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Francesco Casula e il malgoverno dei Savoia

 
 
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Francesco Casula e il malgoverno dei Savoia

Lo storico sostiene in un libro quanto i Savoia abbiano condizionato negativamente la storia della Sardegna 

Francesco Casulastorico e professore, sostiene da tempo che i Savoia con la loro politica abbiano impresso una direzione che ha condizionato negativamente la storia della Sardegna e propone una riflessione che crea un movimento di pensiero per cambiare i nomi delle vie delle piazze a loro dedicate. Nel suo libro Carlo Felice e i tiranni sabaudi, documenta in modo rigoroso la politica dei Savoia, sia come sovrani del regno di Sardegna, dal 1726 al 1861, sia come re d’Italia in carica dal 1861 al 1946.

 

Il libro vuole essere uno strumento di informazione nelle mani di tutti ma le numerose richieste di presentazione provenienti dalle comunità sarde, da pro loco e scuole superiori, da parroci e pubbliche amministrazioni, dimostrano che l’interesse è, oltre che trasversale, prevalentemente femminile e di molti giovani. Il professore si accorge che, dalle domande e dalle obiezioni del pubblico, vi è una diffusa volontà di esortare la decisione di rivedere la toponomastica ancora abbondantemente popolata dai Savoia i quali campeggiano, omaggiati in statue, piazze e vie a dispetto delle loro malefatte e persino delle infamie da loro commesse. Una per tutte: le leggi razziali.

 

Il volume, rivolto in modo specifico agli studenti, ha un carattere divulgativo per fare conoscere una storia o, come ama definirla il professor Casula, una contro storia poco conosciuta, una versione dei fatti secondo lui carente, a tratti assente se non addirittura mistificata dalla storiografia ufficiale. Basti pensare al Risorgimento e all’Unità d’Italia che vengono presentati come espressione delle magnifiche e progressive sorti nazionali. Mentre vengono dimenticati i drammi e le tragedie che hanno fortemente caratterizzato questi anni, un esempio ne è la creazione della Questione Meridionale ancora oggi più che mai scottante.
Per quanto riguarda nel dettaglio la Sardegna, la presenza dei sovrani sabaudi, secondo il professore, con le loro funeste scelte in campo economico, politico, culturale, ritardò lo sviluppo di quasi cinquant’anni con conseguenze non ancora compiutamente pagate. E a condividere questo convincimento è anche lo storico Girolamo Sotgiu, uno tra i più grandi conoscitori della Sardegna sabauda.
Storici, scrittori e intellettuali, di cui si riportano nel testo valutazioni e giudizi nei confronti dei re sabaudi, spesso sono filomonarchici e filosabaudi, come per esempio Pietro Martini. Dunque, non solo loro avversari, come Mazzini o Giovanni Maria Angioy, eppure tutti convergono in un severissimo giudizio. In particolare, convengono sulla qualità discutibile del regnante Carlo Felice sostenendo che fu certamente il peggiore fra i sovrani sabaudi. Egli infatti da viceré, come da re, fu crudele, feroce e sanguinario, per dirla in lingua sarda incainadu, famelico, gaudente e ottuso cioè tostorrudu. E ancora fu, secondo le definizioni dello storico sardo Raimondo Carta Raspi, più ottuso e reazionario d’ogni altro principe, oltre che uomo dappoco, parassita, gretto come la cifra della sua amministrazione.

 

Questo brano è tratto da Buongiorno Sardegna: da dove veniamo, per la collana del 2013 dell’Unione Sarda, La Biblioteca dell’Identità e dà uno spaccato intenso della realtà del tempo.

