Archivi giornalieri: 14 settembre 2011

Personale docente non idoneo alla mansione (2)

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Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha emanato il decreto che definisce i criteri di immissione nei ruoli dell’ATA del personale docente dichiarato inidoneo.

Innanzitutto nella circolare del MIUR di accompagnamento al decreto, il termine per la presentazione della domanda di transito nei ruoli ATA da parte del personale docente già collocato fuori ruolo viene differito al 21 settembre 2011.

Un altro importante chiarimento viene fornito dall’art. 4 del decreto che al comma 4 prevede, in alternativa al passaggio nei ruoli ATA, la possibilità per il personale docente dichiarato inidoneo di essere dispensato dal servizio per motivi di salute secondo la vigente normativa.
Di fatto viene confermata la possibità di accedere al pensionamento per infermità con almeno 15 anni di anzianità contributiva.

Inoltre l’art. 4, comma 3 del decreto ministeriale consente al personale docente inidoneo, se in possesso dei requisiti richiesti, di pensionarsi immediatamente senza attendere l’inizio dell’anno scolastico o accademico.

Infatti il docente riconosciuto inidoneo in possesso dei requisiti per la pensione di anzianità o vecchiaia può presentare istanza di cessazione dal servizio in qualsiasi momento, indipendentemente dai termini imposti annualmente dal decreto ministeriale, e conseguire il pensionamento dal primo giorno del mese successivo a quello di accoglimento dell’istanza medesima. 

Per ulteriori e più approfonditi chiarimenti sulla materia i lavoratori e le lavoratrici possono rivolgersi alle sedi del patronato Inca dislocate su tutto il territorio nazionale.

Tribunale lavoro solleva incostituzionalità legge Brunetta sulle malattie

 

 

 

Disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati

Il giudice del Tribunale del lavoro di Livorno ha sollevato l’incostituzionalita’ della legge Brunetta che prevede per i dipendenti pubblici una decurtazione dello stipendio per i primi dieci giorni di malattia.

Il giudice Magi ha firmato un’ordinanza che rimette quindi la norma al giudizio della Corte Costituzionale, accogliendo così l’eccezione sollevata da 50 tra docenti e personale Ata della provincia di Livorno, che si erano rivolti al Tribunale.

In particolare, per il giudice la norma presenta profili di incostituzionalita’ con riferimento agli articoli 3, 32, 36 e 38 della Costituzione.

In particolare, riguardo all’articolo 3, nell’ordinanza di rileva “un’illegittima disparita’ di trattamento nel rapporto di lavoro dei lavoratori del settore pubblico rispetto a quelli del settore privato”.

Sul diritto alla salute di cui all’articolo 32, la norma voluta dal ministro Brunetta “crea di fatto un abbassamento  della tutela della salute del lavoratore -scrive ancora il giudice del Tribunale del lavoro di Livorno- che, spinto dalle necessita’  economiche, viene di fatto indotto a lavorare aggravando il proprio  stato di malattia, creando cosi’ un vulnus a se stesso e al Paese”.      

Con riferimento all’articolo 36 in sostanza con la decurtazione  dello stipendio, “dati gli stipendi che percepiscono ad oggi i  lavoratori del comparto pubblico, il guadagno diventa tale da non  garantire al lavoratore una vita dignitosa” infine, con riferimento  all’articolo 38, “privare durante la malattia un lavoratore di parte  dello stipendio e della retribuzione globale di fatto – scrive il  giudice Magi- integra esattamente quel far venire meno i mezzi di  mantenimento e assistenza al cittadino in quel momento inabile al  lavoro”.

AdnKronos

Personale docente non idoneo alla mansione

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Il Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR) fornisce indicazioni operative in ordine all’applicazione del dispositivo di legge  (art. 19 c 12 della legge n. 111/11 di conversione del DL n. 98/11) che prevede il transito del personale  docente inidoneo alla mansione nei ruoli del personale ata o del personale amministrativo di altra amministrazione dello Stato.

Con circolare  del 10 agosto 2011, il Dipartimento per l’Istruzione – Direzione Generale del Personale scolastico, del Ministero dell’Università e della Ricerca ha fornito indicazioni operative circa l’applicazione del dispositivo di legge  che ha dettato nuove norme in tema di inidoneità alla mansione del  personale docente.

