili non protestano certo in maniera violenta o clamorosa, ma affrontare le emergenze solo quando esplodono non è una scelta inadeguata (sul piano sanitario, sociale e umano) e alla fine anche costosa? Ci sono nuove sfide a cui bisogna rispondere, secondo gli organizzatori, con scelte coraggiose ed efficaci: aiutare gli anziani ad invecchiare a casa propria è la nuova frontiera. Migliorare la qualità della vita degli anziani, sostengono da Sant’Egidio, è un grande investimento di civiltà e di cultura ed è anche un segno di speranza di cui Napoli ha profondamente bisogno. Ecco, dunque, la proposta dell’associazione: attuare un sistema di protezione sociale attorno all’anziano e alla sua casa, coinvolgendo, in una rete di prossimità, diversi soggetti. Un appello sottoscritto dagli stessi anziani, come Maria che in una lettera aperta per evitare l’istituto scrive: “Aiutate me e tutti gli anziani a restare a casa, forse vivrò di più, sicuramente vivrò meglio”.

Redattore sociale

Disabili in piazza a difesa della legge 68

Il voltafaccia del Governo

disabilit6.jpg

“Un voltafaccia, un tradimento, un vero e proprio bluff”. A largo Chigi, sotto il ministero dei Rapporti con il Parlamento, sono stati in tanti ieri mattina a rispondere all’appello lanciato  dalle associazioni dei familiari di persone con disabilità per chiedere al governo garanzie sulla decisione – precedenza a orfani e vedove e diminuzione della percentuale disabili – che mette a rischio ben 10mila posti di lavoro riservati alle persone disabili in quota del 7% ai sensi del collocamento mirato (Legge 68/99).
 
Con loro anche le principali associazioni nazionali a difesa dei diritti delle persone disabili: Anmic (Mutilati e invalidi civili), Uic (Unione italiana ciechi), Fish (Federazione italiana superamento handicap), Aism (Sclerosi multipla), Comunità Capodarco di Roma, Casa della Solidarietà onlus, Coordinamento delle consulte municipali, Cgil, Cisl e Uil non hanno infatti fatto mancare appoggio e condivisione della protesta. Presenti anche i deputati del partito Democratico, Cesare Damiano, Amalia Schirru e Luciana Pedoso.
 
Due le delegazioni che sul finire del presidio si sono mosse: la prima, con i deputati Damiano, Schirru e Pedoso, si è diretta da Elio Vito, ministro per i rapporti con il Parlamento; la seconda, più composita e numerosa, si è invece diretta sotto la sede della presidenza della Camera. Entrambe chiedono certezze sulla quota riservata del 7% e garanzia per i diritti di inserimento lavorativo per le persone con disabilità. Quella con i deputati si è diretta dal ministro Vito per chiedere di sollecitare il parere favorevole di Tremonti alla ‘legislativa’ in commissione Lavoro sulla proposta di legge Schirru, proposta (numero 3720) che chiarisce l’interpretazione da dare alla modifica della 68/99 introdotta all’articolo 5, comma 7 del decreto-legge 102/2010 convertito dalla legge 126 del 2010 e che con la ‘legislativa’ diventerebbe subito legge senza passare dal Parlamento. La seconda delegazione, più numerosa e chiassosa, si è invece diretta sotto la Presidenza della Camera affinché – sostengono i partecipanti – si chiarisca il “voltafaccia fatto dal Governo all’intera categoria dei disabili e non da oggi”.
 
“Per un’interpretazione autentica della legge 68/99, per il diritto dei disabili a lavorare, per evitare la guerra tra poveri, si deve – hanno poi aggiunto tanti tra i partecipanti – evitare che per garantire una categoria si danneggia un’altra. Entrambe hanno diritto, ma non una a scapito dell’altra”. Alla base del contenzioso tra il mondo della disabilità italiana e il governo, infatti, c’è l’interpretazione autentica del comma 2 dell’articolo 1 della legge 23 novembre 1998, n. 407, in materia di applicazione delle disposizioni concernenti le assunzioni obbligatorie e le quote di riserva in favore dei disabili, volta al rispristino del 7% dei posti riservati nelle aziende pubbliche e private con più di 15 dipendenti. Messa duramente a rischio per un totale di 10mila posti nel 2011 dalla modifica alla 68/99 introdotta all’articolo 5, comma 7 del decreto-legge 102/2010 convertito dalla legge 126 del 2010 sulle missioni internazionali. Modifica che non solo da precedenza a orfani e vedove nelle assunzioni ‘obbligatorie’, ma restringe anche la quota del7% riservata alla disabilità.

