Archivio mensile:marzo 2017

Pino Aprile recensisce il libro “Carlo Felice e i tiranni sabaudi di Francesco Casula

Pino Aprile recensisce il libro “Carlo Felice e i tiranni sabaudi di Francesco Casula

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Pino Aprile recensisce il libro “Carlo Felice e i tiranni sabaudi di Francesco Casula

Pino Aprile, già  vicedirettore di Oggi e direttore di Gente, ha lavorato in televisione con Sergio Zavoli nell’inchiesta a puntate Viaggio nel sud e a Tv7, settimanale di approfondimento del TG1. È autore di libri tradotti in più lingue. Nel marzo 2010 ha pubblicato il libro Terroni, un saggio giornalistico che descrive gli eventi che hanno penalizzato economicamente il meridione, dal Risorgimento ai giorni nostri. L’opera è divenuta un bestseller, con 250.000 copie vendute.

A maggio 2016 pubblica Carnefici, un saggio storico che documenta, in maniera ancor più approfondita di Terroni, per via delle ricerche più recenti condotte dallo stesso giornalista in cinque anni, le stragi commesse al Sud durante l’unificazione.

Gli ultimi suoi saggi sono Terroni ‘ndernescional. E fecero terra bruciata, Milano, Piemme, 2014 (on interi capitoli dedicati alla Sardegna in cui cita abbondantemente gli storici sardi e in particolare i due Casula, Francesco e Francesco Cesare) e Carnefici, Milano, Piemme, 2016.