 
 
 

“Partito il re e lasciata l’Isola nelle mani del viceré Carlo Felice, i feudatari continuarono imperterriti a dissanguare i vassalli con l’esosità delle loro gabelle mentre il viceré oziava nella sua villa di Orri, gaudentemente intrattenuto dai cortigiani locali e d’importazione, in conflitto permanente con tutto ciò che poteva affaticarlo non solo fisicamente ma anche intellettualmente, essendo uomo di scarsa cultura che rifuggiva dagli esercizi mentali troppo impegnativi. Il bilancio dello Stato era disastroso ma non quello suo personale, ovviamente, così che poteva permettersi di ostentare elargizioni in beneficenza con ciò che aveva riservato per sé. Fu, il suo, il governo poliziesco, sostenuto efficacemente da quelle anime nere dei feudatari, a formare un sistema di potere dispotico e predatore in danno della popolazione locale, la cui autorità si manifestava delle forche erette per impiccare i trasgressori delle sue leggi, lì imposte con la forza. 

E quegli ingenui abitanti di quello sfortunato luogo innalzarono invece per lui non una forca ma una statua, in una bella città capoluogo.”

 

La penna è quella di Giuseppi Dei Nur, pseudonimo che cela un rigoroso saggista e un efficace narratore; il professor Francesco Casula giura di non aver niente a che vedere con lui intanto che, sorridendo, conta la centoventicinquesima presentazione di novembre a Carbonia della sua ultima fatica e insiste col precisare: «A partire dalla scuola, la storia della Sardegna è stata interrata se non addirittura mistificata. Dobbiamo iniziare a raccontare la verità, dire quello che è stato il dominio dei Savoia e, come sostiene Vincenzo Pillai, se c’è un atto sovversivo è proprio questo: raccontare una nuova e più veritiera versione della storia. Non che gli altri sovrani fossero teneri, ma i Savoia furono i peggiori in assoluto, basti pensare che prenderanno possesso della Sardegna nel 1720 ma non si faranno mai vedere per poi comparire, Carlo Felice e il fratello da viceré, solo quando Napoleone li estrometterà dal Piemonte in esilio: staranno sull’isola, due corpi a peso morto, parassiti a carico della popolazione sarda e non si faranno scrupolo di applicare nuove gabelle. Senza alcun pudore infatti infliggeranno ai sardi nuove tasse e solo per poter permettere alla regina di acquisire nuovi gioielli, chiariamo alle giovani generazioni questa verità storica.»

 

Francesco Casula è inoltre autore di una collana che si chiama Uomini e donne illustri le contro storie, in cui si delineano personalità famose della Sardegna: Grazia Deledda che è dell’area nuorese viene tratteggiata nella variante logudorese o Sigismondo Arquer, una sorta di Giordano Bruno, considerato eretico dall’inquisizione, il cui reato maggiore fu quello di rivendicare la libertà di pensiero e di coscienza e che fu poi bruciato martire a Toledo, siccome è nato a Cagliari viene descritto nella variante campidanese.

La collana poi riversa tutte le monografie in un unico volume già pubblicato che le raccoglie tutte.

 
 

La ferocia dei Savoia viene documentata e descritta con numerosi particolari. Esercitarono una violentissima repressione di tipo militare, venivano impiccati i nemici, cioè i filoangioini che organizzavano le sommosse, il corpo veniva sezionato in quattro parti poi bruciato spargendo le ceneri al vento perché non rimanesse niente. Le teste venivano messe in una gabbia di ferro ed esposte alle porte della città perché fossero da monito a tutta la popolazione. Il regno viene loro regalato dalle potenze vincitrici nella guerra di secessione spagnola mentre i Savoia, invece di essere riconoscenti poiché essendo duchi non avrebbero mai avuto diritto a regnare, ciecamente praticarono efferatezze inaudite.
Tutto questo viene dettagliato nel libro che conta 7mila copie vendute e una ristampa prevista dalla Casa editrice Grafica del Parteolla. Cura la prefazione Giuseppe Melis Giordano docente marketing all’università di Cagliari.
Il professor Casula sostiene: «Hanno fatto cose buone come la strada 131, che Carlo Felice ha dedicato a se stesso ma in realtà l’idea è del fratello Vittorio Emanuele I, ed è pagata con il sangue dei sardi.» Esortando i suoi studenti a guardare la foresta, non il singolo albero.