“Eppure ci aveva rassicurato – dicono i promotori del presidio – e anche in commissione Lavoro, su proposta della deputata Schirru, tutti i deputati in modo bipartisan avevano inoltrato un’interrogazione al ministro Sacconi. Disse che un tavolo tecnico stava lavorando per noi, ma con quali risultati?”.

Redattore sociale

Al via il decreto flussi

NEWS

Annuo nuovo… nuova lotteria

immigrati1.jpg

E’ partito il 17 gennaio, non senza problemi, l’iter per ottenere nuovi permessi di soggiorno. E’ possibile quindi registrarsi online sul sito www.interno.it dove si può scaricare l’applicativo per registrarsi e compilare le domande per l’ingresso dei lavoratori extracomunitari (non stagionali) in base al decreto flussi 2010. In totale sono circa 100mila i nuovi ingressi che saranno autorizzati. Ed è vietato sbagliare: il ministero raccomanda vivamente di utilizzare il modulo giusto, poiché in caso di errore non sarà possibile modificare la domanda con la conseguenza che l’istanza verrà rigettata.

Due settimane di tempo per iscriversi, poi il primo invio delle richieste scatterà il 31 gennaio dalle ore 8: chi prima arriva avrà più possibilità di successo. Quel giorno sarà possibile spedire le domande per i lavoratori subordinati dei paesi che hanno stipulato accordi con l’Italia e che quindi godono di 52.080 ingressi riservati (Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Filippine, Ghana, Marocco, Moldavia, Nigeria, Pakistan, Senegal, Somalia, Sri Lanka, Tunisia, India, Perù, Ucraina, Niger e Gambia). Il secondo click day è fissato per il 2 febbraio sempre dalle 8, quando sarà possibile inviare le domande relative a 30mila colf e badanti. Dal 3 febbraio, infine, sempre a partire dalle 8 del mattino, si potranno inviare le domande per tutti i restanti settori, riservate ad 11mila ingressi.

Forse per l’enorme quantità di accessi, forse per alcuni errori nel software per la compilazione delle domande, ma il primo giorno dopo poco più di un’ora e mezza dall’apertura della parte dedicata alle domande non sono stati Al via ilpochi i problemi segnalati dagli utenti pronti a compilare i moduli. Lo denuncia il “Progetto Melting Pot Europa” che ha pubblicato una guida completa per orientarsi in questa giungla legislativa. Sul sito sono segnalati errori nei campi da compilare e sessioni che scadono continuamente. “Attendiamo nelle prossime ore – si legge – la risoluzione di queste problematiche che nulla di buono fanno prevedere per la delicata procedura di assunzione tramite il decreto flussi”.

Per presentare la richiesta, gli irregolari devono “uscire” dall’Italia e provare a rientrare da regolari. Ma i pochi posti disponibili non riescono a supportare le domande, sempre in numero maggiore rispetto alle vere opportunità lavorative. La Cgil e il patronato Inca, pur mantenendo “profonde critiche” al decreto flussi, “offriranno ancora una volta la loro consulenza e il loro servizio ai lavoratori immigrati, e ai loro datori di lavoro, che intendono presentare la domanda”. Così il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, e il presidente dell’Inca, Morena Piccinini.

In realtà, sostengono le due dirigenti sindacali, “i datori di lavoro presentano la domanda per lavoratori già presenti nel nostro Paese e, nel caso dell’esito positivo della domanda, il lavoratore deve rientrare nel suo Paese d’origine e chiedere il visto per motivi di lavoro con il rischio di essere segnalato dalla polizia di frontiera al momento d’uscita dal paese, così come previsto dalla legge 94/2009 che introduce l’aberrante reato di clandestinità”.

n. 448 del 20 gennaio 2011

 

Direzione Provinciale del Lavoro di Modena  

 

www.dplmodena.it  

                                                                                                                                                                                            

NEWSLETTER LAVORO

 

 newsletter settimanale per gli operatori del mercato del lavoro

 

   Convegno                                                                              

>     Convegno Nazionale

La Direzione provinciale del lavoro di Modena, in collaborazione con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, per celebrare i 10 anni dall’istituzione del proprio sito internet (www.dplmodena.it), organizza un convegno dal titolo: “dplmodena.it – La tecnologia al servizio della conoscenza – 10 anni di informazione in materia di lavoro“.

