Archivi giornalieri: 18 dicembre 2023

OSPITONE. CHI ERA COSTUI?

OSPITONE. CHI ERA COSTUI?

di Francesco Casula

Conosciamo Ospitone da un unico documento storico: la lettera (vedi Documenti) del papa Gregorio Magno del maggio 594, a lui indirizzata, in cui è definito ”dux Barbaricinorum”. In essa il Pontefice, a lui unico seguace di Cristo in quel popolo di pagani, chiede di cooperare alla conversione delle popolazioni barbaricine che ancora “vivono come animali insensati, non conoscono il vero Dio, adorano legni e pietre”. Non si hanno notizie di un’eventuale risposta di Ospitone né sappiamo se lo stesso si sia impegnato nell’opera di conversione dei suoi sudditi. Una cosa è però certa: la lettera del grande papa serve a illuminare la precedente storia della Sardegna: la presenza nell’Isola alla fine del 500 di un “dux barbaricinorun” mette in discussione infatti numerose categorie storiografiche della storia ufficiale. Ad iniziare dalla visione di una Sardegna conquistata, vinta e dominata, dai Cartaginesi prima e dai Romani e Bizantini poi. In questo luogo comune inciampa persino il grande storico tedesco Theodor Mommsen che in Storia di Roma antica parla di una “Sardegna vinta e dominata per sempre” dopo la sconfitta di Amsicora nel 215 a. C. da parte del console romano Tito Manlio Torquato. Se così fosse, perché continuano incessanti le rivolte dei Sardi, soprattutto barbaricini, per secoli, con i massicci interventi militari romani?
Se fosse stata “vinta e dominata per sempre” che significato avrebbe nel 594 la presenza e coesistenza in Sardegna di un “dux barbaricinorum”, Ospitone appunto e di un dux bizantino, Zabarda, di stanza a Forum Traiani (Fordongianus), che proprio in quel momento tentava di concludere la pace con i Barbaricini? Evidentemente la parte interna della Sardegna, pur vinta, aveva comunque conservato, fin dal dominio romano, una sua indipendenza o comunque una sua autonomia, politica ma anche economica e sociale e persino culturale, nonostante l’imposizione della lingua latina che prenderà il posto della vecchia lingua nuragica.
E non si tratta di una parte interna circoscritta e limitata alle civitates barbariae intorno al Gennargentu: ma ben più vasta e con precise caratteristiche politiche, sociali ed economiche. Ecco in proposito l’autorevole opinione del più grande storico medievista sardo, Francesco Cesare Casula:”…Dalle parole del pontefice si evince che, al di là del limes fra Roméa e Barbària le popolazioni avevano un proprio sovrano o duca e che quindi erano statualmente conformate almeno in ducato autonomo se non addirittura in regno sovrano. Infine si ricava che malgrado fosse trascorso tanto tempo, le genti montane continuavano ad “adorare” le pietre, cioè i betili, permanendo nell’antica religione della civiltà nuragica. Purtroppo non sappiamo da quando esisteva questo stato indigeno e quanti anni ancora durò dopo Ospitone né dove fosse esattamente collocato.
Noi personalmente riteniamo che fosse esteso quanto la Barbària romana, segnalato al centro ovest dall’opposto presidio di Fordongianus e dal castello difensivo bizantino di Medusa, presso Samugheo; a sud dal confine religioso fra la cristianissima Suelli, piena di Chiese e di simboli paleocristiani e la pagana Goni, nel basso Flumendosa, con le schiere di suggestive pietre fitte campestri”(* ).
Un territorio immenso, probabilmente metà Sardegna era dunque sotto il governo di Ospitone.
* Francesco Cesare Casula, Dizionario storico sardo, Carlo delfino Editore, Sassari, 2003, pagina 1132.OSPITONE. CHI ERA COSTUI?