Il cashback pedaggi autostrade

 

Il cashback pedaggi autostrade è un rimborso automatico e integrale per gli automobilisti che subiscono disagi per i cantieri. I dettagli

Come ben noto, questo è il periodo dell’esodo estivo per le vacanze. Infatti, da alcuni giorni i cittadini  italiani si stanno spostando in gran numero in macchina, per raggiungere la località di villeggiatura scelta per passare il periodo delle ferie d’agosto. Ma come al solito, durante il viaggio dovranno fare i conti con rallentamenti; code; traffico e giornate da bollino rosso e nero. Infatti, oltre ai tradizionali ingorghi sulle autostrade più battute, la situazione sarà particolarmente difficile per via dei cantieri che per tutto il mese saranno operativi da nord a sud della penisola. Vero è che, con la finalità di rendere un po’ più agevoli gli spostamenti, l’Anas ha rimosso, dal 23 luglio al 5 settembre, 435 cantieri tra quelli che possono avere un’influenza negativa sulla viabilità estiva. Tuttavia, ne restano quasi 400 che sono, di fatto, inamovibili, e non possono essere rinviati.

Ecco allora la novità del cashback pedaggi autostrade in caso di cantieri, con i primi test al via da parte di Autostrade per l’Italia. Un’iniziativa che da un lato mira a costituire un giustificato ristoro economico per chi viaggia in autostrada, mentre dall’altro intende probabilmente risollevare l’immagine dell’intero settore autostrade, gravato negli ultimi anni da notizie non certo positive.

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Cashback pedaggi autostrade: i primi test

Ben consapevole dei tanti disservizi di cui si è resa responsabile negli ultimi anni, Autostrade per l’Italia ha recentemente fatto partire i primi test del cd. cashback pedaggi autostrade, in caso di cantieri. In buona sostanza, la novità consiste in un sistema di rimborso totale e automatico delle tariffe al casello per gli automobilisti che guidano nella rete autostradale, in tratti caratterizzati da disagi causati dai lavori in corso. Detto nuovo beneficio non deve stupire, se pensiamo alle notizie di cronaca delle ultime settimane; queste più volte hanno denunciato code e rallentamenti anche di svariate ore, proprio per la presenza di cantieri.

E’ ben noto però che Autostrade per l’Italia ha avviato un ammodernamento generale delle rete autostradale che ha in concessione; per questa ragione sono in corso – su buona parte della rete – dei consistenti interventi, che inevitabilmente causano disagi a chi viaggia, specialmente in questo periodo.

Prevista già un po’ di tempo fa e legata al funzionamento di un’app (“Free to X”) ad hoc della stessa Aspi, si tratta di un’iniziativa in fase sperimentale; infatti al momento riguarda alcune migliaia di utenti selezionati. L’ottica però è quello dell’estensione a tutti di questa opportunità: da metà settembre chiunque potrà eseguire il dowload dell’applicazione. Ciò al fine di testare il servizio su larga scala fino a fine anno.

Qualche giorno fa fu l’ad di Aspi (Autostrade per l’Italia S.p.A.), Roberto Tomasi ad annunciare questa nuova app per i rimborsi: “sarà testata da 10mila utenti poi entro fine estate sarà disponibile per tutti”, sono state le sue parole.

Cashback pedaggi autostrade per i cantieri: quando scatta il rimborso?

Ci si potrebbe certamente domandare quando di fatto scatta il rimborso e dunque il cashback pedaggi autostrade, per l’automobilista in viaggio sulla rete, ma fermo in coda a causa di un cantiere che blocca per ore la circolazione. Ebbene, in linea generale, il rimborso è applicato se il cantiere dilata in modo significativo il tempo di percorrenza di una determinata tratta autostradale. Per es. a causa dell’eliminazione temporanea di una o più corsie o del restringimento di carreggiata.

