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Lavoro e diritti

Lavoro e Diritti

Fondazione Studi: il Welfare aziendale e la detassazione 2016
Posted: 25 Jul 2016 04:04 AM PDT
Recentemente abbiamo parlato di due ottime guide della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro dedicate ai lavoratori quali la guida pratica alla lettura della busta paga e la guida pratica su come dare le dimissioni online. In occasione del Festival del Lavoro 2016 il Dipartimento Scientifico della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, ha rilasciato […]
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Vittorio Amedeo II re di Sardegna (1720-1730)

 

Vittorio Amedeo II re di Sardegna (1720-1730)

Maria Giovanna Battista Clementi, La Clementina, Portrait of Victor Amadeus II of Savoy, during the siege of Turin (1706), Reggia di Venaria (from Castle of Racconigi).jpg

Su Divina Magestad se ha dignado conceder el dominio de este Reyno de Sardeña al Rey Don Victor Amedeo. Così il viceré annunziando il regalo fatto dalla Quadruplice Alleanza ai Savoia. In tal modo, per un baratto di guerra, la Sardegna passava  dalla Spagna  ai Savoia e nello specifico a Vittorio Amedeo II, il primo duca che divenne re, prima per pochi anni di Sicilia e poi di Sardegna, grazie al Trattato di Londra (1718) firmato nel 1720 a l’Aia.

Divenne re di Sardegna ma non ci mette piede: né lui ne nessuno dei suoi successori fino al 1799 quando, a mala gana, sono costretti a lasciare Torino e il Piemonte e venire esuli a Cagliari, “cacciati” da Napoleone.

Scrive a questo proposito lo storico sardo Raimondo Carta Raspi:”Certo, a noi pare paradossale che alla cerimonia che inaugurava il nuovo dominio, mancassero proprio gli elementi essenziali del regno: il re e i sudditi. La Sardegna era stata sempre sì un vicereame, pure il primo Parlamento era stato convocato e presieduto da Pietro IV d’Aragona, il secondo da Alfonso il Magnanimo. Come spiegare dunque l’assenza di Vittorio Amedeo, che appena innalzato alla dignità regale, faceva prendere possesso del regno da un viceré, senza neppure degnare di mostrarsi, non foss’altro ai suoi sudditi, anche se a loro non doveva il trono? Forse fu alterigia e insieme disprezzo verso i Sardi e la loro isola” 1.

Quella stessa alterigia e disprezzo che mostreranno, tutti i sovrani savoiardi.

I Savoia dunque per gentile concessione delle potenze vincitrici nella Guerra di successione spagnola, diventavano, per la prima volta nella loro storia, re e la Sardegna entra nell’orbita italica dopo essere stata dominata per più di 300 anni dalla Spagna.

In realtà i Savoia avrebbero preferito la Sicilia, che in un primo momento, dopo i Trattati di Utrecht e di Rastadt, era stata loro assegnata.

Scrive a questo proposito Giuseppe Mazzini:”Vittorio Amedeo accettò a malincuore, e dopo ripetute proteste, nel 1720, da Governi stranieri, al solito, la Sardegna in cambio della Sicilia. E diresti che la ripugnanza con la quale egli accettò quella terra in dominio, si perpetuasse, aumentando, attraverso la dinastia” 2.

Sulla stessa linea  Giuseppi Dei Nur: ”Il principe savoiardo Amedeo II avrebbe preferito un trattamento migliore dai suoi alleati, ma questi sommessamente ma efficacemente, gli fecero probabilmente capire che sarebbe potuto rimanere con nulla in mano, mentre il nuovo possedimento gli avrebbe consentito di fregiarsi comunque del titolo di re, essendo quello un regno plurisecolare” 3

Nasce anche dall’aver accettato quasi controvoglia il “regalo” delle potenze vincitrici, la politica di Vittorio Amedeo, tutta rivolta al Quieta non movere , al non innovare niente, rispetto al dominio spagnolo, conservando immutati i privilegi dei baroni e dunque il sistema feudale che prosperava sulla miseria delle popolazioni e segnatamente dei contadini dei villaggi.

