“No ai Cie come luoghi di detenzione e aprire le porte dei centri al mondo esterno perchè in
trasparenza e nel rispetto della democrazia siano garantiti i diritti dei migranti”. E’ questa la richiesta che oggi avanza la Cgil nell’ambito dell’iniziativa “LasciateciEntrare” promossa oggi da un vasto cartello di associazioni e di forze politiche e sociali davanti ai Cie (Centri di Identificazione) e ai Cara (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo) per reclamare il diritto ad accendere i riflettori su queste strutture e sulle persone che vi sono trattenute.
Diverse le strutture coinvolte su tutto il territorio nazionale (Roma, Bologna, Modena, Gradisca, Torino, Milano, Bari, Cagliari, Santa Maria Capua Vetere, Trapani, Catania, Lampedusa, Porto
Empedocle) con presidi all’ingresso per denunciare ”la vergogna in cui versano questi luoghi di ingiusta detenzione con gente rinchiusa senza aver commesso alcun reato”, afferma il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, oggi in visita alla struttura di Ponte Galeria a Roma.
La dirigente sindacale punta il dito anche contro ”l’inaccettabile circolare del ministro che dal primo aprile ha vietato l’ingresso alla stampa nei Cie impedendo così che l’opinione pubblica sappia di quanto succede in quelle strutture e dei diritti che vengono sistematicamente cancellati”, così come è negativo il giudizio ”sulla legge in discussione al parlamento che prevede la reclusione nei Cie fino a 18 mesi”.
Contro questi provvedimenti la Cgil chiede che ”si ritiri la circolare perchè sia garantita la trasparenza e l’ingresso della democrazia in questi luoghi, adottando la convenzione
dell’Oil che prevede che i sindacati possano offrire azioni di sostegno e di tutela per gli immigrati, e che si blocchi l’approvazione della legge in discussione in questi giorni in Parlamento”.
Inoltre, con questa iniziativa, che vede la Cgil fortemente impegnata su tutto il territorio nazionale, il sindacato segna un nuovo passaggio della sua mobilitazione ”continua contro questi luoghi che mettono in discussione la qualita’ della nostra democrazia: non può esistere un paese dove ci sono luoghi dove la Costituzione non vale”.
La Cgil chiede quindi un cambio radicale della legislazione, ”perchè i Cie così come sono non servono a governare il fenomeno ma serve – conclude Lamonica – la costruzione di una rete di centri di accoglienza e non di detenzione”.
ansa