Archivi giornalieri: 4 dicembre 2023

Carlo Felice Casula

Carlo Felice Casula

storico italiano (1947-) / Da Wikipedia, l’enciclopedia libera

Carlo Felice Casula (Ollolai28 agosto 1947) è uno storico italiano. Nel 2018 è stato nominato professore emerito di Storia contemporanea nell’Università degli Studi Roma Tre

Biografia e carriera

Nato nel cuore della Sardegna da una famiglia di sette figli, dopo le elementari ha fatto per un anno il pastore con il padre. Ha potuto poi proseguire gli studi, prima a Cagliari nella scuola apostolica dei padri Gesuiti e poi a Roma, a Villa Nazareth, con borse di studio per meriti scolastici, frequentando il Liceo Virgilio.

Iscritto a Scienze politiche alla Sapienza, si è laureato a pieni voti nel 1972. Contemporaneamente ha seguito anche i corsi della Scuola italiana di scienze politiche e economiche, diretta da Franco Rodano e Claudio Napoleoni. Ha partecipato attivamente alle lotte del movimento degli studenti del Sessantotto. Per poter frequentare l’università nei mesi estivi ha lavorato come operaio metalmeccanico in Svezia alla Saab Scania a Trollhättan, dove è stato anche eletto delegato dei lavoratori stagionali.

Dopo laurea ha insegnato per alcuni anni in una scuola media, per avere poi un contratto alla Sapienza, dove nel 1980 ha vinto il concorso di ricercatore universitario presso la Facoltà di Magistero, collaborando con Pietro Scoppola. La sua formazione postuniversitaria è proseguita all’Istituto Luigi Sturzo con una borsa di studio biennale del FORMEZ, seguendo in particolare i corsi di Gabriele De Rosa e Federico Caffè e a Parigi, con una borsa del CNR, presso l’École pratique des Hautes Études en Sciences Sociales-Sociologie des religions, avendo come tutor Émile Poulat.

Nei primi anni Ottanta ha lavorato nella redazione delle Edizioni Lavoro, fondate nel 1978 da Pierre Carniti, curando in particolare la pubblicazione di libri di storia del sindacato in Italia e in Europa. Nel 1989 da ricercatore ha vinto il concorso nazionale per professore ordinario e, pur continuando a risiedere a Roma, per dodici anni ha insegnato nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Cagliari, dove ha insegnato storia contemporanea, storia moderna e storia della pubblica amministrazione e governo locale, dirigendo l’Istituto politico internazionale.

Richiamato dall’Università Roma Tre, in tale ateneo ha insegnato storia contemporanea, storia sociale, storia del lavoro e storia della pace, presiedendo il corso di laurea e dirigendo il Master internazionale in scienze della cultura e della religione. Per più mandati è stato membro del Senato accademico e responsabile della Commissione ricerca d’ateneo.

Dal 2003 al 2010 ha insegnato anche storia delle relazioni internazionali e Pace e guerra nel mondo contemporaneo presso la Link Camppus University of Malta in Rome, svolgendo le funzioni di Programme Leader del BA, MA in International Studies. È stato anche membro dell’Unesco History Project; e dell’ILO Century Project. Nel 2018 è stato nominato professore emerito di storia contemporanea e continua a insegnare storia del lavoro. Dirige la collana “Insegnare il Novecento” della Casa editrice Anicia.

La sua produzione scientifica ha riguardato la storia sociale, politica, culturale e religiosa dell’Ottocento e del Novecento (movimento operaio e sindacale in Italia e Europa, Roma, Sardegna, politica internazionale della Santa Sede, Unesco e Ilo, rapporti storia-cinema), registrata sull’Anagrafe della ricerca di Roma Tre è di oltre 250 monografie e saggi pubblicati con tutte le maggiori case editrici e in riviste prestigiose, senza tenere conto degli articoli pubblicati sui quotidiani cui ha collaborato (L’Unità, Paese Sera, L’Unione sarda, L’Osservatore Romano). Diversi saggi sono stati tradotti in lingua francese, spagnola, portoghese, inglese. Ha collaborato a diversi programmi culturali della RAI e alla realizzazione di film documentari e fiction: Roma occupata; Le Passioni dell’accademia; Il 1948 in Italia; Quel giorno di aprile; Tormenti di Furio Scarpelli; Il generale dei briganti.

A latere del lavoro d’insegnamento, di ricerca e di governo dell’università ha sempre avuto un forte impegno politico, prima con il Movimento degli studenti, dal 1976 con il Partito comunista italiano nel quale è stato anche a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, segretario della sezione dell’Eur e membro del comitato federale di Roma. Dopo il suo scioglimento ha privilegiato l’impegno sociale collaborando con la Comunità Domenico Tardini che segue negli studi giovani meritevoli di famiglie povere, le Acli, la Fondazione internazionale don Luigi Di Liegro e l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico.