Scrive Raimondo Carta Raspi:”Piaga cancrenosa che affliggeva la Sardegna era il feudalesimo, ormai decaduto, che non prosperava sulla miseria delle popolazioni e tuttavia, pago di vivacchiare sui piccoli benefici e sui modesti proventi, paralizzava, infestante parassita, il naturale sviluppo e il progresso, soprattutto di quella che avrebbe dovuto essere la maggiore risorsa e ricchezza dell’isola, l’agricoltura. Anche il clero numeroso, ricco e privilegiato, gravava passivamente sull’economia del regno, accrescendo le ristrettezze delle popolazioni e intralciando l’opera del governo” 4.

L’unica novità ebbe un segno negativo: Amedeo II tese a svuotare ulteriormente il potere e il ruolo degli Stamenti, ovvero del Parlamento sardo che mai convocherà, e a limitare la stessa autonomia del viceré, rafforzando da una parte il centralismo dall’altra la repressione e il controllo poliziesco, persino della corrispondenza.

Scrive Girolamo Sotgiu a proposito della stretta dipen­denza politica e burocratica imposta ai viceré dal sovrano, attraverso precise direttive:”Le istruzioni non tracciavano un indirizzo generale di governo al quale attenersi negli affari dell’isola, ma fissavano, con minuziosa pedanteria, compiti e incombenze, che facevano del viceré un burocrate esecutore di ordini al quale veniva rigorosam­ente delimitata, per non dire vietata, la possibilità di un’autonoma ­iniziativa. Il viceré non aveva cioè una funzione politica da assolvere, ma compiti burocratici da espletare. Tutto il potere era concentrato a Torino e il viceré era un semplice missus dominici, al quale non era consentito di andare oltre disposizioni assai rigide.

Perché la funzione viceregia fosse ulteriormente appiattita, le prerogative venivano diminuite rispetto a quelle dei viceré spagnoli, anche se, per prudenza, di questo fatto non era data pubblica cognizione” 5.

Sia ben chiaro: anche sotto il dominio spagnolo le direttive erano elaborate e decise a Madrid, in particolare dal Consiglio della Corona d’Aragona ma con il passaggio dell’Isola al Piemonte ancor più si governerà ogni cosa direttamente da Torino “con una concezione del governo dell’Isola che oggi non potremmo che definire di tipo coloniale” 6.

L’avvento dei Piemontesi infatti  – è ancora Sotgiu a scriverlo – “ alla classe dirigente locale si sovrapponeva un apparato di direzione politica e amministrativa estraneo sotto tutti i punti di vista, e per di più, malgrado il desiderio di procedere in modi diplomatici, deciso assai più di quello spagnolo, a comandare e imporre inesorabilmente la sua volontà” 7.

Discriminando i Sardi, ad iniziare dalla questione degli impieghi, cioè dei diritto rivendicato dai nazionali ad accedere a tute le cariche del regno (tranne quella del viceré). E la discriminazione era tanto più grave e insopportabile perché si accompagnava ad atteggiamenti di aperto disprezzo nei confronti dei Sardi, delle loro tradizioni, dei loro costumi e della loro lingua: che verrà proibita e criminalizzata.

A ricordarcelo è Giuseppe Manno, storico ultra filo savoia: ”Alcuni de’ Piemontesi disprezzavano pubblicamente le usanze tramandate ai Sardi…per fino a impedire i matrimoni fra l’una e l’altra nazione” 8.

Contestualmente alla centralizzazione del potere, per realizzare un regime forte e assolutista, capace di porre fine e superare le resistenze delle stesse classi privilegiate  – nobili e clero, filo austriaci ma soprattutto, nella stragrande maggioranza, filo spagnole – si ricorse da una parte alla corruzione dall’altra al controllo poliziesco: la corrispondenza doveva essere consegnata alla segreteria viceregia così da poter essere in stato di riconoscere – si scrive in un Dispaccio di corte – “quelli che scrivono o a chi si scrive”.

Ma la repressione più dura inizia ad essere condotta nei confronti della opposizione popolare, come risulta abbondantemente dai documenti e dagli storici di quel periodo. In modo particolare la repressione sarà condotta con il pretesto e l’alibi della lotta al banditismo, visto come semplice fenomeno delinquenziale, da estirpare con le forche. A ciò avrebbe provveduto fra qualche anno il famigerato marchese di Rivarolo ma un viceré di Vittorio Amedeo II, l’abate Alessandro Doria del Maro (1724-26) pone per così dire, le premesse ideologiche e giustificazioniste della repressione violenta scrivendo che “la causa [del].male è da ricercarsi nella natura stessa dei popoli [sardi] poveri, nemici della fatica, feroci e dediti al vizio” 9.

