Archivi giornalieri: 11 maggio 2010
San Generoso a Ortona dei Marsi
Fondo per il diritto al lavoro dei disabili
Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale
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Amianto: 2.033 i casi di malattia professionale denunciati nel 2008
Utili informazioni dal Registro nazionale mesetoliemi
Sono 2.033 i casi denunciati all’Inail di malattie professionali legate all’amianto nel 2008, 1.985 nel 2007 e 1.910 nel 2006. L’archivio del Registro nazionale dei mesoteliomi (patologia correlata all’esposizione alle fibre aerodisperse dell’amianto) contiene a gennaio 2009 informazioni relative a 9.166 casi di mesotelioma maligno rilevati in ragione di un sistema di ricerca attiva e di analisi standardizzata delle storie professionali, residenziali e familiari dei soggetti ammalati.
La percentuale di casi con un’età alla diagnosi inferiore ai 55 anni è pari a poco più del 10% del totale (11,7%). Il 34,2% dei soggetti ammalati ha un’eta’ compresa tra i 65 e i 74 anni e la metà dei casi tra 61 e 76 anni. Fino a 45 anni la malattia è rarissima (solo il 2,7% del totale dei casi registrati). L’età media alla diagnosi è di 68,3 anni senza differenze apprezzabili per genere (69,1 anni nelle donne e 68,3 negli uomini).
Rispetto alla sede anatomica di insorgenza, l’età più bassa si registra per i casi a carico del pericardio (61,2 anni di età in media nei 36 casi disponibili). E’ riscontrabile una forte relazione tra livello di certezza diagnostica ed età. Nei soggetti in età avanzata è meno frequente disporre di una diagnosi di certezza. In particolare, l’età media alal diagnosi passa da 66,7 nei casi di mesotelioma maligno certo, a 72,1 nei casi probabili a 75,5 nei casi possibili.
Il rapporto di genere (maschi/femmine) è pari a 2,6. Il 72,4% dei 9.166 casi archiaviati e’ di sesso maschile. La percentuale di donne passa dal 26,6% per i mesoteliomi pelurici a 36% e 41% rispettivamente per i casi di pericardio e del peritoneo, con una differenza significativa malgrado la limitata consistenza della casistica per i mesoteliomi pericardici. La distribuzione per genere della casistica e’ costante nei dodici anni disponibili, ma variabile per territorio. In particolare, risulta particolarmente bassa (sotto il 20%) nelle regioni del Friuli Venezia Giulia (14,4%) e della Liguria (18,5%). Il 93% dei casi di mesotelioma registrato risulta a carico della pleura; sono presenti inoltre 614 casi peritoneali (6,7%), 36 e 31 casi rispettivamente a carico del pericardio e della tunica vaginale del testicolo.
Tale distribuzione per sede anatomica di insorgenza della malattia risulta stabile nel tempo (nei dodici anni considerati). La quota di donne è particolarmente elevata (raggiungendo la significatività statistica nell’analisi delle differenze) per i mesotelioma maligno (mm) del peritoneo e raggiunge il 41%. Per i 31 casi di casi del testicolo la diagnosi e’ stata sempre la certezza.
Nell’intero archivio i casi con una diagnosi di mm certo sono il 77%, con una marcata variabilità territoriale (dal 68,1% in Liguria ad oltre il 90% in valle d’Aosta, Veneto e Sardegna). Assente invece ogni variabilita’ temporale: la quota non varia significativamente nella finestra di analisi. Il 50% dei casi e’ di morfologia epitelioide. nelle analisi per sede emerge come tale quota si riduca considerevolmente per i casi del pericardio (26,5%). Per quasi la meta’ dei mesoteliomi pericardici non e’ stata identificata la morfologia e per il 20,7% si tratta di mm bifasico.
Processo Eternit. Proseguono le deposizioni
NEWS
Sentita l’ex presidente della Regione, Mercedes Bresso
“La Regione Piemonte non venne mai contattata dai vertici della Eternit, in particolare dai due imputati del processo in corso a Torino e dai loro rappresentanti”. Ad affermarlo è stata l’ex presidente della Regione Piemonte e attuale consigliera d’opposizione, Mercedes Bresso, sentita questa mattina come teste al processo contro i proprietari della multinazionale svizzera.
Rispondendo ad una specifica domanda del pm la Bresso ha osservato che “io non sono mai stata contattata e non mi risulta che nessuno abbia mai preso contatti neanche con i nostri uffici”. Nella sua deposizione l’ex presidente della Regione ha ricordato che l’Ente “aveva iniziato i lavori di bonifica già nelle legislature precedenti alla mia e noi abbiamo proseguito in queste azioni”.
Nella stessa giornata è stato sentito, come testimone, anche l’assessore regionale alle Opere pubbliche e urbanistica ed ex assessore all’ambiente della Regione Piemonte Ugo Cavallera. “Per la bonifica dall’amianto nell’area Casalese – ha dichiarato – si stima che serviranno almeno altri 20 milioni di euro rispetto ai 41 già stanziati, parte di fondi regionali e parte nazionali, di cui 37 già spesi.
Ripercorrendo gli interventi di bonifica, Cavallera ha ricordato che per quella dell’ex stabilimento di Cavagnolo (Torino) erano stati stanziati 66 mila euro e che attualmente la Provincia ha chiesto un ulteriore accesso al fondo regionale per altri due lotti rispettivamente da 28mila e 144mila euro. Per quel che riguarda, invece, la situazione di Casale Monferrato (Alessandria) l’assessore ha ricordato che nel ’92 la Regione aveva stanziato 750 milioni di vecchie lire per la bonifica degli ex magazzini, mentre nel piano delle aree critiche approvato dal Consiglio regionale nel ’96 era stato previsto per l’area Casalese un investimento di 41 milioni di euro.
“Come punti centrali -ha spiegato l’assessore- c’erano l’abbattimento dello stabilimento Eternit, la rimozione dei materiali amiantiferi e la realizzazione di una discarica. Inoltre – ha proseguito – è stato fatto il censimento e la rimozione delle coperture in amianto, con priorità di edifici pubblici, la bonifica della sponda destra del Po prospicente lo stabilimento e altre azioni come indagini epidemiologiche e monitoraggio. Ad oggi questo programma è stato finanziato per 37 milioni, alcune azioni sono state completate mentre altre sono ancora in corso e possiamo stimare un ulteriore necessità di almeno altri 20 milioni di euro, un milione per la sistemazione finale della discarica, tre milioni per la bonifica del polverino, fra i 14 e i 15 milioni per la rimozione delle coperture, e 1,5 – 1,6 milioni per la bonifica dell’area denominata ex piemontese”.
Sul come reperire i fondi l’assessore ha spiegato che “si apre la discussione e andremo in consiglio per i prossimi bilanci. L’imperativo è fare presto e bene ma comunque sono previsti un certo numero di anni per questo finanziamento e mi auguro che il piano bonifiche nazionale continui a dare gettito. Alla fine – ha concluso – sarà un episodio di bonifica integrale, mi auguro di vera deamiantizzazione”.