Archivi giornalieri: 21 agosto 2021

Pensioni

 

Riforma pensioni 2021 / 2022: il confronto Governo Sindacati entra nel vivo

La discussione sulla riforma pensioni diventa cruciale, in vista della prossima legge di bilancio. Ecco le proposte dei sindacati.

In vista dell’autunno e delle riforme strutturali che le istituzioni debbono varare per mantenere i patti con l’Europa, in tema di Recovery Plan e di aiuti economici per superare la crisi da pandemia, prosegue il dibattito Governo-sindacati sulla riforma pensioni.

Non sorprende che siano tanti i punti sui quali discutere ed approfondire. Tra questi, trovare nuovi canali di flessibilità in uscita dopo quota 100; prevedere una pensione contributiva di garanzia per le giovani generazioni; ma anche la separazione tra mondo della previdenza e mondo dell’assistenza; dare nuovo slancio alla previdenza complementare.

A fine estate, gli osservatori si aspettano una decisa accelerazione delle attività da parte delle commissioni di studio insediate, quella sui lavori gravosi e quella sulla spesa previdenziale e assistenziale. Non solo: ci si attende una ampia ed articolata discussione collegiale all’interno del Governo per fornire risposte certe.

Perciò non è di certo anticipatorio domandarsi quale sarà il nuovo assetto della riforma pensioni. Proviamo allora a ricostruire, per sommi capi, la situazione così com’è allo stato attuale, alla luce anche delle richieste dei sindacati.

Leggi anche: Ferie del lavoratore, l’azienda può richiamarlo al lavoro? 

Riforma pensioni: le prospettive per i prossimi mesi

Come accennato, il tempo stringe. L’argomento riforma pensioni e previdenza è dunque di nuovo in auge; e da qui alle prossime settimane sarà certamente oggetto di confronto serrato tra le parti sociali e l’Esecutivo. Ciò in vista della redazione della prossima legge di Bilancio 2022, a partire dal mese di settembre. E’ chiaro che oggi il provvedimento assume un’importanza ancora più strategica per il futuro dell’intero paese.

In questi giorni è stato così riavviato il tavolo tra Governo e sindacati confederali con un nuovo incontro, di circa tre ore. Presenti il Ministro del Lavoro Orlando e i Segretari generali delle principali organizzazioni sindacali.

Distinti gli argomenti connessi al tema della riforma pensioni: tra essi, come detto, l’introduzione di una nuova flessibilità in prospettiva della fine di quota 100 il 31 dicembre 2021. Si discute anche di un nuovo meccanismo di pensione contributiva di garanzia per i giovani. Ma non solo: davvero tanti i temi caldi che sono stati discussi nell’ambito dell’incontro, e che troveranno spazio in successivi confronti.

Nell’ambito del meeting degli ultimi giorni, il Governo ha proposto gli elementi che rilevano dagli approfondimenti della commissione sui lavori gravosi. Mentre le sigle sindacali hanno riaffermato e difeso le idee incluse nella propria piattaforma di proposte.
Sulla scorta delle valutazioni e dei pareri degli altri Ministeri coinvolti, nelle prossime settimane continuerà la discussione, ha precisato il Ministro del Lavoro Andrea Orlando.

Riforma pensioni: che cosa chiedono i sindacati?

In linea di sintesi, i sindacati si sono confrontati al tavolo con l’Esecutivo, chiedendo con forza che si entri nel merito di tutti i temi attinenti alla riforma pensioni. Soprattutto, vorrebbero che sia avviata una trattativa sulla piattaforma programmatica presentata.

In particolare, i sindacati hanno rilevato che il superamento dei cd. vincoli di bilancio può essere raggiunto con il contrasto all’evasione fiscale, allo scopo di individuare le risorse utili per finanziare le varie misure proposte.

Come accennato in precedenza, gli osservatori ma anche i diretti partecipanti al confronto sulla riforma pensioni e del sistema previdenziale, auspicano un’accelerazione dei lavori delle due commissioni di studio al momento attive; ossia quella sui lavori gravosi e quella su spesa previdenziale e assistenziale. Soprattutto, assume cruciale rilevanza la discussione collegiale all’interno del Governo, per fare il punto e per dare risposte certe ai lavoratori che sono vicini alla pensione.

