Archivi giornalieri: 28 ottobre 2014

SESTA SALVAGUARDIA

SESTA SALVAGUARDIA

Con la sesta salvaguardia, disposta con la legge n. 147 del 10 ottobre 2014, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 246 del 22 ottobre 2014, sono stati ridotti di 20.000 unità il plafond di 55.000 unità previsto per la seconda salvaguardia e di 4.000 unità il plafond di 9.000 unità previsto per la quarta salvaguardia. Alle 24.000 unità (e relativi oneri), recuperate dalla seconda e dalla quarta salvaguardia (in conseguenza della limitata utilizzazione), sono state aggiunte 8.100 unità per realizzare il plafond di 32.100 unità costituenti la sesta salvaguardia.

Le modifiche apportate della sesta salvaguardia

Una prima modifica riguarda la seconda salvaguardia. Infatti, per i lavoratori per i quali le imprese abbiano stipulato in sede governativa, entro il 31 dicembre 2011, accordi finalizzati alla gestione delle eccedenze con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali ancorché alla data del 4 dicembre 2011 ancora non risultino cessati dall’attività lavorativa, quest’ultima condizione è stata così modificata: ancorché «siano percettori, entro i quindici giorni successivi alla data di entrata in vigore della presente disposizione, del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria (….), e il cui rapporto di lavoro cessi entro il 30 dicembre 2016 per il collocamento in mobilità (….), ovvero siano cessati dall’attività lavorativa entro il 31 dicembre 2014 e collocati in mobilità (….), i cui nominativi siano stati comunicati entro il 31 dicembre 2014 al Ministero del lavoro e delle politiche sociali (….)» restando invariata la condizioni della maturazione dei requisiti per il diritto alla pensione entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità. Ovviamente, per “data di entrata in vigore della presente disposizione” deve intendersi il 7 luglio 2012, data di entrata in vigore del DL n. 95/2012.

Altra modifica riguarda la corretta interpretazione dell’articolo 1, comma 194 lettera e), della legge n. 147 del 2013, relativa ai lavoratori collocati in mobilità ordinaria alla data del 4 dicembre 2011 e autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione successivamente alla predetta data, che, entro sei mesi dalla fine del periodo di fruizione dell’indennità di mobilità, perfezionino, mediante il versamento di contributi volontari, i requisiti precedenti. Il versamento volontario potrà riguardare anche periodi eccedenti i sei mesi precedenti la domanda di autorizzazione stessa. Viene precisato che il versamento volontario può essere effettuato solo con riferimento ai sei mesi successivi al termine di fruizione dell’indennità di mobilità in cui l’assicurato era collocato alla data del 4 dicembre 2011 e che per gli stessi lavoratori, che siano già stati autorizzati ai versamenti volontari in data antecedente all’entrata in vigore della legge 27 dicembre 2013, n. 147, e per i quali siano decorsi i termini di pagamento, sono riaperti a domanda i termini per i versamenti relativi ai sei mesi successivi alla fine del periodo di fruizione dell’indennità di mobilità in cui l’assicurato era collocato alla data del 4 dicembre 2011.

Gli ulteriori salvaguardati.

Con questo sesto provvedimento sono stati salvaguardati, dai nuovi requisiti, i seguenti soggetti per i quali la pensione non può avere decorrenza prima del 6 novembre 2014 (data di entrata in vigore della legge n. 147/2014) e l’istanza, per beneficiare della salvaguardia, deve essere presentata entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge:

– i lavoratori collocati in mobilità ordinaria a seguito di accordi governativi o non governativi, stipulati entro il 31 dicembre 2011, cessati dal rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012 e che perfezionano, entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità ovvero, anche mediante il versamento di contributi volontari, entro dodici mesi dalla fine dello stesso periodo, i requisiti per il diritto alla pensione. Il versamento volontario può riguardare anche periodi eccedenti i sei mesi precedenti la domanda di autorizzazione stessa. Tale versamento può comunque essere effettuato solo con riferimento ai dodici mesi successivi al termine di fruizione dell’indennità di mobilità. I lavoratori che siano già stati autorizzati ai versamenti volontari in data antecedente all’entrata in vigore della presente legge e per i quali siano decorsi i termini di pagamento, sono riaperti a domanda i termini dei versamenti relativi ai dodici mesi successivi alla fine del periodo di fruizione dell’indennità di mobilità;

