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Contratti

Pubblico impiego

    • Info Data
    • 31 ottobre 2017, 11:09

    Lavoratori dipendenti, cosa cambia in busta paga

    Dopo settimane di trattative sottotraccia e di ipotesi alternative, il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego si porta dietro un effetto collaterale positivo anche per i dipendenti del mondo privato: almeno per quelli che dichiarano qualcosa più di 24mila euro senza però superare i 26.500 euro di reddito lordo all’anno.

    – Infodata

    • News24
    • 31 ottobre 2017, 07:07

    Dipendenti, bonus fino a 288 euro l’anno

    Dopo settimane di trattative sottotraccia e di ipotesi alternative, il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego si porta dietro un effetto collaterale positivo anche per i dipendenti del mondo privato:?almeno per quelli che dichiarano qualcosa… La novità, si diceva, è un effetto collaterale del rinnovo dei contratti del pubblico impiego. …caratterizza il pubblico impiego, infatti, concentra circa 300mila persone nella fascia messa “a rischio” dagli aumenti contrattuali.

    – di Gianni Trovati

    • News24
    • 27 ottobre 2017, 12:12

    CsC, nei mesi estivi produzione industriale accelera, preoccupa stretta Bce su Npl

    Per l’Italia si prospetta un autunno migliore delle attese. In rialzo produzione industriale, occupazione e condizioni per investire. Preoccupa ancora il credito bancario: la Bce ha tenuto fermi i tassi aiutando la domanda e ha annunciato una riduzione graduale degli acquisti dei titoli, a

    – di Redazione online

    • News24
    • 18 ottobre 2017, 07:16

    Per i presidi a regime 400 euro mensili in più

    Oggi, spiegano le tabelle ufficiali dell’Agenzia di rappresentanza del pubblico impiego (Aran), un dirigente scolastico guadagna in media poco più di 58mila euro lordi all’anno.

    – di Gianni Trovati, Claudio Tucci

    • News24
    • 17 ottobre 2017, 09:32

    Sotto la lente di Bruxelles una tantum e tagli di spesa

    Per il resto, le residue risorse andranno a finanziare le spese incomprimibili, tra cui il costo delle missioni all’estero e dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego, e le misure per crescita.

    – di Dino Pesole

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Contratti

Ultime contratti statali 2017: novità aumenti stipendi e rimborsi per 20 mesi

Ultime novità di oggi sulla riforma della Pubblica amministrazione 2017 e sul rinnovo contratti statali: quale aumento e quali rimborsi per il blocco?

Riforma Pa Madia: parte oggi la negoziazione all’Aran per il rinnovo dei contratti statali.

Si riapre proprio nella giornata di oggi la trattativa per il rinnovo dei #Contratti statali tra l’Aran ed i sindacati dopo l’approvazione della riforma della #Pubblica Amministrazione 2017. Proprio il ministro Marianna Madia è intervenuto stamattina sulla propria pagina Facebook annunciando l’inizio delle trattative dopo otto anni di blocco del rinnovo dei contratti statali. Definito dalla Madia “l’ultimo miglio” di un percorso che ha fatto tappa con l’accordo Governo-sindacati della fine di novembre scorso, il rinnovo dei contratti statali partirà dalla razionalizzazione dei comparti della Pubblica amministrazione, passati da undici a quattro e dalla neutralizzazione della riforma Brunetta che consentirà alla negoziazione di avere la priorità rispetto alla legge.

 
 
 
 

Riforma Pubblica amministrazione 2017 e contratti statali: quali aumenti di stipendio dal 2018?

Tuttavia, anche se la Madia sottolinea nel suo post l’importanza della riforma della Pubblica amministrazione, i dipendenti del pubblico impiego molto si attendono dal punto di vista degli aumenti degli stipendi dato il blocco decennale.

La base di partenza sono gli 85 euro in busta paga mensili che, però, necessitano, per entrare a pieno regime, di uno sforzo del Governo Gentiloni nel reperire 1,2-1,3 miliardi di euro dalla prossima legge di Bilancio. Ma è proprio su questo punto che si incontreranno le maggiori difficoltà nel rinnovo dei contratti statali 2017. Marcello Pacifico dell’Anief, infatti, esprime la propria preoccupazione sugli aumenti degli stipendi che si fermeranno, probabilmente, a cinquanta euro netti in busta paga dal 2018, cifra che è ben al di sotto di quanto perduto dagli statali per il blocco.

Solo nel comparto #Scuola (il più numeroso con oltre un milione di dipendenti su circa 3,3 milioni di lavoratori statali), ne servirebbero altrettanti e subito per allineare gli incrementi degli stipendi al mancato adeguamento al 50 per cento dell’inflazione, previsto dalla legge, relativo all’indennità di vacanza contrattuale dei docenti e del personale Ata. I dirigenti scolastici, poi, si troveranno l’amara sorpresa di duecento euro in meno rispetto a quanto spettante.

