Archivi giornalieri: 22 novembre 2016
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Assegni familiari
Autorizzazione Assegni Familiari (ANF 43), chiarimenti INPS
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Con Messaggio n. 4638 del 18 novembre a cura della Direzione Centrale Prestazioni a Sostegno del Reddito, l’INPS rilascia importanti chiarimenti in merito alla cd Autorizzazione Assegni Familiari (ANF 43).
I chiarimenti si sono resi necessari a seguito delle richieste pervenute all’INPS da parte dei Patronati in merito alle domande di autorizzazione per la percezione dell’Assegno per il Nucleo Familiare.
Autorizzazione Assegni Familiari (ANF 43), solo se paga il datore di lavoro
L’INPS precisa che l’autorizzazione per l’erogazione degli Assegni Familiari (ANF 43) è rilasciata dall’INPS al cittadino richiedente (tramite Mod. ANF 42) solo se questi è un lavoratore dipendente e la prestazione deve essere corrisposta dal datore di lavoro che anticipa gli importi per conto dell’INPS.
Leggi anche: ABC Lavoro: come richiedere gli assegni familiari e gli arretrati
La corresponsione dell’Assegno al Nucleo Familiare deve essere preventivamente autorizzata dall’INPS in casi di particolari condizioni familiari che possono influire sull’insorgenza del diritto all’ANF, sulla variazione della tipologia del nucleo e sulla possibile duplicazione del pagamento.
Ad esempio dovrà essere autorizzato il lavoratore convivente non sposato, altrimenti potrebbe capitare che, sia il padre che la madre richiedano gli assegni familiari per gli stessi familiari.
Leggi anche: Assegni nucleo familiare, autorizzazione ANF come e quando richiederla
Quando il pagamento viene effettuato direttamente dall’INPS, come ad esempio per:
- lavoratori iscritti alla Gestione Separata
- lavoratori Domestici
- operai Agricoli
- lavoratori di ditte cessate e fallite
- lavoratori percettori di prestazioni a sostegno del reddito
il lavoratore non deve presentare alcuna richiesta di autorizzazione.
In questi casi infatti la verifica dei requisiti viene fatta direttamente dell’INPS e alla domanda di Assegno per il Nucleo familiare con pagamento diretto dovrà essere allegata tutta la documentazione prevista per i casi specifici.
Messaggio INPS numero 4638 del 18-11-2016 (85,3 KiB, 15 download)
Rivalutazione Pensioni
Rivalutazione Pensioni: il punto in attesa della Corte Costituzionale
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Come ormai noto, con la legge 214/11 (cd legge Monti-Fornero), il Governo Monti aveva bloccato il meccanismo automatico di rivalutazione pensioni per i trattamenti di importo superiore a tre volte il minimo INPS.
Di conseguenza, i pensionati che percepivano una pensione superiore a € 1.405,05 lordi (nell’anno 2012) e € 1.443,00 lordi (nell’anno 2013), si sono visti negare, per effetto della suddetta norma, la rivalutazione automatica della pensione.
Cos’è la perequazione o rivalutazione pensioni?
La “perequazione” automatica (anche detta “rivalutazione” automatica) è quel meccanismo che permette di adeguare, ogni anno, il trattamento pensionistico all’aumento del costo della vita, in modo da permettere ai pensionati, di conservare il medesimo tenore di vita. Ciò avviene aumentando l’importo della pensione, in base agli indici forniti dall’ISTAT annualmente e ricavati in base all’aumento medio dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.
La Sentenza della Corte Costituzionale e il D.L. 65/15
Con la famosa sentenza n. 70 del 30 aprile 2015, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 24, comma 25 del decreto legge 201/2011, ovvero di quella norma che, al fine di far fronte alle scarse risorse disponibili dello Stato, aveva bloccato il meccanismo automatico di rivalutazione.
Leggi anche: Pensioni, illegittimo il blocco della riforma Fornero
La Corte, con tale decisione ha affermato che il blocco della perequazione delle pensioni era illegittimo in quanto, non assicurando la conservazione del potere di acquisto delle somme, violava il diritto dei pensionati a percepire una pensione adeguata.