di Francesco Casula
Conosciamo Ospitone da un unico documento storico: la lettera (vedi Documenti) del papa Gregorio Magno del maggio 594, a lui indirizzata, in cui è definito ”dux Barbaricinorum”. In essa il Pontefice, a lui unico seguace di Cristo in quel popolo di pagani, chiede di cooperare alla conversione delle popolazioni barbaricine che ancora “vivono come animali insensati, non conoscono il vero Dio, adorano legni e pietre”. Non si hanno notizie di un’eventuale risposta di Ospitone né sappiamo se lo stesso si sia impegnato nell’opera di conversione dei suoi sudditi. Una cosa è però certa: la lettera del grande papa serve a illuminare la precedente storia della Sardegna: la presenza nell’Isola alla fine del 500 di un “dux barbaricinorun” mette in discussione infatti numerose categorie storiografiche della storia ufficiale. Ad iniziare dalla visione di una Sardegna conquistata, vinta e dominata, dai Cartaginesi prima e dai Romani e Bizantini poi. In questo luogo comune inciampa persino il grande storico tedesco Theodor Mommsen che in Storia di Roma antica parla di una “Sardegna vinta e dominata per sempre” dopo la sconfitta di Amsicora nel 215 a. C. da parte del console romano Tito Manlio Torquato. Se così fosse, perché continuano incessanti le rivolte dei Sardi, soprattutto barbaricini, per secoli, con i massicci interventi militari romani?
Se fosse stata “vinta e dominata per sempre” che significato avrebbe nel 594 la presenza e coesistenza in Sardegna di un “dux barbaricinorum”, Ospitone appunto e di un dux bizantino, Zabarda, di stanza a Forum Traiani (Fordongianus), che proprio in quel momento tentava di concludere la pace con i Barbaricini? Evidentemente la parte interna della Sardegna, pur vinta, aveva comunque conservato, fin dal dominio romano, una sua indipendenza o comunque una sua autonomia, politica ma anche economica e sociale e persino culturale, nonostante l’imposizione della lingua latina che prenderà il posto della vecchia lingua nuragica.
E non si tratta di una parte interna circoscritta e limitata alle civitates barbariae intorno al Gennargentu: ma ben più vasta e con precise caratteristiche politiche, sociali ed economiche. Ecco in proposito l’autorevole opinione del più grande storico medievista sardo, Francesco Cesare Casula:”…Dalle parole del pontefice si evince che, al di là del limes fra Roméa e Barbària le popolazioni avevano un proprio sovrano o duca e che quindi erano statualmente conformate almeno in ducato autonomo se non addirittura in regno sovrano. Infine si ricava che malgrado fosse trascorso tanto tempo, le genti montane continuavano ad “adorare” le pietre, cioè i betili, permanendo nell’antica religione della civiltà nuragica. Purtroppo non sappiamo da quando esisteva questo stato indigeno e quanti anni ancora durò dopo Ospitone né dove fosse esattamente collocato.
Noi personalmente riteniamo che fosse esteso quanto la Barbària romana, segnalato al centro ovest dall’opposto presidio di Fordongianus e dal castello difensivo bizantino di Medusa, presso Samugheo; a sud dal confine religioso fra la cristianissima Suelli, piena di Chiese e di simboli paleocristiani e la pagana Goni, nel basso Flumendosa, con le schiere di suggestive pietre fitte campestri”(* ).
Un territorio immenso, probabilmente metà Sardegna era dunque sotto il governo di Ospitone.
* Francesco Cesare Casula, Dizionario storico sardo, Carlo delfino Editore, Sassari, 2003, pagina 1132.