La nuova normativa stabilisce (art. 19 c. 12) infatti che il personale docente, giudicato non idoneo  allo svolgimento della propria funzione  per motivi di salute,  può essere inquadrato nei ruoli del personale ata ovvero  in quello delle amministrazioni statali.

Per il transito nei ruoli ata, i soggetti interessati sono tenuti a presentare specifica  istanza  all’ufficio scolastico regionale entro 30 giorni dalla dichiarazione di inidoneità.
In fase di prima applicazione, per il personale già collocato fuori ruolo o in altra mansione, la legge aveva previsto come termine  di presentazione dell’istanza di passaggio nel profilo amministrativo il trentesimo  giorno dall’entrata in vigore della legge di conversione. Al riguardo, la circolare  ministeriale posticipa al 14 settembre 2011  il succitato termine di presentazione della domanda che potrebbe essere ulteriormente differito.  

Per l’anno scolastico 2011-2012 il personale interessato verrà assegnato in  una sede provvisoria. La sede definitiva verrà attribuita  a partire dall’anno scolastico 2012-2013 sulla base di specifici criteri che saranno definiti in un successivo decreto ministeriale.

Al personale transitato nei ruoli ata viene conservato il maggior  trattamento stipendiale con attribuzione di un assegno ad personam riassorbibile con i successivi miglioramenti economici.

In assenza di istanza o nel caso in cui l’istanza  sia stata respinta per indisponibilità di posti nelle sedi richieste, il  docente dichiarato inidoneo alla mansione è soggetto a mobilità intercompartimentale e dovrà obbligatoriamente transitare nei ruoli amministrativi delle amministrazioni dello Stato, delle Agenzie, degli enti pubblici non economici e delle università.

L’unità amministrativa destinataria del personale posto in mobilità deve essere individuata,  in via prioritaria, nella regione dove aveva sede la scuola in cui il docente prestava servizio. Ove ciò non fosse possibile, la mobilità può avvenire anche in altra regione.

La circolare del Miur precisa che nell’assegnazione dell’amministrazione verrà assicurata la precedenza al personale  che già presta servizio in uno dei succitati enti.

Come  nel caso di transito nei ruoli ata, anche nell’ipotesi di passaggio  ad altra amministrazione, al personale interessato viene assicurato il trattamento economico in godimento, se più favorevole, mediante l’attribuzione di un assegno ad personam riassorbibile con i futuri incrementi stipendiali. Per quanto riguarda lo stato di servizio, al personale transitato in altra amministrazione viene riconosciuta l’anzianità maturata in qualità di docente.

Con  decreto interministeriale, da emanarsi entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge n. 111/11, verranno individuale le pubbliche amministrazioni destinatarie del personale  in mobilità, le procedure da attivare, le qualifiche e i profili in cui verrà inquadrato il personale inidoneo.

Nella nota ministeriale si fa riferimento anche alla possibilità, al momento al vaglio del ministero, di consentire al personale docente inidoneo, se in possesso dei requisiti richiesti, di pensionarsi immediatamente senza rispettare i tempi previsti per la scuola (inizio anno scolastico o accademico).

Per altre maggiori e più dettagliate informazioni i lavoratori e le lavoratrici potranno rivolgersi alle sedi del patronato Inca dislocate su tutto il territorio nazionale.

Investire sulla sicurezza non è un costo

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“L’ottimismo dell’Inail sulla riduzione degli incidenti sul lavoro ancora una volta si scontra con una cruda realtà – dice Morena Piccinini, presidente del patronato della Cgil -. Morire di lavoro in un Paese che registra un’altissima percentuale di disoccupazionee – sottolinea il presidente dell’Inca Cgil – e dilaniato da una grave crisi economica è ancora più terribile. E la tragedia accaduta ieri ad Arpino, in cui sono morti sei operai, richiama ancora una volta la necessità di fare ancora di più sul fronte della sicurezza sul lavoro”.

“Nel 2011 abbiamo avuto diverse centinaia di vittime sul lavoro, una media di tre morti al giorno – continua la Piccinini – che testimoniano quanto il fenomeno sia ancora così preoccupante nel mondo del lavoro. E la crisi economica attuale fa aumentare i rischi perchè un’occupazione contrassegnata da un esercito di precari non agevola il rispetto delle regole anzi peggiora le condizioni di lavoro e di sicurezza nelle  aziende. Occorre investire sulla sicurezza,  – conclude il presidente dell’Inca Cgil – rafforzare i controlli, finalizzati alla prevenzione degli incidenti sul lavoro,  ma soprattutto occorre più formazione e maggiore informazione tra e per i lavoratori, soprattutto in quei settori produttivi maggiormente pericolosi e sui quali occorre agire anche attraverso la messa in atto di comportamenti consapevoli”.

