Archivi giornalieri: 10 luglio 2016
Rispetto per i popoli indigeni
Francesco si è fatto «eco e portavoce dei desideri più profondi dei popoli indigeni» nel messaggio diffuso in questi giorni sul sito internet (www.apmej.org) della Rete mondiale di preghiera del Papa (Apostolato della preghiera). Commentando in spagnolo la sua intenzione universale per il mese di luglio — il video con i sottotitoli in sei lingue diverse è disponibile all’indirizzo www.thepopevideo.org — il Pontefice spiega che essa è dedicata al rispetto di quelle popolazioni le cui origini in un particolare luogo risalgono alla preistoria.
L’incontro con una rappresentante delle comunità indigene ad Asunción in Paraguay (11 luglio 2015)
«Voglio che tu unisca la tua voce alla mia — esorta il Papa, mentre sullo schermo scorrono volti di donne e uomini di diverse etnie in abiti tradizionali — pregando con tutto il cuore perché siano rispettati i popoli indigeni, minacciati nella loro identità e perfino nella loro stessa esistenza».
Il videomessaggio del mese di luglio della Rete mondiale di preghiera del Papa prende spunto dal discorso di Giovanni Paolo ii rivolto agli indigeni nell’aeroporto ecuadoriano di Latacunga, il 31 gennaio 1985. Era una tappa importante del suo viaggio apostolico che trent’anni fa lo portò a visitare dal 26 gennaio al 5 febbraio il Venezuela, l’Ecuador, il Perú, e Trinidad-Tobago. In quell’occasione Papa Wojtyŀa disse agli indigeni di volersi fare «eco e portavoce delle» loro «più profonde aspirazioni». Così come Papa Francesco, che ha riproposto quelle parole nei giorni in cui ricorre il primo anniversario del suo viaggio in America latina, quello compiuto dal 5 al 12 luglio 2015 in Ecuador, Bolivia e Paraguay. In ciascuno dei tre Paesi il primo Papa latinoamericano ha riservato momenti di incontro con popoli autoctoni, e le liturgie celebrate contenevano elementi linguistici, artistici e culturali degli indios, fossero essi quechua o guaraní. In particolare partecipando al secondo incontro mondiale dei movimenti popolari, svoltosi in Bolivia nel Centro fieristico di Santa Cruz de la Sierra, giovedì 9 luglio, Bergoglio ha citato il suo predecessore e la sua precisa richiesta di perdono. «Vorrei essere molto chiaro, come lo era san Giovanni Paolo ii. Chiedo umilmente perdono — disse — non solo per le offese della propria Chiesa, ma per i crimini contro le popolazioni indigene durante la cosiddetta conquista dell’America».
Papa Francesco
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Lavoro e Diritti
Dimissioni volontarie online, nuova FAQ dal Ministero
Posted: 08 Jul 2016 04:43 AM PDT
Il 6 luglio il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato la FAQ numero 45 sulle dimissioni volontarie online, sul portale www.cliclavoro.gov.it. Come detto sopra, si tratta della FAQ numero 45, con cui il Ministero chiarisce cosa fare nel caso dimissioni o risoluzione consensuale da parte del socio lavoratore. Il Ministero ricorda come tra socio lavoratore e società cooperativa si instaurano due distinti […]
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rassegna sindacale
del 10/07/2016 |
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Sante Rufina e Seconda
Seconda Martire, santa (sec. III). Secondo un’antica passio, redatto intorno alla metà del secolo V, Seconda subì il martirio insieme alla sorella Rufina durante la violenta persecuzione al tempo di Valeriano e Gallieno sulla via Cornelia.
La tradizione vuole che, fidanzate con due giovani cristiani divenuti apostati, Seconda e Rufina si votarono alla verginità, provocando la reazione dei due giovani che prima tentarono di indurle all’apostasia, poi le denunciarono: arrestate dal prefetto Giunio, furono torturate e martirizzate a Roma, al decimo miglio della via Cornelia, nella cosiddetta “silva nigra”, che da allora fu chiamata “silva candida”, Rufina venne decapitata, mentre Seconda fu bastonata a morte.
I loro corpi abbandonati furono piamente recuperati e sepolti da una matrona romana di nome Plautilla, a cui le giovani martiri erano apparse in sogno, invitandola a convertirsi. Sul luogo della sepoltura papa Giulio I (341-353) fece erigere una basilica, di cui non è però rimasta traccia.