COME I SAVOIA DEPREDARONO LA SARDEGNA
E CREARONO LA PRIMA QUESTIONE MERIDIONALE

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di Pino Aprile

Perché vi parlo di “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”, del professor Francesco Casùla (edizioni Grafica del Parteolla)? Quando mi chiesi dove fosse la Sardegna, nella storia d’Italia, volli cercare una risposta veloce e mi trovai impelagato (tanto per cambiare) in una montagna di libri antichi e moderni (più gli uni che gli altri). E scoprii che la Questione Meridionale (sorta con l’invasione del Regno delle Due Sicilie da parte dell’esercito piemontese, prima nascostamente, con i 22 mila soldati ufficialmente disertori al seguito di Garibaldi; poi ufficialmente, con l’esercito calato a prendere possesso della refurtiva), aveva un antenato: la Questione Sarda.
Quando, a inizio del 1700, i Savoia ottengono l’isola, con un trattato internazionale, iniziano a spogliarla di ogni risorsa, escludendo i sardi da ogni possibilità di intraprendere o dirigere, salvo quei possidenti che si metteranno al servizio del nuovo padrone, per aiutarlo nel saccheggio e intascare le briciole. Le proteste, le rivolte, vengono soffocate nel sangue, con la ferocia e l’arbitrio. E giustificate con l’inciviltà della popolazione che i sabaudi, ovviamente, trattenendo eroicamente il ribrezzo, tentavano di dirozzare.
Seppi, così, che tutto quel che i Savoia fecero in Sardegna, fu solo replicato, più in grande, nel Regno delle Due Sicilie (i sardi erano circa 600mila, al momento dell’Unità, i duosiciliani quindici volte tanto). Da questa osservazione e dalla scoperta che, pur senza paesi rasi al suolo e lo sterminio della popolazione, le stesse tecniche erano state adottate dalla Germania Ovest in quella Est, dal giorno della riunificazione, nacque il mio “Terroni ‘ndernescional”.
Al Sud ci si lamenta, non a torto, della disattenzione del resto del Paese nei confronti delle regioni del Mezzogiorno. Ma la Sardegna, a parte la recente scoperta turistica, è del tutto assente. Il che parrebbe incredibile se, con una popolazione modesta, rispetto a quella di regioni di dimensione paragonabile, può vantare due presidenti della Repubblica, il segretario più amato del partito della sinistra italiana e altri dirigenti di rilievo nazionale.
Eppure, i sardi si raccontano, e molto, e bene; hanno scrittori di grande valore, un premio Nobel alla Letteratura (Deledda). Ma non riescono a farsi ascoltare dagli altri, un po’ perché, quando comunicano, paiono avere come interlocutori primi gli stessi sardi; un po’, perché gli altri, oltre che a godere della Sardegna, non mostrano grande interesse a sapere dei sardi (ma chi comincia, vuole diventare sardo, come De André e tanti altri).
Negli ultimi anni, una rinnovata produzione culturale, letteraria, di pari passo con una potente risorgiva di orgoglio isolano mai scemato, ripropone i temi della sardità e della colonizzazione. In questo, Francesco Casùla si è distinto con un’opera grandiosa, “Letteratura e civiltà della Sardegna”, in due volumi. E oggi con il libro su Carlo Felice e i suoi sanguinari parenti.
Il saccheggio dell’isola fu di tale ferocia che persino dopo l’Unità, nel 1864, in occasione dell’ennesimo inasprimento di tasse imposto dai Savoia, metà della somma rastrellata in tutto il Paese fu sottratta ai soli sardi. La disistima dei sabaudi per gli isolani era tale che tendevano a impedire i matrimoni “misti”, ritenevano i sardi “nemici della fatica, feroci e dediti al vizio”; e per de Maistre erano peggio dei “dei selvaggi perché il selvaggio non conosce la luce, il Sardo la odia”.
Una scia di razzismo e pregiudizio che viene da lontano (per Cicerone, i sardi erano per natura “ladruncoli, inaffidabili e disonesti”, in quanto africani) e arriva a oggi: appena qualche decennio fa, il noto giornalista Augusto Guerriero (Ricciardetto), scrisse che i barbaricini bisognava “trattarli” con gas asfissianti; e nel 2016, il procuratore di Cagliari, nell’inaugurare l’anno giudiziario, parlava di “istinto predatorio (tipico della mentalità barbaricina)”.
Nessuna meraviglia che a gente ritenuta incivile (osavano ribellarsi alla spoliazione dei loro beni, dell’intera isola: proprio selvaggi!), si applicassero metodi sbrigativi. Naturalmente, anche lì si trattò di estirpare il “banditismo” (nell’ex Regno delle Due Sicilie “brigantaggio”): il marchese di Rivarolo in tre anni scarsi fece incarcerare tremila persone, giustiziarne 432, con “cerimonie” pubbliche ferocissime: torture, fustigazioni che riducevano il malcapitato a brandelli, poi la forca e la decapitazione, con la testa portata in giro nei paesi in una gabbia di ferro (lo rivedremo al Sud, quando decidero di “liberarlo”).
Ma il più sanguinario fu Carlo Felice, detto Feroce, vicerè e poi re, per disgrazia dei sardi “…orrendamente torturati, trucidati nelle strade o nelle prigioni… I villaggi del Logudorese vennero assaliti dalle truppe regie, cannoneggiati, incendiati e, molti dei loro abitanti uccisi o arrestati in massa”. Spaventosi i tormenti cui fu sottoposto il patriota Francesco Cilocco, la cui testa pure fu esposta in una gabbia di ferro, il corpo bruciato e le ceneri

 