Pnrr per i giovani, serve una valutazione d’impatto #OpenPNRR

Pnrr per i giovani, serve una valutazione d’impatto #OpenPNRR

Abbiamo analizzato i progetti legati a misure Pnrr che hanno come priorità i giovani: le risorse allocate e i territori maggiormente interessati dagli interventi.

 

Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) italiano ha 3 priorità strategiche, trasversali a tutte le misure del programma. Mirano all’abbattimento delle disparità su 3 piani: tra uomo e donna, tra giovani e non, tra il sud e il resto del paese.

Sulle prime due il governo Draghi aveva pubblicato delle relazioni, analizzate da openpolis in precedenti articoli. Sia per la parità di genere che per quella generazionale, avevamo infatti visto a quali misure del Pnrr sono associate, considerando anche le ulteriori priorità correlate.

Manca ancora la relazione sui divari territoriali.

Oggi siamo in grado di fare un passo in più, grazie allo studio dei progetti finanziati dal piano. Abbiamo analizzato quelli associati a misure che hanno i giovani come priorità strategica, vedendo dove saranno realizzati, con quante risorse e in quali ambiti di intervento.

Sappiamo che non basta. In primis perché questi dati potrebbero almeno in parte subire delle modifiche, a seguito della recente approvazione da parte della commissione europea, della richiesta di revisione dell’intero Pnrr italiano. Modifiche su cui auspichiamo che il governo renda disponibili al più presto nuovi dataset e informazioni. E al di là della situazione attuale, per verificare l’efficacia del Pnrr sulle priorità strategiche è necessaria una valutazione di impatto, basata su indicatori puntuali e rappresentativi.

A oggi comunque, la prospettiva dei progetti può essere utile a capire almeno gli interventi e le relative risorse finora individuati per questa priorità.

Il quadro generale

Secondo i dati aggiornati all’8 settembre 2023, quasi tutti gli investimenti che hanno come priorità i giovani (43 su 45) hanno superato la fase di selezione dei progetti. Cioè la scelta, attraverso procedure di gara, bandi e avvisi pubblici, degli interventi da finanziare. Non sappiamo tuttavia quale sia lo stato di avanzamento dei lavori, né la spesa già effettuata. Una mancanza che purtroppo riguarda tutti i progetti del Pnrr e che chiediamo ancora una volta al governo di colmare.

34,6 miliardi € il finanziamento del Pnrr destinato ai 123.860 progetti selezionati nell’ambito di investimenti che hanno come priorità strategica la parità generazionale.

È bene sottolineare che le misure del Pnrr – e di conseguenza i progetti a esse associati – possono avere più di una priorità. Questi oltre 120mila interventi quindi non riguardano necessariamente solo i giovani, ma potrebbero avere come priorità anche la parità di genere o il contrasto dei divari territoriali.

In tutte le Missioni, le azioni del Piano sono volte a recuperare il potenziale delle nuove generazioni e a costruire un ambiente istituzionale e di impresa in grado di favorire il loro sviluppo e il loro protagonismo all’interno della società.

Gli ambiti di intervento

Per approfondire questi dati siamo partiti osservando quali sono i settori interessati dai progetti a supporto della parità generazionale. Ciò che emerge è che oltre la metà degli interventi (68.653) riguardano l’ambito della digitalizzazione. Dalle imprese ai privati, dalla pubblica amministrazione alle iniziative di cittadinanza digitale.

Segue il settore relativo agli studi: scuola, università e ricerca, con oltre 42mila progetti. Con numeri ampiamente inferiori le altre aree interessate sono inclusione sociale (6.842 interventi), cultura e turismo (3.706), impresa e lavoro (1.538) e infrastrutture (1.062).

10,7 miliardi € le risorse Pnrr su progetti per i giovani, a tema scuola, università e ricerca.

Considerando invece i finanziamenti allocati, la classifica cambia leggermente. Con scuola, università e ricerca al primo posto, seguita da digitalizzazione (8 miliardi), inclusione sociale (7,3), infrastrutture (6,6), impresa e lavoro (1,2) e cultura e turismo (0,8).

Trasparenza, informazione, monitoraggio e valutazione del PNRR

Il tuo accesso personalizzato al Piano nazionale di ripresa e resilienza

Accedi e monitora

 

Trasparenza, informazione, monitoraggio e valutazione del PNRR

Il tuo accesso personalizzato al Piano nazionale di ripresa e resilienza

Accedi e monitora

 

I territori coinvolti

Abbiamo approfondito i dati sugli interventi e i relativi importi, per ricostruire un quadro dei territori in cui il Pnrr impatterà maggiormente con progetti dedicati ai giovani.

La Lombardia ha più progetti e più fondi Pnrr per i giovani.

A livello regionale è la Lombardia il territorio più interessato, con 17.647 progetti per un importo totale di quasi 4 miliardi di euro. Seguono per risorse tre grandi regioni del sud: Sicilia (3,6 miliardi) Campania (3,4) e Puglia (3,3) e una del centro, il Lazio (2,7).

È interessante notare, osservando la mappa che segue, che la Lombardia tra queste regioni è quella dove le risorse sembrano distribuite in modo meno omogeneo tra i diversi comuni.