Riforma pensioni: i sindacati chiedono più flessibilità ma non solo

In considerazione della prossima conclusione della sperimentazione di quota 100, le proposte sindacali intendono allargare la flessibilità dell’accesso alla pensione; consentendo alle lavoratrici e ai lavoratori di poter scegliere il momento in cui andare in pensione, a partire dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. E ciò senza penalizzazioni per coloro che hanno contributi prima del 1996.

I sindacati ritengono fattibile questa proposta di riforma, tenendo conto che le future pensioni saranno versate soltanto o in prevalenza con il metodo contributivo.

Ma i sindacati intendono rinnovare il settore previdenziale anche riducendo i vincoli che nel sistema contributivo condizionano di fatto il diritto alla pensione, al raggiungimento di specifici importi minimi del trattamento stesso (1,5 e 2,8 volte l’assegno sociale). Ciò infatti sarebbe penalizzante specialmente per i redditi più bassi.

Secondo quanto nei programmi delle sigle sindacali, inoltre, appare opportuno cambiare l’odierno meccanismo automatico di adeguamento delle condizioni pensionistiche alla speranza di vita. Infatti, così com’è ora sarebbe penalizzante due volte, perché agisce sia sui requisiti anagrafici e contributivi di accesso alla pensione; sia sul calcolo dei coefficienti di trasformazione.

Riforma pensioni: necessarie misure per categorie più deboli, donne, giovani

Per i sindacati appare altresì opportuno garantire strutturalmente condizioni migliori per l’accesso alla pensione da parte delle categorie più deboli, a partire da quelle che sono incluse nel meccanismo dell’Ape sociale. Ci riferiamo a disoccupati, invalidi, coloro che assistono un familiare con disabilità e chi ha compiuto lavori gravosi o usuranti nella propria vita lavorativa.

Per una efficace riforma delle pensioni, secondo i sindacati è altresì doveroso superare gli effetti del gender gap in ambito previdenziale; stabilendo soglie contributive d’accesso alla pensione compatibili con le condizioni delle donne, ma anche la proroga di “Opzione donna“.

E ancora, è necessaria una maggiore tutela previdenziale dei giovani, con la creazione di una pensione contributiva di garanzia ad hoc. Questa pensione deve essere collegata e quantificata in base al numero di anni di lavoro e di contributi pagati. Ma deve tenere conto anche dei periodi di disoccupazione; di formazione e di basse retribuzioni. Ciò nel chiaro fine di assicurare a tutti, in futuro, un assegno pensionistico di importo dignitoso.

Secondo i sindacati assume importanza anche considerare la specificità del lavoro a tempo parziale. Ciò tramite la corretta imputazione della retribuzione da assumere nel calcolo di vari istituti, come il riscatto e i versamenti volontari.
Infine, nel piano elaborato dalle parti sociali occorre rilanciare le adesioni alla previdenza complementare negoziale, in Italia quasi ferme, attraverso meccanismi che rendano detta previdenza effettivamente accessibile anche a chi lavora nelle piccole imprese e ai giovani. Sarà cruciale, anche in quest’ambito, mettere in atto una opportuna campagna informativa e istituzionale.

Ovviamente, staremo a vedere come evolverà il confronto Governo – Sindacati sul tema della riforma pensioni, nella consapevolezza che detta riforma è attesa quanto prima, anche dalle istituzioni UE.

San Luigi Gonzaga

 

San Luigi Gonzaga


San Luigi Gonzaga

autore Anonimo piemontese anno XVIII sec. titolo San Luigi
Nome: San Luigi Gonzaga
Titolo: Religioso
Nascita: 9 marzo 1568, Castiglione delle Stiviere, Mantova
Morte: 21 giugno 1591, Roma
Ricorrenza: 21 giugno
Tipologia: Commemorazione

Nacque da Maria Santena di Chieri e dal marchese Ferdinando, discendente dalla nobile e potente famiglia dei Gonzaga, nel 1568. Dalla madre, insieme col latte succhiò pure i primi germi di santità, facendo prevedere l’eccelso grado di perfezione a cui sarebbe sì rapidamente asceso.

Ancora piccolo, molte volte fu veduto dai servi e dalla stessa madre in un angolo remoto del palazzo assorto in preghiera.