 disperse.
Con la legge delle chiudende, che consentì ai possidenti e ladroni di appropriarsi delle terre pubbliche e recintarle come proprie (distruggendo l’uso di libera terra che aveva retto da tempo immemorabile economia e comunità sarde) e sulla “proprietà perfetta”, la millenaria civiltà dell’isola fu atterrata. La rivolta salvò il costume sardo solo in alcune aree; scorse molto sangue, sorsero odi insanabili, che durano in alcuni casi ancora oggi, e grandi patrimoni inutilizzati da un manipolo di profittatori.
Ci fu una coraggiosa denuncia, nel Parlamento di Torino, da parte del deputato sardo Giorgio Asproni, che sembra anticipare, in copia, quella del duca di Maddaloni, nello stesso Parlamento, ma ormai “unitario”, nel 1861: “La vera istoria racconterà le scellerate fucilazioni; le condanne di vecchi e innocenti uomini alle galere; gli spami delle famiglie per i solo cari mandati in esilio per ingiusti sospetti; gli schiaffi e le battiture di detenuti carichi di ferro in mezzo a’ birri; il bastone, di costume barbaro, applicato alle spalle dei testimoni…”; e così via, nell’elenco degli orrori.
Sino a costruire, con la violenza, l’oppressione e la rapina, un “sottosviluppo che non è ritardo ma superfruttamento”. Fu la prima Questione meridionale. L’isola aveva avuto altre dominazioni, nel tempo (fenici, romani, pisani, genovesi, spagnoli), ma Casùla non ha dubbi su chi siano stati “i più crudeli, spietati, insipienti, famelici e ottusi (s)governanti che la Sardegna abbia avuto nella sua storia: i Savoia”.

Lavoro Fiscale

Oggi alle 11:16

rassegna

del 29/03/2017

Intesa Sanpaolo, Cdlm-Fisac Napoli e Campania: «Scippo immobiliare»

Schiavella-Esposito: “Messi in vendita palazzo Carafa e l’annessa cappella del Monte di Pietà. Uno schiaffo, l’ennesimo, stordente, alla città, al Banco di Napoli, alla propria centenaria storia”
28 marzo 2017 ore 18.35

Fp Cgil Milano: 29 marzo, assemblea-presidio a città metropolitana

28 marzo 2017 ore 18.20

Cinque milioni di italiani all’estero, una sfida per i patronati

Studio di Acli, Inas, Inca e Ital: un emigrato su tre riconosce l’importanza di questi istituti e oltre il 50% si dichiara soddisfatto dei servizi resi. Piccinini (Ce.Pa.) “Necessario strutturare una rete per dare risposte ai nuovi bisogni”
28 marzo 2017 ore 18.03

Pfas, Cgil Veneto: sciopero e presidio lavoratori Miteni in Regione

28 marzo 2017 ore 17.56

Camusso: così è aggirato il divieto di dimissioni in bianco

Il segretario generale della Cgil conclude l’assemblea nazionale a sostegno dei referendum. A Roma duemila lavoratrici e delegate di Filcams, Flai e Fp. “Scuola, maternità, salute, reddito dignitoso, sono ancora oggi diritti negati”
28 marzo 2017 ore 17.46

Legge sul Diritto allo studio: i dubbi dei sindacati marchigiani

Secondo il gruppo di lavoro regionale istituito delle Organizzazioni Sindacali Confederali ci sono evidenti questioni di legittimità
28 marzo 2017 ore 17.44

Istituto nazionale di fisica nucleare: 520 precari a rischio

Il 30 marzo la protesta sotto la sede dell’Infn. Sinopoli (Flc Cgil): “Il personale dell’ente è il meno pagato del settore. Da più di un anno si è in attesa del rinnovo dell’integrativo aziendale, ma i responsabili non convocano i sindacati”
28 marzo 2017 ore 17.23

Disabili, Cgil Sicilia: Crocetta segua modello Toscana fino in fondo

28 marzo 2017 ore 16.13

Alatri, Silp Cgil: smentiti ancora una volta i razzisti

Tissone: “Serve cautela nella diffusione delle nazionalità dei presunti autori di crimini”
28 marzo 2017 ore 16.03

Autostrade, sindacati: da Mit conferma presidio caselli

Filt, Fit, Uiltrasporti, Sla Cisal, Ugl: “Giudichiamo l’incontro con Delrio non risolutorio, e quindi organizzeremo nei prossimi giorni uno sciopero nazionale di tutto il settore”
28 marzo 2017 ore 16.01

Sky, Cgil-Slc Roma e Lazio: Zingaretti e Raggi favoriscano confronto governo

Azzola-Saccone: “Il presidente del Consiglio convochi a breve i rappresentanti dei tecnici e degli amministrativi del gruppo. È sorprendente come stia affrontando la ristrutturazione aziendale con tutti i soggetti interessati, meno che con i sindacati”
28 marzo 2017 ore 15.45

