Archivi giornalieri: 16 settembre 2010

Maternità e paternità dei liberi professionisti

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Nuova sentenza della Corte Costituzionale

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La Corte Costituzionale, con sentenza n. 285 /2010, ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale inerente  l’art.70 del Dlgs 151/2001 (Testo Unico per la tutela della maternità e paternità),  sollevata dalle Corti di Appello di Firenze e di Venezia, che esclude il padre libero professionista dall’indennità di maternità in alternativa alla madre biologica, libera professionista, iscritta alle Casse di previdenza.

Nel merito il caso di Firenze riguarda un padre avvocato iscritto alla Cassa forense, ed una madre biologica che lavora in proprio, ma non è iscritta a nessuna Cassa Previdenziale mentre il caso di Venezia riguarda sempre un padre avvocato, ma la madre biologica è iscritta ad una Cassa di previdenza.

L ‘art.70 del Testo Unico prevede l’indennità di maternità, due mesi prima del parto e tre mesi dopo, unicamente per le  madri libere professioniste iscritte alle Casse di Previdenza ed assistenza,  elencate nell’allegato D del Testo Unico, e non per i padri liberi professionisti iscritti alle medesime casse.
Le motivazioni per cui si richiede la pronuncia di incostituzionalità dell’articolo si basano sul diritto dei genitori a scegliere, nel primario interesse del minore, chi debba occuparsene, assentandosi dal lavoro, e   ribadiscono in modo estensivo e ben argomentato l’importanza di entrambi i ruoli genitoriali ed il principio ispiratore (ratio) del Testo Unico della tutela della maternità e paternità, non a caso già nel titolo indicante il necessario alternarsi delle figure paterna e materna.

La sentenza in oggetto però, a differenza della precedente (Corte Costituzionale n. 385/05), tratta di  una maternità e paternità biologiche, non adottive od affidatarie e la Corte correttamente evidenzia che deve essere protetta la madre  in occasione della gravidanza, del parto, e dei delicatissimi momenti seguenti per garantire la ripresa psicofisica della madre stessa oltre che del neonato. Questa è la sostanziale differenza tra le adozioni e le nascite naturali.
Altro argomento messo in rilievo dalla Corte Costituzionale è la riflessione che anche nel lavoro dipendente non vi è  alternanza  per libera scelta  e senza condizioni tra madre e padre biologici, ma il  padre può sostituirsi alla madre unicamente nei casi  espressamente normati dall’art. 28 del Testo Unico, ossia  morte, grave malattia, affidamento esclusivo e abbandono.

Una pronuncia significativa, perché negli anni scorsi la giurisprudenza della  Corte Costituzionale in materia  ha contribuito in modo sostanziale all’accoglimento di molte istanze positive per i padri e le madri che lavorano. Questo diniego, invece, stabilisce un confine preciso tra padri e madri che praticano la libera professione, basato sia sulla biologia che sulla diversa attività lavorativa rispetto al lavoro dipendente.

Quando il lavoro è un inferno

In Italia  sono quasi 3 milioni i mobbizzati sul lavoro

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A volte il lavoro di ogni giorno può trasformarsi in un macigno insostenibile. Tra vessazioni, demansionamenti, privazioni dei compiti e persecuzioni per 2 milioni e 633mila persone in Italia il lavoro è un vero e proprio un inferno.

Secondo i dati raccolti dall’Istat sul disagio degli individui sul lavoro, il 9% dei 29 milioni e 128mila lavoratori che nel corso della loro vita hanno avuto superiori o colleghi o persone a loro sottoposte, dichiara di aver sofferto vessazioni o si è visto ridurre la propria mansione in ufficio.

Il 6,7%  del totale dei lavoratori (oltre 29 milioni) ovvero un 1 mln e 455mila ha sperimentato una tale situazione di disagio negli ultimi tre anni e il 4,3% negli ultimi dodici mesi. A subire di più sono le donne (9,9%). I dati si riferiscono a persone che dichiarano di aver subito una o più volte al mese per almeno sei mesi tali vessazioni o per meno di sei mesi ma con una forte frequenza.

