Archivi giornalieri: 15 luglio 2017

Pensione anticipata

Pensione anticipata e Precoci, ultime notizie: Damiano e Sacconi contro Fornero

Tornano a parlare sulla riforma pensionistica Damiano e Sacconi e si scagliano contro l’adeguamento all’aspettativa di vita voluto dalla legge Fornero

 
 
 
 
Pensione anticipata e Precoci, ultime notizie: Damiano e Sacconi contro Fornero
 
 
 
 
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Le ultime novità sulle Pensioni anticipate per lavoratori precoci [VIDEO], quota 41 e le altre categorie che vorrebbero uscire dal mondo del lavoro arrivano dalla conferenza stampa tenuta dal Presidente della commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, e da quello della Commissione Lavoro al Senato Maurizio Sacconi. I due esponenti, da tempo a favore di maggior flessibilità del sistema pensionistico, sono intervenuti in una conferenza congiunta per chiedere al Governo di eliminare l’aumento dell’età pensionabile dovuto dall’adeguamento dell’aspettativa di vita, che alzerà la soglia a 67 anni, come previsto dalla Legge Fornero del 2011.

 
 
 

Ultime novità pensione anticipata e precoci: Parlano Sacconi e Damiano contro l’aspettativa di vita

Il nodo della questione legata alla pensione anticipata è piuttosto semplice.

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Moltissimi lavoratori nel 2011 sono stati obbligati a rinviare l’uscita dal mondo del lavoro a causa della riforma Fornero, e ora che nel 2017 sono ad un passo dall’agognato traguardo il rischio è che tutto possa slittare ancora di un anno per via del prossimo adeguamento dell’età all’aspettativa di vita. Questo meccanismo, introdotto sempre dalla Legge Fornero è al centro di molte polemiche, e i due Presidenti Sacconi e Damiano nella conferenza stampa di ieri hanno chiesto al Governo e al Parlamento di sospendere la norma o la posticipi. Ecco le dure parole contro la Fornero: “L’italia si caratterizza già ora per il primato globale dell’età di pensione. Fermo restando gli obiettivi di sostenibilità per il futuro, crediamo che un po’ di buon senso aiuterebbe gli italiani a ritrovare fiducia nel sistema previdenziale”.

Ma come bloccare questo aumento, già previsto per il prossimo autunno e che porterebbe l’età pensionabile a 67 anni? L’unico modo è una norma all’interno della prossima legge di Bilancio secondo quanto hanno suggerito ieri Damiano e Sacconi visto che i tempi sono molto stretti e non ci saranno altre finestre possibili per agire.

Pensioni anticipate e ultime novità precoci: età pensionabile a 70 anni nel 2050

Cesare Damiamo, parlando sulle #Pensioni per #precoci e per gli altri lavoratori ha poi lanciato l’allarme spiegando che questi adeguamenti biennali procedendo di questo passo porterebbero nel 2051 ad uscire dal lavoro a 70 anni. Damiano spiega infine come non si possa mantenere questa norma e che il Governo ed il parlamento devono affrontare la situazione tramite “Una nuova normativa che impedisca il procedere di questa gradualità nel corso del tempo”.

Intanto anche i sindacati sembrano confermare il loro appoggio, con Susanna Camusso che ha ribadito come questa questione vada affrontata il prima possibile e sia una cosa prioritaria da sistemare.

La Camusso ha anche chiesto al Governo di fornire risposte che fino ad oggi non sono mai arrivate e ha sollecitato una maggior chiarezza da parte dell’esecutivo su questo punto. Voi cosa ne pensate? Siete d’accordo con il presidente della Commissione lavoro? Fatecelo sapere e se volete restare aggiornati con tutte le novità sulle pensioni anticipate e su quelle per i precoci cliccate segui in alto, noi continueremo a seguire tutto quello che accade anche in questa calda estate e vi riporteremo le notizie passo dopo passo.

 

Malattie rare: riconosciuto nesso causale

Tumori professionali

Malattie rare: riconosciuto nesso causale 

di Lisa Bartoli

Anche una malattia rara come l’angiosarcoma epitelioide può essere di origine professionale. E’ quanto ha stabilito il Giudice del lavoro di Taranto,  che ha condannato l’Inail a pagare agli eredi di un dipendente dello stabilimento siderurgico tarantino, deceduto nel 2011 a causa del tumore, sia la rendita ai superstiti sia l’una tantum, previste dall’articolo 85 del DPR 1124/65.

