Archivio mensile:novembre 2017

Lavoro e Fisco

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Inps circolari e messaggi

Santa Cecilia

Santa Cecilia


Nome: Santa Cecilia
Titolo: Vergine e martire
Ricorrenza: 22 novembre
Protettrice di: cantanti, musica, musicisti

Sotto l’impero di Alessandro Severo era stata proibita ogni persecuzione contro i cristiani e la Chiesa godette un periodo di tranquillità e di pace. Ma a turbare il mite gregge di Cristo sorse presto il tristo prefetto di Roma, Almachio.

Essendosi assentato l’imperatore dalla capitale, egli ne approfittò per sfogare il suo odio contro i cristiani scatenando contro di loro una terribile persecuzione.

Fra le sue vittime più illustri, va ricordata S. Cecilia, nobilissima vergine romana. Nacque ella da ricchissima famiglia alle falde del Gianicolo, e quivi fra agi e comodità fu educata dai più rinomati maestri di Roma.

Fattasi segretamente cristiana, andava ogni giorno più distaccando il suo cuore dalle cose terrene.

Costretta a sposarsi, durante le feste del matrimonio, mentre tutti l’attorniavano per festeggiarla e cantavano inni pagani, essa in cuor suo cantava un cantico di amore al suo mistico e vero sposo, Gesù Cristo. Quando fu sola con Valeriano gli disse: « Sappi che io sono cristiana e già da molto tempo ho consacrato a Gesù tutto il mio cuore… Egli solo è il mio sposo, e tu devi rispettare il mio corpo, perché io ho sempre vicino a me un Angelo del Signore che mi custodisce e mi difende ».

Valeriano rispose: « Io crederò a quanto mi dici e farò quello che tu desideri, se potrò vedere questo Angelo che ti custodisce ». E Cecilia: « Nessuno può vedere l’Angelo del Signore, se non è battezzato. Va’ dunque dal santo vescovo Urbano, fatti istruire nella religione cristiana, fatti battezzare, e poi ritorna e vedrai quanto desideri ». Valeriano andò, si fece istruire ed il Vescovo, vedendo le sue buone disposizioni e la mirabile trasformazione che la grazia aveva operato in lui, lo battezzò.

Ritornato presso la sua santa sposa, entrando nella stanza, vide un Angelo di bellissimo aspetto, che teneva in mano due corone intrecciate di rose e di gigli. A tale vista Valeriano comprese che una di quelle corone era preparata per lui se fosse rimasto sempre fedele a Gesù Cristo.

Quindi non solo promise di custodire intatta la purezza della sua castissima sposa, ma si fece ferventissimo cristiano ed istruì e fece battezzare anche suo fratello Tiburzio. Continuava intanto la persecuzione: Valeriano ed il fratello Tiburzio furono decapitati, mentre Cecilia fu condannata a morire asfissiata nella sua stessa camera da bagno.

I soldati eseguirono l’ordine, ma aperta la camera dopo un giorno e una notte trovarono la Santa sana e salva come se avesse respirata aria purissima. Comandò allora Almachio che un littore le troncasse il capo. Andò il littore, vibrò ben tre colpi, ma non riuscì a staccare completamente la testa dal busto, per cui terrorizzato si allontanò lasciando la Santa in una pozza di sangue.

I fedeli accorsi, raccolsero con pannolini il sangue della Martire, come preziosa reliquia e soccorsero Cecilia che visse ancora tre giorni, pregando ed incoraggiando gli astanti ad essere forti nella fede.

Finalmente, consolata dal Papa Urbano a cui donò la propria casa affinchè fosse trasformata in chiesa, placidamente spirò, e andò a cantare eternamente le lodi al suo amato sposo Gesù.

PRATICA. Facciamo qualche atto di riparazione per le numerose bestemmie contro Dio.

PREGHIERA. O Dio, che ci allieti con l’annua solennità della tua beata Cecilia vergine e martire, fa’ che, mentre la veneriamo, ne seguiamo anche i santi esempi.

Approfondimento

Santa Cecilia è nota per essere la patrona della musica un’affiliazione che le è stata attribuita grazie ad un brano della Passio nel quale, descrivendo il suo matrimonio si dice: Cantantibus organis, Cecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat dicens: fiat Domine cor meum et corpus meum inmaculatum ut non confundar che tradotto sarebbe: «Mentre suonavano gli strumenti musicali, la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa». Fu così che da questo canto le venne attribuito l’appellativo di patrona della musica.

Già nel celebre dipinto di Raffaello L’estasi di Santa Cecilia, posto nella Chiesa di San Luigi dei Francesi, la vergine martire veniva raffigurata con un organo portativo in mano e con ai piedi «sparsi per terra instrumenti musici, che non sono dipinti, ma vivi e veri si conoscono».