Il marchese suo padre, intanto, ignaro di tutto il lavoro soprannaturale che la grazia divina operava nel suo caro Luigino, e sedotto dal desiderio di grandezza, intendeva fare del figlio una celebrità. Perciò non cessava di mandarlo or da questo, or da quell’altro grande, senza avvedersi che un tale modo di agire contribuiva mirabilmente a rendere uggiosa al giovane principe la vita pomposa, vuota e sciocca delle corti.

Luigi contava appena sedici anni quando chiese al padre di entrare nella Compagnia di Gesù. Questi, vedendo fallite e deluse tutte le sue speranze, si oppose, ma invano. Il nostro Santo insistè con tanto coraggio e fermezza, che vinse le opposizioni paterne. Ed eccolo finalmente, dopo la bufera, approdare al porto desiderato della Compagnia di Gesù. Fin dal suo primo ingresso nella religione, egli si prefisse un programma di vita: dietro l’illuminata guida dei suoi superiori, avrebbe fatto tutto quello che tornasse gradito al Signore e fuggito come peste e veleno tutto ciò che in qualche modo potesse offenderlo.

L'elemosina di santa Francesca Romana

titolo Vocazione di San Luigi Gonzaga
autore Guercino anno 1650

Nonostante la sua innocenza, non risparmiò duri colpi di flagello al suo corpo, perché noi tutti, non innocenti e dalla carne guasta, imparassimo quale è il mezzo per spegnere la triste fiamma della passione. A questo aggiunse una semplice ma affettuosa devozione a Maria SS, a cui consacrò il suo giglio profumato col voto di perpetua verginità. Ventiquattrenne fu trovato maturo per il cielo. In Roma serpeggiava la peste micidiale, che seminava ovunque le sue vittime. Il santo giovane chiese di essere mandato in soccorso dei poveri appestati, e fu accontentato, ma egli stesso contrasse il morbo. Dopo pochi giorni di malattia, circondato dai confratelli, se ne volava serenamente al cielo il 21 giugno del 1591.

Dal Papa è stato proposto a modello di tutta la gioventù.

PRATICA Per custodire la purezza occorre la preghiera, la mortificazione e la fuga delle occasioni pericolose.

PREGHIERA. O angelico S. Luigi, facci comprendere che la cosa più importante su questa terra e il farci santi.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di san Luigi Gonzaga, religioso, che, nato da stirpe di principi e a tutti noto per la sua purezza, lasciato al fratello il principato avito, si unì a Roma alla Compagnia di Gesù, ma, logorato nel fisico dall’assistenza da lui data agli appestati, andò ancor giovane incontro alla morte.

Naspi

Naspi INPS 2021: requisiti, importo, durata e calcolo disoccupazione. Novità sussidio

Guida aggiornata alla indennità di disoccupazione INPS NASpI. Cos’è, come funziona, requisiti, durata, quanto spetta. Novità FAQ e video.

Naspi INPS 2021: ancora novità, questa volta arrivano direttamente dall’Istituto dopo le novità introdotte dal Dl Sostegni bis (approvato in data 20 maggio) che riguardano gli importi mensili dell’indennità di disoccupazione. Partiamo col dire che la Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego è un sussidio, ovvero una prestazione INPS a sostegno del reddito dei lavoratori in vigore dal 1° maggio che hanno perso involontariamente il lavoro. Nel caso in cui un lavoratore subordinato perda in modo involontario la propria occupazione, può contare su tale sussidio di disoccupazione in attesa di nuovo impiego.

Video guida personalizzata NASpI INPS: l’Istituto ha introdotto un nuovo servizio multimediale riservato ai beneficiari del sussidio di disoccupazione INPS. In pratica una volta accolta la domanda, i destinatari interessati riceveranno un SMS automatico con il quale si comunica l’accoglimento della domanda di NASpI; lo stesso messaggio invita inoltre a prendere visione di un video personalizzato e interattivo presente nella propria area riservata MyINPS che spiega calcolo, importo, durata e regole di compatibilità della prestazione. Infine l’Inps ha pubblicato la nuova scheda di approfondimento Dossier NASpI nella sezione INPS Comunica del portale e le FAQ reletive all’assegno di disoccupazione.

