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Lavoro e Diritti

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INPS: sanzioni per lavoro irregolare a seguito del Jobs Act
Posted: 19 Jul 2016 06:27 AM PDT
Con la Circolare numero 129 del 13 luglio 2016 l’INPS fa il punto della situazione sulla nuova disciplina da applicare in caso di lavoro irregolare da parte delle aziende a seguito del Decreto Legislativo n. 151 del 14 settembre 2015 in attuazione del Jobs Act. In particolare con questa circolare l’INPS precisa a partire dal 24 […]
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Jobs Act

 

INPS: sanzioni per lavoro irregolare a seguito del Jobs Act

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di in 19 luglio 2016 Inps
Jobs Act, sanzioni per lavoro irregolare
L’INPS fornisce chiarimenti sulle sanzioni per lavoro irregolare da applicare a seguito del D. Lgs n. 151 del 14 settembre 2015 in attuazione del Jobs Act
 
 

Con la Circolare numero 129 del 13 luglio 2016 l’INPS fa il punto della situazione sulla nuova disciplina da applicare in caso di lavoro irregolare da parte delle aziende a seguito del Decreto Legislativo n. 151 del 14 settembre 2015 in attuazione del Jobs Act.

In particolare con questa circolare l’INPS precisa a partire dal 24 settembre 2015, giorno di entrata in vigore della norma:

  • le sanzioni civili da applicare nei casi di utilizzo di lavoratori subordinati “irregolari”;
  • le nuove modalità di calcolo che dovranno essere applicate a tutti gli accertamenti ispettivi iniziati conclusi o non prima di detta data;
  • le modalità per ottenere i rimborsi per somme che sono state erroneamente calcolate.

Premessa, sanzioni per lavoro irregolare secondo la vecchia normativa

Il tema delle sanzioni civili da applicare in presenza di lavoro irregolare è stato disciplinato dalla L. 388/2000 la quale dispone che

“I soggetti che non provvedono entro il termine stabilito al pagamento dei contributi o premi dovuti alle gestioni previdenziali ed assistenziali, ovvero vi provvedono in misura inferiore a quella dovuta, sono tenuti: – a) nel caso di mancato o ritardato pagamento di contributi o premi, il cui ammontare è rilevabile dalle denunce e/o registrazioni obbligatorie, al pagamento di una sanzione civile, in ragione d’anno, pari al tasso ufficiale di riferimento maggiorato di 5,5 punti; la sanzione civile non può essere superiore al 40 per cento dell’importo dei contributi o premi non corrisposti entro la scadenza di legge; – b) in caso di evasione connessa a registrazioni o denunce obbligatorie omesse o non conformi al vero, cioè nel caso in cui il datore di lavoro, con l’intenzione specifica di non versare i contributi o premi, occulta rapporti di lavoro in essere ovvero le retribuzioni erogate, al pagamento di una sanzione civile, in ragione di anno, pari al 30 per cento; la sanzione civile non può essere superiore al 60 per cento dell’importo dei contributi o premi non corrisposti entro la scadenza di legge…”.

La L. 183/2010 ha poi previsto, per i casi

“di impiego di lavoratori subordinati senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro privato, con la sola esclusione del datore di lavoro domestico”

l’aumento del 50% delle sanzioni determinate in base al criterio stabilito dall’art. 116, c. 8, della L. 388/2000.

Tale aumento delle sanzioni civili è stato infine escluso dall’art. 22 del Decreto Legislativo 14 settembre 2015 n. 151, che ha riformulato la disciplina delle sanzioni previste per i casi di lavoro irregolare.

Effetti della nuova normativa sulle sanzioni per lavoro irregolare

Dal 24 settembre 2015, giorno di entrata in vigore del D. Lgs 151/2016, le sanzioni civili da applicare ai casi di utilizzo di lavoratori subordinati “irregolari” saranno quelle previste dalla lettera b) dell’art. 116 della Legge 23 dicembre 2000 n. 388 (con esclusione, quindi, dell’incremento del 50% degli importi risultanti).

Pertanto la nuova modalità di calcolo dovrà essere applicata:

  • a tutti gli accertamenti ispettivi iniziati a partire dal giorno 24 settembre 2015, pur se nel corso degli stessi siano state riscontrate violazioni commesse antecedentemente a tale data;
  • a tutti gli accertamenti ispettivi iniziati e non conclusi prima del 24 settembre.

Per gli accertamenti ispettivi iniziati e conclusi prima del 24 settembre si applicherà l’aumento delle sanzioni civili previsto dalla L. n. 183/2010.

