Archivi giornalieri: 22 settembre 2010

Immigrati – Divorzio e rinnovo permesso di soggiorno

NEWS

Sì, se l’unione è durata almeno tre anni

separazione1.jpg

L’immigrata sposatasi con un cittadino italiano dal quale poi divorzia ha diritto ugualmente al rinnovo del permesso di soggiorno. Lo sancisce la Cassazione, sostenendo che il diritto a rimanere nel nostro territorio resta a patto che il matrimonio “sia durato almeno tre anni, di cui almeno uno nel territorio nazionale prima dell’inizio del procedimento di divorzio o di annullamento”. In questo modo, la Prima sezione civile ha dato ragione ad una signora dell’Ecuador che nel 1999 si era sposata con un genovese dal quale si era separata nel gennaio 2006. La fine del matrimonio, secondo la questura, faceva venire meno il diritto di rinnovo del permesso di soggiorno per l’extracomunitaria. Il decreto di espulsione veniva convalidato dalla Corte d’appello di Genova nell’ottobre 2007.

Contro la decisione che inibiva di rimanere in Italia, la difesa dell’ecuadoregna ha fatto ricorso con successo in Cassazione che, infatti, con la sentenza 19893, ha accolto il ricorso della donna bacchettando i giudici di merito che non hanno applicato il decreto legislativo n. 30 del 2007 “in forza del quale il divorzio – scrivono gli ‘ermellini’ – e l’annullamento del matrimonio con il cittadino dell’Unione non comportano la perdita del diritto di soggiorno dei familiari del cittadino dell’Unione non aventi la cittadinanza di uno stato membro, a condizione che il matrimonio sia durato almeno tre anni, di cui almeno uno nel territorio nazionale, prima dell’inizio del procedimento di divorzio o di annullamento”.

In pratica, ricostruisce la Cassazione, l’immigrata era stata coniugata “per oltre cinque anni in Italia con un cittadino italiano” e dunque ha diritto al rinnovo del permesso di soggiorno “anche nell’ipotesi di intervenuta separazione”.

Adnkronos

Pensioni sotto la lente dell’INPS

L’INPS recupera la 14ma mensilità indebita del 2008

pensionati1.jpg

Con il messaggio n. 23402/10 l’Inps comunica che a luglio è stata effettuata la verifica dei requisiti per avere diritto alla somma aggiuntiva, con il confronto fra l’importo erogato, sulla base dei redditi presunti, e l’importo effettivamente spettante, sulla base dei redditi consolidati del 2008. A favore dei pensionati ultrasessantaquattrenni, titolari di uno o più trattamenti pensionistici è prevista la corresponsione di una somma aggiuntiva, in presenza di determinate condizioni reddituali, a carico dell’assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative della medesima, gestite da enti pubblici di previdenza obbligatoria.

La somma aggiuntiva è determinata in funzione dell’anzianità contributiva complessiva e della gestione di appartenenza a carico della quale è liquidato il trattamento principale.

Agli interessati era stata contestualmente inviata una comunicazione, nella quale si faceva riserva di verificare il diritto e la misura del beneficio concesso, sulla scorta dei redditi definitivi dell’anno 2008.

La verifica in argomento ha riguardato le pensioni, in essere al momento della lavorazione, i cui titolari avevano usufruito della 14.a mensilità nell’anno 2008. Con l’elaborazione, effettuata nel corso del mese di luglio 2010, è stato effettuato il confronto fra l’importo erogato, sulla base dei redditi presunti, e l’importo effettivamente spettante, sulla base dei redditi consolidati del 2008.

l recupero dell’intera somma aggiuntiva ovvero del maggior importo corrisposto viene effettuato a partire dalla rata di settembre a quella di dicembre 2010.

da Ipsoa

Esenzione canone RAI, per gli over 75

Come ottenere l’esenzione e richiedere il rimborso

canonerai1.jpg

La legge Finanziaria 2008 ha abolito il pagamento del canone RAI per i soggetti di età pari o superiore a 75 anni; l’agevolazione si applica con riferimento ai canoni dovuti a decorrere dall’anno 2008. Al contribuente che, pur dotato dei requisiti necessari per fruire dell’esenzione, ha effettuato il versamento del canone, è riconosciuto il diritto di recuperare gli importi versati presentando istanza di rimborso. Con la circolare n. 46/E/2010, l’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti in ordine ai criteri e alle modalità da osservare ai fini dell’applicazione del beneficio.