Unicoop Tirreno, per ora nessun licenziamento

Firmato un verbale d’intesa con i sindacati. Per l’accordo definitivo bisognerà però attendere sino all’11 aprile. Filcams Grosseto: “Al momento il dramma della perdita di tutti posti di lavoro è scongiurato”
28 marzo 2017 ore 15.29

Referendum, Cgil Udine: non si ferma la mobilitazione

Giacomini: “I voucher cancellano diritti. Sul lavoro, utile un confronto con il mondo cattolico”
28 marzo 2017 ore 15.05

Aferpi: Fiom, il 30 ci presentano il nuovo piano industriale

Il sindacato delle tute blu: “È l’unica vera notizia: giovedì alle 16.30 presso il Mise si terrà l’incontro, da noi preteso perché non era programmato, per l’illustrazione dei progetti dell’azienda”
28 marzo 2017 ore 14.25

Dal 30 marzo al 1° aprile a Noto “#Insieme generazioni in movimento”

A cura dello Spi Cgil Sicilia. Al centro politiche sociali, diritti e lavoro
28 marzo 2017 ore 14.22

Se gli avvocati diventano «sans papier»

Un quarto delle toghe lo scorso anno ha guadagnato meno di 1.000 euro al mese. Sono i più giovani: lavorano nei grandi studi formalmente come autonomi, ma di fatto alla completa dipendenza del titolare. Un’inchiesta di Rassegna e Radioarticolo1
28 marzo 2017 ore 14.18

Malo (Fi): presidio e sciopero

L’azienda, denunciano i sindacati, vuole mettere i lavoratori in ferie forzate
28 marzo 2017 ore 13.08

Terni: domani 29 marzo iniziativa su referendum Cgil con Massafra

28 marzo 2017 ore 12.29

Incidente Liguria: 30 maggio sciopero per la sicurezza

28 marzo 2017 ore 12.00

I Sì delle donne / FOTO

Duemila lavoratrici e delegate di Filcams, Flai e Fp a Roma per una grande assemblea nazionale a sostegno della campagna Cgil. “Scuola, maternità, salute, reddito dignitoso, sono ancora oggi diritti negati”. Conclude il segretario generale Susanna Camusso
28 marzo 2017 ore 11.52

Industria 4.0: sfida senza alternative

Il documento unitario inviato da Cgil, Cisl e Uil al ministro Calenda è strategico, perché assume la condizione del lavoro e la creazione di nuova e buona occupazione quali requisiti indispensabili per far crescere l’apparato produttivo del nostro Paese
28 marzo 2017 ore 11.41

Scuola: domani (29 marzo) incontro a Cagliari con Sinopoli (Flc)

28 marzo 2017 ore 11.23

Contratto Rai, il 29 marzo presidio a Roma

Rotte le trattative per il rinnovo del Ccl di quadri, impiegati e operai, scaduto da 39 mesi. Uno strappo provocato “dall’annuncio dell’azienda di non voler incrementare i minimi salariali”, spiegano i sindacati, che si dicono pronti alla mobilitazione
28 marzo 2017 ore 09.25

A Roma, i Sì delle donne

Duemila lavoratrici e delegate di Filcams, Flai e Fp per una grande assemblea nazionale a sostegno della campagna Cgil. “Scuola, maternità, salute, reddito dignitoso, sono ancora oggi diritti negati”. Conclude il segretario generale Susanna Camusso
28 marzo 2017 ore 08.30

Abolizione dei voucher

Abolizione dei voucher, riflessioni a mente fredda

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In pochi giorni si è passati dall’approvazione della data del referendum all’abolizione dei voucher con Decreto. Breve riflessione a mente fredda…

Lunedì 6 marzo era trapelata qualche notizia, il giovedì successivo si parlava di Referendum (a proposito di contenimento della spesa pubblica…) indetto dalla CGIL per il prossimo 28 maggio, ma ecco che con colpo di mano, venerdì 17 marzo 2017, veniva pubblicato in G.U. il Decreto Legge no. 25/2017 che a firma del Pres. Mattarella, sentenzia la morte del voucher, senza troppa agonia.