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Nov 16 alle 11:45 AM

NEWSLETTER LAVORO n. 801 del 16 novembre 2017

 

Lavoro e diritti

 

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Progetto Form@

Progetto Form@ per qualificare i ricongiungimenti familiari

di Lisa Bartoli

Qualificare i percorsi di ricongiungimento familiare dei cittadini extracomunitari in Italia con il coinvolgimento dei loro familiari, avviare la formazione di 5.400 operatori in grado di mettere a sistema un insieme di servizi integrati per favorire l’integrazione e l’accoglienza. E’ l’obiettivo del progetto Form@,  presentato a Roma il 13 novembre scorso dai 4 patronati del Ce.Pa. (Acli, Inas, Inca e Ital), finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione, attraverso i ministeri Interno, Esteri, Lavoro e realizzato in partenariato con l’Associazione Nuova Generazione Italo-cinese, l’Anolf, Unirama s.a.s e l’International Language school.

I destinatari del progetto Form@ sono i figli, i coniugi, e i genitori dei cittadini stranieri, che  vivono in Italia, provenienti da Albania, Cina, Egitto, Ecuador, Marocco, Moldavia, Perù, Senegal, Tunisia e Ucraina, che hanno chiesto il ricongiungimento familiare.

Le attività e i servizi offerti prevedono: la messa a disposizione di spazi e materiali informativi, con particolare riferimento alle procedure di richiesta del visto, alla normativa generale in materia di diritti sociali e di valori che orientano i comportamenti nel nostro Paese; servizi di informazione, assistenza, orientamento e formazione pre-partenza quali orientamento iniziale per valutare le competenze, le capacità e le attitudini generali delle persone coinvolte; assistenza nella gestione della documentazione relativa alle procedure di ingresso.

Si tratta di un progetto sperimentale che si svilupperà a partire da ora fino a marzo 2019 con corsi di formazione linguistica, per acquisire una conoscenza della lingua italiana; di cultura civica, per permettere ai richiedenti di conoscere i diritti e i doveri insiti nel nostro ordinamento; laboratori e workshop di approfondimento dei temi trattati; accesso a una piattaforma online informativa e di formazione a distanza, che consenta di migliorare la fruibilità e la personalizzazione dei contenuti proposti. Sulla base delle esigenze dei destinatari sarà possibile prevedere ulteriori azioni di sostegno individuali, anche con servizi a domicilio. Il percorso si attiva in Italia al momento della richiesta di nullaosta presso una delle sedi territoriali dei Patronati aderenti al progetto, che già possono contare su circa 2.800 uffici in Italia.

Per aderire al progetto Form@, il richiedente dovrà sottoscrivere il “patto di servizio”, nel quale vengono indicati gli obiettivi dell’intervento, le azioni programmate e gli impegni assunti da tutte le parti. L’adesione al progetto consente di collocare il percorso di ricongiungimento in un contesto di importante cooperazione fra le Istituzioni italiane: Ministero dell’Interno, per le proprie competenze in materia di immigrazione, il Ministero del Lavoro, con la direzione generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione, il Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale, attraverso le rappresentanze diplomatiche e consolari di tutti i paesi coinvolti.

“E’ la prima volta che una rete così importante si misura in modo sinergico sul tema dell’accoglienza – spiega Morena Piccinini, presidente Inca,  -, acquisendolo come valore ideale da praticare accompagnando le persone nell’esercizio di un loro diritto”. “Su questo tema il nostro Paese ha acquisito una notevole esperienza  – ha aggiunto -. Ed è proprio per questo che abbiamo l’ambizione di dimostrare di poter fare altri passi in avanti, per una nuova cultura dell’integrazione, fornendo degli strumenti e delle opportunità a chi entra in Italia in modo regolare con i ricongiungimenti familiari. Non è un caso che abbiamo inserito nei percorsi formativi la conoscenza della lingua italiana e anche la valorizzazione delle culture diverse nel rispetto reciproco delle differenze, tali da rendere più facile non soltanto l’ingresso nel nostro paese, ma soprattutto la permanenza e l’integrazione”.

“La rete, composta da quattro patronati, tre ministeri vigilanti e i consolati dei dieci Paesi coinvolti nel progetto, aggiunge, ci impegna in un lavoro comune, che dovremo dimostrare tutti insieme di poter svolgere. I ministeri, in questo senso, si sono dimostrati molto disponibili”. “Con l’avvio di questo progetto – sottolinea la presidente Piccinini- noi vorremmo essere in grado di poter dire ai nuovi bambini che arriveranno, c’è qualcosa in più: c’è la possibilità di essere cittadini entro poco tempo senza doverli più costringere alle peripezie alle quali sono stati sottoposti i ragazzini che sono entrati o che sono nati in Italia tanti anni fa”.

