Lavoratori disabili, “la Commissione europea discrimina”

Disabilità è pari a discriminazione

“La mancanza di politiche sociali nei processi di selezione e di ammissione di persone disabili nell’organico della Commissione Europea è una vergogna”. Comincia così un documento del sindacato dei funzionari europei Ffpe che denuncia la discriminazione e l’esclusione a cui sono soggette le persone con disabilità nell’organigramma dell’esecutivo di Bruxelles. Il grido d’allarme verrà portato a conoscenza del presidente Barroso, del vice presidente Sefkovic (commissario con delega all’amministrazione e alle relazioni interistituzionali) e del commissario agli affari sociali Andor.

“Non ci sono obiettivi chiari né quadri di orientamento per promuovere l’occupazione delle persone disabili all’interno delle varie direzioni generali e delle diverse unità — prosegue la nota — e non si ha nemmeno una stima approssimativa di quanti disabili lavorino attualmente in Commissione”. A un’interrogazione parlamentare in tal senso dell’eurodeputata dei popolari tedeschi Ingeborg Graessle, nel dicembre 2009, la Commissione ha risposto di non poter fornire cifre esatte. L’ultima stima, basata su un sondaggio volontario, risale al 2004 e parla di un 1% di disabili fra i dipendenti europei. Tutto ciò nonostante la Commissione stessa abbia pubblicato, nel 2006, una comunicazione sulle politiche da adottare per il benessere nel posto di lavoro.

La Ffpe denuncia il fatto che “questa comunicazione sia rimasta lettera morta e constata che mancano provvedimenti che favoriscano il part time e orari flessibili per le persone con disabilità, così come norme in favore del telelavoro. Mancano — continua la nota — linee di bilancio specifiche per l’acquisto di tecnologie assistive e per adattare le infrastrutture affinché i disabili vincitori di concorsi possano effettivamente lavorare in Commissione e, come conseguenza, le persone con disabilità nelle liste di riserva hanno pochissime possibilità di essere assunte. Questa si chiama discriminazione!”.

Niente pari opportunità, niente possibilità di carriera, niente assistenza. Questa la condizione delle persone disabili che vogliono iniziare a lavorare per la Commissione o che già ci lavorano. E, come già riportato da Redattore Sociale, scarsa accessibilità dei nuovi concorsi dell’Epso (l’ufficio europeo di selezione del personale) per i futuri funzionari. Ma chiudiamo con una speranza che è anche un auspicio: quando si tocca il fondo, non si può che risalire, a meno di non voler far persino lo sforzo di scavare.

Lavoratori disabili, “la Commissione europea discrimina”ultima modifica: 2010-05-07T08:41:10+02:00da vitegabry
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