– i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011 i quali possano far valere almeno un contributo volontario accreditato o accreditabile alla data del 6 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data del 4 dicembre 2011, qualsiasi attività, non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, a condizione che la pensione possa avere decorrenza entro il 6 gennaio 2016;

– i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011, ancorché al 6 dicembre 2011 non abbiano un contributo volontario accreditato o accreditabile alla predetta data, a condizione che abbiano almeno un contributo accreditato derivante da effettiva attività lavorativa nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 30 novembre 2013 e che alla data del 30 novembre 2013 non svolgano attività lavorativa riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, a condizione che la pensione possa avere decorrenza entro il 6 gennaio 2016;

– i lavoratori il cui rapporto di lavoro si è risolto entro il 30 giugno 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all’esodo entro il 31 dicembre 

Tagli ai Patronati

Tagli ai Patronati: significa bloccare il prezioso lavoro di tutela gratuita in favore dei cittadini

In una lettera inviata a tutti i sindaci della provincia di Ravenna e al Presidente della Provincia, i segretari generali della Cgil, Cisl e Uil della Romagna, rispettivamente Costantino Ricci, Antonio Cinosi e Riberto Neri hanno esposto la drammatica situazione in cui si andranno a trovare i patronati delle tre confederazioni sindacali se si attuasse il taglio di risorse così come delineato nel disegno di legge di stabilità 2015.

Una riduzione di tale importo – si legge nella lettera – che non consentirà ai patronati di svolgere il prezioso lavoro di tutela verso i cittadini che si rivolgono agli uffici e trovano gratuitamente la risposta ai loro bisogni. La rete dei patronati in questi anni di crisi – prosegue il documento – ha rappresentato l’unico istituto di welfare al servizio di tutti coloro che avevano un bisogno e non potevano permettersi consulenze private a pagamento.

Senza contare – si legge – che un taglio di risorse di quella entità porterebbe a dover dimezzare gli organici attualmente in forza e ciò sta a significare che in quasi tutti i Comuni della nostra Provincia, gli uffici di patronato dovrebbero chiudere.

Questo comporterebbe – proseguono i tre segretari generali confederali – un disagio per i nostri cittadini, la difficoltà di poter esercitare un diritto ed ottenere una tutela e conseguentemente un afflusso enormemente maggiore agli uffici dell’Inps che ne ridurrebbe sensibilmente l’operatività, sempre che on si arrivi ad un collasso vero e proprio facendo perdere ai nostri cittadini i diritti e le risposte economiche dovute.

I tre segretari chiedono, quindi , un pronunciamento dell’assemblea comunale e provinciale per assumere le determinazioni nel merito al fine di incidere fattivamente per cambiare la norma contenuta nel disegno di legge di stabilità.

Tagli ai Patronati: grande irresponsabilità, poca consapevolezza sugli effetti che andranno a produrre

Tagli ai Patronati: grande irresponsabilità, poca consapevolezza sugli effetti che andranno a produrre

Prospettive quantomeno critiche per i Patronati italiani stando ai tagli sul fondo Patronati contenuti dal provvedimento Legge di Stabilità licenziato dal Consiglio dei Ministri e  che, comunque, dovrà essere discusso in Parlamento. Come portare avanti l’attività e quale la reazione del Patronato. Quali gli effetti che potrebbe determinarsi a causa di questi tagli?  Italialavorotv/Italiannetwork lo ha chiesto alla Presidente del Patronato INCA CGIL, Morena Piccinini, all’indomani dell’invio di una lettera unitaria dei Patronati Italiani al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (vedi:http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=25462).

“Intanto deve esserci la consapevolezza che quella entità di tagli è una catastrofe (ndr.150 milioni su un fondo Patronati di 430 milioni), perché mentre con i tagli precedenti – pur negativi –  ingiustificati e pesanti, avevamo proceduto ad un grosso sforzo di riorganizzazione interna e fatto  grandi sacrifici che avevano, però,  permesso di non compromettere il servizio verso i cittadini, i lavoratori ed  i rapporti con gli enti previdenziali, un taglio di questa entità non permette nessuna riorganizzazione, salvo tagli alla dimensione della tutela”.

