Archivi giornalieri: 7 settembre 2011

In Italia il più basso livello d’occupazione dei giovani laureati

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Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 16 e il 24 anni, nel nostro Paese, è doppio rispetto a quello registrato nella popolazione totale.

La recessione ha reso il problema ancora più grave, determinando un aumento complessivo dei giovani “NEETs”, ossia non studenti, non occupati e non i formazione (Not in Education, Employment or Training, ). Peggiorata anche la situazione dei giovani con un elevato livello di istruzione, soprattutto in Italia. Abbiamo infatti il più basso livello d’occupazione dei giovani laureati: 23%, contro il 72% nel Regno Unito, 76% in Germania e nei Paesi Bassi, 85% in Finlandia (vedi figura 3 a pagina 8).

In un contesto messo a dura prova dalla crisi, vi sono secondo Eurofound alcuni “approcci promettenti” nei Paesi Bassi, ad esempio, all’avanguardia per il reinserimento di disoccupati di lungo corso o per l’inserimento di giovani con disabilità, o in Finlandia, dove sembra particolarmente efficace il mix tra politiche attive del lavoro, reddito minimo e servizi di supporto. Altre buone pratiche sono individuate nel Regno Unito e in Danimarca rispettivamente per la formazione dei lavoratori poco qualificati e per l’inserimento lavorativo di gruppi particolarmente svantaggiati.

I giovani sono i più esposti alla perdita del lavoro e anche i più esposti alle forme di lavoro “non standard”, ossia contratti a termine, part-time, in somministrazione, a chiamata, eccetera, che sono spesso l’unico punto di accesso al mercato del lavoro per i giovani generando situazioni di precarietà strutturale dalle quali è difficile uscire.

Particolare attenzione viene dedicata da Eurofound al ruolo delle parti sociali e ai loro rapporti in una situazione di crisi strutturale prolungata: secondo Eurofound, vi sarebbe consenso unanime tra le parti sociali circa la necessità di aumentare gli investimenti nei sistemi educativi, nella formazione professionale e nell’apprendistato.

Sindacati e associazioni datoriali divergono però – soprattutto in alcuni stati – sulla necessità di rimuovere alcune “barriere percepite” all’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro: i datori di lavoro  sono particolarmente preoccupati per i dispositivi di reddito minimo e per i vincoli contrattuali troppo lunghi, mentre le organizzazioni dei lavoratori – spesso alle prese con il problema di rappresentare i giovani e attrarli al loro interno – si preoccupano soprattutto per la scarsa qualità e per la poca sicurezza del lavoro.

 www.osservatorioinca.org

Cassazione: pensione d’invalidità al lavoratore marocchino

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Non ha  scampo l’Inps: deve pagare, la pensione d’inabilità al lavoratore marocchino titolare del solo permesso e non anche della carta di soggiorno, come invece imporrebbe la norma contenuta nella finanziaria del 2001.

La disposizione infatti per la Cassazione va disapplicata perchè in contrasto con il diritto comunitario. Esiste infatti un vecchio accordo fra la Cee e il Regno maghrebino secondo cui i cittadini del paese nordafricano godono in materia di sicurezza sociale di  diritti eguali a quelli dei cittadini europei.

cassazione.net

Le malattie professionali nell’anno 2010 nelle statistiche INAIL

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L’INAIL ha presentato i dati degli infortuni e delle malattie professionali relativi all’anno 2010. 

Nel 2010 si è avuto un ulteriore significativo  aumento + 21,9% rispetto al 2009  del numero di m.p. denunciate. Un aumento significativamente superiore a quello registrato nel 2009, primo anno di vigenza delle nuove tabelle. 

Le denunce sono state 42.347, circa 7.500 in più del 2009 (+ 22% rispetto alle 35.000 denunce  di quell’anno). 
 
Si tratta di un fenomeno che ha riguardato tutte le gestioni ma in particolare l’agricoltura dove le denunce sono più che quadruplicate nell’ultimo quinquennio, passando dalle 3.924 del 2009 alle ben 6.380 del 2010 con un aumento del 62,6% sull’anno precedente.

Nell’industria e servizi si è passati dalle 30.457 denunce del 2009 alle 35.548 del 2010 con un aumento percentuale pari al 16,7%.

Le patologie più diffuse sono state le malattie osteo-articolari e muscolo-tendinee, dovute prevalentemente a sovraccarico biomeccanico con ben 26.000 denunce nel 2010, valore che rappresenta circa il 60% del complesso di tutte le mp.

15°2011newsletter.doc

Cgil – Dati Istat confermano errori manovra

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“Anche il dato di giugno nelle grandi imprese conferma la tendenza alla depressione dell’occupazione. La produzione ristagna o cala e il lavoro e’ il primo a pagarne le conseguenze in calo di occupazione, di meno ore lavorate e di minor salario”. Lo sostiene Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil che commenta i dati Istat sulle grandi imprese. “In particolare -spiega Fammoni- l’occupazione nell’industria dopo due anni di calo vertiginoso ristagna ma non riprende, anzi sia pur piu’ lentamente continua a calare”.

“Nei servizi il blocco dei consumi ha effetti -prosegue Fammoni – che accentuano una maggior tendenza negativa, facendo scendere l’occupazione in modo grave e continuo”. Secondo il sindacalista della Cgil, questi dati sono “l’ennesima conferma di quanto sia sbagliata e ingiusta la manovra del Governo. L’ulteriore effetto depressivo che provochera’ sull’economia sara’ grave soprattutto per il lavoro e i lavoratori e le lavoratrici diranno basta e che e’ necessario cambiare nelle cento piazze dello sciopero generale del sei settembre”.

Adnkronos