Legge delega sull’assistenza: colpite le donne, le famniglie, i disabili e gli anziani

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La presa di posizione del Comitato Direttivo Nazionale dell’Auser

Dura presa di posizione sulla Manovra  e sull’operato del Governo da parte del Direttivo Nazionale di Auser, riunito a Roma oggi.

“Il Governo, dopo tre anni di ritardo, ha capito che la crisi c’è. E’ forte e non durerà poco.  C’è bisogno di restituire fiducia e stabilità ai mercati – è stato sottolineato – ed equilibrare gli interventi in funzione di una crescita che dia lavoro e sviluppo in tutto il Paese e che non si accanisca sulle condizioni di vita dei cittadini più deboli,  quelli che hanno pagato e che continuano a pagare, e che non si oscurino o cancellino i diritti fondamentali delle persone”.

“E’ necessario rilanciare la crescita e dare respiro al mondo del lavoro, per evitare una nuova pericolosa recessione. Un fronte dal quale non si vedono segni positivi. Mancano provvedimenti seri di lotta contro la corruzione dilagante, contro l’evasione e l’elusione fiscale e, soprattutto nulla è stato fatto, per abbattere drasticamente i costi della politica.
Un segnale di equità e di giusta redistribuzione dei cariche e dei pesi per avviare il risanamento e la crescita del Paese, non può non partire da questi punti.”

Il Comitato Direttivo si è espresso inoltre sui contenuti della  legge delega sull’assistenza. ”Una legge  che mira indiscriminatamente a  tagliare; un’operazione di  particolare iniquità che colpisce le donne, le  famiglie, i disabili, gli anziani,  gli orfani, le vedove , parliamo di circa 7,2 milioni di percettori delle diverse provvidenze assistenziali.   Se si pensa al clamore sollevato sul contributo di solidarietà che riguardava meno di 600.000 persone con redditi superiori a 90.000 euro l’anno  – afferma il Direttivo Nazionale Auser-la disattenzione dei media sulla riforma dell’assistenze sulle sue conseguenze appare intollerabile e scandalosa. Non si può inoltre pensare di  tagliare sull’assistenza  per trovare le risorse per realizzare la riforma fiscale. Il  rapporto fisco-assistenza va rovesciato: è dal prelievo e dalla lotta contro l’evasione e l’elusione che vanno reperite le risorse per una seria riforma dell’assistenza”.

“Questa Legge Delega – ha sottolineato il Direttivo Auser – prevede la  liquidazione della 328/2000 che fa seguito al ripetuto taglio, negli ultimi anni, esercitato sul fondo nazionale delle politiche sociali. L’attacco alla 328 diventa radicale, spariscono i livelli essenziali e si compromette il principio della universalità dei diritti, mentre compare un nuovo riferimento quello ai “soggetti autenticamente bisognosi”. Un’espressione che la dice lunga sulla indiscriminata criminalizzazione nei confronti di coloro che percepiscono assegni di invalidità ed accompagnamento. Ne deriva l’idea di un sistema pubblico di protezione sociale rivolto esclusivamente alle condizioni estreme, legato ad una concezione di sussidiarietà fortemente sostitutiva e nello stesso tempo assolutamente disorganico ed incompleto. Nulla si dice sulle misure di contrasto alla povertà, sui disagio giovanile, sulle famiglie con minori.”

Il Comitato Direttivo dell’Auser ha ribadito infine  la necessità di un intervento nazionale di riordino per evitare duplicazioni e sovrapposizioni e, in particolare, per perseguire una gestione integrata dei servizi sanitari, socio-sanitari e assistenziali. Occorre rilanciare la 328, e definire i livelli essenziali di assistenza ribadendo la competenza esclusiva delle regioni nell’organizzazione e nella gestione del sistema pubblico di protezione sociale. Una legge profondamente diversa da quella ipotizzata che dovrebbe essere affiancata dalla legge istitutiva del Fondo Nazionale  per la non Autosufficienza.

Per tutte queste ragioni, l’Auser sarà in prima fila nelle iniziative di mobilitazione e di lotta, promosse dalla Cgil e dallo Spi per cambiare la politica economica e sociale del Governo Nazionale.