“Per dirla in modo chiaro, aggiunge la Presidente del Patronato INCA,  non ci sono le condizioni per una ulteriore riorganizzazione perché non ci sono le condizioni  per riassorbire un taglio del 35%.  Per un patronato come l’INCA significherebbe mettere a rischio migliaia di posti di lavoro e non avere la possibilità organizzativa tale da mantenere lo stesso servizio che per 70 anni siamo riusciti ad erogare”.

“La politica questo lo deve sapere – stigmatizza Morena Piccinini – perché non può dire tagliamo, manteniamo lo stesso schema normativo,  e riorganizzatevi al vostro interno! La politica deve sapere che si assume la responsabilità,  nella misura in cui non siamo in grado di garantire l’insieme dei servizi che oggi eroghiamo ai cittadini, di mettere gli stessi a disposizione di un mercato selvaggio, di quei faccendieri che si impossessano del pin individuale, ovvero dei dati sensibili, e che non solo si fanno pagare in modo profumato ma mettono a rischio anche il conseguimento delle  medesime prestazioni e quindi dell’esercizio dei diritti”.

“E’ una cosa pesantissima che non possiamo tollerare e  per la quale ci stiamo organizzando come patronati unitariamente, a livello di CEPA (Acli, Inca-Cgil, Inas-Cisl, Ital-Uil) , –  prosegue Piccinini – per fare in modo che tutta la popolazione sia sensibilizzata, sappia che cosa può succedere  al primo gennaio del prossimo anno. E  per fare in modo che anche tutte le istituzioni, gli enti previdenziali,  le forze politiche e chi dovrà votare questa legge in via definitiva sappiano  della responsabilità che si assumono ed anche delle conseguenze che da questo atto può derivare.”

“Noi pensiamo  – prosegue Piccinini – che ci sia stata grande irresponsabilità nell’assumere queste decisioni, poca consapevolezza sugli effetti che questi tagli andranno a produrre. Vorremmo, invece, che tutti acquisissero consapevolezza per poter esercitare con responsabilità il loro ruolo di decisori politici e di parlamentari potendo così intervenire a modificare profondamente questa disposizione normativa”.

Sembra che finora la politica abbia dato, però, poco ascolto alle proteste dei Patronati, che hanno inviato in questo giorni una lettera al Presidente della Repubblica che, in passato, ha mostrato di apprezzare molto l’attività dei Patronati.

“Ci siamo rivolti al Presidente della Repubblica perché è sempre stato sensibile al tema della tutela gratuita verso i cittadini e dei patronati  sia come parti essenziali del welfare sia come strumenti in grado di permettere la riorganizzazione in atto – così profonda – di tutta la pubblica amministrazione. Deve essere, infatti, chiaro – afferma la Presidente del Patronato INCA – che senza di noi non ci sono le condizioni neanche per portare avanti questo disegno di riorganizzazione e di semplificazione dei rapporti tra il cittadino e la pubblica amministrazione”.

“Ma – prosegue Piccinini – ci siamo rivolti al Presidente della Repubblica anche per far notare come ci siano stati degli studi ed un accurato parere fornito al Governo dal Prof. Giuliano Amato, che avevano chiaramente evidenziato come non si possa risanare il bilancio dello Stato con il Fondo Patronati perché quelle risorse non sono soldi pubblici, nel senso classico della parola”.

“Il fondo patronati – spiega Morena Piccinini – è alimentato con il prelievo dello 0,226% sul gettito dei contributi assicurativi versati annualmente dai lavoratori a Inps, Inpdap e Inail. Quindi sono soldi dei lavoratori, che vengono dedicati ad un servizio a favore dei lavoratori stessi e dei cittadini.  Cioè possiamo dire che i 21 milioni di lavoratori che versano la contribuzione stanno alimentando e garantendo un servizio gratuito a 50 milioni di cittadini. E proprio in relazione a queste considerazioni il Prof. Amato aveva illustrato come questo servizio – riconosciuto costituzionalmente importante dalla stessa Corte Costituzionale – non possa essere taglieggiato e compresso da tagli che abbiano la funzione di andare ad alimentare il bilancio dello Stato. Dunque, in quanto tali, queste disposizioni rischiano di essere a loro volta incostituzionali..”.