Il capoluogo lombardo sarà interessato da progetti dedicati ai giovani che complessivamente hanno un valore complessivo di 758 milioni di euro, gestiti non solo dall’amministrazione comunale, ma anche dalla regione e dalla città metropolitana. Con alcune correlazioni rispetto ai dati regionali, gli altri territori su cui ricadono più risorse sono i comuni di Roma (639 milioni), Bari (582), Napoli (435) e Torino (413).

Molti di questi progetti non riguardano in modo specifico i giovani.

Osservando più da vicino tutti gli interventi previsti, quello con il maggior importo non è localizzato in un territorio preciso ma è un progetto nazionale. Riguarda la fornitura di servizi di connettività a banda ultralarga nelle strutture del servizio sanitario pubblico nazionale. Con un finanziamento Pnrr pari a 481 milioni di euro. La seconda cifra più alta è quella che il piano investe nei lavori per il raddoppio della linea ferroviaria nella tratta Fiumetorto-Castelbuono. È uno degli interventi per la linea ad alta velocità Palermo-Messina e prevede 459 milioni circa. Infine, restringendo il campo ai progetti associati a un territorio comunale, il più costoso riguarda i lavori di potenziamento di nodi ferroviari metropolitani nella città di Bari (205 milioni dal Pnrr).

La necessità di una valutazione di impatto

È chiaro da questa analisi, che i progetti di misure aventi i giovani come priorità comprendono anche interventi che solo in modo indiretto favoriscono lo sviluppo sociale ed economico di ragazze e ragazzi. Progetti che tra l’altro sono tra i più costosi, come quelli che intervengono sulle infrastrutture digitali e sulle linee ferroviarie. In questo modo si rischia di sovrastimare gli effetti del Pnrr su questa come sulle altre priorità strategiche.

Servono dati adeguati a valutare l’impatto del piano nel sostegno alle parità di genere, generazionale e territoriale. Per le prime due almeno, gli indicatori sono definiti. In particolare per i giovani sono 7, che assumono inoltre il valore di micro priorità:

Si tratterebbe dunque di monitorare questi indicatori, i loro andamenti in relazione alla realizzazione di misure, scadenze e progetti del Pnrr. Per produrre un’effettiva valutazione di impatto, come chiediamo dall’avvio del programma.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

 

Assegno unico e universale: l’Osservatorio di novembre 2023

Assegno unico e universale: l’Osservatorio di novembre 2023

Pubblicati i dati relativi alle domande di Assegno unico universale presentate all’INPS e ai pagamenti.

Pubblicazione: 18 dicembre 2023

È stato pubblicato l’Osservatorio statistico sull’Assegno unico e universale di novembre, con i dati relativi all’AUU destinato ai nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza (RdC), alle domande presentate dal 1° gennaio 2022 al 31 ottobre 2023 e ai pagamenti effettuati nel periodo tra marzo 2022 e ottobre 2023.

Per i primi dieci mesi di competenza del 2023 sono stati erogati alle famiglie assegni per 14.928,3 euro, che si aggiungono ai 13.203,8 erogati nel 2022.
I nuclei familiari che hanno ricevuto l’AUU sono 6.363.270, per un totale di 9.913.476 figli.

A ottobre 2023, l’importo medio per figlio, comprensivo delle maggiorazioni applicabili, va da circa 54 euro, per chi non presenta ISEE o supera la soglia massima (che per il 2023 è pari a 43.240 euro), a 214 euro per la classe di ISEE minima (16.215 euro per il 2023).

Ricostituzione reddituale quattordicesima: semplificazione domande

Ricostituzione reddituale quattordicesima: semplificazione domande

Online la procedura semplificata per presentare le domande di ricostituzione reddituale per la quattordicesima.

Pubblicazione: 18 dicembre 2023

È online la versione semplificata della procedura per presentare le domande telematiche di ricostituzione reddituale per la quattordicesima.

La domanda di ricostituzione reddituale deve essere presentata dai pensionati del settore pubblico e privato, i cui redditi hanno subito una variazione.

È quanto comunica l’INPS con messaggio 14 dicembre 2023, n. 4462, che specifica, inoltre, i canali utili alla presentazione delle domande.