Anticipando così e preparando brillantemente Lombroso e tutto il ciarpame e la paccottiglia sui sardi con il dna delinquenziale con i vari Orano (i Nuoresi sono delinquenti nati), Niceforo, secondo cui tutti i Sardi non solo i Nuoresi appartengono a una razza inferiore. Per arrivare agli anni 1960/70 quando su una rivista patinata e popolare, certo Augusto Guerriero, più noto come Ricciardetto scriverà che i Barbaricini occorreva “trattarli” con gas asfissianti o per lo meno paralizzanti.

Per arrivare ai nostri giorni con il Procuratore di Cagliari, Roberto Saieva che all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016 ha sostenuto: “Altro fenomeno criminale che nel territorio del Distretto appare di rilevanti proporzioni è quello delle rapine ai danni di portavalori, organizzate normalmente con grande dispiegamento di uomini e mezzi. Diffusi sono comunque analoghi delitti ai danni di sportelli postali e di istituti bancari. E’ agevole la considerazione che nella esecuzione di questi delitti si sia principalmente trasfuso l’istinto predatorio (tipico della mentalità barbaricina) che stava alla base dei sequestri di persona a scopo di estorsione, crimine che sembrerebbe ormai scomparso”. Forse il Procuratore pensava di essere un nuovo viceré alla Doria del Maro, cui sostanzialmente si ispira.

Anche se il Maestro, per tutti, mi pare essere stato Cicerone, cui sono legati da un lunghissimo filo nero. Il grande oratore latino, nell’orazione Pro Scauro, aveva bollato Sardi come naturalmente mastrucati latrunculi, inaffidabili e disonesti, in quanto africani (oggi diremmo negri), anzi formati da elementi africani misti, razza che non aveva niente di puro e dopo tante ibridazioni si era ulteriormente guastata, rendendo i sardi ancor più selvaggi. “Qua re cum integri nihil fuerit in hac gente piena, quam ualde eam putamus tot transfusionibus coacuisse?”(E allora, dal momento che nulla di puro c’è stato in questa gente nemmeno all’origine, quanto dobbiamo pensare che si sia inacetita per tanti travasi?).

 

Note bibliografiche

1. Raimondo Carta Raspi, Storia della Sardegna, Ed. Mursia, Milano, 1971, pagina 773

2. Giuseppe Mazzini, La Sardegna, Casa editrice Il Nuraghe, Cagliari, pagina 9.

3. Giuseppi Dei Nur, Buongiorno SardegnaDa dove veniamo, La Biblioteca dell’Identità-L’Unione Sarda, Cagliari 2013, pagina141.

4. Raimondo Carta Raspi, Storia della Sardegna, op. cit. pagina 775.

5. Girolamo Sotgiu, Storia della Sardegna sabauda, Editori Laterza, Roma-Bari 1984,pagina 25.

6. Ibidem pagina 74.

7. Ibidem pagina 76.

8. Giuseppe Manno, Storia della Sardegna moderna dell’anno 1775 al 1799, Fratelli Favale, Torino, 1842, vol. I,  pagine 257-258.

9. ASC, Segreteria di stato ora in Girolamo Sotgiu, Storia della Sardegna sabauda, op. cit. pagina 21.

Fondazione Studi: Welfare aziendale e alla detassazione 2016

Fondazione Studi: Welfare aziendale e alla detassazione 2016 0

di in 25 luglio 2016 Guide
Guida al Welfare aziendale e alla Detassazione 2016

Guida al Welfare aziendale e alla Detassazione 2016

In occasione del Festival del Lavoro 2016 la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha rilasciato la guida al welfare aziendale e alla detassazione 2016

 

 

Recentemente abbiamo parlato di due ottime guide della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro dedicate ai lavoratori quali la guida pratica alla lettura della busta paga e la guida pratica su come dare le dimissioni online.