La sentenza, emessa il 7 luglio scorso ( n. 2702), giunge dopo lo svolgimento di ben due consulenze tecniche medico legali, a dimostrazione di quanto sia stato difficile l’accertamento del nesso causale tra malattia e lavoro.  “La recente decisione – commenta Massimiliano Del Vecchio, consulente legale di Inca, che ha patrocinato il ricorso – è importante perché da un lato conferma i gravissimi rischi da esposizione a diossina patiti dai lavoratori addetti allo stabilimento siderurgico di Taranto, dall’altro perché attribuisce la natura di tecnopatia ad una patologia rara come l’angiosarcoma epitelioide”.   

Certificata comunque una esposizione prolungata  del lavoratore (dal 1969 al 1994) a sostanze fortemente nocive, come l’amianto e la diossina, le due perizie medico legali hanno avuto esiti diversi: nella prima, il consulente tecnico, dopo aver premesso che l’angiosarcoma epitelioide è una raro tumore che colpisce i tessuti molli, la cui genesi non è nota, conclude a sfavore del riconoscimento dell’origine lavorativa della patologia, attribuendo il valore di “una  modesta concausa all’insorgenza della malattia”: “non posso affermare – si legge nel testo della perizia riportato in sentenza – che trattasi di patologia di certa od elevata probabilità/di probabile origine professionale. Ritengo però di non dover escludere totalmente una concausa chimica (diossina) legata ad altre attività lavorative e/o all’ambiente della cokeria/ed area sottoprodotti”.

La seconda perizia, disposta dal tribunale di Taranto che ha ritenuto “non appaganti” le conclusioni, ribalta l’esito precedente, dopo le obiezioni sollevate dal legale di Inca, in difesa del riconoscimento del nesso causale, ponendo in risalto i 26 anni di esposizioni “a significative dosi di diossina”, subite dal lavoratore, che hanno favorito “mutazioni cellulari” (e, quindi, la trasformazione neoplastica). Da ciò la decisione del giudice del lavoro di ritenere l’angiosarcoma epitelioide, “responsabile del decesso del lavoratore” e “concausalmente ascrivibile all’attività lavorativa”.

 

Documentazione per domande di Ape sociale

Documentazione per domande di Ape sociale

Per edili, vale dichiarazione delle Casse

Gli operai edili, che vogliono presentare domanda di Ape sociale, potranno sostituire le attestazioni dei datori di lavoro per certificare le mansioni svolte in via continuativa, con una idonea dichiarazione sottoscritta dai responsabili delle Casse edili, così come era stato più volte richiesto dai sindacati di categoria Cgil, Cisl e Uil, che lamentavano le difficoltà di questi lavoratori nel rintracciare tutti i datori di lavoro presso cui hanno svolto l’attività.

Lo ha precisato il ministero del Lavoro in una nota, diffusa il 13 luglio, sottolineando che il documento rilasciato dalle Casse edili dovrà essere allegato alla domanda telematica di Ape sociale, accompagnato da una dichiarazione del lavoratore richiedente nella quale preciserà di essere nell’impossibilità di rintracciare i datori di lavoro. Ciò consentirà, avverte la nota ministeriale, ai competenti uffici del Ministero del lavoro, dell’Inail e dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro le verifiche di loro competenza.
“Una prima vittoria”, ha commentato Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil. “Il mio primo pensiero – aggiunge – va a quei lavoratori, circa 2mila dei 23mila over 63, che stanno ancora sulle impalcature, che possono tirare un sospiro di sollievo e forse finalmente poter guardare al proprio futuro con maggiore serenità. Sapere di aver contribuito, insieme a Filca e Feneal, a modificare una circolare ingiusta e a restituire ad alcuni lavoratori il diritto a scendere dalle impalcature e godersi finalmente la propria pensione, è per noi una soddisfazione enorme, che ci riempie di orgoglio”.
“Per questo – sottolinea Genovesi – devo ringraziare tutte le nostre strutture, gli iscritti, i lavoratori che, con la loro incessante mobilitazione, ancora ieri con un presidio davanti al ministero del Lavoro, hanno contribuito in modo determinante a raggiungere questo importante obiettivo. Le casse edili sono già in condizioni di poter certificare rapidamente la continuità contributiva. La macchina è pronta per rispondere immediatamente alla richiesta del lavoratore”.

Per la Fillea, resta però il tema dei requisiti di accesso all”Ape, troppo restrittivi: “In questo settore – chiarisce il sindacalista – 36 anni di contributi, di cui gli  ultimi 6 su 7 continuativi, sono condizioni che solo in pochi possono raggiungere, per le caratteristiche strutturali del lavoro edile, frammentato, discontinuo e segnato generalmente da lunghi periodi di non lavoro e carriere in cui il lavoro nero e grigio rappresentano purtroppo una costante generalizzata”.