OMNIA IS: nuovo servizio di alert per la scadenza termini decadenziali

OMNIA IS: nuovo servizio di alert per la scadenza termini decadenziali

OMNIA IS: tutte le novità sul nuovo servizio di alert aziendale per le scadenze dei termini di UNIEMENS e UNICIG41.

Pubblicazione: 18 dicembre 2023

Nella piattaforma OMNIA IS (piattaforma unica delle prestazioni di integrazione salariale), è previsto il rilascio di un nuovo servizio dedicato ai datori di lavoro e agli intermediari, che li avvisa dell’approssimarsi del termine decadenziale per l’invio dei flussi UNIEMENS e UNICIG41.

Il nuovo servizio ha la finalità di avvisare tempestivamente, tramite posta elettronica certificata (PEC), i datori di lavoro che hanno presentato una domanda di integrazione salariale ordinaria (CIGO) o di assegno di integrazione salariale del Fondo di integrazione salariale (FIS) o di un Fondo di solidarietà bilaterale, autorizzata dall’Istituto, dell’approssimarsi dei termini decadenziali previsti dalle norme.

L’INPS, con il messaggio 15 dicembre 2023, n. 4496 comunica agli interessati che il servizio è stato già avviato in via sperimentale per le prestazioni a pagamento diretto, nel corso del 2024 andrà a regime e riguarderà anche le prestazioni di integrazione salariale a conguaglio.

Assegno di Inclusione: dal 18 dicembre è possibile presentare le domande

Assegno di Inclusione: dal 18 dicembre è possibile presentare le domande

L’Assegno di Inclusione (ADI), insieme al Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), completa il quadro delle nuove misure di contrasto alla povertà e alla fragilità.

Pubblicazione: 17 dicembre 2023

Dal 18 dicembre è possibile presentare la domanda di Assegno di Inclusione (ADI), la nuova misura di sostegno economico e di inclusione sociale e lavorativa, che entrerà in vigore il prossimo 1° gennaio 2024.

L’assegno di Inclusione segue l’introduzione del Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) partito il 1° settembre 2023, completando così il quadro delle nuove misure di contrasto alla povertà e alla fragilità.

La domanda può essere presentata direttamente dal sito Inps, accedendo alla sezione dedicata all’ADI tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2, CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o CIE (Carta di Identità Elettronica) oppure presso gli Istituti di Patronato. 

Potrà essere presentata anche presso i Centri di Assistenza fiscale (CAF), a partire dal 1° gennaio 2024. 

I REQUISITI PER ACCEDERE ALL’ASSEGNO DI INCLUSIONE

Si tratta di una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata al possesso di alcuni requisiti.

L’ADI è riconosciuto ai nuclei familiari con un ISEE non superiore a 9.360 euro, che abbiano almeno un componente in una delle seguenti condizioni:

  • con disabilità;
  • minorenne;
  • con almeno 60 anni di età;
  • in condizione di svantaggio e inserito in un programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali certificato dalla Pubblica Amministrazione.

Con il DM 13 dicembre 2023 sono state individuate le categorie dei soggetti da considerare in condizione di svantaggio.

A QUANTO AMMONTA L’ASSEGNO DI INCLUSIONE

Il beneficio economico dell’ADI è erogato, su base annua, a integrazione del reddito familiare ed è composto da:

  • una componente a integrazione del reddito familiare, quota A, fino alla soglia di 6.000 euro annui, ovvero di 7.560 euro annui, se il nucleo è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni, ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza. Tale quota viene moltiplicata per la scala di equivalenza di cui all’articolo 2, comma 4, decreto-legge 48/2023, verificata sulla base delle informazioni rilevabili dall’ISEE in corso di validità, dagli archivi dell’Istituto e dalle dichiarazioni rese in domanda.

     In sede di prima applicazione, per le domande presentate fino al mese di febbraio 2024, in assenza di un ISEE in corso di validità, la verifica dei requisiti ai fini della erogazione nei mesi di gennaio e febbraio 2024, ove ricorrano le condizioni, è realizzata sulla base dell’ISEE vigente al 31 dicembre 2023.

     Resta ferma la necessità di avere un ISEE in corso di validità per la erogazione del beneficio nei mesi successivi.

