Archivi giornalieri: 7 maggio 2010

Giornate picene per la prevenzione nei luoghi di lavoro

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Esposizione lavorativa agli agenti chimici cancerogeni

Dal 14 al 15 maggio prossimi a Colli del Tronto,il servizio medico legale dell’Inca Cgil nazionale parteciperà alle Giornate Picene per la prevenzione nei luoghi di lavoro che giungono alla seconda edizione. L’appuntamento di quest’anno si pone l’ambizioso obiettivo di trattare un argomento di grande interesse che desta timori, presenta criticità operative e necessità di maggiori certezze possibili: l’esposizione ad agenti chimici cancerogeni in ambiente lavorativo.

Se il quadro normativo può dirsi ben articolato e pressoché esaustivo con il Titolo IX del D.Lgs. 81/08 e le norme collegate, è tuttavia esperienza comune che confrontarsi con l’esposizione ad agenti cancerogeni chimici determina difficoltà operative a diversi livelli: in fase di valutazione del rischio, nella scelta delle misure di prevenzione generali e specifiche, ma anche nel riconoscimento della genesi lavorativa dei tumori.

Il secondo evento delle Giornate Picene per la prevenzione nei luoghi di lavoro sarà articolato in 3 sessioni e metterà a disposizione dei partecipanti l’esperienza sul campo dei relatori, che potranno andare ad arricchire il bagaglio culturale dei partecipanti nell’ottica del miglioramento del lavoro quotidiano. Si cercherà quindi di chiarire diversi aspetti dell’esposizione lavorativa a cancerogeni, fornendo indicazioni concrete per meglio gestire la tematica nel suo complesso, dalla prevenzione alla tutela risarcitoria, passando per le insidie future.

L’esposizione a cancerogeni era peraltro uno degli argomenti che aveva raccolto maggiori richieste di approfondimento da parte dei partecipanti alla prima edizione e l’organizzazione dell’evento è stata quindi tesa a soddisfare quest’esigenza conoscitiva.

L’Inca all’iniziativa “Ospedale sicuro”

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Rischi ….. per la prevenzione, controllo e terapia delle malattie

Dal 10 al 12 maggio p.v. e , in una seconda seduta dal 15 al 17 giugno, c/o il Centro Congressi Ateneo Federico II di Napoli, nell’ambito dell’VIII edizione del Convegno di rilievo nazionale “Ospedale Sicuro 2010”, si affronterà il tema delle principali disposizioni legislative ed indicazioni normative relative agli impianti elettrici e ai rischi connessi all’uso dei dispositivi medici, genericamente intesi quali strumenti destinati ad essere impiegati a scopo di diagnosi, prevenzione, controllo, terapia o attenuazione di una malattia, di una ferita o di un handicap.

Obiettivo del convegno, a cui partecipa il servizio medico legale dell’Inca Cgil nazionale, è fornire elementi di valutazione della sicurezza elettrica con particolar riguardo agli aspetti e ai rischi delle strutture sanitarie; individuare le principali criticità relative ai rischi per la salute derivanti dall’utilizzo delle apparecchiature elettriche e dall’utilizzo scorretto dei dispositivi o dall’utilizzo di dispositivi difettosi.
Di qui l’esigenza di una attenta regolamentazione del settore, a livello comunitario e nazionale, volta ad assicurare l’osservanza di imprescindibili standard di sicurezza e a garantire al tempo stesso la libera circolazione sul mercato europeo dei dispositivi conformi a tali prescrizioni.

 

L’Inca all’iniziativa “Ospedale sicuro”

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Rischi ….. per la prevenzione, controllo e terapia delle malattie

Dal 10 al 12 maggio p.v. e , in una seconda seduta dal 15 al 17 giugno, c/o il Centro Congressi Ateneo Federico II di Napoli, nell’ambito dell’VIII edizione del Convegno di rilievo nazionale “Ospedale Sicuro 2010”, si affronterà il tema delle principali disposizioni legislative ed indicazioni normative relative agli impianti elettrici e ai rischi connessi all’uso dei dispositivi medici, genericamente intesi quali strumenti destinati ad essere impiegati a scopo di diagnosi, prevenzione, controllo, terapia o attenuazione di una malattia, di una ferita o di un handicap.

Obiettivo del convegno, a cui partecipa il servizio medico legale dell’Inca Cgil nazionale, è fornire elementi di valutazione della sicurezza elettrica con particolar riguardo agli aspetti e ai rischi delle strutture sanitarie; individuare le principali criticità relative ai rischi per la salute derivanti dall’utilizzo delle apparecchiature elettriche e dall’utilizzo scorretto dei dispositivi o dall’utilizzo di dispositivi difettosi.
Di qui l’esigenza di una attenta regolamentazione del settore, a livello comunitario e nazionale, volta ad assicurare l’osservanza di imprescindibili standard di sicurezza e a garantire al tempo stesso la libera circolazione sul mercato europeo dei dispositivi conformi a tali prescrizioni.