In particolare, Aspi valuterà l’effettivo ritardo nella percorrenza del tragitto, stabilendo un parametro di tempo di viaggio medio (con distinzione tra auto e mezzi pesanti), in condizioni normali. Per farlo, utilizzerà i dati forniti da Google Maps e quelli indicati dall’app dedicata; inoltre, per ciascun utente, registrerà l’orario di entrata e di uscita dall’autostrada, che senza Telepass sarà da comprovare con foto degli scontrini da inviare tramite l’app. In altre parole, per i possessori di Telepass, il cashback pedaggi autostrade è ottenuto in modo automatico perché i dati dell’utente sono già conosciuti. Invece, chi paga il pedaggio con denaro contante o carte, dovrà inviare lo scontrino, fotografato con la app Free to X. 

Quindici minuti è la soglia minima di ritardo che di fatto fa scattare il diritto al rimborso automatico del ticket, ossia il cashback pedaggi autostrade. Ma attenzione: questa va comunque rapportata alla lunghezza del viaggio e al tempo medio di percorrenza della tratta autostradale. Ciò nella finalità di stabilire con esattezza l’effettiva influenza del cantiere in termini di allungamento dei tempi di viaggio.

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Rimborso automatico ed integrale grazie all’app Free To X

Da notare un elemento interessante sul cashback pedaggi autostrade: infatti, il rimborso automatico sarà integrale e non soltanto relativo alla tratta “in coda”. In altre parole, sarà restituito all’automobilista l’ammontare del biglietto di tutta la tratta; e non solo di quella in cui c’è stato il disagio per l’utente.

Citata poco sopra, Free to X è la nuova app creata da Autostrade per l’Italia; sarà scaricabile da chiunque su store Android e Ios, e notificherà il diritto al rimborso, che giungerà direttamente sull’Iban dell’utente che ha subito il disagio. Il rimborso sarà assegnato a fine anno in un’unica soluzione, così come stabilito nella prima fase di test.

Concludendo, per quanto riguarda le fasi successive, ribadiamo che secondo quanto dichiarato da Aspi, il cashback pedaggi autostrade sarà operativo in modo esteso soltanto dai prossimi mesi, quando l’app gratuita Free to X sarà agevolmente scaricabile negli store di iOS e Android. Quanto meno nelle intenzioni, il cashback integrale – per il quale Aspi ha previsto uno stanziamento fino a 250 milioni di euro – entrerà a regime soltanto a partire dal 2022.

Contratto di rioccupazione 2021: la Circolare INPS con le prime indicazioni

 

Contratto di rioccupazione 2021: la Circolare INPS con le prime indicazioni

Pronta la circolare INPS sul nuovo sgravio contributivo. Ecco cos’è e come funziona il nuovo contratto di rioccupazione.

Il contratto di rioccupazione introduce un nuovo esonero contributivo per i datori di lavoro, al fine di abbattere il carico contributivo e incentivare le assunzioni. Il nuovo sgravio sulle assunzioni è una misura emergenziale pensata per rilanciare l’occupazione a seguito della grave crisi economica generatosi a causa della diffusione del Covid-19 che ha messo al tappetto moltissime attività economiche. Pertanto, al fine di evitare licenziamenti in massa e aumentare di conseguenza il tasso di disoccupazione, il Governo ha pensato a un nuovo sgravio contributivo pari al 100%, fino a 6.000 euro su base annua, per una durata di 6 mesi. L’esonero opera in caso di assunzione con contratto subordinato a tempo indeterminato. Al termine le parti possono recedere dal rapporto di lavoro o proseguirlo come ordinario contratto a tempo indeterminato.

Aggiornamento: Con la circolare INPS 115 del 2 agosto 2021 arrivano le prime indicazioni relative all’ambito di applicazione dell’esonero in oggetto. La procedura di richiesta dell’esonero, disponibile da settembre 2021, sarà illustrata con un successivo messaggio, insieme alle modalità di compilazione delle dichiarazioni contributive da parte dei datori di lavoro.

download   Circolare numero 115 del 02-08-2021
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Vediamo quindi a chi spetta, come funziona, importi e le condizioni di spettanza previste nel Decreto-Legge.