Colui che richiede l’agevolazione deve:
-aver compiuto 75 anni di età entro il termine per il pagamento del canone di abbonamento RAI (attualmente il 31 gennaio e il 31 luglio di ciascun anno );
-non convivere con altri soggetti diversi dal coniuge (che siano titolari di un reddito proprio, precisa la circolaredelle Agenzie delle Entrate);
-possedere un reddito che, unitamente a quello del proprio coniuge convivente, non sia superiore complessivamente a 516,46 euro per 13 mensilità. A tal proposito, precisa il documento di prassi, il limite di reddito, pari a (516,45 euro x 13 mensilità =) 6.713,98 euro, è dato dalla somma del reddito imputabile al soggetto interessato all’agevolazione e al coniuge convivente dello stesso e deve essere riferito all’anno precedente a quello per il quale si intende fruire dell’agevolazione.

La dichiarazione deve essere consegnata o spedita con raccomandata entro il 30 aprile di ciascun anno, da parte di coloro che per la prima volta fruiscono del beneficio; coloro che intendono fruire dell’esenzione per la prima volta relativamente al secondo semestre dell’anno dovranno presentarla entro il 31 luglio (per il 2010, entro il prossimo 30 novembre).

Per le annualità successive, i contribuenti potranno continuare ad avvalersi dell’agevolazione senza dover presentare nuove dichiarazioni. Chi, invece, nel corso dell’anno attiva per la prima volta un abbonamento al servizio radiotelevisivo, deve inviare la dichiarazione entro 60 giorni.

Coloro che hanno pagato il canone di abbonamento relativo agli anni 2008, 2009 e 2010 pur essendo in possesso dei requisiti per fruire dell’agevolazione, possono chiederne il rimborso inoltrando istanza in carta libera.Con la richiesta di rimborso deve essere consegnata o spedita anche la dichiarazione sostitutiva, attestante il possesso dei requisiti per godere dell’agevolazione relativamente al canone pagato.

 

Per informazioni più dettagliate www.agenziaentrate.gov.it

Sicurezza sul lavoro, in manette ispettori Asl

Speculare sulla vita degli altri

infortuni1.jpg

False certificazioni sanitarie sui rischi in attività di lavoro e minacce agli imprenditori affinché si rivolgessero a consulenti di lavoro “amici”. Sono queste le accuse sulla base delle quali tre ispettori dell’Asl Caserta 2 e tre consulenti del lavoro sono stati arrestati dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere nel casertano. Ma c’è di più: le loro azioni fraudolente sarebbero, secondo la magistratura, forse all’origine della tragedia dell’11 settembre scorso, quando in un silos dell’azienda farmaceutica “Dsm” di Capua sono morti tre operai.

In manette sono finiti tre ispettori del lavoro e tre consulenti del lavoro. Le accuse sono di associazione a delinquere, falsità ideologica, corruzione, concussione, rifiuto d’atti d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico. Gli ispettori del lavoro – questa l’ipotesi di accusa a loro carico – avrebbero compiuto verifiche in cantieri e con la minaccia di bloccarne l’attività avrebbero imposto di rivolgersi ai consulenti del lavoro sodali soprattutto per il Dvr, cioè il documento di valutazione del rischio. L’ordine nazionale dei consulenti del lavoro, però, “smentisce categoricamente che i nominativi indicati tra gli arrestati nell’ambito dell’indagine in corso a Caserta in materia di sicurezza  siano iscritti ad alcun Consiglio Provinciale d’Italia”. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati sette cantieri edili.

Le indagini in corso hanno inoltre permesso di accertare l’esistenza di un rilevante fenomeno di assenteismo, di cui sono risultati presunti responsabili gran parte dei dipendenti del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Santa Maria Capua Vetere, attraverso la vidimazione collettiva dei cartellini, affidati a poche persone. Questa attività, il 29 aprile scorso, aveva già consentito ai carabinieri di arrestare in flagranza quattro dipendenti, mentre altri nove erano stati denunciati, in stato di libertà, con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato.

La presunta organizzazione, in passato, si sarebbe occupata anche della “Dsm” di Capua, l’azienda in cui sono morti tre operai mentre lavoravano alla bonifica di una cisterna per conto di una ditta di Afragola. I tre sono stati investiti dalle esalazioni provenienti dalla cisterna, probabilmente dovute ad un processo di fermentazione che si è innescato quando gli operai l’hanno aperta. Per questa vicenda sono già venti le persone iscritte nel registro degli indagati nell’ambito delle indagini condotte dal pm Donato Ceglie e coordinate dal procuratore aggiunto, Raffaella Capasso.

da Rassegna.it