ROMA – Le cariche della polizia al sit-in a Roma dei lavoratori delle Acciaierie di Terni (Ast, gruppo ThyssenKrupp) scatenano l’indignazione di politica e sindacati. Proteste così forti che il Ministero dell’Interno aprirà un’inchiesta per verificare le responsabilità della polizia. E’ quanto ha fatto sapere il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, durante l’incontro con i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm. “Abbiamo seguito la vicenda da subito”, ha aggiunto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ribadendo il suo “dispiacere”. “Siamo stati in contatto con i ministri Guidi, Alfano e i responsabili sindacali. Vogliamo la massima trasparenza e verificheremo l’accaduto: in poche ore Alfano ha garantito tutta la documentazione per ricostruire in modo puntuale quello che è successo”.
Alfano a Palazzo Madama. Non solo. Tutti i gruppi parlamentari del Senato, in apertura dei lavori d’Aula, hanno chiesto al ministro dell’Interno Angelino Alfano di riferire domani al question time sulle “cariche della polizia contro gli operai dell’Ast di Terni che manifestavano davanti all’ambasciata tedesca”. E Alfano riferirà anche alla Camera “non appena possibile”, ha rivelato il vicepresidente Roberto Giachetti. Anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha telefonato ad Alfano e al prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro per avere informazioni e chiarimenti su quanto accaduto durante il corteo degli operai. Alla Camera i deputati di Sinistra Ecologia e Libertà hanno esposto cartelli con la scritta “Alfano dimettiti”. Sel ha annunciato una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro dell’Interno.
Camusso: “Affrontare i problemi”. Anche la Cgil ha chiesto al governo di dare risposte immediate, stigmatizzando le azioni degli agenti: “Vorrei dare un abbraccio e solidarietà ai lavoratori e i dirigenti sindacali. Ci sono persone che rischiano il posto di lavoro”, ha detto il leader Susanna Camusso, “e che oggi sono state picchiate dalla polizia. Metà del Paese sta sempre peggio e se ci sono persone che manifestano ci sono cariche. C’è una questione sociale in questo Paese. Si parli di questo. Invece sulle questioni di merito non si risponde mai”. Camusso è andata in ospedale a trovare i lavoratori feriti e ha anche telefonato al ministro dell’Interno Alfano per chiedere spiegazioni.
Landini: “Basta slogan e Leopolde, ora fatti”. “Appena siamo partiti in corteo siamo stati caricati senza alcuna motivazione”, ha raccontato il segretario della Fiom, Maurizio Landini, presente alla manifestazione. “Anch’io ho preso le botte dai poliziotti. Alcuni dei nostri sono finiti in ospedale. Ma non finisce qui. Il Governo”, ha affermato il segretario nazionale della Fiom, “deve rispondere adesso. Siamo noi che paghiamo le tasse anche per quelli che sono là. Dica una parola il presidente del Consiglio, invece di fare slogan del c… Questo Paese”, ha aggiunto Landini, “esiste perché c’è gente che paga le tasse. Altro che palle, Leopolde e c…. varie. Basta slogan, hanno rotto le scatole. Che diano l’ordine di colpire chi c’è da colpire: in un Paese di ladri, di corruzione, se la vengono a prendere con noi”.
Lo sdegno dei sindacati. Mentre il leader Uil, Luigi Angeletti, ha denunciato: “Oggi è successo un fatto grave e inaccettabile. Questa la cifra della politica di attacco ai sindacati? In piazza c’erano solo lavoratori e non sindacalisti. Le forze dell’ordine non devono alimentare il disordine”. E Annamaria Furlan, leader Cisl: “Noi abbiamo sempre il massimo rispetto nei confronti delle forze dell’ordine che fanno il loro dovere. Ma è davvero incomprensibile e grave quello che è accaduto oggi al corteo dei lavoratori della Ast di Terni”. Gli agenti si sono difesi dicendo che i manifestanti “volevano andare verso la stazione Termini e occupare lo scalo romano, hanno forzato il cordone delle forze di polizia e per questo c’è stata una carica di contenimento”. La polizia ha diffuso anche alcuni filmati a questo proposito (VIDEO).
Critiche da Sel e M5S. Ma le reazioni di sdegno arrivano anche dalla politica. Il leader di Sinistra Ecologia e Libertà, Nichi Vendola, ha twittato contro il ministro dell’Interno Angelino Alfano: “Ambasciata germania riceve operai Ast di terni, le forze dell’ordine italiane li picchiano. Ministro Alfano, la vicenda non finisce qui”. Molto critico anche Luigi Di Maio, deputato del Movimento Cinque Stelle e vicepresidente della Camera, che ha attaccato direttamente il presidente del Consiglio: “Renzi alla Leopolda ha detto agli operai delle acciaierie di Terni che si sarebbe impegnato di più per loro. Intendeva facendoli manganellare come stamattina? Tre di loro sono in ospedale”.