Il Decreto scarno in tre articoli, liquida in tutta fretta il lavoro accessorio previsto agli artt. da 48 a 50 del D. Lgs. 81/2015, senza un rimando, un’indicazione, lasciando così professionisti ed utilizzatori che avevano perso anni di vita in coda dal tabaccaio di fiducia, nell’angoscia per l’intero week-end. Lunedì 20 finalmente qualche spiraglio: i buoni lavoro – vouchers, non saranno più acquistabili utilizzabili, con la possibilità però di usare sino a fine anno e senza obbligo di comunicazione preventiva quelli accaparratisi sino a venerdì 17.

 

Leggi anche: abolizione voucher

La riflessione spontanea verte sull’intero istituto del lavoro accessorio, opera meritoria della Legge Biagi, per sottrarre una larga fetta di lavoratori che prestavano lavoro di tipo occasionale/marginale, senza alcuna forma di tutela previdenziale ed infortunistica.

Il Libro Bianco 276/2003 aveva individuato come aree di prestazione: piccoli lavori domestici, giardinaggio, ripetizioni private, maneggi ed imprese familiari e come prestatori giovani sotto i 25 anni per i periodi di vacanza e sopra i 25 senza limite di periodo, oltre ai pensionati che in tal modo potevano arrotondare la pensione, con un limite annuo di 5.000,00 euro; la Legge Fornero 92/2012 ne delinea i contorni, adeguando ai prezzi Istat il compenso, senza necessità di Comunicazione preventiva al Centro per l’impiego, viene chiarito che il percettore per ogni ora di lavoro, con voucher da 10,00 euro, ne guadagni 7,50 ed il restante viene versato per il 13% alla gestione separata INPS, il 7% per l’assicurazione contro gli infortuni, presso l’INAIL, mentre il rivenditore ha diritto al 5%..

Se la finalità consisteva nella tutela di quei lavoretti che necessitano in ogni casa, è facile comprendere come la casalinga tipo, premiata con l’appellativo di Committente, si fosse ben presto scoraggiata dal seguirne l’iter di acquisto: in via telematica, sempre se in possesso di un pc ed internet, oppure direttamente presso gli uffici INPS, poi la prenotazione presso l’INPS stesso o presso il tabaccaio o lo sportello bancario convenzionati, ma che si trovano dall’altra parte della città, per avere speso alla fine 100,00 euro per 10 vouchers, pari a 10 ore di lavoro. A sua volta naturalmente al percettore, tocca fare lo stesso tragitto per recarsi riscuotere il voucher dal tabaccaio.

Eppure il lavoro accessorio sembra godere di gran successo negli anni, tanto da venir largamente impiegato nelle piccole attività che non desiderino sobbarcarsi il costo di un’assunzione, tanto più che con la nuova riforma del D. Lgs. 81/2015 si elimina la dicitura di accessorialità, si allarga la platea alla multicommitenza aprendo la via alla ristorazione e persino al lavoro domestico ed innalzando il limite a 7.000 Euro.

Ma non tutto è così semplice, l’Art. 49 infatti predispone l’obbligo della comunicazione preventiva, telematica alle Direzioni del Lavoro Territoriali per verificarne la tracciabilità, prassi rincarata nel 2016 con l’introduzione dell’obbligo con cadenza quotidiana ed almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione. Povero gestore di pizzeria che trovandosi il locale pieno ed un cameriere ammalato proprio il sabato sera, debba ricordarsi di svolgere tutta questa trafila. Povero si’, perché la condotta elusiva, avrebbe ricondotto la prestazione a mero lavoro nero.