In occasione del Festival del Lavoro 2016 il Dipartimento Scientifico della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, ha rilasciato altre guide dedicate questa volta ai Consulenti del Lavoro e altri professionisti del settore, tra cui la guida al welfare aziendale e alla detassazione 2016.

La guida a cura di Luca Caratti e Giovanni Marcantonio è aggiornata al 16 giugno 2016 con le slide presentate dai due relatori in occasione del Corso della Scuola di alta Formazione tenutosi a Roma presso la sede di Fondazione studi il 30 maggio 2016.

La Fondazione Studi aveva già in precedenza approfondito sia il tema del welfare aziendale e sia il tema della detassazione 2016 con altrettante circolari di cui abbiamo parlato nei mesi scorsi:

Guida al welfare aziendale e alla detassazione 2016

Dal Corso della Scuola di Alta Formazione, l’argomento viene ripreso nella guida al welfare aziendale puntando a vantaggi e svantaggi, opportunità e vincoli fiscali nella gestione di leve finanziarie e servizi, flessibilità e smart working, flexible benefits, detassazione, ottimizzazione del costo del lavoro e molto altro.

La guida contiene anche un esempio di regolamento conto welfare ed un esempio di verbale di accordo aziendale che realizzano esperienze di welfare.

[…]

 

 

  Guida al welfare aziendale e alla detassazione 2016 (2,5 MiB, 6 download)

Lavoro e fisco

Giurisprudenza

CORTE DI CASSAZIONE

Ordinanza

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 20 luglio 2016, n. 14972

Fiscale

Tributi – Controllo automatizzato della dichiarazione – Emissione cartella di pagamento senza preventivo invio di comunicazione di irregolarità – Legittimità

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 20 luglio 2016, n. 14979

Lavoro

Diritto alla pensione di inabilità – Legge n. 118/1971 – Requisiti

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 21 luglio 2016, n. 15098

Lavoro

Accertamento handicap grave – Art. 3, co. 3, Legge n. 104/92

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 21 luglio 2016, n. 15099

Lavoro

Inps – Intimazione di pagamento – Opposizione – Competenza per materia

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 21 luglio 2016, n. 15106

Lavoro, Fiscale

Tributi – IRPEF – Ritenute su incentivo all’esodo – Sentenza della Corte di Giustizia europea dichiarativa di contrasto con l’ordinamento europeo – Istanza di rimborso delle maggiori ritenute subite – Prescrizione – Decorrenza del termine – Dalla data della sentenza – Esclusione – Dalla data della trattenuta

Sentenza

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 20 luglio 2016, n. 14916

Fiscale

Tributi – Contenzioso tributario – Procedimento – Ricorso per cassazione – Notifica – Presso domicilio o residenza indicati nei gradi precedenti e sistituiti in quelli successivi – Nullità dell’atto – Sanabile, con efficacia ex tunc, o per raggiungimento dello scopo, a seguito della costituzione della parte intimala (anche se compiuta al solo fine di eccepire la nullità), o in conseguenza della rinnovazione della notificazione

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 21 luglio 2016, n. 15082

Lavoro

Licenziamento per giustificato motivo oggettivo – Illegittimità – Reintegrazione – Indennizzo

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 22 luglio 2016, n. 15190

Fiscale

Tributi – Credito d’imposta per investimenti in aree svantaggiate – Credito d’imposta non spettante – Prescrizione dell’azione di recupero – Decorrenza del termine dall’effettivo utilizzo in compensazione

Legislazione

AGENZIA DELLE ENTRATE

Provvedimento

AGENZIA DELLE ENTRATE – Provvedimento 22 luglio 2016, n. 117661

Fiscale

Individuazione delle modalità di esercizio dell’opzione per il mantenimento dell’applicazione delle disposizioni sulla trasformazione delle attività per imposte anticipate in crediti d’imposta – Disposizioni attuative dell’articolo 11 del decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, recante “Disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione”, convertito, con modifiche, dalla legge 30 giugno 2016, n. 119

DECRETO MINISTERIALE

MINISTERO AMBIENTE – Decreto ministeriale 06 giugno 2016, n. 138

Lavoro

Regolamento recante la disciplina delle forme di consultazione, sui piani di emergenza interna (PEI), del personale che lavora nello stabilimento, ai sensi dell’articolo 20, comma 5, del decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105