“Con gli appelli che stiamo lanciando e con diverse iniziative, compresa la lettera al Presidente della Repubblica, vogliamo lanciare un messaggio: “Non costringeteci a rivolgerci, in seguito alla Corte Costituzionale, dimostrando che avevamo ragione, dopo che siamo stati distrutti. Ragioniamo prima di tutte queste implicazioni, dell’errore che viene commesso  che non è solo giuridico ma è anche contabile/economico, oltre che di portata sociale così devastante. Cerchiamo tutti quanti di recuperare questo errore prima di dover arrivare ai pronunciamenti della Corte Costituzionale per dimostrare che abbiamo ragione”.

Quanto alle prossime iniziative che verranno attuate…

“Come patronati del CEPA (Acli, Inas, Inca, Ital)abbiamo lanciato una campagna di sensibilizzazione e di raccolta firme e vorremmo che queste firme giorno per giorno venissero poste a conoscenza dei livelli istituzionali e dei decisori politici. Organizzeremo, poi,  – sottolinea Piccinini – una giornata della tutela,  che indicativamente abbiamo ipotizzato possa essere il 15 novembre, nella quale in tutte le città e piazze di Italia ci relazioneremo con la cittadinanza fuori dai nostri uffici e se necessario indirizzeremo le persone all’Inps o all’Inail. Vorremmo rendere chiaro che, nella misura in cui non ce la facciamo noi, tutta questa utenza si riverserà inevitabilmente sugli Istituti, aggravando quelle che sono le condizioni di lavoro dell’Inps. Il punto è che a queste persone qualcuno deve dare una risposta e se non sono i patronati che lo fanno, come lo stiamo facendo gratuitamente, a quel punto tutte queste persone si riverseranno tutte dagli enti previdenziali, e nessuno può permettersi il lusso di dire “arrangiati”, vai dal faccendiere di turno.  Perchè – aggiunge la sindacalista – dietro a queste situazioni spesso e volentieri c’è anche parecchio malaffare.“

Ma c’è, ci sarà, una presa di posizione da parte di questi Enti a sostegno dei Patronati …?

“Anche loro subiscono l’ennesimo taglio e non è positivo neanche questo.  200 milioni ulteriori per l’Inps dopo i tagli degli anni precedenti. Altri 50 milioni all’anno per l’Inail. Anche loro sono posti in una condizione di ulteriore sofferenza. Con loro abbiamo condiviso una condizione di difficoltà comune. Noi ci auguriamo di trovare gli istituti previdenziali tutti al nostro fianco nel dimostrare come  non sono giusti né i tagli agli istituti previdenziali né i tagli ai patronati. Se poi questi tagli si sommano, l’unico soggetto che paga il prezzo, oltre al personale dipendente ovviamente, è il cittadino che a quel punto non trova risposte né da una parte né dall’altra. Quindi noi ci auguriamo vivamente di poter ritrovarci insieme, alleati, nel fare una battaglia per la valorizzazione della tutela e gratuità del rapporto con il cittadino.”

Pensate di portare la questione in ambito europeo?

“Come patronati siamo una particolarità in ambito mondiale. Certo, la situazione dei patronati all’estero  risulterebbe ancora più devastante rispetto a quanto non lo sia all’interno del nostro paese, perché – con i tagli delle sedi consolari e della rete di relazioni istituzionali con i cittadini italiani all’estero- è evidente che sempre di più i patronati sono il punto di riferimento unico ed a volte esclusivo rispetto al bisogno di centinaia di migliaia, anzi di milioni di nostri connazionali  all’estero. Tagli di questo tipo comporterebbero, dunque, grossi contraccolpi sull’unico soggetto che è in grado di organizzare una tutela ai connazionali all’estero nelle relazioni con le istituzioni italiane”.