Contratti statali e riforma Pa 2017: novità oggi aumenti stipendi scuola e rimborso di 20 mesi

Tuttavia, secondo i calcoli dell’Anief, gli aumenti degli stipendi legati ai contratti statali 2017 prevederebbero l’ulteriore 50 per cento alla firma del contratto. Ciò significa che, su uno stipendio medio di 1.500 euro quale potrebbe essere quello di un docente, l’aumento derivante dalla mancata applicazione dell’indennità di vacanza contratuale è pari a 105 euro mensili che, però, dovranno essere moltiplicati per venti mesi, ovvero per il periodo che decorre dall’ultima sentenza della Corte costituzionale che ha sancito l’illegittimità del blocco dei contratti. Per i dirigenti scolastici questo aumento andrebbe considerato addirittura al doppio

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Legge di Bilancio 2018

Legge di Bilancio 2018: ecco il testo definitivo della Manovra

 
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legge di stabilità 2017Con una settimana di ritardo rispetto ai tempi previsti, domani pomeriggio il testo definitivo della Legge di Bilancio 2018 (ddl 2960) inizia il suo iter parlamentare in Senato. La novità più importante di questa Manovra 2018 è lo stop all’aumento dell’Iva per il 2018, ma saranno presenti anche nuove misure sul Fisco, le pensioni, il lavoro, le agevolazioni fiscali per imprese e famiglie e per il Sud, vediamole nel dettaglio. (Scarica il testo del ddl 2960)

Stop all’aumento dell’Iva e altre aliquote

Stop per 1 anno sull’aumento dell’Iva che però tornerà a salire dal 2019:

  • Iva al 10%: +1,5% nel 2019 e +1,5% nel 2020,
  • Iva al 22%: +2,2% nel 2019, +0,7% nel 2020 e +0,1% nel 2021.

Prorogato anche per il 2018 il blocco dell’aumento delle aliquote e delle addizionali regionali e comunali.

In vista del passaggio verso al fatturazione elettronica anche tra privati,sono previste anche altre semplificazioni per i professionisti: la dichiarazione precompilata Iva, l’addio al registro dei corrispettivi, bozza dell’F24, compensazione con i crediti.

Le novità sul Welfare: Pensioni e Povertà

La Legge di Bilancio 2018 prevede uno sconto di 6 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni,alle donne lavoratrici per accedere all’Ape social. Prorogata per tutto il 2019 la sperimentazione dell’Ape volontario.
Sarà inoltre semplificata e resa stabile RITA, la “Rendita integrativa temporanea anticipata”: potrà usufruirne chi, iscritto a una forma complementare, ha perso lavoro ed è a 5 anni dalla pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi, e chi, disoccupato da 24 mesi, non lavora da 10 anni, con 20 anni di contributi.

Sul Reddito di inclusione sono previsti l’aumento del numero di famiglie destinatarie e dei fondi a disposizione. In aumento anche l’assegno per le famiglie con più di 5 componenti.

Cosa cambia per Lavoro e imprese

La Manovra introdurrà una riduzione del 50% dei contributi per 3 anni per le assunzioni a tutele crescenti fino a 29 anni, con limite a 3mila euro. Solo per il 2018 lo sconto riguarderà l’assunzione di giovani fino a 35 anni di età.

Ritoccata l’aliquota dal 140% al 130% relativa ai superammortamenti per i macchinari, mentre resta al 2505 quella dell’iperammortamento legata all’acquisto di strumenti per la digitalizzazione. Introdotto il nuovo credito d’imposta al 40% (per un importo massimo di 300mila euro) per le spese in formazione digitale 4.0. Stanziati 330 milioni per la Nuova Sabatini con il 30% dei fondi destinati a Industria 4.0.

Il testo della Legge id Bilancio 2018 amplierà la platea dei beneficiari del bonus irpef da 80 euro:il tetto di reddito salirà da 24.000 a 24.600 euro e da 26.00 a 26.600 euro.

Stanziati 2,6 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti dei lavoratori del pubblico impiego che garantiranno un aumento di 85 euro in busta paga, compresi gli insegnanti.

Bonus per la Casa nella Legge di Bilancio 2018

Prorogate per il 2018 anche le agevolazioni fiscali sulla Casa:

  • Ecobonus (65%) per interventi di risparmio energetico,
  • Bonus ristrutturazione (50%) per interventi di manutenzione, ristrutturazione e recupero di edifici esistenti
  • Bonus Mobili (50%) per acquisto di mobili, arredi e elettrodomestici
  • Sisma bonus (70%-80%) per interventi antisismici su edifici ubicati nelle zone sismiche ad alta pericolosità.

Introdotta la detrazione del 36% (Bonus Verde) per interventi di sistemazione e piantumazione in giardini, terrazzi, balconi e cortili.