Contratto di rioccupazione: a chi spetta

Dalla bozza definitiva del Dl Sostegni bis del 20 maggio si legge che l’esonero contributivo del contratto di rioccupazione si rivolge a tutti i settori; serve in particolare a mettere in moto la ripartenza dell’economia e dare alle aziende una vera alternativa ai licenziamenti.

Sono esclusi dallo sgravio il settore agricolo e il lavoro domestico.

Come funziona

Possono accedere al beneficio i datori di lavoro privati, con esclusione del settore agricolo e del lavoro domestico, che abbiano effettuato nuove assunzioni mediante il contratto di rioccupazione nel periodo tra il 1° luglio e il 31 ottobre 2021.

L’assunzione, in particolare, avviene mediante contratto a tempo indeterminato; vi dev’essere comunque un accordo con il lavoratore su un progetto formativo individuale e un periodo di prova fino a 6 mesi.

Si tratta, in pratica, di una sorta di contratto di apprendistato più breve ma rafforzato dal punto di vista del risparmio di costi.

Attenzione però: qualora il datore di lavoro non assuma il lavoratore, è obbligato a versare l’importo contributivo non corrisposto all’INPS.

Quindi, possiamo affermare che si tratta di un contratto a tempo indeterminato legato alla formazione e ad un periodo di prova, massimo sei mesi, con sgravi contributivi al 100%.

Importo e durata

Come precisato in premessa, l’esonero contributivo è pari al 100%, e vale per un massimo di 6.000 euro annui esclusi in premi INAIL. Inoltre, il periodo di prova è di 6 mesi.

Condizioni di spettanza

Per poter fruire dell’esonero è necessario che i datori di lavoro nei 6 mesi precedenti l’assunzione non devono aver proceduto a licenziamenti individuali o per giustificato motivo oggettivo o collettivi nella stessa unità produttiva.

Il beneficio è cumulabile con gli esoneri contributivi previsti.

Testo definitivo Decreto Sostegni bis

In attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di seguito alleghiamo il testo dell’ultima bozza di Decreto Sostegni bis approvata in CdM del 20 maggio

Bonus mamma domani 2021

Bonus mamma domani 2021: cos’è e come funziona il premio nascita di 800 euro

Anche quest’anno (come dal 2017) le famiglie possono richiedere il bonus mamma domani 2021, premio nascita di 800 euro dall’INPS. I dettagli.

Bonus mamma domani 2021: la legge di bilancio 2017 (ex legge di Stabilità) ha previsto dal 1 gennaio 2017 un premio alla nascita o all’adozione di minore, anche detto bonus mamma domani, dell’importo di 800 euro.

Il bonus mamma domani non va confuso con il bonus bebè, in quanto si tratta di un altro aiuto alla famiglia introdotto solo nel 2017.

In pratica è un contributo una tantum di 800 euro che l’INPS eroga alla futura mamma per il sostenimento delle spese legate alla gravidanza o alle spese di adozione.

Ecco i dettagli.

Bonus mamma domani 2021: cos’è e come funziona

Il premio alla nascita di 800 euro (bonus mamma domani) viene corrisposto dall’INPS per la nascita o l’adozione di un minore, a partire dal 1° gennaio 2017, su domanda della futura madre al compimento del settimo mese di gravidanza (inizio dell’ottavo mese di gravidanza) o alla nascita, adozione o affidamento preadottivo.

Il bonus mamma domani di 800 euro è quindi corrisposto direttamente dall’INPS in un’unica soluzione alle future madri che ne faranno richiesta.

Il premio alla nascita o alla natalità deve essere richiesto dagli interessati all’INPS ed è lo stesso Istituto che provvederà quindi al pagamento al compimento del settimo mese di gravidanza o all’atto dell’adozione.