  • un’integrazione al reddito dei nuclei familiari residenti in abitazione concessa in locazione con contratto regolarmente registrato, quota B, il cui importo, ove spettante, è individuato sulla base delle informazioni rilevabili dall’ISEE, in corso di validità fino a un massimo di 3.360 euro. 

COME RICHIEDERE L’ADI

L’ADI può essere richiesto a partire dal 18 dicembre 2023, onde consentire il pagamento già a partire dal prossimo mese di gennaio.

La domanda può essere presentata in modalità telematica sul portale dell’Istituto, accedendo alla sezione dedicata all’ADI, oppure presso i patronati. Dal 1° gennaio sarà possibile rivolgersi anche ai Centri di Assistenza Fiscale.

Il richiedente, oltre a presentare la domanda, deve sottoscrivere un Patto di attivazione digitale (PAD), all’interno del Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL).

L’iscrizione al SIISL e la sottoscrizione del PAD possono essere effettuate contestualmente alla presentazione della domanda.

La domanda si considera accolta ed è possibile disporne il pagamento all’esito positivo dell’istruttoria e con PAD sottoscritto.

L’EROGAZIONE DEL BENEFICIO: I PERCORSI DI POLITICA ATTIVA E INCLUSIONE SOCIALE.

L’ADI viene erogato mensilmente attraverso la Carta di Inclusione emessa da Poste Italiane, a differenza del SFL che prevede un trasferimento diretto via bonifico.

L’importo massimo annuo è di 6.000 €, incrementabile in base alla composizione del nucleo familiare e alle necessità abitative. L’indennità viene erogata per un periodo massimo di 18 mesi e può essere rinnovata, dopo un mese di sospensione, per altri 12 mesi.

L’erogazione dipende dalla valutazione dei bisogni del nucleo familiare; decorre, a seguito della verifica dei requisiti, dal mese successivo alla sottoscrizione del PAD ed è condizionata dalla partecipazione a un percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa.

Dopo la presentazione della domanda, i componenti del nucleo familiare vengono convocati dai Servizi Sociali del proprio Comune, per un’analisi multidimensionale dei bisogni.

A seguito della valutazione di ciascun singolo caso, i componenti del nucleo familiare possono essere avviati a percorsi di lavoro o formazione, oppure seguiti dai Servizi Sociali se considerati non attivabili.

I soggetti facenti parte di un nucleo familiare beneficiario di ADI, di età compresa tra 18 e 59 anni, con responsabilità genitoriali, attivabili al lavoro, saranno indirizzati ai Centri per l’impiego o ai soggetti accreditati ai servizi per il lavoro, per la sottoscrizione del Patto di servizio personalizzato (PSP).

Il percorso di politica attiva può prevedere anche la partecipazione a Progetti utili alla collettività (PUC).

Circolare Inps n.105 del 16 dicembre 2023

San Gaziano di Tours

 

San Gaziano di Tours


Nome: San Gaziano di Tours
Titolo: Vescovo
Nascita: III secolo , Roma
Morte: 307 circa, Tours, Francia
Ricorrenza: 18 dicembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione

Nell’Historia Francorum la famosa opera di Gregorio di Tours, racconta che nell’anno 250 furono inviati da Roma sette vescovi per evangelizzare la Gallia, fra questi vi era Graziano.

Graziano si fermò nella Gallia lugdunense e predicò la fede cristiana a Tours per circa cinquant’anni, fondando la diocesi di Tours. Inizialmente incontrò una grande ostilità da parte degli abitanti di Tours, tanto da essere costretto a celebrare i riti nelle catacombe. Quando morì fu sepolto in un cimitero cristiano nelle vicinanze di Tours. Gregorio riferisce: “in ipsius vici cimiterio, qui erat christianorum”.

Un secolo dopo, San Martino, che fu il terzo vescovo di Tours, traslò le sue spoglie nella chiesa, costruita dal secondo vescovo san Lidorio, sulla quale venne poi costruita la cattedrale di Tours, inizialmente dedicata a san Maurizio e dal 1357 dedicata a Gaziano e soprannominata “La Gatianne”.

fonti:varie

MARTIROLOGIO ROMANO. A Tours nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Gaziano, primo vescovo, che si dice sia stato trasferito da Roma a questa città e sia stato sepolto nel cimitero cristiano del luogo.