I rappresentanti dei ministeri, intervenuti alla presentazione del progetto, hanno sottolineato come Form@ non è solo un progetto, ma piuttosto la costituzione di una rete che avvia una “buona prassi” per dare un nuovo impulso ad un “processo precoce di integrazione”, agendo sulla leva della formazione, sulla conoscenza dei diritti e dei doveri in tutte le sue declinazioni, compresa quella importantissima sulla parità di genere”, ha specificato Tatiana Esposito, direttore generale della direzione generale immigrazione e politiche di integrazione Autorità Delegata del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali.     

Assegno di natalità

Assegno di natalità

Inps, sospensione e ripristino dei pagamenti

Chi ha avuto la sospensione del pagamento dell’assegno di natalità deve presentare all’Inps la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) entro e non oltre il 31 dicembre 2017 per riprendere a percepire la prestazione. A comunicarlo è l’Istituto stesso nel messaggio n. 4476 del 10 novembre scorso, nel quale spiega che l’interruzione del pagamento è avvenuto dopo aver verificato che tra i richiedenti del 2015/2016, c’era chi non ha ancora provveduto alla presentazione della DSU, utile al rilascio dell’ISEE per il 2017. 

Al riguardo, l’Inps ricorda che la sussistenza di un ISEE in corso di validità nei singoli anni di concessione del beneficio è un requisito di legge previsto non solo per l’accoglimento delle domande nel primo anno di spettanza della prestazione, ma anche per la prosecuzione del beneficio negli anni successivi al primo. Per tale ragione il requisito dell’ISEE, unitamente agli altri requisiti di legge, viene verificato annualmente sia per la spettanza del diritto sia per il calcolo dell’importo.

La mancata presentazione della DSU entro il 31 dicembre 2017 avrà come conseguenza non solo la perdita delle mensilità per il 2017, ma anche la decadenza della domanda di assegno presentata nell’anno 2016 (e in alcuni casi nel 2015). In quest’ultimo caso, l’utente, che ha presentato domanda nel 2016 e ancora in possesso dei requisiti di legge, potrà presentare una nuova richiesta nel 2018, per il periodo residuo, ma senza recuperare le mensilità del 2017 e con attivazione del beneficio dalla data di presentazione della domanda.

A titolo esemplificativo l’Inps riporta alcune casistiche:

Nascita del figlio avvenuta a maggio 2016. Si ipotizza che l’utente abbia presentato la DSU a giugno 2016 e la domanda di assegno a luglio 2016 (la DSU presentata a giugno è valida se nel nucleo è presente il figlio per il quale è richiesto l’assegno; diversamente, la DSU va nuovamente presentata). L’utente, in presenza di tutti i requisiti di legge, percepisce l’assegno fino a dicembre 2016.

L’utente non ha ancora presentato la DSU per il 2017 e quindi l’Istituto ha sospeso l’erogazione delle mensilità di assegno relative all’anno 2017. Sono prospettabili due casi esemplificativi.

Caso 1 – l’utente presenta la DSU entro il 31 dicembre 2017: la domanda sospesa viene riattivata e quindi riprende l’erogazione dell’assegno dal mese successivo alla presentazione della DSU, con pagamento anche delle mensilità 2017 arretrate. La DSU presentata entro dicembre 2017 ha validità fino al 15 gennaio 2018 e consente l’erogazione dell’assegno per le mensilità dell’anno 2017.

Caso 2 – l’utente non presenta la DSU entro il 31 dicembre 2017: la domanda di assegno presentata a suo tempo nel 2016 decade e le mensilità dell’anno 2017 non possono più essere corrisposte. In questo caso l’utente potrà presentare una nuova domanda nell’anno 2018; tale nuova domanda consentirà, in presenza dei requisiti di legge, il pagamento dell’assegno nell’anno 2018, a decorrere dal mese di presentazione della domanda stessa, ma non consentirà comunque il recupero delle mensilità dell’anno 2017.

Nel messaggio, l’Inps ribadisce inoltre che, in generale, le DSU hanno validità fino al 15 gennaio dell’anno successivo a quello in cui sono presentate. Ne discende che, sebbene la domanda di assegno si presenti di regola una sola volta, solitamente nell’anno di nascita o di adozione del figlio, è necessario che il beneficiario dell’assegno rinnovi la DSU, ai fini della verifica annuale dell’ISEE, per ciascun anno di spettanza del beneficio.

Tutti gli aventi diritto all’assegno nel 2018, inclusi quelli che presentassero la DSU entro il 31 dicembre 2017, sono invitati a presentare tempestivamente una nuova DSU dal 1° gennaio 2018, in modo da consentire all’Inps la verifica della permanenza dei requisiti di legge e, di conseguenza, garantire la puntuale erogazione delle mensilità di assegno a loro spettanti per il 2018.