 

Lavoratori disabili, “la Commissione europea discrimina”

Disabilità è pari a discriminazione

“La mancanza di politiche sociali nei processi di selezione e di ammissione di persone disabili nell’organico della Commissione Europea è una vergogna”. Comincia così un documento del sindacato dei funzionari europei Ffpe che denuncia la discriminazione e l’esclusione a cui sono soggette le persone con disabilità nell’organigramma dell’esecutivo di Bruxelles. Il grido d’allarme verrà portato a conoscenza del presidente Barroso, del vice presidente Sefkovic (commissario con delega all’amministrazione e alle relazioni interistituzionali) e del commissario agli affari sociali Andor.

“Non ci sono obiettivi chiari né quadri di orientamento per promuovere l’occupazione delle persone disabili all’interno delle varie direzioni generali e delle diverse unità — prosegue la nota — e non si ha nemmeno una stima approssimativa di quanti disabili lavorino attualmente in Commissione”. A un’interrogazione parlamentare in tal senso dell’eurodeputata dei popolari tedeschi Ingeborg Graessle, nel dicembre 2009, la Commissione ha risposto di non poter fornire cifre esatte. L’ultima stima, basata su un sondaggio volontario, risale al 2004 e parla di un 1% di disabili fra i dipendenti europei. Tutto ciò nonostante la Commissione stessa abbia pubblicato, nel 2006, una comunicazione sulle politiche da adottare per il benessere nel posto di lavoro.

La Ffpe denuncia il fatto che “questa comunicazione sia rimasta lettera morta e constata che mancano provvedimenti che favoriscano il part time e orari flessibili per le persone con disabilità, così come norme in favore del telelavoro. Mancano — continua la nota — linee di bilancio specifiche per l’acquisto di tecnologie assistive e per adattare le infrastrutture affinché i disabili vincitori di concorsi possano effettivamente lavorare in Commissione e, come conseguenza, le persone con disabilità nelle liste di riserva hanno pochissime possibilità di essere assunte. Questa si chiama discriminazione!”.

Niente pari opportunità, niente possibilità di carriera, niente assistenza. Questa la condizione delle persone disabili che vogliono iniziare a lavorare per la Commissione o che già ci lavorano. E, come già riportato da Redattore Sociale, scarsa accessibilità dei nuovi concorsi dell’Epso (l’ufficio europeo di selezione del personale) per i futuri funzionari. Ma chiudiamo con una speranza che è anche un auspicio: quando si tocca il fondo, non si può che risalire, a meno di non voler far persino lo sforzo di scavare.

S In Italia oltre 1 milione e 600.000 mamme povere

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Povertà in salita

L’Italia si piazza al 17° posto nel mondo per il benessere materno-infantile, ma il disagio sociale si fa sentire: circa un milione di madri con figlio piccolo vive in condizione di povertà. Sono 4.2 milioni le donne povere nel nostro paese. 1.678.000 sono madri. Circa 1 milione di esse ha almeno un figlio minorenne: l’86,3% vive in coppia, il 7,5% è sola, il 6,2% in famiglie allargate. E la maternità può diventare causa di povertà per molte donne oltre a incidere sui livelli occupazionali femminili, che diminuiscono sensibilmente. È quanto emerge dal nuovo rapporto Fondazione Cittalia – ANCI Ricerche per Save the Children su Le condizioni di povertà tra le madri in Italia, presentato oggi insieme all’11° Rapporto sullo Stato delle Madri nel mondo di Save the Children.

“Il nostro paese  si posiziona al 17esimo posto dell’Indice delle Madri, molto buono rispetto ad alcuni singoli parametri, come  il rischio di mortalità materna, il tasso di mortalità infantile (4 su 1000 nati vivi), o i tassi di iscrizione alla scuola secondaria (100%) – commenta Francesco Aureli, Responsabile Policy e Advocacy per l’Italia di Save the Children – Se però spostiamo lo sguardo sulle condizioni sociali delle donne e dei bambini, scopriamo che un numero non insignificante di questi non vive per niente bene e che è in ripresa la povertà fra le madri, soprattutto con bambini”.

Il divario occupazionale femminile in Italia aumenta con l’aumentare del numero dei figli: il tasso di occupazione femminile è pari al 65% in assenza di figli ma diminuisce al 60,6% e al 54,8% nel caso, rispettivamente, di uno e due figli, per crollare al 42,6% quando i figli sono almeno tre.
Le difficoltà economiche emergono quando si guarda alle esigenze del bilancio familiare. Informa Save the Children: “Fra le mamme in coppia con un bambino piccolo, per esempio, il 18,6% non ha i soldi sufficienti per fare fronte a tutte le spese del mese; il 16,3% ha pagato in ritardo almeno una bolletta; il 10,3% non è stato in grado di sostenere con regolarità le spese scolastiche dei figli; il 5% non ha potuto acquistare sempre generi alimentari. E nel caso di madre sola con almeno un figlio minore la situazione è ancora più grave, con gli indicatori di deprivazione che salgono ulteriormente: il 44% arriva a fine mese “con molta difficoltà”, quasi il 31% è in arretrato con le bollette, il 25% non ha avuto soldi per spese mediche, il 21% per le spese scolastiche”.