Tagli ai Patronati

Tagli ai Patronati – Inca Francia, giù le mani dai Patronati

Il disegno di legge di stabilità 2015, compromette la continuità dell’azione di tutela sviluppata dai Patronati a favore di milioni di persone sia in Italia che all’estero.

Come già affermato da Morena Piccinini, presidente dell’INCA CGIL, “non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci” e, in Francia, lo faremo attraverso un’ampia campagna di comunicazione alle migliaia di persone che ogni anno si rivolgono ai nostri sportelli.

Lo faremo d’intesa con tutti i patronati del CEPA anche nel corso delle procedure per la rielezione dei Com.It.Es. e chiedendo innanzitutto conto ai parlamentari eletti all’estero del loro impegno a contrastare le decisioni dell’Esecutivo.

La legge di stabilità contiene un taglio insostenibile al Fondo patronati che cancella di fatto ogni possibilità di continuare a svolgere il lavoro di tutela previdenziale e assistenziale che in Francia stiamo sviluppando dal lontano 1956 affrontando giornalmente tutti i problemi di sicurezza sociale che coinvolgono le nostre comunità.

Lo facciamo per i nostri concittadini e per tutte le persone che vantano diritti sociali in Italia senza dimenticarci delle generazioni più giovani che si rivolgono ai nostri uffici per chiedere quell’assistenza che le Istituzioni italiane non sono in grado di garantire.

La chiusura dei Consolati, infatti, ha prodotto un tragico abbandono di molte nostre comunità che si trovano a dover sostenere veri e propri percorsi ad ostacoli per non perdere e/o ottenere risposte concrete a bisogni essenziali.

Sono oltre 8000 le prestazioni principali gestite dagli uffici INCA Francia nel corso del 2013. Ad esse si aggiunge un lavoro di assistenza sempre più elevato considerando la costante crescita della migrazione italiana verso la Francia e una deregolamentazione del lavoro che, purtroppo, si scarica in particolare sui giovani sia in Italia che in Francia.

 “150 milioni” di euro in meno significano una riduzione del 35 per cento delle risorse complessive date al Fondo patronati. Una cifra enorme che, come sottolineato dalla nostra Presidente,  avrebbe delle ricadute significative anche sul piano occupazionale, mettendo a rischio i posti di lavoro di migliaia di operatori che quotidianamente assicurano l’assistenza ai cittadini nel rapporto con la pubblica amministrazione.

Alle autorità italiane all’estero, a partire dal nostro Ambasciatore, porteremo la nostra protesta e la preoccupazione dei nostri connazionali chiedendo di evidenziarla al Governo italiano. Lo faremo ricordando come nel recente voto europeo la partecipazione della comunità italiana abbia segnato un record negativo che rischia di riproporsi nella elaborata fase organizzativa delle elezioni dei nuovi Com.It.Es.. Solo gli stolti possono non comprendere che le nostre comunità si sentono abbandonate e che reagiscono con il disimpegno alla sempre più accentuala lontananza del loro Paese e, il taglio dei Patronati, ne costituirebbe per loro una ulteriore.

Laddove le nostre comunità sono maggiormente insediate chiederemo di intervenire nei confronti delle autorità francesi per denunciare, come abbiamo fatto in occasione delle recenti chiusure consolari, i rischi connessi alla possibile diminuzione delle attività di Patronato.

Certificati di esistenza in vita, domande di pensioni, verifica attenta alle denunce di indebiti da parte dell’INPS, dichiarazioni reddituali, servizi per la nuova migrazione, sono attività giornaliere svolte con tale professionalità da essere prese a riferimento dalle stesse istituzioni locali.

Ai parlamentari eletti all’estero chiediamo di assumere una posizione chiara e comprensibile: devono dire alle comunità che li hanno eletti se e come contrasteranno le decisioni dell’Esecutivo e se, nel momento del voto, si assumeranno la responsabilità di votare a favore o contro.

Devono spiegare alle nostre comunità se convengono con quello che oramai appare un palese atteggiamento ostile del Governo italiano verso i soggetti intermedi di pubblica utilità quali sono, tra gli altri, i Patronati, e se ritengono plausibile che l’attuale esecutivo abbia deciso di cancellare, tra i diritti costituzionalmente garantiti, quello alla tutela gratuita.

Ai parlamentari eletti all’estero chiediamo inoltre di aiutarci a comprendere dove, come e a chi, le nostre comunità potranno rivolgersi all’Estero per poter ottenere una risposta adeguata alle loro necessità.

“I patronati rappresentano un pezzo fondamentale del welfare pubblico e svolgono un lavoro socialmente prezioso – ha dichiarato la Presidente dell’INCA – senza il quale soprattutto le persone più deboli, rischiano di essere date in pasto al mercato dei faccendieri senza scrupoli che, spesso, con una buona dose di cinismo si fanno pagare prestazioni finora garantite in modo gratuito da questi istituti”.

L’INCA Francia ritiene che sia questo un rischio preoccupante e che già ora faccendieri senza scrupolo si propongono quali intermediari a pagamento per prestazioni che dovrebbero essere gratuite. Anche per questo “Mettere una pietra tombale sulla tutela”  significa prefigurare un welfare miserevole basato solo sulle liberalità che di volta in volta il governo centrale elargisce non in base a un diritto sancito dalle leggi, ma in considerazione di un concetto aleatorio di benevolenza.

Una ipotesi giustamente ritenuta inaccettabile che avvierebbe il nostro paese verso una pericolosa deriva antidemocratica.

Italo Stellon
Presidente INCA Francia

Tagli ai Patronatiultima modifica: 2014-10-28T18:14:00+01:00da vitegabry
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