Nei prossimi giorni pubblicheremo le modalità di iscrizione per chi vorrà partecipare al convegno.

per accedere alle notizie  _              

   Le Novità in materia di Lavoro                                               

>     Min.Lavoro: modalità operative per l’invio telematico del prospetto informativo dei disabili

Il Ministero del Lavoro ha emanato una lettera circolare concernente le modalità operative per l’invio telematico del prospetto informativo dei disabili.

per accedere alle notizie  _              

>     Min.Sviluppo Economico: nuove tariffe per la corrispondenza attinente le procedure giudiziarie

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il Decreto 25 novembre 2010, con le disposizioni in materia di invii di corrispondenza rientranti nell’ambito del servizio postale universale e tariffe degli invii di corrispondenza raccomandata e assicurata attinenti alle procedure amministrative e giudiziarie.

per accedere alle notizie  _              

>    Governo: modalità di concessione degli aiuti di Stato alle imprese

E’ stato pubblicato il D.P.C.M. del 23 dicembre 2010, con le modalità di applicazione della comunicazione della Commissione europea «Quadro temporaneo dell’Unione per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’accesso al finanziamento nell’attuale situazione di crisi economica e finanziaria».

per accedere alle notizie  _              

>    Min.Lavoro: chiarimenti in materia di regimi di autorizzazione all’incontro tra domanda e offerta di lavoro

Il Ministero del Lavoro ha emanato la circolare n. 3/2011, concernente i chiarimenti operativi alle novità normative contenute nella Legge n. 183/2010 (c.d. Collegato lavoro) in materia di regimi di autorizzazione all’incontro tra domanda e l’offerta di lavoro.

per accedere alle notizie  _              

>     Min.Lavoro: addizionale su contributi agricoli per la copertura degli oneri per danno biologico

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato il Decreto 21 ottobre 2010 con la determinazione, per l’anno 2009, dell’addizionale sui contributi assicurativi agricoli per la copertura degli oneri relativi al danno biologico.

per accedere alle notizie  _              

>     Reg.Emilia Romagna: proroga ammortizzatori sociali in deroga per il 2011

La Regione Emilia Romagna fornisce le prime indicazioni operative per la prosecuzione, nel corso del 2011, degli interventi di ammortizzatori sociali in deroga di cui alla DGR 692/2009.

per accedere alle notizie  _              

>     TFR: aggiornato il coefficiente di rivalutazione per il mese di dicembre 2010

A dicembre, il coefficiente per rivalutare le quote di trattamento di fine rapporto (TFR), accantonate al 31 dicembre 2009, è: 2,935935%.

per accedere alle notizie  _              

>     INPS: modifica del saggio di interesse legale

L’INPS informa della variazione all’1,50% del saggio di interesse legale.

per accedere alle notizie  _              

>     Min.Lavoro: Fondo Nazionale per le politiche sociali e Fondo per le non autosufficienze anno 2010

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato i Decreti Interministeriali del 4 ottobre 2010, con i quali vengono ripartite fra le Regioni e le Province autonome le risorse del Fondo Nazionale per le politiche sociali e del Fondo per le non autosufficienze per l’anno 2010.

per accedere alle notizie  _              

>     INPS: gestione separata – chiarimenti in ordine all’obbligo contributivo sui compensi

L’INPS fornisce alcuni chiarimenti in ordine all’obbligo contributivo sui compensi percepiti per la partecipazione ai collegi nazionali o territoriali di gestione di albi o elenchi professionali o degli enti di previdenza privati o privatizzati delle professioni alla luce della circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 105 del 12 dicembre 2001.

per accedere alle notizie  _              

>     INPS: nuove modalità di gestione delle rateazioni in fase amministrativa

L’INPS fornisce le disposizioni che trovano applicazione a decorrere dal 1° gennaio 2011, per quanto riguarda le Nuove modalità di gestione delle rateazioni in fase amministrativa.

per accedere alle notizie  _              

   Gli approfondimenti della DPL di Modena                                 

>      Rappresentatività, nodo gordiano irrisolto (dr.Ariano)

>      Il licenziamento dei lavoratori disabili avviati dai servizi per il collocamento obbligatorio (dr.Millo)

per accedere alle notizie  _              

   Sentenze della Cassazione in materia di lavoro                       

>      Assegni familiari e truffa nei confronti dell’INPS

per accedere alle notizie  _