Bonus mamma domani 2021 senza ISEE

A differenza di altri sostegni alle famiglie, quali ad esempio il bonus bebè, il bonus mamma domani non è soggetto a limiti rispetto al reddito della famiglia. Inoltre non va computato nel reddito della famiglia ai fini IRPEF.

Pertanto non verrà erogato in base all’ISEE, ma a tutti coloro che ne faranno richiesta. Inoltre l’importo di 800 € non andrà in dichiarazione dei redditi, quindi è esentasse.

Con la Circolare numero 39 del 27 febbraio 2017 l’INPS rende nota la disciplina e i requisiti necessari per ottenere questo nuovo bonus famiglia e dà indicazioni sulle certificazioni da allegare alla domanda.

Requisiti Bonus Mamma Domani

Il bonus è riconosciuto alle donne gestanti o alle madri che siano in possesso dei seguenti requisiti:

  • residenza in Italia;
  • cittadinanza italiana o comunitaria o non comunitarie con status di rifugiato politico e protezione sussidiaria;
  • cittadine non comunitarie in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.

Il bonus di 800 euro può essere concesso solo per uno degli eventi verificatisi dal 1° gennaio 2021:

  • compimento del 7° mese di gravidanza;
  • parto, anche se avvenuto prima dell’ottavo mese di gravidanza;
  • adozione del minore, nazionale o internazionale, disposta con sentenza divenuta definitiva;
  • affidamento preadottivo nazionale o affidamento preadottivo internazionale.

Bonus Mamma Domani, documenti necessari

La domanda va presentata dagli interessati dopo:

  • il compimento del settimo mese di gravidanza, con allegata la certificazione del medico SSN con la data presunta del parto;
  • il parto, con allegata autocertificazione della data del parto e le generalità del bambino;
  • l’adozione o affidamento preadottivo, con la relativa documentazione del provvedimento giudiziario oppure indicando gli elementi che consentano all’Inps il reperimento dello stesso.
  • dal 10 aprile 2020 non è più necessario allegare il modello SR 163 per attestare l’IBAN in quanto lo stesso è stato soppresso.

Modalità di pagamento del Bonus Mamma domani 800 euro

Le modalità di pagamento del premio alla nascita previste dall’INPS sono:

  • bonifico domiciliato presso ufficio postale;
  • accredito su conto corrente bancario o postale;
  • libretto postale;
  • carta prepagata con IBAN ;
  • conto corrente estero (Area SEPA).

Per tutti i pagamenti, eccetto bonifico domiciliato presso ufficio postale, è richiesto il codice IBAN .

Come detto sopra, dal 10 aprile 2020 non è più necessario allegare il modello SR 163.

Come e quando fare domanda

Con successivo messaggio 13 febbraio 2018, n. 661 l’INPS ha fornito poi le istruzioni per le modalità di presentazione delle domande telematiche.

La domanda può essere presentata:

  1. dopo il compimento del settimo mese di gravidanza (inizio ottavo mese)
  2. oppure a nascita avvenuta o a seguito di uno degli altri eventi previsti dalla legge ovvero adozione e affidamento preadottivo.

La domanda deve essere presentata all’INPS tramite i consueti canali telematici:

  • direttamente dalla richiedente accedendo all’area riservata tramite SPID, CNS o CIE 3.0;
  • tramite Contact Center (numero verde INPS 803 164, gratuito da rete fissa, oppure 06 164 164 da rete mobile);
  • tramite patronato.

San Domenico di Guzman

 
San Domenico di Guzman

Nome: San Domenico di Guzman
Titolo: Sacerdote e fondatore dei Predicatori
Nascita: 1170, Calaruega, Spagna
Morte: 6 agosto 1221, Bologna
Ricorrenza: 8 agosto
Tipologia: Commemorazione

Nato a Calaruega in Spagna nel 1170, da Felice Guzman e Giovanna di Asa, fu subito consacrato al Signore dalla madre sua, la quale aveva già visto in sogno che il figlio era destinato dal Signore a compiere cose grandi nella Chiesa. Appena ne fu capace, la pia Giovanna si prese cura di istruirlo nelle verità cristiane, e Domenico mostrava quanto grande fosse già fin d’allora la sua intelligenza e la sua pietà.