Rimborsi per errata applicazione della norma

 

L’INPS conclude quindi che hanno diritto al rimborso i datori di lavoro che hanno provveduto al versamento di somme a titolo di sanzioni erroneamente calcolate secondo la L. n. 183/2010, nei limiti della differenza tra quanto versato e quanto dovuto così come indicato sopra.

I datori di lavoro interessati potranno richiedere il rimborso precisando gli importi indebitamente versati tramite il cassetto previdenziale, utilizzando la sezione “Rimborsi/compensazioni”, presente in “Versamenti F24”.

Sant’ Apollinare di Ravenna

Nome:
 Sant’ Apollinare di Ravenna

Titolo:
 Vescovo e martire

Ricorrenza:
 20 luglio

 

S. Pietro dopo la Pentecoste, ricolmo di Spirito Santo, andava ovunque predicando che il tempo della salvezza era giunto ed era necessaria la fede in Gesù Cristo, per avere la vita eterna. Un giorno che l’Apostolo andava insegnando tali verità in Antiochia ad un numero ristretto di persone, scorse fra esse un giovanetto di bella presenza, di intelligenza svegliata e di cuore puro: si chiamava Apollinare. Allorché Pietro si trovò solo, se lo chiamò vicino, e con modi paterni, aiutato dalla grazia di Dio, finì per conquistarlo totalmente alla fede.

I genitori del giovanetto, ancora pagani, dopo varie resistenze, apersero le porte alla grazia divina: non solo si fecero cristiani, ma permisero al figlio di seguire l’Apostolo. E quando S. Pietro partì per Roma, Apollinare, che aveva udito e gustato tutta la bellezza dell’apostolato cristiano, volle seguirlo per diffondere la vera, unica, divina religione, la sola che poteva rendere felici dando ai fedeli un premio eterno.

A Roma attese maggiormente a istruirsi e ad accrescere l’amore verso le cose celesti. I suoi progressi furono così mirabili che S. Pietro lo credette degno di essere sacerdote e vescovo della Chiesa.

Da Roma il Santo fu inviato nella diocesi di Ravenna, perchè col suo zelo reggesse quella Chiesa che già vi era formata e conquistasse alla fede gli altri infedeli. Ed egli lavorò instancabilmente, con uno zelo degno di un apostolo di Cristo.

Ma le conversioni che egli operava ed i miracoli che faceva gli attirarono le ire e la persecuzione dei pagani. Tutto egli sopportò per amore del suo Dio.

Gli fu intimato anche di non predicare; ma come poteva egli contenere il fuoco ardente della verità che gli bruciava in petto?

Un giorno Apollinare guarì la moglie di un tribuno e poi la battezzò col marito e tutti quei di casa. Saputa tal cosa, il governatore fece arrestare il Santo e condottolo nel tempio di Giove: « Sacrifica, gl’impose, se hai cara la vita ». « No, rispose l’amante di Cristo, non voglio sacrificare: meglio sarebbe l’usare del vostro oro e argento a sollievo dei poveri, invece d’adoperarlo per onorare demoni ». Spiacque tal risposta ai pagani, per cui fu battuto e lasciato quasi morto.

Avvenne pure che un altro giorno risuscitasse una figlia di un certo Rufo, patrizio di Ravenna, e che stupiti a tal fatto molti si convertissero. Allora lo stesso imperatore diede ordine al prefetto di costringere Apollinare a sacrificare agli dèi, ed in caso di rifiuto, di esiliarlo. Rifiutò infatti il Santo, e per questo, dopo essere stato crudelmente battuto, fu fatto imbarcare per l’esilio. Ma a causa di una tempesta il naviglio naufragò. Apollinare e due soldati che poi ricevettero il Battesimo poterono salvarsi.

Ritornò il nostro Santo alcun tempo dopo a Ravenna, ove compì altri prodigi e nuove conversioni: ma non potendolo più sopportare, i pagani presero il santo Vescovo e lo batterono in modo così barbaro che per le piaghe riportate spirò dopo sette giorni di spasimo. Era l’anno 70 dopo Cristo.

PRATICA. La nostra fede sia la nostra gloria: teniamoci pronti a difenderla dai nemici.

PREGHIERA. Dio, rimuneratore delle anime fedeli, che consacrasti questo giorno col martirio del tuo beato sacerdote Apollinare, deh! fa’ che noi tuoi servi conseguiamo il perdono per le sue preghiere