Archivi giornalieri: 19 luglio 2016
L’OSSERVATORE ROMANO
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Min. Lavoro: criteri per la proroga della CIGS
Posted: 18 Jul 2016 03:39 AM PDT
La circolare ministeriale 22 dell’11 luglio 2016 fornisce le prime indicazioni applicative sui criteri di accesso ad un ulteriore proroga della CIGS ovvero un ulteriore periodo di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria. Esaminiamola brevemente. Il Decreto 95075 del 25.03.2016 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali definisce i criteri per l’accesso ad un ulteriore periodo di […]
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rassegna sindacale
del 19/07/2016 |
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Sant’ Arsenio il Grande
Bianco con candida e lunga barba, alto di statura, nobilissimo daspetto, questo era Sant’Arsenio a novantacinque anni, dopo più di mezzo secolo di vita nel deserto più arido e desolato, quello dello Scete, in Egitto.
Il nobile incedere gli veniva dall’essere romano, di famiglia senatoriale. Nel Palazzo imperiale aveva ricoperto cariche assai alte, e sembra addirittura che Teodosio lavesse scelto come precettore dei propri figli, Arcadio e Onorio, che si divisero poi lImpero paterno. Quando Roma fu conquistata dal Re barbaro Alarico; quando lImpero costruito dai Cesari cominciò a crollare, Arsenio comprese come la sua opera nel mondo fosse inutile. Si sentì chiamato verso un nuovo Impero, che non avrebbe temuto le orde dei barbari. Una voce gli disse: «Fuggi gli uomini, e ti salverai!». Fuggiti gli uomini, Arsenio condusse, nel deserto egiziano, una vita di continua preghiera, quasi sopprimendo il sonno. Al tramonto, volgeva le spalle al sole calante e per tutta la notte, con gli occhi fissi al levante, aspettava laurora del nuovo giorno. Soltanto allora, per brevissimo tempo, si assopiva.
Pregava e piangeva, con gli occhi senza più ciglia, per le lacrime e per lo sforzo di non dormire. Pregava per lImpero caduto, ma anche di più piangeva sull’infelicità del mondo, sulla sorte di tanti infelici, sul sacrificio divino, dimenticato e negletto dagli uomini.
«Beato te, abate Arsenio disse di lui un altro eremita. Tu ti sei pianto in questa vita! Chi non si piange in questa vita, piange eternamente nell’altra».
Il pianto di Sant’Arsenio fu assai lungo: durò per 53 anni, prima del giorno in cui passò, con la morte, alla gioia dellaltra vita. La sua esistenza era stata ladempimento di una preghiera che si legge ancora nel Messale, e che chiede proprio il dono delle lacrime quelle lacrime che la maggioranza degli uomini vorrebbero evitare, perché espressione di sofferenza. Dice: «Dio onnipotente e pieno di dolcezza, che in favore del popolo assetato facesti zampillare dalla roccia una fonte dacqua viva, estrai dal nostro cuore di pietra le lacrime della compunzione, affinché possiamo piangere i nostri peccati, meritando così di esserne perdonati nella Tua misericordia».