MINISTERO FINANZE – Decreto ministeriale 04 luglio 2016

Fiscale

Monitoraggio e certificazione del Patto di stabilità interno per il 2016 per le regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e di Bolzano, con l’esclusione della Regione Sardegna e della Regione Siciliana

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO – Decreto ministeriale 24 giugno 2016

Lavoro, Fiscale

Modifica dei modelli di certificato tipo inerenti il registro delle imprese

LEGGE

LEGGE 07 luglio 2016, n. 137

Fiscale

Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e la Santa Sede in materia fiscale, fatta nella Città del Vaticano il 1° aprile 2015, con relativo Scambio di Note verbali del 20 luglio 2007

LEGGE 11 luglio 2016, n. 139

Lavoro, Fiscale

Ratifica ed esecuzione dell’Accordo che istituisce un’associazione tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l’America Centrale, dall’altra, fatto a Tegucigalpa il 29 giugno 2012

Prassi

AGENZIA DELLE ENTRATE

Circolare

AGENZIA DELLE ENTRATE – Circolare 22 luglio 2016, n. 32/E

Fiscale

Disciplina dell’opzione per il mantenimento dell’applicazione delle disposizioni sulla trasformazione delle attività per imposte anticipate in crediti d’imposta – Articolo 11 del decreto legge 3 maggio 2016, n. 59 convertito, con modificazioni, dalla legge 30 giugno 2016, n. 119

AGENZIA DELLE ENTRATE – Circolare 22 luglio 2016, n. 33 /E

Fiscale

Esecuzione dei rimborsi IVA, di cui all’articolo 38-bis del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, alla luce delle novità introdotte dai decreti legislativi n. 156 e 158 del 24 settembre 2015 e ulteriori chiarimenti in merito ai requisiti per l’esonero dalla presentazione della garanzia Direzione Centrale Gestione Tributi

Risoluzione

AGENZIA DELLE ENTRATE – Risoluzione 22 luglio 2016, n. 60/E

Fiscale

Istituzione del codice tributo per il versamento, tramite modello F24, del canone dovuto in caso di opzione per il mantenimento dell’applicazione delle disposizioni sulla trasformazione delle attività per imposte anticipate in crediti d’imposta – articolo 11 del decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 giugno 2016, n. 119

ARAN

Comunicato

ARAN – Comunicato 22 luglio 2016

Lavoro

Contratto collettivo nazionale quadro per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale (2016-2018)

BANCA CENTRALE EUROPEA

Comunicato

BANCA CENTRALE EUROPEA – Comunicato 21 luglio 2016

Lavoro, Fiscale

Decisioni di Politica Monetaria

INPS

Circolare

INPS – Circolare 22 luglio 2016, n. 134

Lavoro

Convenzione tra l’INPS e Confederazione Generale Europea delle Associazioni Datoriali (FEDERDAT) ai sensi dell’art. 18 della legge 23 luglio 1991 n. 223, per la riscossione dei contributi associativi dovuti dai propri iscritti sulle prestazioni temporanee. Istruzioni procedurali e contabili. Variazioni al piano dei conti.

INPS – Circolare 22 luglio 2016, n. 135

Lavoro

Convenzione tra l’INPS e FEDERDAT (Confederazione Generale Europea delle Associazioni Datoriali) ai sensi dell’art. 2 della legge 27 dicembre 1973 n. 852, per la riscossione dei contributi associativi sull’indennità ordinaria e di trattamento speciale di disoccupazione di cui beneficiari sono i lavoratori agricoli – Istruzioni procedurali e contabili – Variazioni al piano dei conti

INPS – Circolare 22 luglio 2016, n. 136

Lavoro

Convenzione tra l’INPS e Confederazione Europea dei Sindacati Autonomi del Commercio (C.E.S.A.C.) ai sensi dell’art. 2 della legge 27 dicembre 1973 n. 852, per la riscossione dei contributi associativi sull’indennità ordinaria e di trattamento speciale di disoccupazione di cui beneficiari sono i lavoratori agricoli – Istruzioni procedurali e contabili – Variazioni al piano dei conti

