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Cosa usare al posto dei voucher? Guida della Fondazione Studi CdL

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Cosa usare al posto dei voucher? A quali costi per le aziende? A queste e ad altre domande da una risposta la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro

Dal 18 marzo i voucher per lavoro occasionale accessorio non possono essere più acquistati, solo chi già li possedeva il 17 marzo potrà utilizzarli fino al 31 dicembre 2017. Ma cosa usare al posto dei voucher dopo la loro abolizione avvenuta con Decreto Legge 25/2017 del 17 marzo entrato in vigore lo stesso giorno?

Se da una parte infatti l’abolizione dei voucher servirà a mettere un freno a tutte quelle situazione di evidente abuso, dall’altra vi è una grossa lacuna per tutti i casi dove il lavoro accessorio era “genuino” e usato come unica alternativa al lavoro nero.

 

Leggi anche: abolizione voucher

Molte aziende non potranno più abusare dei voucher, usati in maniera elusiva per non assumere nuovo personale anche a tempo determinato, ma privati e aziende che necessitano di figure saltuariamente magari solo per qualche ora come possono ovviare a questo vuoto normativo?

Cosa usare al posto dei voucher dopo la loro abolizione?

Dal giorno dell’abolizione dei voucher una domanda molto frequente è proprio cosa usare al posto dei voucher? Come ci si può mettere in regola per quei lavori saltuari o di poche ore a settimana?

Per rispondere a queste e ad altre domande simili, la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, lo scorso 24 marzo, ha rilasciato un ottimo e puntuale approfondimento dal titolo molto eloquente “Abolizione dei voucher. Le possibili alternative al vuoto normativo.

Nella guida la Fondazione Studi prende in esame come alternative:

  • il contratto di somministrazione;
  • le collaborazioni coordinate e continuative;
  • il lavoro intermittente.

Ne compara i rispettivi costi con quelli derivanti dall’uso dei voucher ed i vantaggi per il datore di lavoro ed il lavoratore.

Abolizione dei voucher. Le possibili alternative al vuoto normativo.

Il d.l. n. 25/17 ha abolito i voucher, consentendo l’utilizzo soltanto di quelli già acquistati alla data di entrata in vigore della norma fino al 31 dicembre.

L’abrogazione, motivata dalla dichiarata esigenza di eliminare gli abusi dell’utilizzazione del lavoro accessorio (condivisibile), ha però creato un vuoto normativo per tutte quelle esigenze – genuine – di prestazioni di lavoro residuali ed estemporanee, che comunque esistono di fatto ed alle quali l’ordinamento deve comunque dare una risposta di disciplina, pena il rischio di alimentare sacche di lavoro nero.

Auspicando un intervento ad hoc in tal senso, nell’immediato si analizzano i contratti che potrebbero prestarsi a rappresentare un’alternativa ai voucher per regolare dei rapporti di lavoro occasionale.

[…]

Fonte: www.consulentidellavoro.it

San Sisto III

San Sisto III

Nome: San Sisto III
Titolo: Papa
Ricorrenza: 28 marzo

Prima della sua elezione, Sisto era un personaggio di spicco del clero romano e già teneva una certa corrispondenza con Sant’Agostino. Il suo regno fu caratterizzato dalle controversie nestoriane e pelagiane; probabilmente fu a causa del suo carattere conciliante che fu falsamente accusato di propendere verso queste eresie. Come papa approvò gli Atti del Concilio di Efeso, in cui il dibattito sulla natura umana e divina di Gesù si trasformò in una discussione sul tema se Maria potesse essere chiamata “Madre di Gesù” in quanto uomo, o “Madre di Cristo” in quanto uomo e Dio. Il concilio attribuì, infine, a Maria il titolo greco di Theotokos (“portatrice di Dio”). Una delle sue principali preoccupazioni fu anche quella di riportare la pace tra Cirillo di Alessandria e Nestorio patriarca di Costantinopoli.

Nella controversia Pelagiana, inoltre, frustrò il tentativo di Giuliano di Eclano di essere riammesso in comunione con la Chiesa cattolica. Difese anche i diritti del papa sull’Illiria sia contro i vescovi locali che contro gli ambiziosi disegni di Proclo Patriarca di Costantinopoli. Confermò, infine, la posizione dell’arcivescovo di Salonicco come capo della Chiesa illirica.

Il nome di Sisto viene spesso collegato ad una forte espansione dell’edilizia religiosa a Roma – Santa Sabina sul Colle Aventino venne inaugurata durante il suo pontificato. Sisto fece restaurare anche la Basilica di Santa Maria Maggiore (già Basilica Liberiana), rimasta tuttora danneggiata dall’epoca dei tumulti in occasione dell’elezione di papa Damaso (366), la cui dedica a Maria, ribadita dall’iscrizione “Virgo Maria, tibi Xystus nova tecta dictavi”, sottolinea il dogma decretato dal concilio di Efeso; fece poi restaurare la Basilica di San Lorenzo fuori le mura. Inoltre arricchì la basilica di San Pietro e quella Laterana con preziosi regali ottenuti dall’Imperatore Valentiniano III benché tanta ricchezza venisse stigmatizzata da San Girolamo, che non vi riconosceva più i segni di un autentico spirito cristiano.

Fu autore di otto epistole, ma non compose mai le opere De divitiis, De malis doctoribus e De castitate a lui attribuite. Inoltre, è una falsificazione l’opera che tramanda come il console Basso lo accusasse di vari crimini.

Chiesa di San Lorenzo Fuori le Mura, luogo di seppellimento di Sisto III.

Morì il 19 agosto del 440 e fu sepolto nella Basilica di San Lorenzo fuori le mura.

fonte:wikipedia.org

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