Novità Sostegni bis: il Decreto Sostegni Bis introduce novità per l’importo della NASpI. La misura prevede infatti che fino alla fine dell’anno in corso l’importo mensile del sussidio non subirà la decurtazione del 3% a partire dal quarto mese di disoccupazione.

Novità per il 2021 anche per i requisiti di accesso alla disoccupazione. Fino al 31 dicembre 2021 l’indennità potrà essere concessa a prescindere dal possesso di almeno 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi antecedenti la cessazione del rapporto di lavoro. L’Inps recepisce con il messaggio numero 1275/2021 le novità apportate dal dl 41/2021 (decreto sostegni) in vigore dal 23 marzo 2021.

In questa guida completa e aggiornata alle ultime novità dovute alla situazione emergenziale legata al covid-19, vedremo ad esempio a chi spetta e quali sono i requisiti, quanto dura, come si fa il calcolo e quanto spetta.

A chi spetta la NASpI

I destinatari del sussidio di disoccupazione INPS sono lavoratori dipendenti, ricomprendendo in questa categoria anche gli apprendisti e i soci di cooperativa.

Questi ultimi, accanto al rapporto associativo devono aver instaurato anche un rapporto subordinato. Rimangono invece esclusi da questa disoccupazione i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni e gli operai agricoli.

Per accedere al pagamento dell’indennità il lavoratore deve rispettare i seguenti requisiti.

Naspi 2021 INPS: quali sono i requisiti

Gli unici requisiti richiesti per poter procedere all’indennità di disoccupazione INPS sono di carattere oggettivo:

  • stato di disoccupazione intendendo la perdita del lavoro per cause indipendenti dalla volontà del lavoratore;
  • requisito contributivo: tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione;
  • requisito lavorativo: trenta giorni di lavoro effettivo nei dodici mesi precedenti l’inizio della disoccupazione.

Andiamo con ordine e vediamo nel dettaglio quali sono i requisiti obbligatori su elencati per accedere alla disoccupazione.

Stato di disoccupazione

Quale relazione c’è fra Naspi e stato di disoccupazione? Occorre precisare che devono essere soddisfatte due condizioni:

  • una ovvia, essere privi di occupazione (ovvero aver perso involontariamente la propria occupazione);
  • l’altra quella di aver dichiarato al centro per l’impiego la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e partecipare a misure di politica attiva del lavoro.

Vi sono comunque alcune ipotesi in cui è possibile percepire la disoccupazione pur lavorando (prestazioni occasionali); oppure questa si può sospendere per rioccupazioni di brevi periodi, ma affronteremo il discorso in seguito.

Leggi anche: stato di disoccupazione

Naspi e dimissioni

Nonostante la perdita del lavoro debba essere indipendente dalla volontà del lavoratore vi sono alcune eccezioni. E’ infatti possibile accedere al trattamento di disoccupazione dopo le dimissioni, quindi evento dipendente dalla volontà del lavoratore:

  • durante il periodo tutelato di maternità;
  • dimissioni per giusta causa, cioè quando si sia verificata una causa che non consente la prosecuzione, nemmeno provvisoria, del rapporto di lavoro. A titolo esemplificativo il non pagamento delle retribuzioni da parte del datore di lavoro.

Leggi anche: come prendere la disoccupazione se mi licenzio dal lavoro

L’ulteriore eccezione è il caso della risoluzione consensuale allorquando sia intervenuta nell’ambito della procedura conciliativa presso la Direzione Territoriale del Lavoro. Oppure nell’ipotesi di licenziamento con accettazione dell’offerta di conciliazione proposta dal datore di lavoro entro i termini di impugnazione stragiudiziale del licenziamento.

Infine per dimissioni a seguito del rifiuto del lavoratore al proprio trasferimento ad altra sede della stessa azienda distante oltre 50 km dalla residenza del lavoratore. Lo stesso vale se la sede è mediamente raggiungibile in 80 minuti con mezzi di trasporto pubblici. Questa ultima ipotesi è stata confermata anche con Messaggio INPS n. 369 del 26 gennaio 2018.

Requisito contributivo

Anche per la Naspi 2021 INPS il requisito contributivo rimane invariato, le settimane di contribuzione utili sono tredici nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.