All’indomani della sentenza il Governo, al fine di limitare le conseguenze negative che l’applicazione integrale della sentenza avrebbe provocato al bilancio dello stato, si è affrettato ad approvare il Decreto legge n. 65/2015 (convertito in Legge 109/2015).
Tale provvedimento ha previsto il rimborso solo parziale delle somme non versate negli anni 2012 e 2013, attraverso un meccanismo a scalare per effetto del quale, ai pensionati, è stato restituito molto meno rispetto a quanto effettivamente spettante.
Tuttavia, se con l’approvazione del Decreto 65/15 la partita sembrava chiusa, a riaccendere le speranze dei pensionati italiani, di recuperare le somme illegittimamente negate, ci hanno pensato i giudici di merito, ai quali tanti pensionati si sono rivolti per far valere i propri diritti.
I tribunali infatti, dubitando della sua legittimità, hanno sollevato la questione di costituzionalità del decreto 65/15, così riportando, ancora una volta, la vicenda della rivalutazione delle pensioni, sul tavolo della Corte Costituzionale.
Il decreto Poletti, secondo i Giudici, sarebbe illegittimo sia perché avrebbe restituito troppo poco, così violando il principio di proporzionalità e adeguatezza e sia perché, negando qualsiasi rivalutazione per le pensioni più alte, non sarebbe conforme alle indicazioni dettate dalla Corte Costituzionale.
Ora, qualora la Corte dovesse accogliere la tesi dei giudici remittenti, i pensionati avrebbero diritto automaticamente al rimborso delle somme non percepite. Inoltre, una eventuale decisione in tal senso, avrebbe efficacia generale poichè ne potrebbero beneficiare anche coloro che non hanno presentato, ad oggi, alcun ricorso.
L’ombra della prescrizione sul rimborso pensioni
Tuttavia, poiché il diritto di cui discutiamo è soggetto a prescrizione quinquennale e, trattandosi di benefici che si riferiscono agli anni 2012 e 2013, è necessario porre in essere un atto interruttivo della prescrizione, in attesa della decisione della Corte Costituzionale.
Per fare ciò basta inviare all’INPS, entro dicembre 2016, una raccomandata con ricevuta di ritorno, con la quale si chiede la ricostituzione della propria pensione. In questo modo, qualora la Corte dovesse accogliere la questione sottopostale, ogni pensionato potrà ancora sperare di vedersi restituire quanto illegittimamente tolto.
Lavoro e diritti
Lavoro e Diritti: Autorizzazione Assegni Familiari (ANF 43), chiarimenti INPS |
Autorizzazione Assegni Familiari (ANF 43), chiarimenti INPS Posted: 22 Nov 2016 07:49 AM PST Con Messaggio n. 4638 del 18 novembre a cura della Direzione Centrale Prestazioni a Sostegno del Reddito, l’INPS rilascia importanti chiarimenti in merito alla cd Autorizzazione Assegni Familiari (ANF 43). I chiarimenti si sono resi necessari a seguito delle richieste pervenute all’INPS da parte dei Patronati in merito alle domande di autorizzazione per la percezione dell’Assegno per […] Link all’articolo originale: Autorizzazione Assegni Familiari (ANF 43), chiarimenti INPS |
Rivalutazione Pensioni: il punto in attesa della Corte Costituzionale Posted: 22 Nov 2016 02:28 AM PST Come ormai noto, con la legge 214/11 (cd legge Monti-Fornero), il Governo Monti aveva bloccato il meccanismo automatico di rivalutazione pensioni per i trattamenti di importo superiore a tre volte il minimo INPS. Di conseguenza, i pensionati che percepivano una pensione superiore a € 1.405,05 lordi (nell’anno 2012) e € 1.443,00 lordi (nell’anno 2013), si […] Link all’articolo originale: Rivalutazione Pensioni: il punto in attesa della Corte Costituzionale |
Lavoro e Fisco
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rassegna sindacale
del 22/11/2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Codice PIN
Come richiedere il PIN INPS e come attivarlo per i servizi online
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Come richiedere il PIN INPS? Come convertire il PIN da rodinario in Dispositivo? Ecco la nostra guida rilasciata a seguito delle modifiche apportate alla procedura da parte dell’INPS con il Messaggio 4590 del 16 novembre 2016.