A quattordici anni fu inviato all’Università di Valenza di dove uscì con la laurea in retorica, filosofia e teologia. Divenuto sacerdote e sentendosi inclinato ad una vita piuttosto ritirata dal secolo, entrò fra i Canonici Regolari di S. Agostino, dedicandosi alla conversione degli eretici Albigesi, ma dopo tante fatiche, visto che quello scoglio era troppo duro per essere spezzato da un uomo solo, meditò d’istituire un ordine di uomini religiosi i quali accoppiassero agli esercizi di pietà lo studio delle scienze ecclesiastiche per dedicarsi specialmente alla predicazione: pregò molto il Signore affinchè gli manifestasse la sua divina volontà: e finalmente comunicò il suo disegno ai vescovi della Linguadoca, e tutti unanimemente approvarono; sedici missionari che già con lui faticavano lo seguirono e così l’ordine fu iniziato a Tolosa nel 1215. Fondato a Prouille un monastero di religiose ed un Terz’Ordine, si recava a Roma per ottenere l’approvazione per i nuovi religiosi. La sua istituzione venne così sanzionata nel 1216 assieme alle sue sagge costituzioni, ed il granello di senapa seminato nel fecondo campo della Chiesa, non tardò a dare i suoi copiosi frutti, poiché, ancor vivente, egli ebbe la consolazione di vedere fiorire in molte regioni d’Europa numerosi conventi da lui medesimo fondati. Gli Albigesi si convertirono, gran parte del clero si uni alla santa crociata, e fra i Cristiani si notò presto un forte risveglio.

La principale gloria di S. Domenico é però quella di aver divulgato la bella devozione del S. Rosario. Mentre egli predicava nella Linguadoca per la conversione degli eretici, vedendo che gran parte delle sue fatiche riuscivano vane, ricorse all’intercessione della SS. Vergine: e Maria SS. gli ispirò la recita di 150 Avemaria intercalate da 15 Pater e dalla considerazione di 15 misteri di nostra santa religione. Domenico ed i suoi figli con il Rosario riuscirono a convertire gli ostinati Albigesi; S. Pio V ottenne la celebre vittoria di Lepanto sui Turchi, e tutti i Santi che seguirono ebbero dal Rosario le più belle vittorie sul demonio.

Il santo patriarca, dopo aver compiuto in Roma l’ufficio di maestro del Sacro Palazzo, percorse ancora una volta la Spagna e la Francia, lasciando in esse il profumo delle sue virtù e fondando diversi monasteri: ritornò quindi in Italia per terminare i suoi ultimi giorni nel bacio del Signore. Spirò a Bologna circondato dai suoi religiosi il 6 agosto 1221.

PRATICA. Col Rosario anche noi vinceremo tutte le nostre difficoltà.

PREGHIERA. O Signore, che ti sei degnato illuminare la tua Chiesa mediante le dottrine ed i meriti del Beato Domenico confessore, concedici, per sua intercessione, ch’essa non venga privata degli aiuti temporali, e sempre più progredisca nelle vie dello spirito.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di San Domenico, sacerdote, che, canonico di Osma, umile ministro della predicazione nelle regioni sconvolte dall’eresia albigese, visse per sua scelta nella più misera povertà, parlando continuamente con Dio o di Dio. Desideroso di trovare un nuovo modo di propagare la fede, fondò l’Ordine dei Predicatori, al fine di ripristinare nella Chiesa la forma di vita degli Apostoli, e raccomandò ai suoi confratelli di servire il prossimo con la preghiera, lo studio e il ministero della parola. La sua morte avvenne a Bologna il 6 agosto.