“Pensiamo – esemplifica Piccinini – che cosa significa tutta la campagna dell’esistenza in vita che devono dimostrare i pensionati per potere continuare a riscuotere la loro pensione, e a tutto il servizio che, gratuitamente, i patronati mettono in campo per permettere a questi anziani pensionati di poter riscuotere la loro pensione.  Su questo punto deve esserci la consapevolezza che un taglio di questo genere mette a rischio i diritti fondanti dei cittadini italiani all’estero nel rapporto con gli enti previdenziali e con le istituzioni italiane”.

“Noi abbiamo già sollecitato tutte le nostre sedi all’estero – prosegue la presidente dell’INCA – anche in modo speculare rispetto a quello che stiamo facendo in Italia per sensibilizzare gli italiani all’estero e le comunità degli italiani all’estero, il mondo dell’associazionismo, le istituzioni  dei diversi paesi, perché anche esse si avvalgano della nostra attività nel coinvolgere i consolati, in modo tale che da tutti possa partire un messaggio e un appello per evitare che questi tagli producano i loro effetti” conclude la Presidente del Patronato INCA, Morena Piccinini. 

Cgil: la legalità crea lavoro

Cgil: la legalità crea lavoro

“Sabato scorso in piazza San Giovanni abbiamo detto che avremmo continuato la nostra iniziativa per creare lavoro, e lavoro buono. Una delle strade è che ogni giorno la legalità sia al centro, diventi l’ossessione positiva di chi vuole cambiare il paese”. A dirlo è il segretario generale Cgil Susanna Camusso, lanciando a Milano, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta all’Expo Gate, la nuova campagna sulla legalità della Cgil “Una svolta per tutte”, che proseguirà in tutta Italia con iniziative e incontri nelle maggiori città. La campagna, che non a caso parte proprio da Milano, dove l’ormai prossimo evento di Expo sta mettendo in luce le distorsioni e l’illegalità presenti nel nostro sistema economico, si pone l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini e le cittadine e di mobilitare le lavoratrici, i lavoratori, le pensionate e i pensionati sui temi della trasparenza e del controllo da parte dell’amministrazione pubblica.

“Legalità vuol dire trasparenza negli appalti” ha proseguito Camusso. “Non è possibile un paese che viaggia solo per scelte emergenziali: non esiste grande appalto che non abbia un commissario straordinario e una società apposita. Il problema è come si aggiudicano gli appalti, come si attuano, come si ricostruisce una legislazione che dia certezza”. La Cgil, ha spiegato il segretario generale, “si occupa di legalità perché, oltre alle risorse che vanno sprecate, il lavoro diventa ricattabile e non si svolge con le caratteristiche di un buon lavoro. Il paese avrebbe grandi risorse, se non ci fossero l’evasione e la corruzione, della quale si arricchiscono in pochi. Ci vuole nettezza nelle norme sul riciclaggio e l’autoriciclaggio”.

La campagna sulla legalità è stata organizzata perché “in questi anni abbiamo visto crescere la criminalità organizzata negli appalti, nella finanza e negli affari”. Questa campagna si lega anche alla proposta “Io riattivo il lavoro”, che impegna a “fare in modo che le aziende sequestrate alla criminalità organizzata siano di nuovo attive e alimentino il lavoro”. Camusso ha poi sostenuto “la necessità di cambiare la legislazione sugli appalti, perché, come Expo 2015 dimostra, se si agisce di urgenza e al massimo ribasso, non solo non si agisce nella trasparenza, ma tutto questo si scarica sulla qualità del lavoro e sulle condizioni dei lavoratori”. Ma la Cgil non si limita alla denuncia: “accompagneremo questa campagna con una proposta di legge sugli appalti, per cui si stanno raccogliendo le firme. Ed è per questo che bisogna applicare le regole contrattuali e non derogare”.