In particolare con il messaggio odierno, rivolto soprattutto alle sedi periferiche dell’Istituto, l’INPS stabilisce che non è più ammessa la presentazione della richiesta di PIN INPS da parte di un delegato del richiedente.
Quindi chi è impossibilitato a recarsi fisicamente presso le sedi territoriale, potrà richiedere il PIN esclusivamente attraverso la procedura online o tramite Contact Center.
Come richiedere il PIN INPS presso gli sportelli di sede
Il rilascio del PIN dispositivo da parte dello sportello dedicato è immediato e la sua attivazione avviene contestualmente alla richiesta del cittadino.
- l’utente consegna allo sportello il modulo di richiesta PIN, modello MV35 “Richiesta assegnazione PIN dispositivo per il cittadino in sede”, con allegata copia del proprio documento di identità;
- l’operatore INPS verificata l’identità del richiedente e procede con l’assegnazione del PIN;
- l’operatore INPS consegna all’utente la busta chiusa contenente il PIN che risulterà già operativo e di tipo dispositivo.
Come richiedere il PIN INPS online
Per accedere alla procedura di rilascio del PIN INPS online bisogna:
- recarsi sul portale dell’Istituto all’indirizzo www.inps.it
- cliccare sul pulsante “Il PIN Online”
- cliccare sul pulsante “Richiedi PIN”
- seguire la procedura inserendo tutti i dati richiesti.
A questo punto si riceverà il PIN iniziale che è composto da 16 caratteri, i primi 8 arrivano via SMS, email o posta elettronica certificata; i secondi 8 con posta ordinaria all’indirizzo di residenza.
Al primo utilizzo, il PIN iniziale di 16 caratteri viene sostituito con uno di 8 caratteri, da conservare per i successivi utilizzi.
Come richiedere il PIN INPS tramite Contact Center
L’utente può contattare l’INPS telefonicamente ai numeri 803.164 (chiamata gratuita solo da fisso) o al numero 06 164.164 (da mobile a pagamento). Al Contact Center dovrà:
- comunica all’operatore i propri dati identificativi, di residenza, nonché i suoi recapiti telefonici ed email
- l’operatore registra i dati nella procedura di richiesta PIN e contestualmente procede alla sua validazione;
- l’operatore comunica i primi 8 caratteri del PIN, che arrivano anche via email o SMS, e gli altri 8 caratteri arrivano via posta al proprio indirizzo di residenza.
Anche in questo caso al primo utilizzo, il PIN iniziale di 16 caratteri viene sostituito con uno di 8 caratteri, da conservare per i successivi utilizzi.
Come trasformare il PIN INPS da Ordinario in PIN Dispositivo
Nel caso di richiesta presso le sedi INPS il PIN rilasciato è di tipo Dispositivo, mentre nel caso di richiesta online o tramite contact center il PIN INPS è di tipo ordinario e potrà essere usato solo per consultare la propria posizione o altre informazioni.
Il PIN ordinario deve essere convertito in PIN Dispositivo per poter inoltrare le domande di prestazioni o altri tipi di richiesta.
Per essere convertito in PIN INPS dispositivo l’utente dovrà inviare all’INPS il proprio documento di riconoscimento via FAX, telematicamente o presso una sede territoriale dell’INPS seguendo la procedura indicata qui:
- recarsi sul portale dell’Istituto all’indirizzo www.inps.it
- cliccare sul pulsante “Il PIN Online”
- cliccare sul pulsante “VUOI IL PIN DISPOSITIVO?”
- seguire la procedura inserendo tutti i dati richiesti.
Messaggio INPS numero 4590 del 16-11-2016 (58,0 KiB, 46 download)