“Continueremo la nostra battaglia – assicura Genovesi – per cambiare i requisiti di accesso alla pensione anticipata e per garantire che sulle spalle degli edili al peso di un lavoro gravoso e faticoso si aggiunga anche la disperazione per una pensione inarrivabile”. Risolto il problema della documentazione, la Fillea lancia infine un messaggio ai lavoratori edili: “Abbiamo portato a casa un procedimento che vale anche per le domande del 2018 e 2019, ma ora la priorità è non perdere tempo”. “Quindi, chiamateci, cercate la sede di Patronato a voi più vicina; la scadenza di quest’anno, il 15 luglio, è ormai alle porte ed entro quella data dovete presentare la domanda di Ape”.
“I nostri funzionari e operatori di Patronato – assicura – sono a vostra disposizione per aiutarvi a compilare le domande telematiche. E’ importante sapere che le documentazioni, così come indicato dal messaggio dell’Inps, possono essere allegate successivamente, e questo è un bene ma è importante compilare senza errori la richiesta telematica. Sul nostro sito potete trovare facilmente il recapito delle sede più vicina e l’opuscolo dell’Inca contenente tutte le informazioni sui requisiti per l’accesso all’anticipo pensionistico”.

San Bonaventura

 

San Bonaventura


San Bonaventura

 
 
 
Nome: San Bonaventura
Titolo: Vescovo e dottore della Chiesa
Ricorrenza: 15 luglio

Nell’anno 1221 nasceva in Bagnoregio (Lazio) San Bonaventura che al fonte battesimale fu chiamato Giovanni. Essendosi ammalato gravemente all’età di quattro anni, la mamma lo raccomandò a S. Francesco d’Assisi, colà di passaggio, promettendo di offrirlo al Signore nell’ordine dei Frati Minori, se avesse riacquistata la salute. S. Francesco pregò per lui e quando lo seppe risanato, esclamò: « O buona ventura » e da allora Giovanni fu chiamato Bonaventura.

Cresciuto negli anni, nel 1242 si associò ai seguaci del poverello d’Assisi, ove in breve fece mirabili progressi nella virtù e nella scienza.

Fatta la professione, venne mandato all’Università di Parigi, alla scuola del dottissimo Padre Ales. I progressi che fece negli studi furono tali che dopo solo sette anni venne eletto professore di filosofia e teologia nella medesima Università.

I suoi esempi rifulgevano davanti ai confratelli ed essi, nonostante la sua giovine età, lo elessero priore generale dell’ordine nel 1256.

Nella nuova carica era sempre così puntuale e preciso, che per stimolare i ritrosi ed animare i fervidi alla imitazione di S. Francesco, si serviva più del suo esempio che della sua autorità.

La sua fama si estese: tutti ormai stimavano il Padre Bonaventura uomo eccezionale, perciò il papa Clemente IV gli offrì l’arcivescovado di York (Inghilterra). Ma S. Bonaventura riuscì a indurre il Santo Padre a desistere dal suo progetto.

Però Gregorio X, successore di Clemente IV, vedendo i doni che Dio aveva elargito a questo religioso, e considerando il gran bene che avrebbe potuto fare alla Chiesa, lo elesse cardinale. S. Bonaventura non voleva e si era persino rifugiato in Francia; ma tutto fu inutile. Costretto dall’ubbidienza si portò a Roma dove il Papa, consacrandolo vescovo di Albano, lo nominò legato pontificio assieme a San ‘Tommaso d’Aquino per il concilio che si stava per aprire in Lione.

Ma S. Tommaso lungo il viaggio s’ammalò e morì, e S. Bonaventura per il troppo lavoro fu preso da atroce malore e da vomito continuo, onde in pochi giorni passò’ all’eternità. Era il 14 luglio del 1274.

Come si è già accennato, S. Bonaventura era dottissimo ed in mezzo alle sue molteplici occupazioni trovò modo di scrivere numerosi volumi che rivelano la profondità della sua dottrina e l’acutezza del suo ingegno. Ad una vecchietta che lo lodava per la sua scienza rispose: « Voi potete amar Dio più di qualsiasi sapiente ed è questo l’unico mezzo per essere a Lui accetti ».

Un fraticello laico perciò ripeteva: « Vecchierella, vecchierella, se tu amerai il Signore più di Padre Bonaventura, sarai più santa di Padre Bonaventura ».

PRATICA. La perfezione cristiana non consiste in altro che nel conoscere, amare e servire fedelmente il Signore.

PREGHIERA. O Dio, che desti al tuo popolo il beato Bonaventura ministro di eterna salute, deh! fa’ che, come lo avemmo dottore sulla terra, meritiamo di averlo intercessore in cielo.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Lióne, in Frància, la deposizione di san Bonaventura, Cardinale e Vescovo di Albàno, Confessore e Dottore della Chiesa, dell’Ordine dei Minori, famosissimo per la dottrina e la santità della vita. La sua festa tuttavia si celebra nel giorno precedente.