Il “viaggio della legalità” percorrerà l’Italia, con tappe in tutte le città fino alla Sicilia, a Palermo, a simboleggiare il collegamento tra Nord e Sud e che il tema della legalità riguarda tutto il paese, per concludersi a Roma. E questo viaggio sarà documentato, allo scopo di costruire un film sulla campagna. “Oltre alle misure di controllo e di intervento dell’autorità pubblica, come abbiamo detto poco fa al Prefetto di Milano, noi pensiamo che ci sia uno straordinario bisogno di cultura e di etica della responsabilità e della legalità: se non si metterà questo al centro della politica, ce la si prenderà ancora e sempre con chi ha meno, mentre in pochi si arricchiscono” ha detto Camusso. Che così ha concluso: “noi siamo tra quelli che tifano perché Expo si faccia, e si faccia nelle migliori condizioni possibili. Abbiamo firmato protocolli e mostrato il nostro interesse a che ci sia 

Tagli ai Patronati

Tagli ai Patronati – Inca Francia, giù le mani dai Patronati

Il disegno di legge di stabilità 2015, compromette la continuità dell’azione di tutela sviluppata dai Patronati a favore di milioni di persone sia in Italia che all’estero.

Come già affermato da Morena Piccinini, presidente dell’INCA CGIL, “non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci” e, in Francia, lo faremo attraverso un’ampia campagna di comunicazione alle migliaia di persone che ogni anno si rivolgono ai nostri sportelli.

Lo faremo d’intesa con tutti i patronati del CEPA anche nel corso delle procedure per la rielezione dei Com.It.Es. e chiedendo innanzitutto conto ai parlamentari eletti all’estero del loro impegno a contrastare le decisioni dell’Esecutivo.

La legge di stabilità contiene un taglio insostenibile al Fondo patronati che cancella di fatto ogni possibilità di continuare a svolgere il lavoro di tutela previdenziale e assistenziale che in Francia stiamo sviluppando dal lontano 1956 affrontando giornalmente tutti i problemi di sicurezza sociale che coinvolgono le nostre comunità.

Lo facciamo per i nostri concittadini e per tutte le persone che vantano diritti sociali in Italia senza dimenticarci delle generazioni più giovani che si rivolgono ai nostri uffici per chiedere quell’assistenza che le Istituzioni italiane non sono in grado di garantire.

La chiusura dei Consolati, infatti, ha prodotto un tragico abbandono di molte nostre comunità che si trovano a dover sostenere veri e propri percorsi ad ostacoli per non perdere e/o ottenere risposte concrete a bisogni essenziali.

Sono oltre 8000 le prestazioni principali gestite dagli uffici INCA Francia nel corso del 2013. Ad esse si aggiunge un lavoro di assistenza sempre più elevato considerando la costante crescita della migrazione italiana verso la Francia e una deregolamentazione del lavoro che, purtroppo, si scarica in particolare sui giovani sia in Italia che in Francia.

 “150 milioni” di euro in meno significano una riduzione del 35 per cento delle risorse complessive date al Fondo patronati. Una cifra enorme che, come sottolineato dalla nostra Presidente,  avrebbe delle ricadute significative anche sul piano occupazionale, mettendo a rischio i posti di lavoro di migliaia di operatori che quotidianamente assicurano l’assistenza ai cittadini nel rapporto con la pubblica amministrazione.

Alle autorità italiane all’estero, a partire dal nostro Ambasciatore, porteremo la nostra protesta e la preoccupazione dei nostri connazionali chiedendo di evidenziarla al Governo italiano. Lo faremo ricordando come nel recente voto europeo la partecipazione della comunità italiana abbia segnato un record negativo che rischia di riproporsi nella elaborata fase organizzativa delle elezioni dei nuovi Com.It.Es.. Solo gli stolti possono non comprendere che le nostre comunità si sentono abbandonate e che reagiscono con il disimpegno alla sempre più accentuala lontananza del loro Paese e, il taglio dei Patronati, ne costituirebbe per loro una ulteriore.

Laddove le nostre comunità sono maggiormente insediate chiederemo di intervenire nei confronti delle autorità francesi per denunciare, come abbiamo fatto in occasione delle recenti chiusure consolari, i rischi connessi alla possibile diminuzione delle attività di Patronato.

Certificati di esistenza in vita, domande di pensioni, verifica attenta alle denunce di indebiti da parte dell’INPS, dichiarazioni reddituali, servizi per la nuova migrazione, sono attività giornaliere svolte con tale professionalità da essere prese a riferimento dalle stesse istituzioni locali.