Un numero maggiore di lavoratori, 7 milioni e 948mila, ha invece vissuto situazioni di disagio per minor tempo ma una parte di questi lavoratori, 198mila, sono definibili “altamente a rischio” perché sono stati oggetto di comportamenti vessatori più volte al mese ma per una durata inferiore a sei mesi.

Sempre secondo la rilevazione dell’istituto di ricerca, oltre la metà delle donne italiane tra i 14 e i 65 anni ha subito nell’arco della vita almeno una molestia sessuale, tra cui anche ricatti (di tipo sessuale) sul lavoro. In 10milioni e 485 mila (il 51,8% delle italiane) hanno subito molestie fisiche, verbali, pedinamenti, atti di esibizionismo, telefonate oscene, o ricatti sessuali sul lavoro.

Le più esposte sono le donne che abitano nei centri delle aree metropolitane (64,9%) e nei comuni periferici delle stesse 58,%. Vittime, con valori sopra la media, soprattutto le donne al Nord-Ovest (57,2%) e Nord est 54,3%, e in particolare in Piemonte, (58,9%), Lombardia, (56,9%), Emilia Romagna (56,3%), Liguria (55,5%).

Negli ultimi tre anni sono state 3 milioni 864mila, il 19,1 per cento del totale, le donne tra i 14 e i 65 anni che hanno subito almeno una molestia. Le vittime sono soprattutto le ragazze dai 14 ai 24 anni (38,6%), per le quali la probabilità di subire una molestia è doppia rispetto alla media, seguite dalle 25-34enni (29,5%). I valori più alti riguardano le laureate (26,1%) e le diplomate (22,3%). Negli ultimi tre anni il fenomeno risulta più diffuso tra le donne del sud. 21% contro il19,9% del Nord Ovest e 17,7% del Nord est.

da Apcom

“Mi Impegno per la Prevenzione”

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La cultura della prevenzione

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L’Associazione Ambiente e Lavoro, il 6 e 7 ottobre p.v., ha organizzato presso la Fiera di Modena, un’iniziativa “Mi impegno per la prevenzione” che si articolerà in quattro convegni per diffondere la cultura della prevenzione in ogni luogo di vita e di lavoro.

Agli incontri parteciperanno  magistrati, politici, tecnici della prevenzione e il patronato Inca, da sempre impegnato in prima fila per discutere e approfondire le tematiche della sicurezza con l’obiettivo di fornire una sempre maggiore tutela nei confronti delle vittime del lavoro e dei loro familiari.

Il programma è scaricabile sul sito www.amblav.it

La disoccupazione degli under 30

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L’assenza delle istituzioni locali

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A Milano e provincia la disoccupazione è al 6,3%, che però balza al 15,8% se si considerano gli under 30. È quanto emerge dal rapporto della Camera del Lavoro sull’occupazione relativo al secondo trimestre 2010. Una crescita che continua ininterrotta dal 2008, quando la disoccupazione era al 3,8% e per i giovani l’8,2%. Le piu’ colpite sono le giovani donne: dal 4,4% del primo trimestre del 2008 al 6,6% del secondo trimestre del 2010, rispetto al 4,3% dei coetanei uomini. La crisi complessivamente ha colpito circa 150 mila lavoratori: 90 mila sono in cassa integrazione (metà dei quali in aziende prossime alla chiusura), 25 mila iscritti alle liste di mobilità, 25 mila inoccupati e 10 mila precari della scuola.

“C’è però nelle istituzioni locali una sorta di rimozione del problema -sottolinea Onorio Rosati, segretario della Camera del Lavoro di Milano-. L’unico interlocutore affidabile è la prefettura. Regione, provincia e comune sono totalmente assenti di fronte alle vertenze. Chiediamo l’istituzione di tavoli per risolvere le crisi aziendali, ma ci risponde solo il Prefetto”.
 