Cui prodest? E’ morto il voucher, viva il voucher! Ma è stato uno strumento così utile e davvero così sfruttato? Sfruttato sì, utile no, poiché è andato a riempire la sacca dei lavoratori precari, utilizzati saltuariamente e malpagati.

E adesso quindi cosa potrà succedere? Il Decreto Legge deve essere convertito entro 60 giorni, ma la macchina del Referendum si sarà già mossa per allora. Tutti gli scenari sono possibili, mancata affluenza, considerando che la fascia over 65 anni sia poco interessata all’argomento, conferma dell’abolizione, modifica, tenuta in vita.

Voci di corridoio parlano anche dell’applicazione del modello lavoratori “Jobbers” tedesco, taylorizzabile in Italia. In pratica in Germania esistono due modelli di lavoro accessorio, i Mini Jobbers che lavorano per un massimo di 15 ore a settimana, con un compenso annuo di 5.400,00 Euro, che per il settore commerciale si innalza a 7.800,00 Euro ed i lavoratori a breve termine non professionisti sempre con un reddito massimo annuo di 7.800,00 Euro, ma per 50 giornate di lavoro nell’anno civile e con un rimborso spese forfettario di 2.400,00 Euro l’anno, defalcabile dal percepito. Un Mini Jobber ha diritto a sei settimane di malattia, ad un assegno di maternità ed a 24 giornate di ferie l’anno per sei giornate lavorative a settimana.

Come funzionerebbe in Italia? Mettiamo a confronto il lavoro di un operaio di una piccola impresa, il cui costo annuo ammonti a 30.000,00 Euro, per 40 ore di lavoro settimanali. Un Mini Jobber ha un tetto mensile di ore lavorative pari a 52,9 ( media settimanale 13.3) per un costo orario di 8,50 Euro, mensile di 449,00 ed annuale di 5400,00 Euro. Per coprire le 40 ore dell’operaio italiano, sarebbero necessari 3 Mini Jobbers Tedeschi che, costerebbero complessivamente 16.200,00 Euro (45 ore totali a settimana). Un bel risparmio! Sulla carta sembrerebbe di sì, nella realtà: il modello tedesco ha creato un nuovo popolo di lavoratori precari, sottopagati e con un contributo pensionistico risibile. Si pensi che se un individuo lavorasse 37 anni come Mini Jobber, avrebbe un versamento contributivo totale di 1380,84 Euro.

Cosa ci si possa augurare, considerando che le agevolazioni per le assunzioni 2017, sono convogliate per lo più nel Programma Garanzia Giovani, panacea per dare un futuro alle nuove generazioni. Ma siamo un Paese di artisti ed inventori e qualcosa sappiamo sempre inventarci.

Beato Bertoldo


Beato Bertoldo

Nome: Beato Bertoldo
Titolo: Priore generale dei Carmelitani
Ricorrenza: 29 marzo

Sul Monte Carmelo in Palestina, arrivò il Bertoldo un cavaliere francese che si consacrò alla vita religiosa, fu ammesso tra i fratelli che professavano la vita religiosa in quella montagna, e venne eletto priore istruendo la comunità all’adorazione della Madre di Dio. (1188 dC)

San Bartolo del Monte Carmelo, il cui vero nome era Bartolomeo Avogadro, nacque a Limoges (sud della Francia). Andò in Terra Santa come un crociato e rimase in Antiochia per difenderla dagli attacchi dei Saraceni. Durante questo periodo conobbe un povero mendicante e si avvicinò ben presto al mondo dei poveri. Avogadro fu colui che fece tanto bene e da quel giorno la fiducia dei poveri gli fu sempre grata. Un giorno ebbe una visione che gli mostrò alcuni angeli che portavano in cielo sulle loro ali un gran numero di confratelli, che i saraceni avevano ucciso con le loro scimitarre

Lo scrittore ebreo Beniamino di Tudela, nel 1163, riferisce della presenza di una comunità religiosa sul Monte Carmelo, particolarmente devota al profeta Elia e alla Madonna. Bertoldo costituì una piccola comunità di seguaci, con il quale edificò una piccola cappella dedicata alla Beata Vergine del Monte Carmelo. A tutt’oggi l’Ordine dei Carmelitani conferma le proprie radici provenienti da quel gruppo.