Ai parlamentari eletti all’estero chiediamo di assumere una posizione chiara e comprensibile: devono dire alle comunità che li hanno eletti se e come contrasteranno le decisioni dell’Esecutivo e se, nel momento del voto, si assumeranno la responsabilità di votare a favore o contro.

Devono spiegare alle nostre comunità se convengono con quello che oramai appare un palese atteggiamento ostile del Governo italiano verso i soggetti intermedi di pubblica utilità quali sono, tra gli altri, i Patronati, e se ritengono plausibile che l’attuale esecutivo abbia deciso di cancellare, tra i diritti costituzionalmente garantiti, quello alla tutela gratuita.

Ai parlamentari eletti all’estero chiediamo inoltre di aiutarci a comprendere dove, come e a chi, le nostre comunità potranno rivolgersi all’Estero per poter ottenere una risposta adeguata alle loro necessità.

“I patronati rappresentano un pezzo fondamentale del welfare pubblico e svolgono un lavoro socialmente prezioso – ha dichiarato la Presidente dell’INCA – senza il quale soprattutto le persone più deboli, rischiano di essere date in pasto al mercato dei faccendieri senza scrupoli che, spesso, con una buona dose di cinismo si fanno pagare prestazioni finora garantite in modo gratuito da questi istituti”.

L’INCA Francia ritiene che sia questo un rischio preoccupante e che già ora faccendieri senza scrupolo si propongono quali intermediari a pagamento per prestazioni che dovrebbero essere gratuite. Anche per questo “Mettere una pietra tombale sulla tutela”  significa prefigurare un welfare miserevole basato solo sulle liberalità che di volta in volta il governo centrale elargisce non in base a un diritto sancito dalle leggi, ma in considerazione di un concetto aleatorio di benevolenza.

Una ipotesi giustamente ritenuta inaccettabile che avvierebbe il nostro paese verso una pericolosa deriva antidemocratica.

Italo Stellon
Presidente INCA Francia

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Consiglio Regionale del Lazio – Atti consiliari

Consiglio Regionale del Lazio – Atti consiliari

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L’incaricato del CAF effettua le seguenti operazioni:

  • Raccoglie le dichiarazioni e verifica i documenti.
  • Effettua tutte le attività propedeutiche all’apposizione del visto di conformità e compila la dichiarazione fornendo l’attività di consulenza fiscale.
  • Trasmette telematicamente i modelli 730 al CAF.
  • Effettua la stampa definitiva e consegna al Contribuente la dichiarazione e il prospetto di liquidazione elaborato dal CAF. La dichiarazione dei redditi e la relativa documentazione dovranno essere conservate dal Contribuente fino al 31 dicembre del 4° anno successivo a quello di invio all’Agenzia delle Entrate e dall’incaricato del CAF fino al 31 Dicembre del secondo anno successivo.

Quali operazioni svolge il CAF?

  • Il CAF appone il visto di conformità, calcola le imposte, effettua le comunicazioni a tutti i Sostituti d’Imposta e trasmettere all’Amministrazione Finanziaria le dichiarazioni modello 730 elaborate.

 

 

Vantaggi del Software 730

Vantaggi generali

  • Retrocessioni fino a 8,10 Euro e sconti sugli altri servizi (vedi le condizioni economiche)
  • Importazione automatica del CUD INPS nel Quadro C
  • Software gratuiti: ISEE, RED, IMU, Richiesta Detrazioni Enti, Invalidità Civile e Assegno Sociale
  • Importazione automatica dei dati catastali ai fini IMU e 730
  • Calcolo risultati d’imposta in tempo reale
  • Materiale marketing per lo Studio disponibile gratuitamente
  • Compilazione guidata in tempo reale con rappresentazione grafica del Modello
  • Controllo automatico degli errori con oltre 700 verifiche sui dati
  • Assistenza tecnica e fiscale gratuita
  • Archiviazione Documentale Elettronica gratuita
  • Trasmissione ed archiviazione nello stesso software
  • Aggiornamenti gratuiti in un click
  • Installazione facilissima e veloce senza interventi tecnici

 

 

 

 

Condizioni Economiche

oppure

Associati a CGN e scarica gratis il software

Per associarsi a CGN è necessario essere in possesso di partita iva

Sei un privato? Clicca qui per compilare il 730 online.

