Giovani precari: più lavori, meno salario

 

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Poco più di un terzo fa due o più lavori

Non solo disoccupati o inoccupati, ci sono tanti giovani che per sbarcare il lunario fanno due o più lavori. Spesso con contratti atipici, tante volte in nero. È quanto è emerso dal sondaggio svolto dal magazine bimestrale freepress Walk on Job (sito internet www.walkonjob.it) a cui hanno risposto 500 ragazzi, intervistati tra il 19 ottobre e il 20 novembre 2010 e che è l’argomento dell’inchiesta, a firma di Elisa Di Battista, pubblicata, sul numero appena uscito e distribuito in oltre 41 città italiane. E’ quanto si apprende da un comunicato del magazine.

Poco più di un terzo fa due o più lavori.
Il 38% dei ragazzi che hanno risposto al sondaggio, tramite la pagina Facebook del magazine, la newsletter e il sito Internet, ha ammesso di svolgere due o più lavori. Queste le percentuali nello specifico: a svolgere un solo lavoro è il 48,3%, due lavori contemporaneamente il 24,3%, più di due il 12,1%  mentre il 15,5 ha ammesso di essere inoccupato o disoccupato.

Una situazione, quella da precari multitasking o come li ha chiamati ironicamente il giornale da “polipi professionali” nella quale i ragazzi si sono trovati più volte come ammette il 32,9% degli intervistati. Il 14,7% ha detto di averlo fatto perché spinto dalla necessità e dalla ricerca di maggiore autonomia, l’11% ha ammesso di fare più lavori perché gli piace impegnarsi in ambiti diversi e per il 10,7% si tratta della normale condizione lavorativa, mentre il 14% dice di non averne l’interesse né la necessità.

Due o tre lavori in ambiti affini o completamente diversi?
La maggioranza di chi ha risposto al sondaggio, esattamente il 66,9%, racconta di avere fatto lavori completamente differenti, solo  il 36,7% ha trovato impieghi che avessero un qualche nesso tra loro. C’è chi fa la ricercatrice universitaria e allo stesso tempo fa assistenza al cliente o la promoter. Ancora chi fa l’insegnante, ma nei momenti liberi fa ricevimento in hotel, c’è anche l’impiegata che serve ai tavoli, chi fa la maschera in teatro, l’assistente costumi e collabora con una casa editrice e chi, smessi i panni di avvocato in uno studio legale, lavora in un panificio, solo per citare alcune delle tante risposte date dai ragazzi che hanno partecipato al sondaggio.

Contratti?
Vincono gli atipici, ma anche il lavoro nero. Aspetto contratti. In questo caso, i dati sono tutt’altro che incoraggianti.  Alla domanda “Che contratto regola il tuo rapporto di lavoro?” ecco le risposte:

Contratto a tempo indeterminato 26,3%
Contratto a tempo determinato/agenzia interinale 30,9%
Partita IVA 6,9%
Contratto a progetto 37,2%
Contratto di collaborazione occasionale/ritenuta d’acconto/a chiamata 39,4%
Contratto a diritto d’autore 1,9%
Contratto professionalizzante/apprendistato 10,4%
“Contratto in nero” 33,2%

Molto alta la percentuale di chi lavora in nero e di chi invece ha un contratto a collaborazione occasionale e a progetto. Il contratto atipico vince sull’indeterminato che, comunque con il 26,3%, rappresenta una percentuale interessante.

Altro che generazione mille euro.

E i guadagni? Anche in questo caso, prospettive tutt’altro che rosee:

meno di 500 euro/mese 18,8%
tra 500-800 euro/mese  22,9%
tra 800-1000 euro/mese 14,7%
tra 1100-1200 euro/mese 13,6%
oltre 1200 euro/mese 19,9%
oltre 1800 euro/mese 6,8%
oltre 2500 euro/mese 3,3%

Dai dati emerge che la maggior parte degli utenti (il 56,4% in totale) guadagna meno di 1000 euro al mese, altro che generazione 1000 euro.

walkonjob.it

Giovani precari: più lavori, meno salarioultima modifica: 2010-12-22T13:48:09+01:00da vitegabry
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