Nel 1185 il monaco greco Foca visitò la comunità del Monte Carmelo e scrisse che vi aveva incontrato un monaco latino di nome Bertoldo proveniente dalla Calabria.

Bertoldo guidò la comunità per 45 anni e sembra essere rimasto lì fino al momento della sua morte, avvenuta intorno al 1195. Fu un priore molto attento a guidare la comunità più con l’esempio che con le parole. Manifestò sempre un culto particolare per la Beata Vergine Maria, della quale invocava sempre l’intercessione per la protezione dei carmelitani. Infatti era sempre particolarmente preoccupato per il futuro dei cristiani in Terrasanta, sempre in lotta fra di loro e divisi.

Quirinale

Presidenza dellaRepubblica

Lavoro Fiscale

Voucher

Cosa usare al posto dei voucher? Guida della Fondazione Studi CdL

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Cosa usare al posto dei voucher? A quali costi per le aziende? A queste e ad altre domande da una risposta la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro

Dal 18 marzo i voucher per lavoro occasionale accessorio non possono essere più acquistati, solo chi già li possedeva il 17 marzo potrà utilizzarli fino al 31 dicembre 2017. Ma cosa usare al posto dei voucher dopo la loro abolizione avvenuta con Decreto Legge 25/2017 del 17 marzo entrato in vigore lo stesso giorno?

Se da una parte infatti l’abolizione dei voucher servirà a mettere un freno a tutte quelle situazione di evidente abuso, dall’altra vi è una grossa lacuna per tutti i casi dove il lavoro accessorio era “genuino” e usato come unica alternativa al lavoro nero.

 

Leggi anche: abolizione voucher

Molte aziende non potranno più abusare dei voucher, usati in maniera elusiva per non assumere nuovo personale anche a tempo determinato, ma privati e aziende che necessitano di figure saltuariamente magari solo per qualche ora come possono ovviare a questo vuoto normativo?

Cosa usare al posto dei voucher dopo la loro abolizione?

Dal giorno dell’abolizione dei voucher una domanda molto frequente è proprio cosa usare al posto dei voucher? Come ci si può mettere in regola per quei lavori saltuari o di poche ore a settimana?

Per rispondere a queste e ad altre domande simili, la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, lo scorso 24 marzo, ha rilasciato un ottimo e puntuale approfondimento dal titolo molto eloquente “Abolizione dei voucher. Le possibili alternative al vuoto normativo.

Nella guida la Fondazione Studi prende in esame come alternative:

  • il contratto di somministrazione;
  • le collaborazioni coordinate e continuative;
  • il lavoro intermittente.

Ne compara i rispettivi costi con quelli derivanti dall’uso dei voucher ed i vantaggi per il datore di lavoro ed il lavoratore.

Abolizione dei voucher. Le possibili alternative al vuoto normativo.

Il d.l. n. 25/17 ha abolito i voucher, consentendo l’utilizzo soltanto di quelli già acquistati alla data di entrata in vigore della norma fino al 31 dicembre.

L’abrogazione, motivata dalla dichiarata esigenza di eliminare gli abusi dell’utilizzazione del lavoro accessorio (condivisibile), ha però creato un vuoto normativo per tutte quelle esigenze – genuine – di prestazioni di lavoro residuali ed estemporanee, che comunque esistono di fatto ed alle quali l’ordinamento deve comunque dare una risposta di disciplina, pena il rischio di alimentare sacche di lavoro nero.

Auspicando un intervento ad hoc in tal senso, nell’immediato si analizzano i contratti che potrebbero prestarsi a rappresentare un’alternativa ai voucher per regolare dei rapporti di lavoro occasionale.

[…]

Fonte: www.consulentidellavoro.it