Parte 1 di 2: dati personali

 
Ho letto l’informativa sulla privacy ed acconsento al trattamento dei dati personali ai sensi dell’art. 196/2003

 Dott. Commercialista (Sez. A)

 Rag. Commercialista (Sez. A)

 Esperto Contabile (Sez. B)

 Consulente del Lavoro

 Avvocato

 Altro (specificare sotto)

 

 

 

 

Domande Frequenti

▶ Quanto costa associarsi?

Associarsi al network CGN è completamente gratuito.

▶ Bisogna installare altri programmi aggiuntivi?

No. Dalla compilazione all’archiviazione, comprendendo la trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate, non avrai bisogno di altri programmi oltre a quelli forniti da CGN.

▶ Come si fa a dissociarsi da CGN? Si paga qualcosa?

▶ Perchè bisogna associarsi per ottenere il software?

Il software fa parte dei programmi messi gratuitamente a disposizione degli Associati CGN.

▶ Come si ottiene il software gratuito 730 di Servizi CGN?

Se sei un professionista con Partita IVA è semplice: basta registrarsi compilando il form di registrazione “Associati a CGN e scarica gratis il software”, segui le istruzioni per scaricare e installare la piattaforma CGN.

▶ L’adesione ha dei vincoli?

No, l’adesione ai servizi CGN è libera e senza vincoli.

▶ L’adesione ha una durata?

No, in qualsiasi momento è possibile disdire l’adesione senza penali.

▶ Dove trovo info sui costi dei servizi?

Consulta la sezione “condizioni economiche” contenuta in ciascuna pagina di servizio sul presente sito web, oppure contatta il tuo Responsabile delle Relazioni Regionali.

▶ Perché devo firmare digitalmente i contratti?

La firma digitale è un modo per semplificare l’organizzazione e ridurre la carta: meno costi, più vantaggi!

▶ Se mi associo e poi non lavoro con voi cosa accade?

Niente, non ci sono vincoli.

▶ Presenza sul territorio dell’azienda?

Il Gruppo Servizi CGN ha una rete capillare di presenza sul territorio, costituita dai Responsabili delle Relazioni Regionali (RRR) e i Responsabili Audit. Per maggiori informazioni consulta la pagina “Presenza sul territorio”.

▶ Gli archivi tra i vari software sono condivisi?

Sì, i software CGN condividono le anagrafiche, i dati degli immobili e altri dati condivisibili. Per maggiori dettagli consulta le pagine dedicate ai singoli servizi e software CGN.

▶ Posso avere più Caf in studio?

Sì, è una libera scelta del Professionista.

▶ Gli aggiornamenti software come si fanno?

Gli aggiornamenti di tutti i software CGN sono automatici e via web, vengono richiesti direttamente dalla piattaforma o scaricabili attraverso un apposito pulsante AGGIORNA. Necessaria una connessione internet.

▶ La documentazione dei clienti chi la tiene?

Come previsto dalla normativa, l’originale della dichiarazione e dei documenti allegati devono essere conservati dal contribuente mentre la copia dei documenti dal Professionista.

▶ Fornite assistenza fiscale oltre che tecnica?

Sì, Caf CGN offre assistenza gratuita sia tecnica sia fiscale.

▶ Il 730/4 chi lo invia?

Il Caf CGN.

▶ I compensi dei 730 (i soldi del contribuente) a chi vanno?

Al professionista, Caf CGN non interferisce nel rapporto tra contribuente e Professionista. Non vogliamo guadagnare sul lavoro altrui.

▶ Perché offrite il servizio 730 gratuitamente?

Perché i Caf percepiscono un compenso dallo Stato per i dichiarativi 730 trasmessi. Caf CGN propone ai propri Associati il seguente patto equo: l’Associato CGN invia le proprie dichiarazioni a CGN, CGN in cambio offre software e assistenza gratuita.