La cassa integrazione guadagni è arrivata a quasi 56 milioni di ore (55.851.433) nei primi otto mesi del 2010, il doppio rispetto allo stesso periodo del 2009 (26.210.013). È cresciuta 14 milioni di ore la cassa integrazione in deroga e di 11 milioni di ore quella straordinaria. “Occorre uno scatto in avanti nelle politiche attive del lavoro -aggiunge Onorio Rosati-. A Milano e provincia non c’è nessuno che aiuti chi perde il lavoro. Mancano percorsi di riqualificazione”. La Cgil di Milano chiede anche una revisione del patto di stabilità. “La Moratti dovrebbe ogni tanto ricordarsi dei suoi cittadini senza lavoro -aggiunge il segretario della Camera del Lavoro- e far ripartire i lavori pubblici per dare fiato anche al settore dell’edilizia. L’Expo è ancora fermo”. Di fronte alla crisi non c’è titolo di studio che tenga. Anche i laureati faticano a trovare un lavoro. Nel giro di due anni dalla laurea, riusciva a trovare un’occupazione il 67% nel biennio 2006-2007, mentre nel 2008-2009 ce l’ha fatta il 63%.

Redattore Sociale

n. 430 del 16 settembre 2010

                                                                                                                                                                                  

NEWSLETTER LAVORO

 

 

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   Le Novità in materia di Lavoro                                                

>    DPL Modena: convenzione per diffondere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro

E’ stato sottoscritto una convenzione per la definizione di impegni e intenti tra enti, associazioni e aziende partecipanti al progetto “A Modena la sicurezza sul lavoro, in pratica” per la costituzione e l’attività di un comitato scientifico composto da imprese, associazioni, enti e Università per diffondere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro e condividere buone prassi.

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>    Min.Lavoro: lavoro notturno e media oraria settimanale

Il Ministero del Lavoro ha risposto ad un quesito della DPL di Bolzano, in merito alla possibilità che la media delle 8 ore settimanali come limite del lavoro notturno vada calcolata sulla settimana lavorativa teorica (prevista dal CCNL) oppure sui giorni lavorativi previsti dal contratto individuale (part-time).

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>    DPL Modena: cambiano le procedure per ricorrere al TAR

La Direzione provinciale del lavoro di Modena informa che dal 16 settembre 2010 entra in vigore il D.L.vo n. 104/2010 recante norme per il riordino del processo amministrativo.

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>    DPL Modena: competenza per il rilascio del patentino di abilitazione impianti termici

Continuano a pervenire a questa Direzione le richieste per il rilascio del patentino di abilitazione (di I° o di II° grado) per la conduzione di impianti termici. Si ribadisce che per la Regione Emilia Romagna dal 16 aprile 2010 la competenza per il rilascio del suddetto patentino è passata alle Amministrazioni Provinciali.

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>    INAIL: NON cambiano i criteri di calcolo del premio quando l’artigiano svolge più attività

Pubblichiamo la nota di rettifica dell’Inail, del 9 settembre 2010, in merito ai criteri per il calcolo del premio quando l’artigiano svolge più di una attività, che a differenza di quanto erroneamente da Noi comunicato, non cambia rispetto a quanto avviene oggi.

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   Gli Interpelli della Dir. Gen. Attività Ispettiva                        

>    Utilizzo del lavoro occasionale accessorio per la vendita nei farmer’s market

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   Gli approfondimenti della DPL di Modena                                

>    Contratto di produttività: le novità (dr. Massi)

>    Integrazione salariale e reddito da lavoro: cumulabilità (dr. Massi)

>    Tutto sull’orario di lavoro (dr.ssa Darioli)

>    Le ispezioni del lavoro: poteri e limiti del personale ispettivo (dr. Millo)

>    Il lavoro nell’autotrasporto: illeciti e sanzioni (dr. Rausei)

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