Pubblicazioni

Tra i suoi libri, indicativi dei percorsi di ricerca: Cattolici comunisti e sinistra cristiana 1938-1945, Il Mulino, Bologna 1976; Domenico Tardini. L’azione della Santa Sede nella crisi fra le due guerre, Studium, Roma 1988; L’Italia dopo la grande trasformazione, Carocci, Roma 1999; La Chiesa tra Guerra e pace. Dottrina politica e modernità da Leone XIII a Giovanni XXIII, Liberal Edizioni, Roma 2005; Unesco 1945-2005. Un’utopia necessaria, Città Aperta, Troina 2005; Le ACLI. Una bella storia italiana, Anicia, Roma 2008; Insegnare il Novecento, Anicia, Roma 2014; L’isola bella e infelice, Carlo Delfino, Sassari 2015; Da credenti nella sinistra. Storia dei Cristiano sociali 1993-2017, Il Mulino 2019. Tra i libri da lui curati: Continuità e mutamento. Classi, economie e culture a Roma e nel Lazio (1930-1980), Teti Editore, Milano1981; I sindacati francesi dall’anarco sindacalismo al governo delle sinistre, Edizioni Lavoro 1982; Agostino Casaroli, Il martirio della pazienza. La Santa Sede e i paesi comunisti (1963-1989), Einaudi, Torino 2000; La Rerum Novarum. Il documento-evento dell’insegnamento sociale della Chiesa, Anicia, Roma 2011; Il Giubileo del Lazio. Percorsi culturali, storici e religiosi, Anicia, Roma 2016; Ciak si lotta. Il cinema dell’autunno caldo in Italia e nel mondo, LiberEtà 2011; La conquista dell’impero e le leggi razziali tra cinema e memoria, Effigi 2020; Salvatore Satta, Lettere a Piero Calamndrei 1939-1956, Il Mulino 2020. Domenico Tardini, Pio XII visto da vicino, con un diario inedito del 1954, Libreria editrice vaticana 2021.

Santa Barbara

 

Santa Barbara


Nome: Santa Barbara
Titolo: Martire
Nascita: III Secolo, Nicomedia,Turchia
Morte: III Secolo-IV Secolo, Nicomedia,Turchia
Ricorrenza: 4 dicembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Memoria facoltativa
Santa Barbara nacque in Nicomedia attuale İzmit in Turchia ed ebbe a padre Dioscoro, crudelissimo persecutore dei cristiani. Essendo educata nelle lettere, conobbe la sublima storia dei misteri cristiani, e con tutto l’amor del verginal suo cuore ricevette la grazia del battesimo. Per tener presente l’augusto mistero della SS. Trinità, fece aprire una terza finestra nella torre del suo castello per elevarsi meglio a Dio, e ne provava tutta la dolcezza. Il padre accortosi di ciò, chiese spiegazione, e Barbara non esitò a spiegargli il mistero della Croce.

Santa Barbara

autore Giovanni Battista Salvi anno sec. XVII titolo Santa Barbara

La torre però divenne ben presto la sua prigione a causa di un padre oscuramente geloso della sua bellezza.

Si racconta a questo proposito che, durante una lunga assenza del padre, la ragazza sia riuscita a fuggire fortunosamente dalla prigione. Girovagando nel bosco, trovò poi rifugio nella capanna di un pastore ma, tradita, venne consegnata nelle crudeli mani del padre, il quale, per punirla, la denunciò come cristiana alle autorità e la fece imprigionare, assistendo con inaudita impassibilità alle torture cui venne sottoposta.

Martirio di Santa Barbara

autore Jacopo da Empoli anno circa 1603 titolo Martirio di Santa Barbara

Un padre davvero snaturato. Il giudice che la processò infierì sulla sua rara grazia condannandola ad attraversare il paese completamente ignuda; nel giorno fissato però, una nube densa e nera, mandata miracolosamente dal cielo, avvolse il suo corpo proteggendola da sguardi indiscreti. I carnefici tentarono quindi di ustionarla, ma le fiamme accese ai suoi fianchi si spensero subito; le vennero poi tagliati i seni, venne colpita alla testa con un martello. Quando venne mandata a morte, fu il padre stesso a farle da carnefice: con un colpo di spada vibrato con insana ferocia, il reprobo genitore decapitò la figlia. Ma quando la testa di Barbara cadde sanguinolenta al suolo, un fulmine a ciel sereno si abbatté sull’uomo, incenerendolo all’istante. La morte improvvisa, inviata come punizione dal cielo, fece giustizia dell’atroce delitto “cosi narra la tradizione”, mandando sicuramente all’inferno l’anima del padre crudele, prima che avesse il tempo di pentirsene.

Santa Barbara con il padre colpito dal fulmine

titolo Santa Barbara con il padre colpito dal fulmine
autore Francesco Soderini anno Francesco Soderini

Da allora la vergine Barbara, martirizzata per la fede e la purezza nel secolo III, è invocata dai cristiani contro i pericoli dei fulmini, delle armi, delle «male morti», delle morti improvvise, e delle morti senza il perdono di Dio.

Barbara è la protettrice dei lavoratori che hanno a che fare con il fuoco e le armi da fuoco: pompieri, artiglieri e pirotecnici, lavoratori che rischiano la vita, con la possibilità di morire improvvisamente, senza il conforto dei sacramenti. È entrato nel linguaggio comune il termine «santabarbara» per indicare il deposito di munizioni nelle caserme o sulle navi. La torre chiusa e squadrata, che viene rappresentata per antica tradizione accanto all’effigie della santa, assomiglierebbe infatti, per alcuni, a una polveriera.

Il suo nome è stato incluso nel ristretto gruppo dei quattordici «santi ausiliatori», cosi detti perché i fedeli sono soliti invocare in particolare la loro intercessione. Gli altri tredici, in ordine alfabetico, sono: Acacio, Biagio, Caterina, Ciriaco, Cristoforo, Dionigi, Egidio, Erasmo, Eustachio, Giorgio, Margherita, Pantaleone e Vito.

PRATICA. – Dobbiamo ricevere con rassegnazione le cose avverse, perchè tutte ci vengono da Dio per nostro bene.

PREGHIERA. – Soffrite per amor di Dio le persecuzioni dei famigliari.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Nicomédia la passione di santa Bàrbara, Vergine e Martire, la quale, nella persecuzione di Massimino, dopo orribili torture nel carcere, dopo il bruciamento colle fiaccole, il taglio delle mammelle ed altri tormenti, compì il martirio percossa colla spada.

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