Messaggio

INPS – Messaggio 22 luglio 2016, n. 3158

Lavoro

Cure termali 2016. Aggiornamento elenchi strutture convenzionate

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Nota

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Nota 22 luglio 2016, n. 4274

Lavoro

Deposito contratti e dichiarazione di conformità ex DM 25 marzo 2016 – Modalità operative

MINISTERO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Comunicato

MINISTERO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI – Comunicato 22 luglio 2016

Lavoro

Linee guida per la compilazione del modello di formulario di Documento di gara unico europeo (DGUE) approvato dal regolamento di esecuzione (UE) 2016/7 della Commissione del 5 gennaio 2016

San Giacomo il Maggiore

San Giacomo il Maggiore


San Giacomo il Maggiore

Nome: San Giacomo il Maggiore
Titolo: Apostolo
Ricorrenza: 25 luglio
Protettore di: cavalieri, farmacisti, soldati, veterinari

S. Giacomo il Maggiore fu uno dei dodici Apostoli. Perchè i Samaritani non avevano voluto ricevere i discepoli mandati da Gesù, Giacomo, col fratello Giovanni, si accostò al Divino Maestro e gli disse: « Signore, vuoi che diciamo al fuoco di discendere dal cielo a consumarli? ».

Ma Gesù benignamente rispose: « Non sapete di che spirito siete. Il Figlio dell’uomo non è venuto a perder le anime, ma a salvarle ». E S. Giacomo mostrò poi d’aver fatto frutto dell’eloquente lezione.

Nacque in Galilea circa dodici anni prima di Gesù. Era fratello di S. Giovanni, figlio di Zebedeo pescatore in Betsaida, sul lago di Tiberiade e di Salome, discepola di Gesù. L’appellativo « maggiore » gli venne dal fatto che la sua chiamata fu antecedente a quella dell’altro S. Giacomo, figlio di Alfeo, che fu detto perciò « minore ».

Chiamato all’apostolato da Gesù stesso, lo segui generosamente, abbandonando le reti e la barca del padre. Questa generosità gli fruttò una speciale benevolenza da parte del Divin Maestro sì da aver parte alle più intime confidenze di Lui: assistette con S. Pietro e S. Giovanni alla risurrezione della figlia di Giàiro, alla tua Trasfigurazione, partecipando pure molto da vicino all’agonia di Gesù nell’orto del Getsemani.

Essendo anch’egli uomo soggetto alle miserie, con S. Giovanni, come narra il Vangelo, consigliò sua madre Salome di domandare a Gesù che essi potessero entrare nel suo regno, e sedere alla destra e alla sinistra di Lui. Ed il Divin Maestro volto a loro disse: « Potete voi bere il calice che sto per bere, ed essere battezzati col battesimo col quale io sarò battezzato? ».

« Si, lo possiamo », risposero in fretta i due Apostoli. Ma Gesù replicò che in effetto essi avrebbero bevuto il suo calice, ma quanto all’essere collocati nei primi posti nel regno dei cieli era cosa spettante al Padre suo.

Disceso lo Spirito Santo nella Pentecoste, S. Giacomo fu uno dei più zelanti predicatori del Vangelo. tanto da spingersi fino in Spagna. Quivi lasciò un’impronta tale che molti secoli dopo, quando i Mori invasero quella terra mettendola a ferro e a fuoco, S. Giacomo era universalmente invocato e più di una volta fu veduto un guerriero celeste su di un cavallo bianco che faceva terribile strage degli infedeli.

Dalla Spagna tornato in Gerusalemme verso il 43, per ordine del re Erode Agrippa che voleva rendersi grato ai Giudei, fu fatto incarcerare e poi decapitare.

L’eroica confessione della sua fede convertì il soldato che l’aveva condotto ai giudici, il quale perciò ebbe anch’egli la grazia di morire martire. Il suo corpo, mèta di continui pellegrinaggi, riposa nella basilica di Compostela in Spagna.

PRATICA. — In ogni sventura vediamo noi pure la mano di Dio che ci porge il calice, e diciamo prontamente: «O Signore, sia fatta sempre la tua santa volontà».

PREGHIERA. O Signore, santifica e custodisci il tuo popolo, affinchè, muniti dell’assistenza del tuo apostolo Giacomo, possiamo piacerti con una degna vita, e servirTi con tranquillità di spirito.