Rapporto Ocse sulle Pensioni 2011

Età pensionabile in aumento!

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Con i cambiamenti demografici in corso, la speranza di vita all’età pensionabile normale crescerà fino a 20,3 anni per gli uomini e a 24,5 per le donne nel 2050. Ciò avverrà nonostante gli aumenti dell’età pensionabile previsti per il futuro. Tale analisi fa riferimento all’età pensionabile legale. Tuttavia, la maggior parte delle persone nei Paesi Ocse va in pensione prima di tale età.

L’età media effettiva alla quale si lascia il mercato del lavoro è scesa, infatti, nel corso degli anni ’70 e ’80. Tuttavia, la tendenza di lungo corso al pensionamento anticipato ha subito un arresto per gli uomini a metà degli anni ’90 e per le donne poco dopo. Nel 2002-2007, comunque, l’età media in cui si lasciava il mercato del lavoro nei Paesi Ocse era di 4-5 anni inferiore rispetto a quella della fine degli anni ’60 e si assestava a circa 63,5 anni per gli uomini e a 62,5 per le donne.

Secondo l’Ocse, per tenere il passo con il previsto aumento della speranza di vita fino al 2050, l’età pensionabile effettiva dovrebbe crescere circa fino a 66,5 anni per gli uomini e a 66 per le donne.

Il rapporto dell’Ocse esamina, però, anche i cambiamenti nel mercato del lavoro e mette l’accento sugli atteggiamenti ostili nei confronti dei lavoratori più anziani. Il costo elevato dell’impiego di lavoratori più anziani resta un problema in alcuni Paesi e per questo i datori di lavoro talvolta ricorrono al pensionamento anticipato quale modo pratico per modulare le dimensioni della propria forza lavoro. Le opportunità di lavoro per i lavoratori più anziani sono spesso limitate. Le loro competenze perdono talvolta valore sul mercato e la formazione professionale resta appannaggio principalmente dei giovani lavoratori.

Nel capitolo dedicato all’Italia si mette in evidenza come il nostro Paese sia il secondo più anziano dal punto di vista demografico dopo il Giappone con solo 2,6 persone in età lavorativa (20-64) relative a quelle di età pensionabile (65 +). Secondo l’Ocse, il contesto demografico è il motore principale del livello elevato di spesa pensionistica di vecchiaia e superstiti in Italia: 14,1% del Pil rispetto a 7,0% in media nell’Ocse.

Le riforme delle pensioni intraprese negli ultimi anni si tradurranno in una riduzione delle prestazioni pensionistiche future e nell’aumento dell’età pensionabile. Ma per garantire il successo delle riforme pensionistiche è fondamentale migliorare i tassi di partecipazione dei lavoratori di età superiore ai 60 anni.

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Rapporto Ocse sulle Pensioni 2011ultima modifica: 2011-03-22T08:29:00+01:00da vitegabry
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