Progetto Form@

Progetto Form@ per qualificare i ricongiungimenti familiari

di Lisa Bartoli

Qualificare i percorsi di ricongiungimento familiare dei cittadini extracomunitari in Italia con il coinvolgimento dei loro familiari, avviare la formazione di 5.400 operatori in grado di mettere a sistema un insieme di servizi integrati per favorire l’integrazione e l’accoglienza. E’ l’obiettivo del progetto Form@,  presentato a Roma il 13 novembre scorso dai 4 patronati del Ce.Pa. (Acli, Inas, Inca e Ital), finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione, attraverso i ministeri Interno, Esteri, Lavoro e realizzato in partenariato con l’Associazione Nuova Generazione Italo-cinese, l’Anolf, Unirama s.a.s e l’International Language school.

I destinatari del progetto Form@ sono i figli, i coniugi, e i genitori dei cittadini stranieri, che  vivono in Italia, provenienti da Albania, Cina, Egitto, Ecuador, Marocco, Moldavia, Perù, Senegal, Tunisia e Ucraina, che hanno chiesto il ricongiungimento familiare.

Le attività e i servizi offerti prevedono: la messa a disposizione di spazi e materiali informativi, con particolare riferimento alle procedure di richiesta del visto, alla normativa generale in materia di diritti sociali e di valori che orientano i comportamenti nel nostro Paese; servizi di informazione, assistenza, orientamento e formazione pre-partenza quali orientamento iniziale per valutare le competenze, le capacità e le attitudini generali delle persone coinvolte; assistenza nella gestione della documentazione relativa alle procedure di ingresso.

Si tratta di un progetto sperimentale che si svilupperà a partire da ora fino a marzo 2019 con corsi di formazione linguistica, per acquisire una conoscenza della lingua italiana; di cultura civica, per permettere ai richiedenti di conoscere i diritti e i doveri insiti nel nostro ordinamento; laboratori e workshop di approfondimento dei temi trattati; accesso a una piattaforma online informativa e di formazione a distanza, che consenta di migliorare la fruibilità e la personalizzazione dei contenuti proposti. Sulla base delle esigenze dei destinatari sarà possibile prevedere ulteriori azioni di sostegno individuali, anche con servizi a domicilio. Il percorso si attiva in Italia al momento della richiesta di nullaosta presso una delle sedi territoriali dei Patronati aderenti al progetto, che già possono contare su circa 2.800 uffici in Italia.

Per aderire al progetto Form@, il richiedente dovrà sottoscrivere il “patto di servizio”, nel quale vengono indicati gli obiettivi dell’intervento, le azioni programmate e gli impegni assunti da tutte le parti. L’adesione al progetto consente di collocare il percorso di ricongiungimento in un contesto di importante cooperazione fra le Istituzioni italiane: Ministero dell’Interno, per le proprie competenze in materia di immigrazione, il Ministero del Lavoro, con la direzione generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione, il Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale, attraverso le rappresentanze diplomatiche e consolari di tutti i paesi coinvolti.

“E’ la prima volta che una rete così importante si misura in modo sinergico sul tema dell’accoglienza – spiega Morena Piccinini, presidente Inca,  -, acquisendolo come valore ideale da praticare accompagnando le persone nell’esercizio di un loro diritto”. “Su questo tema il nostro Paese ha acquisito una notevole esperienza  – ha aggiunto -. Ed è proprio per questo che abbiamo l’ambizione di dimostrare di poter fare altri passi in avanti, per una nuova cultura dell’integrazione, fornendo degli strumenti e delle opportunità a chi entra in Italia in modo regolare con i ricongiungimenti familiari. Non è un caso che abbiamo inserito nei percorsi formativi la conoscenza della lingua italiana e anche la valorizzazione delle culture diverse nel rispetto reciproco delle differenze, tali da rendere più facile non soltanto l’ingresso nel nostro paese, ma soprattutto la permanenza e l’integrazione”.

“La rete, composta da quattro patronati, tre ministeri vigilanti e i consolati dei dieci Paesi coinvolti nel progetto, aggiunge, ci impegna in un lavoro comune, che dovremo dimostrare tutti insieme di poter svolgere. I ministeri, in questo senso, si sono dimostrati molto disponibili”. “Con l’avvio di questo progetto – sottolinea la presidente Piccinini- noi vorremmo essere in grado di poter dire ai nuovi bambini che arriveranno, c’è qualcosa in più: c’è la possibilità di essere cittadini entro poco tempo senza doverli più costringere alle peripezie alle quali sono stati sottoposti i ragazzini che sono entrati o che sono nati in Italia tanti anni fa”.

I rappresentanti dei ministeri, intervenuti alla presentazione del progetto, hanno sottolineato come Form@ non è solo un progetto, ma piuttosto la costituzione di una rete che avvia una “buona prassi” per dare un nuovo impulso ad un “processo precoce di integrazione”, agendo sulla leva della formazione, sulla conoscenza dei diritti e dei doveri in tutte le sue declinazioni, compresa quella importantissima sulla parità di genere”, ha specificato Tatiana Esposito, direttore generale della direzione generale immigrazione e politiche di integrazione Autorità Delegata del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali.     

Progetto Form@ultima modifica: 2017-11-21T17:21:00+01:00da vitegabry
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