Sant’ Ernesto

 

Sant’ Ernesto di Zwiefalten


Sant' Ernesto di Zwiefalten

 
 
 
 
Nome: Sant’ Ernesto di Zwiefalten
Titolo: Abate
Ricorrenza: 07 novembre

Quello di oggi, è l’unico Ernesto che abbia iscritto il proprio nome tra i Santi della Chiesa. I fedeli di questo nome sono stati, e sono ancora, moltissimi, ed un solo Sant’Ernesto, non troppo famoso né ben conosciuto, sembra poco per giustificare tanta popolarità. Ci devono essere ragioni diverse, che qualcuno più bravo di noi saprà certamente dare.

In Germania, nella prima metà del XII secolo, fioriva, vicino a Costanza, un grande monastero benedettino, l’Abbazia di Zwiefalten. Entro le sue mura vivevano quasi 300 tra monaci e « fratelli barbuti », cioè conversi. Era come una piccola città, autonoma e indipendente, dedita al lavoro e alla preghiera.

Il governo di questa vasta comunità non era però facile. Non erano i pacifici e devoti monaci, a destare preoccupazioni, ma i potenti della terra, in mezzo ai quali l’Abbazia viveva. Soprattutto i vicini feudatari, suscitavano continuamente difficoltà per il « padre » della comunità monastica, cioè per l’Abate.

Un primo Abate, Bertoldo, dovette dimettersi. A lui successe Sant’Ernesto, uno dei monaci più in vista dell’Abbazia per doti spirituali e intellettuali. Fu abate per cinque anni. Cinque anni di preoccupazioni amministrative, di controversie giuridiche, di schermaglie diplomatiche. Dovettero sembrare una eternità, al monaco votatosi alla preghiera, al silenzio e allo studio!

Perciò, nel 1146, anche Sant’Ernesto si dimise. Meglio allora una vera guerra, una guerra guerreggiata, faccia a faccia con un nemico ben definito. Infatti, un anno dopo, troviamo Sant’Ernesto sotto le insegne dei Crociati, pronto a partire per l’Oriente.

Eran trascorsi cinquant’anni dalla prima Crociata, ispirata dal monaco Pietro l’Eremita e guidata da Goffredo di Buglione. Liberata Gerusalemme, erano stati creati in Oriente dei Regni cristiani. Ora i Turchi, ancora minacciosi tutto intorno alla Terrasanta, avevano aggredito questi giovani stati.

Le potenze europee allestirono così una seconda Crociata, ispirata soprattutto da San Bernardo da Chiaravalle, bandita da Papa Eugenio III, e composta da due corpi di spedizione, uno comandato dal Re di Germania, Corrado III, l’altro dal Re di Francia, Luigi VII. I sovrani dei due paesi tradizionalmente nemici, si trovarono così uniti nella giusta guerra, sotto le insegne della Croce.

Al confronto della prima, questa seconda Crociata doveva essere più disciplinata e meglio organizzata; condotta con criteri militari e strategici. « I soldati di Gesù Cristo, — scriveva il Papa — si astengano dal portare vesti preziose, da soverchia cura nella persona, e dal condursi cani da caccia, falconi o che altro possa ammollirli…. Non si occupino che di cavalli da battaglia, di armi, e di combattere gl’infedeli ».

San Bernardo poi era ancora più intransigente: « Gli eserciti della Croce, — scriveva — han bisogno di soldati che combattano, non di monaci buoni soltanto a salmodiare e a piangere ». Nonostante ciò, quando la Crociata si mosse dalla Germania lungo il corso del Danubio, fu seguita da uno stuolo di sacerdoti e di monaci. Tra questi c’era anche Sant’Ernesto; monaco, non guerriero; con il saio, non con la corazza; per pregare ed assistere i soldati, non per combattere.

La Crociata non ebbe successo. Quando i due eserciti cristiani giunsero in Turchia, gli antagonismi e le gelosie tra i due sovrani si ridestarono. I due corpi di spedizione dovettero agire separatamente, e quello comandato da Corrado III, sorpreso dai Turchi a Dorilea, subì, nel 1147, una terribile disfatta. Nella battaglia e nella ritirata che seguì, pare che andassero perduti — morti o prigionieri — quasi i nove decimi dell’esercito crociato.

Tra questi vi fu Sant’Ernesto, morto o prigioniero. Morto per la storia, perché a questo punto finisce quel poco che si sa di certo sul suo conto. Prigioniero, invece, per una ingenua leggenda scritta alla fine del secolo. Prigioniero dei Persiani, condotto alla Mecca, costretto ad adorare gli idoli, che invece il Santo infrange, dopodiché viene martirizzato.

Non si chieda perché i Turchi sian chiamati Persiani, e come mai i Maomettani, fedeli di Allah, sian diventati idolatri. La fantasia è contagiosa, e chissà che a determinare la popolarità di Sant’Ernesto e del suo nome non sia stata proprio questa fantasiosa leggenda, e non la sua storia, vera, ma troppo scarna, quasi spersa nello sfondo vasto e complesso della storia del suo tempo.