Il ministro Guidi: “Verifiche entro stasera”. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio ha sentito al telefono, subito dopo i disordini. Ne dà notizia un comunicato di Palazzo Chigi. “Il Governo continua ad essere impegnato nell’affrontare la crisi di Ast Terni – dichiara il Sottosegretario Delrio – ed effettuerà una puntuale verifica per quanto accaduto oggi con il ferimento di alcuni operai”. Il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ha aggiunto che l’esecutivo “prenderà le adeguate misure”, come confermato da Landini: il governo “si è impegnato a chiarire i fatti di oggi”.
Il Pd con i lavoratori. “Grandissima preoccupazione e solidarietà ai lavoratori che difendono non solo il loro posto di lavoro ma un pezzo della manifattura italiana”, ha commentato Stefano Fassina al videoforum di Repubblica, “ora il governo riferisca in aula”. Mentre per il presidente del Pd, Matteo Orfini, e Gianni Cuperlo della sinistra del partito, “in casi così drammatici ci può essere tensione, ma i lavoratori dell’Ast vanno ascoltati non caricati”. Anche altri esponenti del Pd, come l’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, hanno espresso “solidarietà agli operai”. Dopo gli scontri, una delegazione dell’acciaieria di Terni, guidata da Landini, ha ottenuto un incontro al ministero dello Sviluppo economico. I dirigenti hanno fatto il loro ingresso nello stabile di via Veneto presidiato da numerosi blindati delle forze dell’ordine. Nel frattempo diverse centinaia di manifestanti hanno mantenuto il loro presidio attorno al ministero.
Superare lo stallo. Le polemiche e i disordini arrivano in un nuovo capitolo nella vertenza delle Acciaierie di Terni (Ast) del gruppo ThyssenKrupp, a due settimane di distanza circa dalla rottura ufficiale delle trattative. Due i fronti aperti: da una parte quello tra governo e azienda, con un incontro tra le parti. Dall’altra quello dei lavoratori, che portano simbolicamente la loro protesta sotto le finestre dell’ambasciata tedesca a Roma e annunciano di voler far sentire la loro voce anche ad Essen, dove la multinazionale tedesca ha la testa.
Oltre 500 persone a rischio. Sul primo versante l’amministratore delegato di Ast, Lucia Morselli, è arrivata intorno alle dieci della mattinata al ministero dello Sviluppo economico (Mise), per incontrare la ministra Federica Guidi in un paio d’ore di vertice. All’incontro ha preso parte anche il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, che ha espresso “moderato ottimismo” al termine. Sul tavolo c’è la messa in mobilità per 550 persone, se non si troverà un accordo diverso. Per questi si profilerebbe un Natale amarissimo con la lettera di licenziamento che rischierebbe di portare al collasso il tessuto sociale di Terni, che vive dell’acciaieria stessa.
SCHEDA – Il piano di tagli e licenziamenti di ThyssenKrupp
Le richieste del governo. Nel corso dell’incontro, l’esecutivo ha chiesto alla Ast “di ridurre l’impatto sull’occupazione a circa la metà della cifra proposta” dall’azienda, pari “al massimo a 290 unità invece di 550, e da gestire in un periodo di 24 mesi utilizzando la mobilità incentivata, con incentivi che l’azienda è stata disponibile a valutare tra i 50mila e gli 80mila euro”. Lo ha indicato il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, riferendo alla Camera sulla vertenza di Terni.
Le richieste alla ThyssenKrupp. Usciti dall’incontro al Mise i sindacati hanno riferito che “il ministro Guidi sta facendo incontri con l’azienda per cambiare il piano industriale e che il Governo si è impegnato affinché l’azienda ricominci a pagare gli stipendi a condizione che i lavoratori lascino entrare le tre persone dell’amministrazione”. I sindacati si sono detti disponibili e hanno aggiunto che la settimana prossima saranno riconvocati per capire se ci sono stati passi avanti. “L’unica mediazione possibile è che la ThyssenKrupp cambi il piano industriale, ritiri tutte le procedure unilaterali che ha avanzato finora, provveda immediatamente al pagamento degli stipendi; speriamo che il Governo lo dica forte e chiaro al management dell’azienda”, dice Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm.
La posizione di Renzi. Negli ultimi giorni, anche il premier Matteo Renzi è stato chiamato in causa dagli stessi operai di Terni. Una delegazione di lavoratori si è presentata alla Leopolda nel fine settimana, dove ha ottenuto di parlare con il presidente del Consiglio. Quest’ultimo si è detto disposto a mediare, eventualmente anche chiamando Angela Merkel, telefonata che per il momento non si è realizzata. Sabato, anche il corteo della Fiom e della Cgil che ha animato Roma ha ospitato gli operai Ast, presenti sul palco di Piazza San Giovanni.